Higuain alla Juventus, psicodramma partenopeo
Rabbia e frustrazione, un’intera città è dominata da questi due sentimenti. Per quanto il tema possa sembrare goliardico non è proprio così, la scelta di Gonzalo Higuain di abbandonare Napoli per trasferirsi nella sua nuova casa di Torino rischia di sfociare in un autentico psicodramma. In realtà già questo dovrebbe far riflettere sulla scala di valori che anima la società contemporanea, ma al di là dei giudizi personali, dietro questo incredibile fenomeno collettivo esiste una spiegazione clinica, riportata nei manuali di psicologia delle masse.
Il ruolo del capo
«Il problema, se vogliamo chiamarlo così – spiega Raffaele Felaco, professore di Psicologia Sociale all’Università del Molise – è l’identificazione con la figura del capo. Ovviamente questa volta non parliamo di un capo istituzionale, ma comunque di un uomo che è riuscito a canalizzare su di se l’attenzione e chiaramente non tutti i calciatori hanno questa forza. A Napoli – dice Felaco – più di chiunque altro è stato Diego».
Nessun folclore
Raffaele Felaco sottolinea che il fenomeno non ha a che vedere con la napoletanità, ma con la funzione del leader. Perché allora questo sembra essere un tradimento imperdonabile per un’intera città? Tanto importante da far parlare anche il sindaco Luigi de Magistris e anche l’omelia di un parroco napoletano. Il segreto è in quel record di goal raggiunto a fine campionato. «Higuain – dice Felaco – è diventato in quel momento un super uomo, un fenomeno».
Oltre il calcio
La cosa terribile è che in alcune persone questo cambio di maglia può generare, e di fatto sta generando, molta ansia e frustrazione. «Succede perché il calcio nella nostra società ha un forte ruolo di valvola psicologica e sociale. Inquadrata dal punto di vista psicologico, la situazione ora evolverà in un solo modo: il giocatore diventerà “l’oggetto persecutorio” dei tifosi, sul quale proiettare le pulsioni negative. In ambito familiare questa dinamica si instaura spesso nei confronti delle mamme. I napoletani però hanno una caratteristica unica, sono certo che riusciranno a sfogare la frustrazione e il dolore per questa perdita con l’ironia che da sempre li caratterizza».
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