Celiachia e diabete 1 nei bambini, dal 2025 parte il piano nazionale di screening, primo al mondo
Dal 2025 partirà su scala nazionale il programma di screening per la celiachia e il diabete di tipo 1 nei bambini. L’obiettivo è anticipare la diagnosi ed evitare complicanze. Il progetto, unico al mondo, è regolato dalla Legge 130/2023 e prevede modalità diverse in base alle Regioni.
I primi dati arrivano dal progetto pilota avviato dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità. Sono stati presentati in occasione dell’ultimo Convegno annuale di AIC, Associazione italiana celiachia. Lombardia, Marche, Campania e Sardegna sono state le prime regioni coinvolte, con più di 4mila bambini tra i 2 e i 10 anni partecipanti. Il 2,9% dei test ha segnalato un rischio di celiachia: una percentuale superiore alle stime della letteratura, ha affermato Marco Silano, coordinatore del board scientifico di AIC.
Lo screening non si limita a individuare i soggetti a rischio. In caso di positività, i bambini vengono indirizzati a centri specializzati per la conferma della patologia. Non tutti i positivi al test sono celiaci, ma si tratta di un primo passo verso una diagnosi definitiva.
Celiachia e diabete di tipo 1, come cambia lo screening
Fino a oggi, la diagnosi di celiachia veniva effettuata solo in presenza di sintomi, oppure in soggetti con familiarità o con altre patologie autoimmuni. Con il nuovo programma, lo screening diventa universale per i bambini in età pediatrica.
Il progetto pilota ha dimostrato che il modello funziona. «La fattibilità è confermata dai risultati del test condotto nelle prime Regioni», ha sottolineato Silano. Saranno le Regioni a stabilire chi si occuperà del monitoraggio, coinvolgendo pediatri, scuole e centri diagnostici.
Un modello unico al mondo
Il programma italiano è il primo regolato da una legge dello Stato ed è stato apprezzato dalla comunità scientifica internazionale. Un articolo pubblicato su Science e un commento su The Lancet hanno riconosciuto il valore dell’iniziativa. Oltre alla celiachia, il progetto include lo screening per il diabete di tipo 1, una patologia spesso diagnosticata tardivamente.
Oggi, molti casi di diabete vengono individuati dopo un esordio acuto, spesso con chetoacidosi, una condizione pericolosa per la vita del bambino. Grazie al programma, sarà possibile identificare precocemente il rischio e intervenire prima che si sviluppino complicanze gravi. Come per la celiachia, il test per il diabete sarà seguito da esami di conferma nei centri di riferimento.
I dati del progetto pilota
Nel dettaglio, il progetto ha coinvolto 4123 bambini. Il 2,9% è risultato positivo agli anticorpi specifici per la celiachia. Per il diabete di tipo 1, la percentuale di bambini a rischio non è ancora stata comunicata, ma i primi risultati confermano che il programma può contribuire a ridurre i casi di diagnosi tardive.
Silano ha ricordato che questi programmi hanno anche un valore educativo anche per i genitori. “La conoscenza del rischio favorisce comportamenti più attenti alla salute”.
Il futuro del programma nazionale
Dal 2025, lo screening sarà operativo su tutto il territorio nazionale. Il coordinamento centrale sarà affiancato dalla gestione regionale. La diagnosi precoce previene complicanze e riduce le spese sanitarie legate a ricoveri o interventi per le fasi avanzate delle malattie. Il modello italiano potrebbe, quindi, diventare un riferimento internazionale.