Sedentarietà, il killer del terzo millennio
L’attività fisica fa bene, non è certo una novità. Ciò che spesso sottovalutiamo è quanto possa far male essere sedentari. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha reso noti i nuovi dati pubblicati su The Lancet Global Health che mostrano lo stato di sedentarietà a livello globale. Più di un adulto su quattro nel mondo (il 28% o 1,4 miliardi di persone, uno su tre nelle zone migliori) sono fisicamente inattivi.
Lo studio
Realizzato da quattro esperti dell’Organizzazione mondiale della sanità, questa ricerca riporta dati che aggiornano le stime del 2008 sui livelli di attività e, per la prima volta, riporta anche delle analisi di tendenza che dimostrano come nel complesso il livello globale di inattività negli adulti resta sostanzialmente invariato dal 2001. Le donne, in particolare, sono meno attive rispetto agli uomini, con una differenza di oltre l’8% a livello globale (32% uomini contro 23% donne). Non c’è da meravigliarsi che i paesi ad alto reddito siano i più inattivi (37%) rispetto ai paesi a reddito medio (26%) e a basso reddito (16%). Questi dati mostrano la necessità per tutti i paesi di aumentare la priorità data alle azioni nazionali e sub-nazionali per fornire gli ambienti che supportano l’attività fisica e aumentare le opportunità per le persone di tutte le età e abilità, di essere attivi ogni giorno. Il nuovo piano d’azione globale sull’attività fisica stabilisce l’obiettivo di ridurre l’inattività fisica del 10% entro il 2025 e del 15% entro il 2030.
La salute del cuore
Il muscolo per eccellenza che beneficia dell’attività fisica è il cuore, camminare o fare attività fisica ogni giorno può aiutare a mantenere il nostro “motore” in salute, prevenendo l’insorgenza di insufficienza cardiaca. Stando ad una ricerca pubblicata sul Journal of the American College of Cardiology: Heart Failure, 30-45 minuti di attività fisica giornaliera possono ridurre del 9% il rischio di sviluppare insufficienza cardiaca.
L’insufficienza cardiaca
L’insufficienza cardiaca è un problema molto comune in età anziana; si può sviluppare sia in seguito a un infarto, a causa del danno al muscolo cardiaco, sia in concomitanza di altre malattie come la pressione alta o il diabete. Può essere più o meno grave a seconda dei casi, ma il risultato è che il cuore non pompa bene il sangue e ciò può portare a diversi rischi nel tempo.
Dose dipendente
Gli esperti hanno visto che essere fisicamente attivi protegge dall’insufficienza cardiaca, con un effetto cosiddetto dose-dipendente, ovvero più ci si muove più il cuore risulta protetto dallo scompenso. Non è importante, infine, l’intensità dell’esercizio fisico ma solo l’ammontare di esso, quindi basta anche solo camminare e più si cammina, meglio è in difesa del cuore.