Diabete e malattie croniche aumentano in città. Cosa incide
Nelle città è in aumento il diabete. In Italia oltre 1 persona con diabete su 2 vive nei primi 100 nuclei urbani e metropolitani del paese. Oltre un terzo (36%), invece, nelle 14 città metropolitane. Lo stile di vita nelle città influisce sul rischio di sviluppare il diabete tipo 2 e altre malattie croniche. Sul diabete urbano pesano soprattutto abitudini di vita e lavoro sedentario, ’alimentazione sregolata e la scarsa attività fisica.
Per contrastare il fenomeno, le società scientifiche della diabetologia italiane AMD e SID, riunite sotto FeSDI, gli Intergruppi Parlamentari ‘Obesità e Diabete’ e ‘Qualità di Vita nelle città’ e Sport e Salute hanno siglato ieri mattina nella sede dell’Assemblea Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI), un Protocollo d’intesa. L’obiettivo è realizzare iniziative di sensibilizzazione, promuovere campagne di screening del diabete e obesità e diffondere la cultura della prevenzione attraverso l’attività fisica e sportiva.
Il Protocollo d’intesa si inserisce all’interno della Campagna nazionale promossa dall’Associazione Medici Diabetologi (AMD) e dalla Società Italiana di Diabetologia (SID) – FeSDI ‘Il diabete una Malattia molto Comune’. L’iniziativa, lanciata in occasione della Giornata Mondiale del Diabete 2022, ha l’obiettivo di sensibilizzare istituzioni, medici, persone con diabete, caregiver e opinione pubblica sull’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce del diabete tipo 2, oltre che della necessità di un equo accesso alle cure per tutti i cittadini.
Prevenzione del diabete con lo sport
“La promozione di sani stili di vita, di cui l’attività sportiva è parte integrante, è fondamentale nelle politiche di prevenzione”, dichiara l’On. Roberto Pella, Vice Presidente Vicario di ANCI e Presidente Intergruppo Parlamentare Qualità di Vita nelle Città e dell’Intergruppo Parlamentare Obesità e Diabete. “È in questa ottica che il 28 dicembre 2022 ho presentato una proposta di legge su “Disposizioni per la prevenzione e la cura dell’obesità” con importanti agevolazioni, tra l’altro, per la realizzazione di impianti sportivi aziendali e la deducibilità delle spese per le attività sportive. Dobbiamo mettere il tema al centro dell’agenda politica e lavorare insieme a tutti gli attori coinvolti”.
“Lo sport è un ‘farmaco’ che non ha controindicazioni e fa bene a tutte le età. Promuoverlo come sano stile di vita significa intervenire efficacemente sulla salute dei nostri cittadini”, dichiara la Sen. Daniela Sbrollini, Presidente Intergruppo Parlamentare Qualità di Vita nelle Città, e dell’Intergruppo Parlamentare Obesità e Diabete e Vice Presidente 10ª Commissione permanente (Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale) del Senato.
“Per questo, recentemente ho presentato un disegno di legge, l’Atto del Senato n.135 della XIX Legislatura del 13 ottobre 2022 su “Disposizioni recanti interventi finalizzati all’introduzione dell’esercizio fisico come strumento di prevenzione e terapia all’interno del Servizio sanitario nazionale”, per dare la possibilità a pediatri, medici di medicina generale e specialisti di inserirlo in ricetta medica, così che le famiglie possano usufruire delle detrazioni fiscali”.
“Lo sport è strumento per investire sul miglioramento della salute del nostro Paese. È importante portare avanti un lavoro comune che consenta il riconoscimento del valore formativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva”, dichiara il Sen. Mario Occhiuto, Presidente Intergruppo Parlamentare Qualità di Vita nelle Città, Segretario della 7ª Commissione permanente (Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica) del Senato.
“Dobbiamo mettere lo sport al centro dei nostri contesti urbani, sviluppare il modello della Healthy City, intesa come contesto in cui tutti gli elementi ambientali, sociali, economici, culturali concorrono a un obiettivo salutogenico e non patogeno. Bisogna con fermezza promuovere una politica urbana che sappia essere una forma di medicina preventiva, in cui lo sport può avere un ruolo chiave, spezzando il circolo vizioso che si crea fra cattive condizioni di salute, povertà socio-economica, basso livello di istruzione ed emarginazione”.
“Oggi stiamo vivendo una fase di rinascita in cui appare evidente la voglia di ritornare a muoversi, a praticare sport, abbandonando quella sedentarietà che è una delle cause principali dello sviluppo di alcune patologie, quali l’obesità e il diabete” dichiara Vito Cozzoli, Presidente e AD di Sport e Salute S.p.A. “La firma di questo protocollo avrà la funzione di amplificare questo messaggio, promuovendo iniziative di sensibilizzazione sul diabete mellito”.
“In Italia, oltre il 30% delle persone con diabete ha uno stile di vita sedentario: un dato estremamente preoccupante che necessita di un’inversione di rotta”, dichiara Riccardo Candido, Presidente Eletto dell’Associazione Medici Diabetologi (AMD). “La firma di questo importante Protocollo d’intesa dimostra l’impegno che politici, medici e mondo dello sport vogliono assumersi: promuovere l’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce del diabete per una migliore qualità di vita, una riduzione delle complicanze ed una riduzione dei costi.
È essenziale diffondere la cultura dell’attività fisica sin dall’esordio della malattia, ma è altrettanto importante farlo ancora prima, in chiave preventiva, perché è la terapia più accessibile, economica e salutare. Ed è altrettanto importante, visti i dati del diabete nelle città, che questi messaggi abbiano una eco in grado di raggiungere le periferie dei grandi centri urbani e le altre aree del Paese in cui si registrano i più alti tassi di prevalenza della malattia e delle sue complicanze”.
“L’attività fisica si può considerare il più importante tra gli alleati del cittadino con diabete: talmente tanti sono i suoi effetti positivi su tutti gli organi e sistemi che la pratica dell’attività motoria oggi deve essere considerata una vera e propria terapia” commenta Angelo Avogaro, Presidente della Società Italiana di Diabetologia (SID). “Auspichiamo che presto l’attività motoria debba essere ricettata come le altre terapie farmacologiche indispensabili in fascia A. La tanto mitizzata medicina di prossimità deve iniziare proprio dall’incremento dell’attività motoria per quei cittadini che ne hanno assoluto bisogno”.