L’Italia ha il tasso di obesità infantile più alto d’Europa. Una tendenza negativa che si riflette anche sulle attitudini sportive e sulla sedentarietà dei bimbi italiani. Il 23,5% dei bambini, infatti, svolge giochi di movimento non più di 1 giorno a settimana, il 33,8% dei bambini svolge attività fisica strutturata non più di 1 giorno a settimana e il 18% non ha fatto attività fisica il giorno precedente l’indagine. Inoltre, solo circa 1 bambino su 4 si reca a scuola a piedi o in bicicletta. Insomma, i bimbi italiani sono troppo sedentari e queste abitudini tendono a radicalizzarsi per via dell’uso scorretto delle tecnologie vecchie e nuove: il 44 % ha la Tv in camera, il 41% guarda la TV e/o gioca con i videogiochi/tablet/cellulari per più di 2 ore al giorno che è il massimo del tempo raccomandato dagli esperti.
Sovrappeso e obesità infantile sono un problema di sanità pubblica a livello mondiale e un fattore di rischio di malattie croniche. In età pediatrica, ad esempio, nei bambini obesi (e sedentari) possono insorgere più precocemente patologie tipiche dell’età adulta. Per contrastare questo fenomeno, l’Unione Europea (Ue) e l’OMS stilano strategie e Piani d’azione, raccomandando di investire nella prevenzione, anche con il coinvolgimento attivo di settori della società esterni al sistema sanitario, sia istituzionali, come la scuola, che della società civile. Tutte le Regioni sono, inoltre, impegnate nella realizzazione del Piano Nazionale della Prevenzione (Pnp) che, secondo l’approccio del Programma Guadagnare salute, interviene attraverso strategie di popolazione in specifici “setting”.
Il Pnp, in particolare, per la prevenzione delle malattie croniche non trasmissibili ha come obiettivo, dal punto di vista alimentare: l’aumento del 25% dei bambini in allattamento materno esclusivo fino al sesto mese (180 giorni di vita), incremento del 15% di bambini di 8-9 anni che consumano almeno 2 volte al giorno frutta e-o verdura, riduzione del 30% di soggetti di 3 anni e più che non prestano attenzione alla quantità di sale e-o al consumo di cibi salati.