Covid, rischio di weekend in rosso
Certamente anche a causa delle varianti, il contagio da Covid in Italia corre al punto di rischiare di essere fuori controllo. Qualche giorno fa è stata superata la soglia choc dei 100mila morti dall’inizio della pandemia e molte regioni volgono ormai verso il rosso. Di oggi l’allarme sulla scarsità dei posti di terapia intensiva, al quale si aggiunge purtroppo l’ormai comprovata constatazione di una media di età sempre più bassa. Insomma, una situazione allarmante, che nei prossimi giorni potrebbe portare il Governo a misure più stringenti e nuove chiusure.
WEEKEND IN ROSSO
Tra le ipotesi più accreditate c’è quella di arrivare a chiusure generalizzate nei weekend, delle zone rosse più severe, come fu a Codogno nella prima ondata, e il criterio di 250 casi ogni 100 mila abitanti per entrare automaticamente in zona rossa. Ad ogni modo, eventuali nuove chiusure e restrizioni, dicono dal Governo, saranno comunicate, così da dare modo agli operatori economici di adeguarsi. «L’epidemia è ancora il nostro principale avversario – ha detto nei giorni scorsi il ministro Speranza intervento alla conferenza di presentazione del Programma nazionale esiti di Agenas – dovremo chiedere ancora ai cittadini, straordinari fino ad oggi, di avere il massimo senso del rigore, del rispetto, dell’attenzione delle norme messe in campo. Il virus è insidioso e complicato e non lo si batte con le ordinanze o i dpcm. C’è bisogno di sentire il senso di una sfida collettiva».
CENTOMILA
A poco più di un anno dalla morte del 78enne di Vo’ Euganeo che sarà ricordato per sempre come la prima vittima del Covid nel nostro paese, l’Italia ha superato dunque una soglia simbolica e inimmaginabile fino a 12 mesi fa: i morti per il virus il doppio di quelli di Aids, 34 volte quelli del terremoto dell’Irpinia, 50 volte quelli del Vajont, 300 volte quelli de l’Aquila. Le ultime 318 vittime portano infatti il totale a 100.103 e non è affatto finita visto che i ricoveri nelle terapie intensive e nei reparti ospedalieri salgono inesorabilmente (2.700 sono ora i pazienti in rianimazione, e 21.831 quelli nei reparti ordinari, con un incremento di ben 687) e ci sono altri 13.902 positivi, 7mila meno ma con 90mila tamponi in meno, tanto che il tasso di positività resta stabile al 7,5%. In una situazione simile, con “ogni vita che conta” come dice il premier Mario Draghi, mantenere le misure restrittive e anzi rafforzarle è l’unica strada possibile.