Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO): costa oltre 560 milioni l’anno al SSN: necessaria gestione integrata
Più di 560 milioni di euro all’anno per assistere 120.000 pazienti ricoverati per BPCO. Le cifre emergono dall’analisi condotta dall’Economic Evaluation and HTA (EEHTA) del CEIS, che ha evidenziato l’impatto economico e sociale di una delle malattie respiratorie croniche più diffuse e debilitanti. La BPCO, infatti, è una patologia respiratoria che colpisce il 5,6% della popolazione adulta in Italia, equivalente a circa 3,5 milioni di persone, e rappresenta il 55% dei decessi per malattie respiratorie.
Questi temi sono stati al centro del webinar promosso dal CEIS-EEHTA dell’Università di Roma Tor Vergata, con il supporto non condizionante di Sanofi. L’evento ha visto la partecipazione di esperti, istituzioni e associazioni di pazienti per discutere della necessità di una gestione più efficace e integrata.
BPCO: una patologia grave e in crescita
La Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva è caratterizzata da un’ostruzione cronica e persistente delle vie aeree, che compromette gravemente la capacità respiratoria e la qualità di vita. A livello globale, la BPCO è la terza causa di morte, con circa 3 milioni di decessi ogni anno.
In Italia, i numeri sono altrettanto preoccupanti:
• Circa 120.000 pazienti vengono ricoverati ogni anno;
• La mortalità a 30 giorni dalla diagnosi è dell’11,3%, mentre raggiunge il 27,4% a un anno;
• Circa il 50% dei pazienti sperimenta almeno una riacutizzazione entro il primo anno, un fattore che contribuisce ad aumentare il consumo di risorse sanitarie fino al 198%.
Questi dati, presentati da Matteo Scortichini, ricercatore EEHTA del CEIS, mostrano quanto la patologia rimanga difficile da gestire anche con trattamenti standard, come la triplice terapia utilizzata dal 40% dei pazienti. «Nonostante i trattamenti – spiega Scortichini – si osserva un alto numero di riacutizzazioni durante il follow-up, indice del fatto che molti pazienti presentano una forma della patologia non adeguatamente controllata».
«Questo scenario – conclude Scortichini – evidenzia la necessità di interventi mirati per migliorare la gestione della BPCO, ottimizzare l’aderenza terapeutica e ridurre l’impatto economico e clinico di questa patologia»
Diagnosi precoce e informazione: i punti critici
Un tema centrale emerso nel webinar è quello della diagnosi tardiva. Mario Picozza, presidente di FederASMA e ALLERGIE, sottolinea: «La diagnosi precoce è uno dei principali bisogni insoddisfatti dei pazienti. Troppo spesso arriva in ritardo, causando danni irreparabili». Inoltre, molti pazienti segnalano difficoltà nell’accesso ai servizi e lamentano l’assenza di una reale presa in carico multidisciplinare.
Un’altra questione cruciale riguarda la sensibilizzazione e l’informazione, sia per i pazienti che per i clinici. «Di BPCO si parla ancora troppo poco, nonostante l’incidenza della malattia sia in crescita», evidenzia Picozza. «Molti pazienti ignorano che le difficoltà respiratorie possono essere un sintomo della malattia, aggravando così la loro condizione di salute nel tempo».
Durante il webinar, hanno preso parte alla tavola rotonda: Elena Murelli, senatrice e membro della 10ª Commissione permanente Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale; Francesco Maria Salvatore Ciancitto, deputato; Gian Antonio Girelli e Maddalena Morgante, membri della XII Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati.