Obesità, non una condizione ma una malattia
L’obesità deve essere riconosciuta come una malattia vera e propria. Non hanno dubbi i pazienti rappresentanti dell’European Association for the Study of Obesity (EASO) riunitisi nei giorni scorsi a Milano. Favorire l’accesso alle cure, diffondere la conoscenza sulle possibilità per combattere e contrastare l’obesità, ridurre lo stigma e i pregiudizi legati a questa condizione. Sono questi, secondo i rappresentanti dell’EASO Patient Council, i punti chiave per garantire al paziente obeso una concreta possibilità di cura. Per raggiungere questo obiettivo fondamentale è la condivisione e lo scambio di informazioni, anche attraverso il racconto delle storie dei pazienti, così come avviene in occasione dell’European Obesity Day, la giornata di sensibilizzazione sull’obesità che si celebra ogni anno in tutta Europa, volta a educare, informare, abbattere le barriere e permettere al paziente di confrontarsi con gli altri.
Il sondaggio
Su 1.100 pazienti dall’associazione Amici Obesi Onlus è molto il desiderio di ricevere supporto e consulenze mediche. Il 49,6% dei rispondenti (circa 514 persone) hanno espresso il desiderio di ricevere consulenze mediche gratuite per conoscere le possibilità di cura esistenti. Nel 23,4% dei casi, invece, le iniziative auspicate sul tema dell’obesità sono convegni e tavole rotonde dove dare al paziente la possibilità di interagire con gli esperti (medici, psicologi, nutrizionisti, dietologi, ecc) coinvolti nel percorso di diagnosi e cura. L’informazione passa anche attraverso i mezzi di comunicazione: è il desiderio espresso dal 17,3% dei rispondenti al sondaggio, che vorrebbe sentire parlare di obesità in trasmissioni televisive e radiofoniche dedicate.
Contro le discriminazioni
«In qualità di presidente dell’Associazione Amici Obesi Onlus – afferma Marina Biglia, rappresentante italiana dell’EASO Patient Council -sento forte il mio impegno per dare voce alle esigenze dei pazienti che si trovano a dover combattere contro questa malattia, contro la discriminazione e contro la difficoltà di accesso alle cure. Per questo motivo, il prossimo 6 dicembre rappresenterò la voce dell’Italia all’European Patient Forum che si terrà presso il Parlamento Europeo. A Bruxelles avremo l’occasione di sederci attorno a un tavolo e instaurare un dibattito e confronto che coinvolgerà i rappresentanti dei pazienti, i membri del Parlamento europeo e i funzionari della Commissione europea».