Cardiobesità, cos’è e perché è pericolosa
La cardiobesità è un tema del quale si parla ancora poco, ma già dal nome si può capire che riguarda la stretta relazione tra il peso in eccesso e la salute del cuore. Benché il rapporto tra i due fattori sia strettissimo, in troppi ne trascurano l’importanza. Secondo i cardiologi della Società Italiana di Cardiologia (SIC), infatti, l’impatto dei chili in eccesso sul benessere cardiovascolare è così rilevante da poter essere considerato quasi una malattia a sé. Di qui la definizione di “cardiobesità”, concetto che sottolinea come l’obesità e il sovrappeso non siano solo condizioni estetiche o marginali, ma fattori di rischio determinanti per lo sviluppo di gravi malattie cardiache, tra cui infarto, ictus, fibrillazione atriale e scompenso cardiaco.
Cardiobesità: il legame tra peso e rischio per il cuore
L’eccesso di peso non è un problema statico; più a lungo si convive con i chili di troppo, maggiore è il rischio di complicazioni per il cuore. Ogni due anni di vita con peso extra aumentano il rischio cardiovascolare del 7%. A peggiorare il quadro è il grasso viscerale, la tipologia di grasso più pericolosa, che può essere misurata attraverso l’indice di rotondità (Bri), un rapporto tra circonferenza vita e altezza. Questo parametro, come dimostrato da uno studio condotto su 10.000 persone, predice con precisione il rischio cardiovascolare, che cresce esponenzialmente con l’aumento dei livelli di Bri.
Secondo i dati presentati al congresso della SIC, in Italia il 33% della popolazione è in sovrappeso e il 12% è obeso, cifre che collocano il nostro Paese tra quelli a rischio intermedio per malattie cardiovascolari. Il rischio di fibrillazione atriale aumenta del 50% negli obesi rispetto ai normopeso, mentre il pericolo di infarto e ictus cresce del 64%. La situazione è resa ancora più critica dal fatto che l’obesità amplifica fattori di rischio già noti come pressione alta, diabete e colesterolo elevato.
Ridurre il peso per salvaguardare il cuore
Non tutto è perduto: basta un calo del peso corporeo del 10% per ridurre del 21% il rischio di eventi cardiovascolari maggiori nei successivi dieci anni. Questo dato dimostra che il controllo del peso può essere un obiettivo realistico e determinante per la salute. La chiave sta nell’intervenire presto, adottando uno stile di vita sano e, dove necessario, ricorrendo a terapie farmacologiche innovative.
Tra le opzioni emergenti, spiccano nuovi farmaci anti-obesità recentemente introdotti anche in Italia. Questa tipologia di farmaci, secondo lo studio Surmount pubblicato sul New England Journal of Medicine, ha dimostrato di ridurre il rischio di diabete di tipo 2 fino al 94% e di consentire una perdita di peso fino al 23%, con benefici che si estendono anche alla prevenzione delle complicanze cardiovascolari.
Un invito alla consapevolezza
Benché non si debba mai puntare il dito verso chi lotta contro i chili di troppo, è fondamentale sensibilizzare il più possibile su questo problema. L’obesità è una malattia cronica, legata spesso a una complessità biologica, psicologica e sociale, con conseguenze gravi e spesso irreversibili sul cuore e sull’intero sistema cardiovascolare. Ignorare questo aspetto significherebbe sottovalutare i rischi reali che l’obesità comporta, tra cui ipertensione, diabete di tipo 2, insufficienza cardiaca e un aumento significativo delle probabilità di infarto e ictus.
È proprio per questo che è fondamentale sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza del controllo del peso, non come strumento di conformità estetica, ma come un atto essenziale per preservare la salute e il benessere. Promuovere strategie di prevenzione cardiovascolare, attraverso un’alimentazione equilibrata, l’attività fisica regolare e il supporto psicologico, rappresenta un passo imprescindibile per migliorare la qualità di vita di centinaia di migliaia di persone. Perdere peso, insomma, non è solo una questione legata all’aspetto esteriore, ma un gesto concreto e consapevole per proteggere il cuore, prevenire malattie potenzialmente letali e allungare significativamente la prospettiva di vita. La lotta contro l’obesità richiede un approccio globale che combini educazione, supporto medico e sensibilizzazione, riconoscendo il valore della salute come un diritto e un obiettivo condiviso.
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