Sport e non solo, diecimila passi per la ripartenza
La vittoria del campionato europeo di volley maschile è stata solo l’ultima delle gioie arrivate in un’estate mai così azzurra. Un crescendo di emozioni iniziato con il successo dei ragazzi di Roberto Mancini, proseguito con la valanga di medaglie olimpiche e paralimpiche di Tokyo e poi anche con il successo della nazionale femminile di pallavolo. Vittorie emozionanti, storie di riscatto e di forza di volontà che passando attraverso lo sport restituiscono a tutti noi la forza di liberarci da mesi di lockdown e di chiusure. Perché, sempre nel rispetto delle regole, è ora di rimettersi in moto. A dirlo sono anche e soprattutto gli esperti, che ricordano quanti danni abbia procurato la pandemia, costringendoci spesso a stili di vita estremamente sedentari e portandoci verso un’alimentazione eccessiva. «Lo smart working e la quarantena domiciliare hanno inevitabilmente condizionato le nostre abitudini», dice la professoressa Katherine Esposito, ordinaria di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo e direttore della Diabetologia dell’A.O.U. dell’Università Luigi Vanvitelli di Napoli. «Tutto questo ha avuto un forte impatto sulle performance fisiche e psicologiche. Ora però la ripresa di una regolare attività fisica è fondamentale, perché contribuisce al potenziamento del sistema immunitario e della risposta anti-infiammatoria, soprattutto in presenza di patologie croniche quali il diabete». Insomma, uno stile di vita fatto di dieta ed esercizio fisico è anche la terapia più accessibile, economica e semplice per i pazienti con diabete. «Efficace quasi come molti farmaci e priva di effetti collaterali – aggiunge la professoressa -. Lo sport ha effetti positivi sul metabolismo glucidico e lipidico, sul sistema cardiovascolare, sul benessere generale e sulla qualità di vita; giocando un ruolo anche nella prevenzione delle complicanze croniche della malattia». La professoressa Esposito ricorda poi che fare sport all’aria aperta tonifica e attiva il rilascio di endorfine. Del resto, l’autunno può rappresentare il periodo ideale per praticare esercizio fisico all’aperto e godere di ampi spazi immersi nella natura, approfittando del clima mite. «L’importante è trovare le giuste motivazioni e tenere presente che la prima regola dello sport è la costanza: anche una semplice passeggiata quotidiana di 30-45 minuti – prosegue la docente – si traduce in vantaggi notevoli per contrastare il diabete. Non importa se quello che ci piace è andare a correre, andare in bici o in palestra, l’importante è che ci si muova. Anche e soprattutto se si ha il diabete».
FUNZIONI
Ma, bisogna dirlo, fare esercito fisico fa bene a tutti. Tra i maggiori sostenitori di questo dogma c’è senza dubbio il professor Marcellino Monda, direttore del Dipartimento di Medicina Sperimentale e primario di Dietetica e Medicina dello Sport all’Università Luigi Vanvitelli di Napoli. «L’attività fisica – dice – è essenziale per rimetterci in forma dopo tanti mesi di stop vissuti a causa delle restrizioni per il Covid». Chiarito che bisogna distinguere tra attività fisica e sport agonistico, il professor Monda parte dai «canonici 10.000 passi al giorno», che «sono un ottimo modo di iniziare a fare attività fisica senza sottoporre il nostro organismo ad uno stress eccessivo». Per misurarli basta un qualunque orologio conta passi o un cellulare di ultima generazione. Così possiamo facilmente monitorare il nostro impegno. Ma, camminare non basta. «E’ essenziale diversificare – aggiunge Monda -, si è visto infatti che piccoli periodi di attività un po’ più intensa fanno bene. Quindi, il mio consiglio è di alternare la camminata semplice a brevi periodi di movimento a passo svelto o corsa leggera». Lo specialista raccomanda però di non lanciarsi mai oltre proprie possibilità. «Il medico di famiglia – prosegue – può darci una prima indicazione, poi ci si può rivolgere a laureati in scienze motorie o medici dello sport». Monda chiarisce anche che ogni modalità di allenamento farà si che ci sia un miglioramento di una o più funzioni. «Attività aerobiche aumentano la nostra capacità cardio-respiratoria, esercizi che migliorano la destrezza (come il ballo, ndr) aumentano la performance neuro-muscolare. Infine, esercizi di potenza con piccoli pesi aiutano ad incrementare leggermente la massa muscolare. Queste tre espressioni di allenamento, nel loro insieme, servono a farci stare bene e migliorare l’efficienza dell’organismo. Sempre senza eccedere e affidassi al consiglio di esperti».
AGONISMO E LONG COVID
Altra cosa è la competizione sportiva. In questo caso si parte sempre dai certificati di idoneità, che di norma devono essere rinnovati di anno in anno. Contesti, nei quali la sorveglianza sanitaria è molto forte. Quando l’obiettivo è la competizione, rimettersi in pari con le performance pre Covid può non essere semplice. Lo spiega a chiare lettere Raffaele Canonico, medico dello sport e responsabile sanitario della Società Sportiva Calcio Napoli. «Da un punto di vista cardio respiratorio, metabolico e psico-fisico, soprattutto in soggetti che sono rimasti positivi per 10 o 15 giorni, lo sport dà un grosso aiuto. E’ chiaro che questa ripresa va dosata anche in funzione della forma di Covid che si è vissuta: asintomatica, paucisintomatica o addirittura con degenza in terapia sub intensiva. Io consiglio sapere una visita cardiologica e una radiografia del torace, così da avere una foto dello stato di salute. Il Covid ci ha insegnato che in alcuni casi ci può essere un interessamento anche del cuore». Non meno interessante è ciò che Canonico rivela dalla sua esperienza con gli atleti agonisti e con i veri e propri top player. «Spesso si sviluppa un’astenia cronica, anche se sono stati asintomatici. Mi è capitato con molti atleti, soprattutto nel nuoto e nell’atletica leggera – dice – di incontrare una maggiore difficoltà a tornare alle condizioni pre Covid». Atleti che hanno sviluppato a volte una sindrome post Covid, o long Covid, che non ha tracce sotto il profilo ematochimico ma che di fatto pesa non poco.
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