Sarcopenia e cirrosi: come gestire una patologia che colpisce fino al 90% dei pazienti
Dopo i 50 anni circa l’1-2% della massa muscolare viene persa ogni anno, per una riduzione totale tra il 30 e il 50% all’età di 80 anni. La sarcopenia è influenzata dall’alimentazione e interessa soprattutto gli anziani, aumentando il rischio di disabilità fisica, cadute, fratture, scarsa qualità di vita, complicanze e mortalità. Inoltre è un fattore di rischio per altre malattie. Con l’invecchiamento della popolazione, la sarcopenia è sempre più diffusa, ma a caratterizzare l’aumento della prevalenza è il coinvolgimento anche di altre popolazioni fragili: oltre ai pazienti oncologici, sta diventando una caratteristica sempre più presente nei pazienti cirrotici, soprattutto quando la cirrosi raggiunge livelli più avanzati.
“La sarcopenia si può instaurare per vari motivi nel paziente cirrotico – sottolinea Rodolfo Sacco, Presidente CLEO e Direttore Struttura Complessa di Gastroenterologia e Endoscopia Digestiva dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico di Foggia – Il fattore principale può essere legato alla malnutrizione, che provoca un minore introito calorico; negli uomini un calo del testosterone, che favorisce la perdita di massa muscolare; un’alterazione di alcune proteine, come una produzione eccessiva di miostatina, che limita la produzione di massa muscolare. Il risultato è che spesso vi sono pazienti cirrotici molto magri, fragili, con un versamento ascitico o una ritenzione di liquidi nell’addome, che provoca una pancia gonfia in un substrato denutrito e scarno”.
“La prevalenza di sarcopenia nel paziente cirrotico è molto elevata, variando all’interno di una forbice che spazia dal 20 al 90%, in relazione ai vari stadi della cirrosi, con l’aspetto nutrizionale e la relativa perdita di massa muscolare che mutano a seconda delle fasi” aggiunge Rodolfo Sacco.
Sarcopenia: patologie dismetaboliche e fegato
“In Italia, la prevalenza della cirrosi è di 200mila casi annui con una mortalità che si aggira tra i 10 e i 15mila decessi annui, con un aumento della prevalenza della malattia cirrotica dovuto alle patologie dismetaboliche – spiega Rodolfo Sacco – L’aumento delle malattie legate a diabete, obesità o ad abitudini voluttuarie come l’alcol, innesca un meccanismo caratterizzato dall’aumento del peso corporeo, alterazioni glicemiche, modificazioni dei lipidi. Il rischio di danno epatico grave è particolarmente elevato per chi è affetto da obesità o diabete. Tra questi, fino al 15% sviluppa complicanze come cirrosi o epatocarcinoma. La prevalenza della cirrosi epatica in Italia legata a dismetabolismo e alcol è di circa 200mila casi annui, con una mortalità di circa 10mila soggetti l’anno. A essere colpiti sono sempre più spesso giovani che conducono errati stili di vita forieri di un precoce sviluppo di malattie epatiche come la cirrosi, che a sua volta genera complicanze come la perdita di massa muscolare”.
Malnutrizione e perdita muscolare
Nei reparti di epatologia si presta molta più attenzione alla parte nutrizionale e al giusto apporto calorico proteico che il paziente deve ricevere. “Le modalità di gestione della sarcopenia nel cirrotico sono cambiate nel corso degli anni – evidenzia Rodolfo Sacco – In precedenza, per evitare complicazioni come l’encefalopatia porto-sistemica, si consigliava di ridurre la quota di proteine, in particolare quelle animali, nell’alimentazione giornaliera; recentemente, si è scoperto che questo favorisce la perdita di massa muscolare. Oggi si tende a consigliare al paziente un introito equilibrato di tutti i nutrienti, dai carboidrati ai grassi, con una quota proteica rafforzata dalle proteine vegetali, che sono in grado di fornire l’apporto proteico utile per contrastare la malnutrizione che provoca lo sviluppo della sarcopenia”.