Smettere di fumare: perché è importante nell’ambito della lotta al cancro
Il tumore polmonare è la forma di malattia oncologica con il tasso di mortalità più alto nel nostro Paese anche se, paradossalmente, sarebbe la più facile da combattere, almeno dal punto di vista della prevenzione.
La fondazione Veronesi, da sempre in prima linea nella lotta contro questo tipo di patologia, ha realizzato un manuale, un vademecum rivolto a malati o persone che da poco hanno ricevuto la diagnosi, ai loro familiari e caregiver, o per chi abbia una particole sensibilità nei confronti del problema.
È stato stimato che circa l’85% dei casi di tumore ai polmoni sarebbe strettamente riconducibile all’uso di tabacco. La fondazione, nello sviluppo della sua campagna di informazione e prevenzione, sottolinea come l’uso di sigarette, tabacco sfuso e dispositivi a tabacco riscaldato, sia oggi ancora il principale responsabile dell’insorgenza di patologie polmonari; in pratica per più di due casi su tre sarebbe bastato non fumare, probabilmente, per evitare di ammalarsi. Ricordiamo che oggi il cancro al polmone è al secondo posto, come tasso di mortalità, per gli uomini e al terzo per le donne.
Ancora più drammatico se si pensa che ogni anno cala drasticamente l’età in cui i più giovani si accostano al fumo.
La Fondazione Veronesi ha proposto, per limitare il diffondersi dell’abitudine e per arginare e ridurre l’uso del tabacco da parte dei già fumatori, un aumento generale del prezzo del tabacco e dei prodotti derivati e connessi, al fine di scoraggiarne l’acquisto.
Se le autorità competenti decidessero di applicare questa soluzione, andando a rivedere i costi delle accise, si stima che una buona parte delle persone ridurrebbe drasticamente l’acquisto e di conseguenza il consumo di sigarette.
I risultati non tarderebbero ad arrivare, nella conta dei casi di tumore, perché è stato dimostrato che smettere di fumare, anche per soggetti con alle spalle anni di utilizzo delle sigarette, comporta molti benefici per l’organismo, anche a poche settimane dall’interruzione e anche in soggetti che hanno già, purtroppo, una diagnosi di carcinoma polmonare.
Smettere di fumare, difatti, rappresenterebbe un’ottima scelta per salvaguardare la propria salute.
Gli studi della fondazione Veronesi, condotti con la collaborazione dell ’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, hanno però rilevato una certa difficoltà, in moltissimi soggetti sottoposti a screening, di abbandonare la cattiva abitudine spontaneamente e senza supporti, soprattutto psicologici che aiutino a uscire dal circolo vizioso e a evitare di ricaderci. Una richiesta di aiuto e il giusto sostegno, la prevenzione e le nuove tecniche di diagnosi potrebbero salvare molte vite.