Teenager nell’era social, sempre più tristi e depressi
Né felici e né spensierati, sono i teenager di oggi. Un adolescente su due si sente spesso triste e depresso, a circa il 30 per cento (3 su 10) viene di frequente da piangere e c’è chi ha vere e proprie crisi di pianto. L’allarme è stato già lanciato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità da qualche anno e i numeri dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza non lasciano dubbi. La tristezza, la demoralizzazione e la depressione riguardano maggiormente le ragazze. I ragazzi hanno poche risorse interne per affrontare con grinta e positività la vita, si sentono sempre stanchi e sono sempre connessi. Guardano video su YouTube per ore, giocano o chattano tutto il giorno, dipendono dai social network e sono ossessionati dal numero di like. Aggiornano continuamente il proprio profilo online postando foto e sbirciano quelli altrui. Spesso avviene un’ inversione del giorno con la notte, che altera completamente il ritmo sonno-veglia. I momenti critici sono le fasi di cambiamento delle abitudini, come l’inizio dell’anno scolastico, perché si crea una condizione di stress psichico e fisico. Queste fasi possono amplificare degli stati d’animo già presenti, mettere in risalto la paura del confronto con gli altri o un senso di inadeguatezza.
La felicità, in questi momenti, gioca un ruolo fondamentale, perché aiuta a guardare gli aspetti positivi, genera carica, energia e curiosità. Ma la maggior parte dei teenager non è contento di ritornare a scuola e la vive come una sorta di “prigione”. Secondo la Prof.ssa Maura Manca, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza, “il problema è che tante volte gli adolescenti nascondono dietro un mondo esteriormente spensierato e felice, dietro un’apparente superficialità di pensiero, una parte sommersa, un angolo di solitudine che conoscono solo loro. Molto spesso la pesantezza che questi ragazzi si portano dietro, viene nascosta sotto forma di ansia e paura della scuola, dei voti, delle interrogazioni, di relazionarsi con i coetanei e il non sentirsi adeguati e omologati alla massa, generando una condizione di ansia anticipatoria che non permette mai di rilassarsi e di vivere la scuola in maniera positiva. Non sono felici e spesso scambiano la felicità con i beni materiali. In più tante volte si pensa erroneamente e viene confuso il rendimento scolastico con lo stato psichico del ragazzo, si pensa che se va bene a scuola o ha degli amici o non ha particolari problemi con i genitori, debba essere sereno e felice, senza considerare che spesso gli adolescenti covano dentro dei mali in maniera silente”.