Giornata contro la violenza sulle donne: dalle istituzioni all’industria, le iniziative
In occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (25 novembre), sono tanti i palazzi illuminati di arancione, come simbolo della lotta a qualsiasi forma di abuso. L’iniziativa si inserisce all’interno della campagna internazionale di sensibilizzazione dell’ONU “Orange the World”, a cui ha aderito anche la Presidenza del Consiglio dei Ministri, illuminando la facciata principale di Palazzo Chigi, dal tramonto di ieri 24 novembre all’alba di oggi 25 novembre 2024, giornata nella quale l’illuminazione si ripeterà dal tramonto alle ore 23:59.
Dalle istituzioni ai privati, dalle associazioni alle società scientifiche: sono tante le realtà che hanno avviato iniziative di sensibilizzazione, in occasione di questa ricorrenza.
Dalla ricerca alla formazione: le iniziative dell’Istituto Superiore di Sanità
Per contrastare e prevenire la violenza di genere, anche l’Iss ha messo in campo corsi di formazione che hanno raggiunto oltre 18.000 operatrici e operatori sanitari dei 651 pronto soccorsi italiani e oltre 2.000 professioniste e professionisti del territorio. I corsi, di formazione a distanza (FAD) e blended (che includono anche incontri in aula) sul tema della Prevenzione e del contrasto della violenza di genere attraverso le reti territoriali, sono stati promossi e finanziati dal Ministero della Salute a partire dal 2014.
Nel frattempo, il progetto Epi-We, che recluta volontarie per studiare le cicatrici molecolari della violenza sul DNA delle donne maltrattate, va avanti.
La formazione del personale, strumento di contrasto alla violenza di genere
“Rilevare la violenza sulle donne che arrivano nei Pronto soccorso non è affatto un processo scontato, è necessario che il personale di salute abbia conoscenze, competenze e strumenti per farlo. Le donne che vivono situazioni di violenza sono di ogni età e appartengono a differenti contesti socio-culturali, spesso temono di rilevare quanto hanno subito per timore di ritorsioni da parte del maltrattante o di essere ritenute loro stesse, in qualche modo, responsabili della violenza, temono cioè quello che viene definito vittimizzazione secondaria”, afferma Anna Colucci, ricercatrice della UO RCF, l’Unità Operativa ricerca psico-socio-comportamentale, Comunicazione, Formazione dell’ISS.
Con #IpaziaCCM2021, dagli ospedali ai territori
Dopo i Pronto soccorso la formazione dell’ISS ha coinvolto, con il Progetto #IpaziaCCM2021, che vede il coordinamento scientifico dell’azienda Usl Toscana Sud-Est, i Servizi territoriali di area sanitaria e socio-sanitaria, nodi cruciali della rete di prevenzione e contrasto della violenza ai quali possono accedere le donne e minori.
Hanno partecipato e completato il Corso FAD 2.346 professioniste e professionisti dei Servizi presenti nei territori. Sono stati formati presso l’ISS 23 facilitatrici e facilitatori della formazione, che hanno contribuito alla conduzione di 8 Corsi residenziali che si sono tenuti nei territori di attuazione del Progetto: Grosseto, Perugia, Matera, Lecce, Roma, Policoro (MT), Pordenone, Milano.
#IpaziaCCM2021, in una prospettiva futura potrebbe svilupparsi ulteriormente, coinvolgendo con percorsi formativi capillari l’intero territorio nazionale.
Il progetto Epi_We: 70 donne hanno aderito al secondo step
La violenza lascia cicatrici molecolari sul Dna delle donne che la subiscono: capire fino a che punto queste modifiche si estendano all’interno del genoma delle vittime e quanto durano i loro effetti nel tempo potrebbe essere la chiave per mettere in atto una prevenzione di precisione. È esattamente questo l’obiettivo della fase multicentrica del progetto Epi-We (Epigenetics for Women) che chiede la collaborazione di tutte le donne. L’iniziativa, insieme a un video realizzato per invitare le donne a partecipare attraverso la donazione di un campione biologico, è stata presentata il 25 ottobre nel corso di un convegno in Iss. “Già 70 donne hanno risposto e aderito al progetto – dice Simona Gaudi coordinatrice di Epi-We ricercatrice del Dipartimento Ambiente e Salute di Iss – e alcune di loro si sono anche raccontate, hanno anche parzialmente descritto il tipo di violenza subita. Per noi, e per tutte le donne, è un grande risultato”.
Iniziative dall’industria
70% delle aziende farmaceutiche attive con iniziative per contrastare la violenza di genere
“Il 70% delle imprese farmaceutiche hanno attivato o stanno attivando iniziative, condivise con le organizzazioni sindacali, sulla violenza di genere. Dati che dimostrano come l’industria farmaceutica sia in prima linea su argomenti così importanti”, spiega il Presidente di Farmindustria, Marcello Cattani, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
“Sono queste le prime evidenze in risposta all’iniziativa lanciata lo scorso anno da Farmindustria con le Organizzazioni Sindacali di settore. Un progetto culturale che va oltre l’ambito lavorativo, raggiungendo le famiglie dei dipendenti e i loro contesti sociali.
Progetti, anche con enti no-profit, che diventano attività per offrire strumenti concreti ai dipendenti e alle loro famiglie: campagne di sensibilizzazione, formazione dei dipendenti, corsi di difesa personale. Perché sono temi che ci stanno molto a cuore, considerata anche l’alta percentuale femminile presente nelle nostre aziende.
Nell’industria farmaceutica, dove l’occupazione ‘rosa’ è cresciuta del 14% negli ultimi 5 anni, la parità di genere è infatti da anni una realtà. Il 45% degli addetti è rappresentato da donne, che nella Ricerca superano il 50%. E, nei ruoli apicali – come quadri e dirigenti – le donne sono il 47% del totale, quota che sale al 56% tra gli under35.
E vogliamo rafforzare il nostro impegno per sviluppare e diffondere l’importanza della cultura del rispetto. Attraverso azioni di sensibilizzazione che coinvolgono quanti più attori possibile per dire stop alla violenza”, conclude Cattani.