Tempo di lettura: 2 minutiPer il piccolo Charlie Gard la speranza è finita. E’ stato Enrico Silvio Bertini (responsabile Malattie Muscolari e Neurodegenerative dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù) a spiegare come «alla luce della valutazione clinica congiunta effettuata sul posto è emersa l’impossibilità di avviare il piano terapeutico sperimentale, a causa delle condizioni gravemente compromesse del tessuto muscolare del piccolo Charlie». La terapia sperimentale poteva rappresentare una opportunità per Charlie Gard ma, dice l’eserto: «Si è arrivati troppo tardi».
Occasione persa
Mentre i risultati della nuova risonanza magnetica presentavano un quadro di encefalopatia in peggioramento, ma non del tutto irreversibile, i risultati dell’indagine muscolare supplementare hanno evidenziato una condizione di grave e diffusa perdita non più reversibile del tessuto muscolare, che ha suggerito di desistere dal proposito di avviare la terapia sperimentale. Per Bertini «il gravissimo contesto clinico che abbiamo trovato avrebbe configurato il tentativo di terapia sperimentale come un accanimento terapeutico. In questo caso, abbiamo purtroppo constatato di essere arrivati forse tardi». Ma questo, ha precisato, «succede spesso quando si valutano trattamenti innovativi non previsti dai protocolli terapeutici in costante evoluzione su pazienti affetti da malattie ultra rare, per le quali non esistono punti di riferimento certi».
Rammarico
Bertini ha sottolineato che non è possibile sapere cosa sarebbe potuto succedere 6 mesi fa. «Non possiamo sapere – dice – se Charlie avrebbe risposto alla terapia sperimentale, perché siamo di fronte ad una condizione rara di cui non conosciamo la storia naturale e della quale non disponiamo di protocolli terapeutici riconosciuti. Nel campo delle malattie rare e ultra-rare, ogni storia è un caso a sé».
Enoc, qui non si sarebbero sospese cure
«Non so perché l’ospedale inglese abbia deciso di sospendere le cure al bimbo, so che qua da noi questo non sarebbe avvenuto». Così Mariella Enoc, presidente del Bambino Gesù. «Non so se Charlie si sarebbe potuto salvare, ma so che si è perso molto tempo in molti dibattiti legali che non sono serviti a nulla». Intanto, i genitori di Charlie Gard sono rientrati martedì all’Alta Corte di Londra perché vogliono che il bimbo venga trasferito a casa prima di staccare la spina. L’ospedale dove Charlie è ricoverato, il Great Ormond Street, ha invece dei dubbi sul suo spostamento. Lo rende noto il Daily Mail. Lunedì i genitori hanno annunciato di voler porre fine alla loro battaglia: «E’ tempo che vada e che stia con gli angeli». Gli ultimi ad arrendersi, in lacrime di fronte a Nicholas Francis, giudice dell’Alta Corte di Londra, sono stati proprio la mamma e il papà di Charlie, Connie e Chris, non senza lanciare uno straziato «j’accuse» finale ai medici del Great Ormond Street Hospital e alla giustizia britannica per aver scelto al posto loro di dire basta già 5 mesi fa innescando un contenzioso legale che potrebbe aver consumato il fattore tempo.
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