Tritordeum, dalla Puglia un grano contro il colon irritabile
Un nuovo grano di origine spagnola e coltivato in Puglia si rivela efficace nella cura dei sintomi della sindrome del colon irritabile. Si chiama ‘Tritordeum’: non è un organismo geneticamente modificato, ma ha la caratteristica unica di avere una composizione proteica del glutine diversa da quella del grano. In sostanza ha meno fruttani e meno carboidrati e un più alto contenuto in proteine, fibre dietetiche e antiossidanti.
Una dieta con alimenti a base di questo nuovo grano fa bene al colon, come dimostrano i risultati di uno studio clinico pilota condotto dall’Unità di ricerca sui disturbi funzionali gastrointestinali dell’Irccs ‘S.De Bellis’ di Castellana Grotte (Bari) coordinata dal dottor Francesco Russo.
Il colon irritabile
La sindrome del colon irritabile ad oggi non ha una cura. L’unico mezzo per contenere i sintomi è una dieta specifica, eliminando determinati cibi. Tra i sintomi di questo disturbo rientrano i dolori addominali, a volte sotto forma di crampi, diarrea, sensazione di pancia gonfia, digestione rallentata, meteorismo e senso di malessere generale. Gli effetti di questo disturbo incidono pesantemente sulla qualità della vita. Per tenere a bada i sintomi “si ritiene essenziale – evidenzia una nota dell’Irccs – una dieta povera di grano in quanto alcune componenti, come il glutine e i fruttani, sono responsabili della sintomatologia”.
Il nuovo grano Tritordeum
Gli studiosi dell’istituto castellanese, unico in Italia specializzato in gastroenterologia, hanno selezionato con appositi questionari un gruppo di pazienti affetti da sindrome del colon irritabile e hanno indagato gli effetti di una dieta di 12 settimane con pane, pasta e prodotti da forno a base di Tritoderdum in sostituzione di altri cereali sul profilo dei sintomi gastrointestinali.
“I risultati di questa alimentazione, senza l’utilizzo di alcun farmaco o integratore – spiega Russo – sono stati una significativa riduzione della sintomatologia, un miglioramento complessivo della barriera gastrointestinale come dimostrato dalla diminuzione dell’infiammazione della mucosa intestinale e dalla correzione dello squilibrio della flora batterica in senso fermentativo”. “Le implicazioni di questa ricerca, pubblicata su “Frontiers in Nutrition” – afferma il direttore scientifico dell’Irccs “S. De Bellis”, prof. Gianluigi Giannelli – sono interessanti in quanto aprono nuove prospettive nella gestione di questi pazienti, affetti da una condizione cronica che, spesso, interferisce significativamente anche con la loro qualità della vita, costringendoli a ricercare sempre nuovi trattamenti e bisognosi di continue rivalutazioni mediche”.