Sanità Ocse 2017: Italia al top per accesso cure, ma troppi antibiotici
L’Italia è nelle prime posizioni per la salute nell’Ocse: ha il primato (100%) per l’accesso alle cure della sua popolazione,
In più ha una spesa inferiore di circa 600 dollari procapite rispetto alla media. Un dato sul quale l’Ocse non esprime giudizi ma che ovviamente può essere letto in positiva o negativa.
Inoltre l’Ocse nel suo rapporto sulla salute 2017 ridimensiona anche un dato che aveva fatto discutere, quello sul mancato accesso alle cure degli italiani per motivi economici: secondo il report in realtà rinuncierebbe alle cure per i costi elevati solo il 4,8% della popolazione (tra i valori più bassi dell’Ocse che si traducono in 2,8 milioni di cittadini).
Passando alle note negative: in Italia si prescrivono troppi antibiotici, ci sono molto meno infermieri della media Ocse e meno letti per persona, anche se quest’ultimo dato non va letto negativamente in funzione delle cure sul territorio e l’aria più “sporca” della media Ocse.
Gli altri valori sono sostanzialmente in media Ocse, con meno fumatori e meno bevitori, un po’ meno di morti per infarto del miocardio.
I risultati dell’analisi sono contenuti nel rapporto “Salute in un colpo d’occhi” che annualmente l’Ocse pubblica analizzando e confrontando i risultati di tutti gli stati membri.
Una critica all’Italia è tuttavia sugli effetti dei “grossi” vincoli di bilancio dopo la crisi finanziaria che, sottolinea l’Ocse, provocano preoccupazioni per quanto riguarda la capacità delle singole Regioni di fornire servizi adeguati, soprattutto al Sud.
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