Essere madri nonostante un cancro. Oggi è possibile grazie a nuove terapie e farmaci a bersaglio molecolare. Il dubbio di molte donne è che la gravidanza possa aumentare il rischio che la malattia ritorni. Argomento del quale è bene parlare con il proprio oncologo. «Il modo migliore per fugare dubbi e timori – spiega Stefano Greggi, che assieme Fabio Ghezzi presiede il congresso della Società Italiana di Chirurgia Ginecologica in svolgimento a Napoli – è condividere con i medici (oncologo e ginecologo), possibilmente esperti nella gestione dei problemi di fertilità nelle pazienti oncologiche, il desiderio di avere un figlio dopo la guarigione. In questo modo sarà possibile ricevere informazioni corrette ed esaurienti per compiere scelte consapevoli, sicure ed efficaci».
La situazione
In Italia ogni anno oltre 60mila donne sono colpite da un tumore genitale o alla mammella. Il rischio per molte di loro è di non sentirsi più come prima, “normali”. Vivere una vita soddisfacente per molte donne significa anche avere dei bambini. Il carcinoma ovarico è il sesto tumore più diffuso tra le donne ed è il più grave con il 50 per cento di mortalità, rientrando tra le prime 5 cause di morte a causa di un cancro tra le donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni. In Italia circa 37.000 donne convivono con questo tumore, ogni anno si diagnosticano 6.000 nuovi casi (10.2 casi per 100mila pazienti/anno) e, secondo il Registro tumori, il numero delle nuove diagnosi è in crescita. La ginecologia oncologica si occupa sempre più anche di chirurgia conservativa e ricostruttiva nel trattamento della patologia dell’apparato riproduttivo femminile e della mammella.
La stria di Rosalia
Rosalia ha 31 anni, ne aveva 25 quando le sono state asportate entrambe le ovaie e le tube. Si era da poco sposata quando il suo progetto di costruirsi una famiglia ha iniziato a frantumarsi. E invece oggi è mamma di Francesco, un meraviglioso bambino di 2 anni. «Nel 2013 – racconta Rosalia – quando la situazione si è stabilizzata mi sono rivolta al mio medico. Per farmi impiantare un ovulo sono andata a Siviglia. Il primo tentativo di inseminazione è fallito, al secondo sono rimasta incinta e da allora è iniziata per me una nuova vita».
La storia di Fulvia
Fulvia ha 43 anni e da 3 è mamma di Rita Letizia. Nel 2012, in seguito alla scoperta di un cancro, le è stato asportato una parte del collo dell’utero. Lei nemmeno ci pensava più ad avere un figlio e in verità non era nemmeno sposata. E invece, senza ricorrere ad alcuna inseminazione assistita, è rimasta incinta. «All’epoca avevo un compagno, ora vivo sola con Letizia che è diventata la mia grande ragione di vita e soprattutto la mia forza per andare avanti».