Tempo di lettura: 6 minutiLa farmacia dei servizi deve essere un presidio di prossimità per i bisogni e la prevenzione. “Uno strumento integrativo alle strategie di prossimità e accessibilità nel quadro delle cure primarie e di sostegno alla deospedalizzazione della sanità”, ha dichiarato il Sottosegretario di Stato alla Salute, Marcello Gemmato durante il Dialogue Meeting Farmacia dei servizi, primo presidio sanitario di prossimità. Il consolidamento strutturale del ruolo del farmacista: dal counseling alla vaccinazione. L’evento è stato promosso da Italian Health Policy Brief in collaborazione con FOFI e Federfarma.
“Il ruolo del farmacista sta evolvendo verso nuove ancora più estese e di natura strutturale – ha aggiunto il sottosegretario – diventando sempre più fondamentale presidio di prossimità per le vaccinazioni, i test diagnostici, attività di screening, dispensazione di nuovi e sempre più complessi farmaci. Tutte potenzialità enormi che necessitano di percorsi normativi adeguati affinché vengano messe in campo in modo estensivo in tutta Italia. Ben vengano, quindi, iniziative come quella organizzate da FOFI a sostegno di questo importante presidio di prossimità per il cittadino.”
Farmacia, esercizio sanitario di prossimità
Il messaggio chiave dell’evento prende le mosse dal DL 153/2009, norma che individuava “nuovi servizi erogati dalle farmacie nell’ambito del Servizio sanitario nazionale”, e dai due decreti attuativi successivi, il D.M. del 16.12.2010 sulle prestazioni analitiche di prima istanza e i dispositivi strumentali; ed il D.M. del 16.12.2010 sull’attività degli operatori sanitari in farmacia. “Vorrei che nel futuro non si parlasse più di farmacia dei servizi”, ha sottolineato Andrea Mandelli (presidente FOFI), “ma si parlasse di nuova farmacia, quella in cui il cittadino sa di poter trovare una risposta a quei problemi e bisogni che abbiamo dato prova di poter affrontare e risolvere soprattutto nei tre anni del periodo pandemico, quando il farmacista è stato il professionista più vicino, raggiungibile e quotidianamente presente”.
Un professionista presente nei momenti critici, offrendo screening, dispensazione di farmaci complessi e vaccinazioni, come puntualizzato da Andrea Cicconetti (Presidente Federfarma Roma). “Le farmacie – ha ribadito – come esercizio sanitario di prossimità sono state, nel periodo pandemico, il primo accesso al SSN per i cittadini, garantendo prima l’importante attività di screening che ha permesso a tutti di condurre una vita “quasi normale”, poi di potersi vaccinare comodamente sotto casa, senza spostarsi per recarsi nei centri vaccinali, e in ultimo di usufruire, sempre con grande comodità, di terapie di farmaci complessi o di tutte quelle prestazioni ECG, holter, analisi di prima istanza, che normalmente richiedono spostamenti che non erano facilmente possibili in epoca Covid.”
Pandemia ha accelerato trasformazione
In particolare, durante l’evento è emersa una fotografia aggiornata del mondo delle farmacie sul territorio. Maria Diana Naturale (Altems, Osservatorio Farmacia) ha osservato che “la farmacia dei servizi in Italia è notevolmente cambiata nel corso degli anni, ma la pandemia ha accelerato questa trasformazione, rendendo strutturale la trasformazione della farmacia di comunità in un hub multifunzionale presidiato da un professionista altamente qualificato che svolge un ruolo importante per il SSN nella costante promozione della salute. L’emergenza sanitaria ha spinto notevolmente i farmacisti ad offrire servizi di consulenza, monitoraggio dei pazienti cronici, distribuzione e consegna a domicilio di farmaci, nonché implementando i servizi di screening preventivi e vaccinazione. Questa evoluzione dimostra la capacità delle farmacie di adattarsi rapidamente alle esigenze emergenti della società, garantendo un servizio affidabile e orientato al benessere di tutti i cittadini”.
80% dei cittadini ha molta fiducia nel farmacista
Stefania Fregosi (Researcher Ipsos) ha messo in luce alcuni dati del rapporto IPSOS sull’evoluzione del ruolo dei farmacisti nel percepito dei cittadini. “Negli ultimi 3 anni – ha spiegato – il ruolo del farmacista e della farmacia è sicuramente cambiato e la pandemia da Covid 19 ha accelerato questo processo di trasformazione”. Dai dati emerge che “quasi l’80% dei cittadini ha molta fiducia dell’operato dei farmacisti. Per i cittadini il farmacista è sempre più una figura di riferimento in area salute, sempre a loro disposizione, e la loro opinione è anche migliorata dopo la pandemia (come affermato dal 48% degli intervistati). La farmacia offre innumerevoli servizi, che vanno al di là della tradizionale attività di dispensazione di farmaci e prodotti per il benessere e la salute. Oggi è diventata un importante presidio di assistenza sanitaria sul territorio, svolgendo sempre più un ruolo di pubblica utilità che le viene riconosciuto da oltre l’80% dei cittadini”.
Teresa Petrangolini (Direttore Patient Advocacy Lab, Altems) ha aggiunto: “assistenza domiciliare, prevenzione, co-produzione dei servizi, ascolto e partecipazione dei cittadini, telemedicina, attenzione ai malati cronici, medicina di prossimità, continuità terapeutica e aderenza: sono tutte parole d’ordine indicate nel DM7 sullo sviluppo del territorio in attuazione degli investimenti del PNRR. La farmacia dei servizi, a lungo attesa, rappresenta uno degli attori di questo sistema che non potrà reggersi solo con risorse già note. C’è necessità di attingere a quanto il territorio è in grado di garantire. La partecipazione allora diventa un must, sia che si tratti di soggetti di advocacy e del terzo settore, sia di attori nella comunità come le farmacie convenzionate. Un’alleanza tra questi due soggetti per avere servizi più vicini e più attenti alle esigenze delle persone è quanto più necessaria”.
Farmacia del futuro
“La scommessa del SSN è oggi la sanità di prossimità”, ha precisato Andrea Mandelli, “Con il DM70 e il DM77 stiamo ridisegnando il sistema-salute, ma dobbiamo fare i conti con criticità organizzative, sanità disomogenea sul territorio e carenza di personale sanitario. E in questo scenario lanciamo un messaggio chiaro: la farmacia è uno dei presidi su cui puntare per migliorare la qualità dell’assistenza sanitaria: dalla prevenzione, alla diagnosi, alla presa in carico e cura dei pazienti. Un centro di competenze da mettere a regime e da riconoscere in termini di ruoli, impegni e responsabilità”. La farmacia in un nuovo regime significa uguaglianza ed omogeneità dei diritti e dei servizi sul territorio e l’uso dei servizi di telemedicina già compresi nel PNRR, come sottolineato da Simona Loizzo (deputato e presidente Intergruppo parlamentare Sanità digitale). “Le farmacie – ha ribadito – rappresentano un punto di riferimento di rilevanza primaria per l’assistenza sanitaria alla cittadinanza, nonché uno snodo cruciale in termini di transizione tecnologica e digitale del Sistema Sanitario Nazionale. ”.
Vaccinazione 2023-25
Il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2023- 2025 è stato approvato definitivamente lo scorso agosto. Il professor Carlo Signorelli (Ordinario di Igiene all’Università Vita-Salute San Raffaele e Presidente del Gruppo consultivo nazionale sulle vaccinazioni – NITAG) ha evidenziato “le novità del Piano che coinvolgono le farmacie nell’offerta vaccinale allargata. Infatti, la recente esperienza COVID-19 ha mostrato le potenzialità del coinvolgimento delle farmacie nell’implementazione dell’offerta.”
Per farlo il piano si pone l’obiettivo di raggiungere le coperture vaccinali target rafforzando governance, reti e percorsi di prevenzione vaccinale. “Il coinvolgimento, su base regionale, delle reti di farmacie può permettere di raggiungere quelle frange della popolazione sfuggite alle chiamate attive, nel rispetto ovviamente di tutti i criteri di qualità e sicurezza dell’atto vaccinale, principio ribadito più volte nel Piano. Con il suo ruolo sempre più rilevante nella medicina di prossimità – ha concluso Signorelli – la farmacia potrebbe in futuro contribuire sempre più al raggiungimento degli obiettivi di copertura vaccinale, soprattutto in quelle fasce di popolazione e per quei vaccini dove le coperture non sono ottimali o addirittura in calo (anziani, fragili e forse anche adolescenti).”
Silvestro Scotti (segretario nazionale FIMMG) ha precisato che “l’integrazione tra professionisti, in particolare tra medici di medicina generale e farmacisti, deve realizzarsi con modelli che favoriscono dialogo e collaborazione comune su cui raggiungere gli obiettivi sfidanti di una nuova assistenza territoriale.”
Prevenzione e rischio cardiovascolare
“La vaccinazione è un chiaro investimento in prevenzione”, ha sottolineato Marco Cossolo, presidente di Federfarma, “e come tale va sostenuta, incrementata, diffusa per assicurare ai cittadini un accesso facile ed equo alla prevenzione. In particolare, sarebbe importante ampliare l’offerta dei vaccini somministrabili in farmacia includendo, ad esempio, HPV, herpes zoster e pneumococco, al fine di raggiungere gli obiettivi del PNPV entro tre anni. Le farmacie sono un presidio sanitario di prossimità sul territorio, anello di congiunzione tra i cittadini e il Servizio Sanitario Nazionale, che grazie all’evoluzione della farmacia dei servizi contribuiscono ad un’efficiente riorganizzazione dell’assistenza sanitaria territoriale.” Le patologie in ambito cardiovascolar rappresentano la prima causa di morte nel nostro Paese (34,8% dei decessi, dati SIC 2021). Pasquale Perrone Filardi (presidente SIC) ha spiegato: “abbiamo bisogno di ampliare il network vaccinale proprio tenendo conto della popolazione con rischio o con patologie cardiovascolari. Sapere di poter poggiare sulla rete delle farmacie è per noi di fondamentale importanza se pensiamo, ad esempio, al rischio correlato all’influenza ed alla infezione da Covid 19 nei malati fragili e negli over 65 anni che sono spesso portatori di patologie cardiovascolari e nei quali tipicamente si concentra la mortalità e la severità delle patologie virali sottoposte a vaccinazione. Dunque una alleanza tra cardiologi, ed in generale tra medici e farmacisti, è essenziale alla luce degli scenari epidemiologici in crescita presenti e futuri delle malattie cardiovascolari e del ruolo del territorio, fuori dall’ospedale, nella erogazione dei servizi sanitari di prevenzione”. La vaccinazione, in particolare riferita alla popolazione adulta, può essere il primo obiettivo concretamente raggiungibile nella collaborazione tra i diversi attori.
Sport per tutti, giovani velisti con diabete di tipo 1
Adolescenti, Bambini, Medicina Sociale, News Presa, SportSono in tutto quaranta, tra bambini e accompagnatori, i partecipanti del nuovo progetto ideato da Federdiabete Lazio: ‘Oltre Vela – dolci marinai’. I bambini con diabete di tipo 1 potranno veleggiare e acquisire nuova consapevolezza sulle proprie abilità. L’iniziativa per superare le barriere e diffondere il valore dello sport è realizzata in partnership con Croce Rossa Italiana e il Club Nautico di Capodimonte che ospita l’evento.
“Il progetto – spiega la presidente di Federdiabete Lazio Lina Delle Monache – ha un’importanza sociale e scientifica molto rilevante. Abbiamo voluto costruire esperienze che possano rappresentare per i ragazzi con diabete mellito tipo 1 un’occasione di crescita e sviluppo consapevole che possa rafforzare la loro autonomia e lo sviluppo della dimensione sociale oltre ad essere veicolo di diffusione della pratica sportiva e della formazione globale della persona superando barriere, limitazioni, fragilità e individuando nuovi e gratificanti obiettivi.”
Durante le giornate, un team specializzato di Federdiabete Lazio gestisce il controllo sanitario e acquisisce dati scientifici. Gli istruttori e allenatori del Club nautico, invece, si occupano della formazione teorica e di accompagnare i giovani velisti nelle loro prime uscite in barca. L’iniziativa si pone l’obiettivo di far vivere le emozioni che lo sport della vela e lo stretto contatto con l’acqua e la natura riescono a trasmettere.
Nel corso del weekend si tengono anche incontri divulgativi sulla corretta alimentazione e sulla relazione tra sport e nutrizione. “Ce la metteremo tutta – continua la presidente Delle Monache – perché questa esperienza sia gratificante per i giovani velisti e per tutti noi. È anche un modo per festeggiare tutti insieme il nuovo riconoscimento in Costituzione del valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme.”
Il percorso che è iniziato ieri, 22 settembre, durerà tre giorni e si concluderà domenica 24 settembre, è cofinanziato dalla Fondazione Carivit.
Come liberarsi dal gonfiore addominale
Alimentazione, Stili di vitaDolore, aerofagia, meteorismo, senso di pienezza sono solo alcuni dei sintomi del gonfiore addominale. Ma quali sono le cause e come possiamo cercare di migliorare la nostra alimentazione in funzione di questo disturbo? Diciamo subito che uno dei fattori principali che contribuiscono al gonfiore addominale è l’accumulo di gas nell’intestino. Alcuni alimenti possono favorire questo meccanismo a causa della fermentazione di determinate sostanze che contengono.
Da evitare
Per ridurre ed eliminare il gonfiore addominale, è importante prestare attenzione a cosa si mangia. Ecco alcuni alimenti da evitare o limitare all’interno della propria dieta:
Gestire il gonfiore da legumi
Il gonfiore legato al consumo di leguminose spesso è dovuto all’abitudine dell’intestino a cibi raffinati, disabituandosi alla fibra. Per introdurre i legumi nella dieta, è consigliabile iniziare con quantità ridotte e preferire legumi decorticati, privi della cuticola esterna che contiene più fibre. Lenticchie e piselli decorticati sono una buona scelta. Per migliorare la digestione, è possibile aggiungere erbe carminative come alloro, zenzero fresco, santoreggia e menta.
Le verdure
Alcune verdure, come cavoli, cavolfiori e broccoli, sono ricche di nutrienti essenziali, ma possono causare gonfiore. Per chi ha un intestino sensibile, è consigliabile consumarle in piccole quantità e non più di una volta alla settimana. Ridurre i condimenti e bilanciare i pasti con alimenti proteici a basso contenuto di grassi può facilitare la digestione.
Frutta da prediligere
Alcuni frutti, come mele mature, prugne e anguria, contengono zuccheri fermentabili che possono causare gonfiore. È consigliabile preferire frutta come ananas, mela poco matura, kiwi, mandarini, banana poco matura, lamponi e fragole, che sono più facili da digerire.
L’Intolleranza al lattosio
Se il gonfiore persiste nonostante le modifiche dietetiche, potrebbe essere dovuto a un’intolleranza al lattosio. In questo caso, è consigliabile effettuare un test per l’intolleranza. Si possono utilizzare prodotti lattosio-free che forniscono le stesse proprietà nutrizionali dei prodotti lattosio-containing. Per chi è intollerante al lattosio, esistono alternative come le bevande vegetali senza zuccheri aggiunti e i derivati della soia, come il tofu. Questi prodotti sono ben tollerati e forniscono importanti nutrienti come il calcio e la vitamina D. A ciascuno il suo.
Visite gratuite per rilanciare il valore della prevenzione
News PresaUna delle piazze più belle d’Italia, Piazza del Plebiscito a Napoli, per un’iniziativa che vuole aiutare i cittadini a comprendere il valore della prevenzione. Ma anche un progetto molto concreto, che si propone di sostenere le famiglie che, tra bollette da pagare e spese varie, troppo spesso rinunciano a visite di controllo ed esami importanti. Sabato 23 e domenica 24 settembre tornano le Giornate napoletane della salute, prevenzione e benessere. La manifestazione, organizzata dal Comune su iniziativa dell’assessore Vincenzo Santagada, vede una massiccia partecipazione di camici bianchi e il sostegno di ASL, Aziende ospedaliere e Policlinici Universitari.
Medici e Odontoiatri
«Come l’anno scorso abbiamo scelto di esserci per rispondere alle richieste dei cittadini con tante visite gratuite e con l’obiettivo di promuovere corretti stili di vita. Mai come oggi, offrire ai cittadini consulenze e visite gratuite è cruciale. Purtroppo, gli investimenti in sanità restano ancora oggi insufficienti e spesso le liste d’attesa sono infinite», dice il presidente dell’Ordine dei Medici Bruno Zuccarelli. «C’è una enorme richiesta di salute che non il pubblico, ridotto allo stremo, non riesce a soddisfare. Ma dobbiamo lottare per evitare che le cure di qualità siano ad esclusivo appannaggio di chi può permettersele».
Le visite
In particolare, i medici e odontoiatri saranno impegnati tra visite di controllo per la salute orale in collaborazione il Corpo di Soccorso Internazionale Universo Humanitas, consulenze psicologiche rese in sinergia con l’Ordine degli Psicologi della Campania, visite dermatologiche in collaborazione con l’U.O.C. di Dermatologia della Federico II di Napoli e nozioni di primo soccorso affidate alle donne e agli uomini del 118. Le visite odontoiatriche di controllo si potranno effettuare gratuitamente sabato e domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 18.00.
Diagnosi precoci
«Le visite odontoiatriche che offriremo serviranno in primis a valutare lo stato di salute della bocca e in subordine a consigliare una visita successiva per eventuali cure», spiega la presidente del’Albo Odontoiatri Sandra Frojo. «Riuscire a fare diagnosi precoci delle principali patologie del cavo orale e trasferire ai cittadini la cultura del prendersi cura del proprio sorriso è un obiettivo essenziale da raggiungere. Molti cittadini, purtroppo, non riescono a prendersi cura della salute orale e non di rado arrivano nei nostri studi quando la situazione è ormai irrimediabile».
QR Code
Per cercare di invertire questo pericoloso trend, gli Odontoiatri distribuiranno in Piazza del Plebiscito anche dei flyer con un QR code attraverso il quale, in un minuto, sarà possibile fornire informazioni sulle modalità di accesso alle cure odontoiatriche nella città di Napoli e provincia e individuare le difficoltà dei cittadini nel prendersi cura o meno della propria salute. Le visite della Clinica dermatologica saranno invece disponibili sabato tra le 10.00 e le 14.00 e domenica dalle 14.00 alle 18.00. Le consulenze psicologiche saranno invece disponibili nella giornata di sabato dalle 14.00 alle 18.00 e domenica dalle 10.00 alle 13.00. Infine, le nozioni di primo soccorso e manovre di disostruzione impartite dagli equipaggi del 118 si terranno sabato tra le 14.00 e le 18.00 e domenica tra le 10.00 e le 14.00.
Medici di famiglia
In piazza sarà importante anche la presenza dei medici di famiglia della Fimmg con consulenze, ma anche spirometrie, elettrocardiogrammi, misurazione della pressione e molto altro. Ad alternarsi nello stand che ospiterà la medicina generale della Fimmg saranno sia medici accorsati che giovani medici in procinto di completare il percorso di formazione in medicina generale, una presenza importante che consentirà di accogliere pazienti sabato e domenica dalle 10.00 alle 18.00 senza alcuna interruzione. «La due giorni di Piazza del Plebiscito – sottolineano Corrado Calamaro e Pina Tommasielli (entrambi componenti dell’esecutivo di Fimmg Napoli) – sarà anche l’occasione per rilanciare con forza il tema delle vaccinazioni antinfluenzali e Covid».
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Diabete tipo 1 e inclusione, riparte “Unstoppable” per sensibilizzare in classe
News PresaSono 18mila, secondo i dati della Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (SIEDP), i bambini e gli adolescenti in Italia con diabete di tipo 1. Oggi è la malattia endocrino-metabolica più frequente dell’età pediatrica. In genere insorge tra i 6 mesi e i 30 anni di età, con due picchi, attorno ai 5 anni e tra i 10 e i 12 anni. Questi due momenti sono critici per l’individuazione della malattia.
In media, quindi, può capitare che siano presenti in una classe uno o più alunni con diabete. Da qui l’importanza di informare correttamente sulla malattia il personale scolastico e i compagni di scuola. Dalle difficoltà quotidiane si possono apprendere competenze e risorse da condividere con gli altri. Da questo assunto riparte la seconda edizione di “Unstoppable”. Si tratta di un programma digitale di educazione civica per la sensibilizzazione sul diabete e l’inclusione, promosso da Medtronic. Quest’anno l’iniziativa coinvolge, oltre ai docenti e gli studenti delle scuole secondarie, anche agli istituti primari. Il progetto vuole sensibilizzare sui temi dell’inclusione, con un focus sulle cronicità e in particolare sul diabete. L’obiettivo è favorire l’integrazione e superare gli stereotipi, sensibilizzando ad un approccio verso gli altri più aperto, orientato all’ascolto e alla condivisione.
Diabete di tipo 1, la piattaforma digitare per l’inclusione
Sulla piattaforma unstoppable si può accedere al materiale per i docenti da utilizzare nelle ore di Educazione Civica. L’informazione corretta, infatti, agevola l’inclusione dei ragazzi con diabete, abbattendo lo stigma e i pregiudizi. Il percorso consente di acquisire nozioni tecnico-scientifiche e di allenare, attraverso laboratori di gruppo, la comunicazione aperta, l’immedesimazione e l’empatia.
Con consigli attraverso pillole cartoon e fumetti per i più piccoli, case histories, giochi interattivi e laboratori per i più grandi con best practices e approfondimenti, sarà possibile avvicinarsi progressivamente al diabete.
Nella prima edizione ridotta, Unstoppable ha coinvolto 1071 docenti, 991 scuole secondarie, con quasi 50mila gli studenti raggiunti. Inoltre ha ottenuto il premio come “miglior progetto CSR: Diversità, equità, inclusione, socialità” ai Digital Awards 10ª edizione. Il progetto gratuito Unstoppable rimarrà a disposizione sulla piattaforma anche nei prossimi anni.
Sport entra nella Costituzione, valore tutelato dalla Carta
Benessere, Medicina Sociale, News Presa, Sport, Stili di vitaL’attività sportiva è entrata nella Costituzione della Repubblica italiana come valore tutelato dalla Carta. Ieri è stata una data storica per lo sport: l’Aula della Camera ha approvato in via definitiva all’unanimità, con 312 sì, la proposta di legge costituzionale. Nel testo all’articolo 33 della Carta, che tratta l’arte e la scienza, è stato introdotto il nuovo comma: “La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme”.
Sport, valore educativo e sociale
La Costituzione, nel testo originale del 1948, non aveva riferimenti all’attività sportiva. La scelta del verbo “riconosce” richiama la formula linguistica dell’articolo 2 della Carta. Lascia intendere che l’attività sportiva è già una realtà pre-esistente di cui la Repubblica prende atto, dandole tutela e promozione. In particolare, viene riconosciuto il valore educativo, per lo sviluppo e la formazione della persona. Nel contempo viene affermato il valore sociale dello sport, come fattore di aggregazione e mezzo d’inclusione per persone in condizioni di svantaggio o marginalità (socio-economico, etnico-culturale o fisico-cognitivo). Nell’Unione Europea, ad oggi su 27 Carte degli Stati membri, in nove sono presenti disposizioni sullo sport. In Portogallo per esempio si parla di un vero e proprio “diritto allo sport”.
Riconoscere valore non determina diritto
“Lo Sport in Costituzione rappresenta la prima tappa di un percorso che concentra, in poche parole, un significato profondo e un valore inestimabile”, ha commentato il Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi. “Possiamo sintetizzare nell’auspicio dello ‘sport per tutti e di tutti’, parte delle indispensabili ‘difese immunitarie sociali’ e importante contributo per migliorare la qualità della vita delle persone e delle comunità”.
“La Costituzione – ha aggiunto – da oggi riconosce il valore, ma non determina un diritto. Sarà proprio una nostra responsabilità, della classe dirigente, quella politica, ma anche quella sportiva, trasformare il riconoscimento del valore in un diritto da garantire a tutti, partendo dalle persone più in difficoltà e dalle periferie urbane e sociali”.
Ada Maffettone. Così si può migliorare l’assistenza
Economia sanitariaFare in modo che ospedale e medicina del territorio possano “parlarsi”, migliorando così una situazione assistenziale che oggi è molto complessa e congestionata. È uno degli obiettivi, e uno dei temi, che la Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti (Fadoi) sta discutendo nella prima delle due giornate di confronto programmata al Monaldi di Napoli. Un rendez-vous, quello della XXII edizione del congresso regionale, che punta a consolidare la lunga tradizione di eccellenza nel campo della medicina interna, continuare a promuovere lo scambio di conoscenze e l’aggiornamento professionale dei medici internisti, mantenendo alto il livello di qualità nell’assistenza.
Gestione complessa
«Riuscire a porsi come trait d’unione tra ospedale e territorio – ha detto la presidente campana Ada Maffettone – è una delle sfide che la medicina ospedaliera è chiamata a vincere».
La presidente Ada Maffettone
Del resto «la medicina interna ospedaliera risponde a bisogni di salute diversissimi tra loro che presuppongono livelli di assistenza diversificati per poter garantire un percorso appropriato per ogni paziente, una gestione efficiente delle risorse disponibili e una risposta più celere da parte dell’intero sistema. I pazienti ricoverati in medicina interna hanno sempre condizioni cliniche gravi e di difficile gestione, con esigenze assistenziali molto complesse».
Carenza di personale
Uno dei nodi cruciali per riuscire a migliorare il sistema sanitario è poi quello della carenza di personale. Un tema caro alla Fadoi che ha proposto anche una riflessione importante su turni massacranti, specie nei reparti di frontiera, e incentivi che mancano per i giovani medici. Sei le sessioni del congresso, ognuna dedicata a un aspetto specifico della medicina interna. Esperti di caratura nazionale ed internazionale interverranno durante il congresso, condividendo le loro conoscenze.
Diabete killer silenzioso, in Italia 11 decessi ogni ora
Economia sanitaria, Eventi d'interesse, Medicina Sociale, News Presa, PrevenzioneQuasi una persona su dieci in Europa ha il diabete, per un totale di circa 60 milioni di persone. Secondo le stime saranno 81 milioni nel 2045 con un aumento del 35 per cento. A questi si aggiungono circa 22 milioni di casi stimati non diagnosticati. I dati sono stati messi in luce durante la presentazione del Manifesto per Il diabete in Italia, presentato da EUDF Italia. Il diabete impatta sulla vita dei pazienti, può causare cecità, amputazione e insufficienza renale. Inoltre contribuisce alla riduzione della qualità della vita e alla perdita di produttività lavorativa. Per questo viene definito come un “killer silenzioso” ed è un peso clinico e socioeconomico in crescita, sottolineano gli specialisti.
I costi
In Italia nel 2022 erano circa 3,9 milioni i cittadini che dichiaravano di avere il diabete, il 6 per cento della popolazione. Nel 2020 nel nostro Paese si sono registrati 20 mila decessi in più rispetto al 2019 con menzione di diabete in causa iniziale o in cause multiple, per complessivi 95 mila decessi, 11 ogni ora. L’8 per cento del budget sanitario totale in Italia è investito nella patologia. Il costo medio annuo per paziente è di 2.800 euro. I costi per la maggior parte sono legati alle ospedalizzazioni (le persone con diabete hanno un rischio due volte maggiore di essere ricoverate), per l’8,8 per cento ai farmaci e per il 3,5 per cento ai presidi.
I 10 punti dell’European Diabetes Forum Italia
L’European Diabetes Forum Italia ha promosso una “chiamata all’azione” con l’obiettivo di tradurre la ricerca in azioni politiche per contrastare il diabete di tipo 1 e di tipo 2. Sono in tutto dieci i punti del manifesto, presentato da EUDF Italia in occasione del suo primo evento, a Roma, in collaborazione con EUDF – European Diabetes Forum e con l’Intergruppo parlamentare Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili e l’Intergruppo parlamentare Sanità digitale e terapie digitali.
EUDF Italia è un think tank nazionale nel quadro di un coordinamento europeo. Il Forum italiano, coordinato dal prof. Agostino Consoli, è promosso dalla Fondazione Diabete Ricerca, in collaborazione con EUDF, Intergruppo Parlamentare Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili, FeSDI – Federazione delle Società scientifiche di Diabetologia Italiane, SID – Società Italiana di Diabetologia, AMD – Associazione Medici Diabetologi, Fondazione AMD. Executive Director & General Manager di EUDF Italia è Federico Serra.
La normativa sul diabete
LʼItalia è un Paese con leggi, piani, linee guida, e regolamentazioni sul diabete, che definiscono i criteri di prevenzione assistenza e cura: la Legge 115/87 “Disposizioni per la prevenzione e la cura del diabete mellito” (GU Serie Generale n.71 del 26-03-1987), il Piano nazionale sulla malattia diabetica approvato in Conferenza Stato-Regioni il 6 dicembre 2012, il Sistema Nazionale Linee Guida dellʼIstituto Superiore di Sanità, gli Standard italiani per la cura del diabete mellito 2018 di SID e AMD. In quest’ottica lo scorso 14 luglio l’Intergruppo parlamentare Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili, ha presentato il Ddl “Disposizioni relative alle strategie per la prevenzione, l’ottimizzazione dell’assistenza e la tutela della persona in soggetti con diabete in età evolutiva”.
Le criticità
L’esperienza della pandemica da COVID-19, ha fatto emergere una serie di criticità del sistema, acuite dalle minori diagnosi, hanno messo in luce gli specialisti. L’aumento di malattie croniche come il diabete in pazienti con vulnerabilità e fragilità, rende necessario ripensare il rapporto tra assistito e territorio. Un altro ostacolo è la difficoltà nell’accesso ai dati. Non esistono Registri né per il diabete di tipo 1 né di tipo 2, l’accesso ai dati amministrativi a scopo di ricerca è spesso ostacolato a livello regionale.
Gli specialisti sottolineano come sia ancora insufficiente l’utilizzo della digitalizzazione. La diabetologia italiana si è in gran parte dotata di strumenti elettronici per la gestione dei dati clinici, ma la condivisione di questi con altri specialisti e con la rete della medicina generale è ancora estremamente limitata.
Oggi, i sistemi sanitari non sono organizzati in maniera adeguata per gestire malattie croniche, complesse e in crescita, si legge nella nota. “Vi è un allineamento limitato sui risultati appropriati per le persone che soffrono di diabete e la loro relazione con la spesa socio-economica. Permane un forte stigma verso le persone che hanno questa malattia e la prevenzione non è vista come una priorità, nonostante siano aumentati i casi di diabete di tipo 2, principalmente a causa dell’obesità”.
Il futuro
“L’impegno è di restituire la piena capacità di tutte le persone con diabete di vivere una vita piena e contribuire fattivamente alla crescita sociale. Le accresciute conoscenze, le innovazioni diagnostiche e terapeutiche, il veloce sviluppo di nuove tecnologie devono fare ripensare in chiave moderna ed efficace l’organizzazione dell’erogazione della assistenza sanitaria diabetologica. EUDF intende favorire questo processo a livello europeo così come a livello degli stati membri grazie a una stretta collaborazione con le organizzazioni locali così come sta avvenendo con EUDF Italia”, dichiara il prof. Stefano Del Prato, Presidente EUDF.
I dieci punti chiave del Manifesto per Il diabete in Italia di EUDF Italia
Farmacia del futuro, dai vaccini alle cure primarie
Anziani, Benessere, Eventi d'interesse, PrevenzioneLa farmacia dei servizi deve essere un presidio di prossimità per i bisogni e la prevenzione. “Uno strumento integrativo alle strategie di prossimità e accessibilità nel quadro delle cure primarie e di sostegno alla deospedalizzazione della sanità”, ha dichiarato il Sottosegretario di Stato alla Salute, Marcello Gemmato durante il Dialogue Meeting Farmacia dei servizi, primo presidio sanitario di prossimità. Il consolidamento strutturale del ruolo del farmacista: dal counseling alla vaccinazione. L’evento è stato promosso da Italian Health Policy Brief in collaborazione con FOFI e Federfarma.
“Il ruolo del farmacista sta evolvendo verso nuove ancora più estese e di natura strutturale – ha aggiunto il sottosegretario – diventando sempre più fondamentale presidio di prossimità per le vaccinazioni, i test diagnostici, attività di screening, dispensazione di nuovi e sempre più complessi farmaci. Tutte potenzialità enormi che necessitano di percorsi normativi adeguati affinché vengano messe in campo in modo estensivo in tutta Italia. Ben vengano, quindi, iniziative come quella organizzate da FOFI a sostegno di questo importante presidio di prossimità per il cittadino.”
Farmacia, esercizio sanitario di prossimità
Il messaggio chiave dell’evento prende le mosse dal DL 153/2009, norma che individuava “nuovi servizi erogati dalle farmacie nell’ambito del Servizio sanitario nazionale”, e dai due decreti attuativi successivi, il D.M. del 16.12.2010 sulle prestazioni analitiche di prima istanza e i dispositivi strumentali; ed il D.M. del 16.12.2010 sull’attività degli operatori sanitari in farmacia. “Vorrei che nel futuro non si parlasse più di farmacia dei servizi”, ha sottolineato Andrea Mandelli (presidente FOFI), “ma si parlasse di nuova farmacia, quella in cui il cittadino sa di poter trovare una risposta a quei problemi e bisogni che abbiamo dato prova di poter affrontare e risolvere soprattutto nei tre anni del periodo pandemico, quando il farmacista è stato il professionista più vicino, raggiungibile e quotidianamente presente”.
Un professionista presente nei momenti critici, offrendo screening, dispensazione di farmaci complessi e vaccinazioni, come puntualizzato da Andrea Cicconetti (Presidente Federfarma Roma). “Le farmacie – ha ribadito – come esercizio sanitario di prossimità sono state, nel periodo pandemico, il primo accesso al SSN per i cittadini, garantendo prima l’importante attività di screening che ha permesso a tutti di condurre una vita “quasi normale”, poi di potersi vaccinare comodamente sotto casa, senza spostarsi per recarsi nei centri vaccinali, e in ultimo di usufruire, sempre con grande comodità, di terapie di farmaci complessi o di tutte quelle prestazioni ECG, holter, analisi di prima istanza, che normalmente richiedono spostamenti che non erano facilmente possibili in epoca Covid.”
Pandemia ha accelerato trasformazione
In particolare, durante l’evento è emersa una fotografia aggiornata del mondo delle farmacie sul territorio. Maria Diana Naturale (Altems, Osservatorio Farmacia) ha osservato che “la farmacia dei servizi in Italia è notevolmente cambiata nel corso degli anni, ma la pandemia ha accelerato questa trasformazione, rendendo strutturale la trasformazione della farmacia di comunità in un hub multifunzionale presidiato da un professionista altamente qualificato che svolge un ruolo importante per il SSN nella costante promozione della salute. L’emergenza sanitaria ha spinto notevolmente i farmacisti ad offrire servizi di consulenza, monitoraggio dei pazienti cronici, distribuzione e consegna a domicilio di farmaci, nonché implementando i servizi di screening preventivi e vaccinazione. Questa evoluzione dimostra la capacità delle farmacie di adattarsi rapidamente alle esigenze emergenti della società, garantendo un servizio affidabile e orientato al benessere di tutti i cittadini”.
80% dei cittadini ha molta fiducia nel farmacista
Stefania Fregosi (Researcher Ipsos) ha messo in luce alcuni dati del rapporto IPSOS sull’evoluzione del ruolo dei farmacisti nel percepito dei cittadini. “Negli ultimi 3 anni – ha spiegato – il ruolo del farmacista e della farmacia è sicuramente cambiato e la pandemia da Covid 19 ha accelerato questo processo di trasformazione”. Dai dati emerge che “quasi l’80% dei cittadini ha molta fiducia dell’operato dei farmacisti. Per i cittadini il farmacista è sempre più una figura di riferimento in area salute, sempre a loro disposizione, e la loro opinione è anche migliorata dopo la pandemia (come affermato dal 48% degli intervistati). La farmacia offre innumerevoli servizi, che vanno al di là della tradizionale attività di dispensazione di farmaci e prodotti per il benessere e la salute. Oggi è diventata un importante presidio di assistenza sanitaria sul territorio, svolgendo sempre più un ruolo di pubblica utilità che le viene riconosciuto da oltre l’80% dei cittadini”.
Teresa Petrangolini (Direttore Patient Advocacy Lab, Altems) ha aggiunto: “assistenza domiciliare, prevenzione, co-produzione dei servizi, ascolto e partecipazione dei cittadini, telemedicina, attenzione ai malati cronici, medicina di prossimità, continuità terapeutica e aderenza: sono tutte parole d’ordine indicate nel DM7 sullo sviluppo del territorio in attuazione degli investimenti del PNRR. La farmacia dei servizi, a lungo attesa, rappresenta uno degli attori di questo sistema che non potrà reggersi solo con risorse già note. C’è necessità di attingere a quanto il territorio è in grado di garantire. La partecipazione allora diventa un must, sia che si tratti di soggetti di advocacy e del terzo settore, sia di attori nella comunità come le farmacie convenzionate. Un’alleanza tra questi due soggetti per avere servizi più vicini e più attenti alle esigenze delle persone è quanto più necessaria”.
Farmacia del futuro
“La scommessa del SSN è oggi la sanità di prossimità”, ha precisato Andrea Mandelli, “Con il DM70 e il DM77 stiamo ridisegnando il sistema-salute, ma dobbiamo fare i conti con criticità organizzative, sanità disomogenea sul territorio e carenza di personale sanitario. E in questo scenario lanciamo un messaggio chiaro: la farmacia è uno dei presidi su cui puntare per migliorare la qualità dell’assistenza sanitaria: dalla prevenzione, alla diagnosi, alla presa in carico e cura dei pazienti. Un centro di competenze da mettere a regime e da riconoscere in termini di ruoli, impegni e responsabilità”. La farmacia in un nuovo regime significa uguaglianza ed omogeneità dei diritti e dei servizi sul territorio e l’uso dei servizi di telemedicina già compresi nel PNRR, come sottolineato da Simona Loizzo (deputato e presidente Intergruppo parlamentare Sanità digitale). “Le farmacie – ha ribadito – rappresentano un punto di riferimento di rilevanza primaria per l’assistenza sanitaria alla cittadinanza, nonché uno snodo cruciale in termini di transizione tecnologica e digitale del Sistema Sanitario Nazionale. ”.
Vaccinazione 2023-25
Il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2023- 2025 è stato approvato definitivamente lo scorso agosto. Il professor Carlo Signorelli (Ordinario di Igiene all’Università Vita-Salute San Raffaele e Presidente del Gruppo consultivo nazionale sulle vaccinazioni – NITAG) ha evidenziato “le novità del Piano che coinvolgono le farmacie nell’offerta vaccinale allargata. Infatti, la recente esperienza COVID-19 ha mostrato le potenzialità del coinvolgimento delle farmacie nell’implementazione dell’offerta.”
Per farlo il piano si pone l’obiettivo di raggiungere le coperture vaccinali target rafforzando governance, reti e percorsi di prevenzione vaccinale. “Il coinvolgimento, su base regionale, delle reti di farmacie può permettere di raggiungere quelle frange della popolazione sfuggite alle chiamate attive, nel rispetto ovviamente di tutti i criteri di qualità e sicurezza dell’atto vaccinale, principio ribadito più volte nel Piano. Con il suo ruolo sempre più rilevante nella medicina di prossimità – ha concluso Signorelli – la farmacia potrebbe in futuro contribuire sempre più al raggiungimento degli obiettivi di copertura vaccinale, soprattutto in quelle fasce di popolazione e per quei vaccini dove le coperture non sono ottimali o addirittura in calo (anziani, fragili e forse anche adolescenti).”
Silvestro Scotti (segretario nazionale FIMMG) ha precisato che “l’integrazione tra professionisti, in particolare tra medici di medicina generale e farmacisti, deve realizzarsi con modelli che favoriscono dialogo e collaborazione comune su cui raggiungere gli obiettivi sfidanti di una nuova assistenza territoriale.”
Prevenzione e rischio cardiovascolare
“La vaccinazione è un chiaro investimento in prevenzione”, ha sottolineato Marco Cossolo, presidente di Federfarma, “e come tale va sostenuta, incrementata, diffusa per assicurare ai cittadini un accesso facile ed equo alla prevenzione. In particolare, sarebbe importante ampliare l’offerta dei vaccini somministrabili in farmacia includendo, ad esempio, HPV, herpes zoster e pneumococco, al fine di raggiungere gli obiettivi del PNPV entro tre anni. Le farmacie sono un presidio sanitario di prossimità sul territorio, anello di congiunzione tra i cittadini e il Servizio Sanitario Nazionale, che grazie all’evoluzione della farmacia dei servizi contribuiscono ad un’efficiente riorganizzazione dell’assistenza sanitaria territoriale.” Le patologie in ambito cardiovascolar rappresentano la prima causa di morte nel nostro Paese (34,8% dei decessi, dati SIC 2021). Pasquale Perrone Filardi (presidente SIC) ha spiegato: “abbiamo bisogno di ampliare il network vaccinale proprio tenendo conto della popolazione con rischio o con patologie cardiovascolari. Sapere di poter poggiare sulla rete delle farmacie è per noi di fondamentale importanza se pensiamo, ad esempio, al rischio correlato all’influenza ed alla infezione da Covid 19 nei malati fragili e negli over 65 anni che sono spesso portatori di patologie cardiovascolari e nei quali tipicamente si concentra la mortalità e la severità delle patologie virali sottoposte a vaccinazione. Dunque una alleanza tra cardiologi, ed in generale tra medici e farmacisti, è essenziale alla luce degli scenari epidemiologici in crescita presenti e futuri delle malattie cardiovascolari e del ruolo del territorio, fuori dall’ospedale, nella erogazione dei servizi sanitari di prevenzione”. La vaccinazione, in particolare riferita alla popolazione adulta, può essere il primo obiettivo concretamente raggiungibile nella collaborazione tra i diversi attori.
Alzheimer, una speranza per il futuro
Anziani, Associazioni pazientiMonumenti ed edifici illuminati di viola in segno di solidarietà e per lanciare un messaggio di speranza. Si celebra oggi la Giornata mondiale dell’Alzheimer, malattia neurodegenerativa progressiva che colpisce milioni di persone in tutto il mondo, causando una graduale perdita delle funzioni cognitive. Questa condizione, che deve il suo nome al medico tedesco Alois Alzheimer, che per primo la descrisse nel 1906, è oggi una delle sfide più significative per l’assistenza sanitaria globale, poiché colpisce non solo i pazienti, ma anche le loro famiglie e i loro caregiver.
Sintomi
I campanelli d’allarme del morbo di Alzheimer spesso iniziano con sintomi lievi come dimenticanze occasionali e difficoltà nella pianificazione delle attività quotidiane. Con il progredire della malattia, questi sintomi si intensificano, portando a problemi più gravi nella memoria a breve termine, nel linguaggio e nella capacità di compiere compiti quotidiani. L’identificazione tempestiva di questi sintomi è cruciale per un intervento precoce e un trattamento più efficace.
Terapie
Una delle aree più promettenti è la ricerca sui farmaci anti-amiloide, poiché le placche di amiloide nel cervello sono considerate un segno distintivo della malattia. Alcuni farmaci in fase di sviluppo mirano a ridurre o rimuovere queste placche, con la speranza di rallentare la progressione della malattia.
Genetica
Anche la terapia genica sta emergendo come opzione promettente. Gli scienziati stanno cercando di sviluppare terapie che possano riparare o sostituire i geni danneggiati associati al morbo di Alzheimer, aprendo la strada a trattamenti personalizzati. La tecnologia sta anche rivoluzionando la diagnosi e la gestione del morbo di Alzheimer. La neuroimaging avanzata e i biomarcatori consentono una diagnosi più accurata e un monitoraggio continuo della progressione della malattia. Benché ad oggi non esista una cura, il futuro apre alla speranza per milioni di persone in tutto il mondo.
Tumore, malnutrizione raddoppia rischio mortalità nei pazienti
Alimentazione, News Presa, Ricerca innovazioneLa nutrizione è un fattore determinante nel percorso di cura dei pazienti con tumore. Lo studio italiano Nutrionco pubblicato su Cancers dimostra che i pazienti oncologici ben nutriti hanno più probabilità di sopravvivenza globale. In particolare, oltre il 70% dei pazienti con progressione della malattia durante il follow-up di 2 anni aveva uno stato nutrizionale inadeguato già alla prima visita rispetto al solo 29% dei pazienti senza progressione della malattia.
Malnutrizione peggiora prognosi tumore. Lo studio
La malnutrizione peggiora la prognosi e le condizioni socioeconomiche dei pazienti oncologici. Lo studio italiano infatti dimostra che la probabilità di sopravvivenza per i pazienti malnutriti è significativamente inferiore rispetto a coloro che non presentano problematiche nutrizionali. la ricerca è stata coordinata dal Professor Maurizio Muscaritoli, presidente della Società Italiana di Nutrizione Clinica e Metabolismo (SINuC). Sono stati coinvolti diversi centri e università italiane, tra cui l’Università La Sapienza di Roma, l’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, la Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS e l’Ospedale Cardarelli di Napoli.
“Nelle persone con cancro la malnutrizione è la faccia che compare su entrambi i lati della medaglia – spiega Muscaritoli – perché può peggiorare la malattia o essere causata dal cancro. La malattia, infatti, ha un metabolismo accelerato e per crescere ‘si nutre’ dell’organismo, sottraendogli proteine e carboidrati. I trattamenti a loro volta, possono determinare anoressia e ridotto introito calorico”.
Perdita di massa muscolare, cachessia e sarcopenia
La cachessia è considerata una sindrome paraneoplastica, si tratta di una grave perdita di massa muscolare, con o senza perdita di tessuto adiposo, infiammazione sistemica, astenia e affaticamento. “Una perdita di peso superiore al 5% in 6 mesi o un BMI inferiore a 20 con una perdita di peso superiore al 2% sono i criteri per porre una diagnosi di cachessia”, spiega lo specialista. Per esempio, in un soggetto di 80 chilogrammi basta una perdita di peso involontaria di 4-5 chili e in una donna di 60 chilogrammi basta un calo di 3 per accendere una spia di attenzione. “Se il paziente non riesce a nutrirsi e perde massa magra si parla di ‘sarcopenia’ ossia la perdita involontaria di massa e performance muscolare, presente nel 20-70% dei pazienti oncologici”, aggiunge Muscaritoli.
Lo studio Nutrionco
In uno studio precedente, chiamato PreMiO, è emerso che il 51% dei pazienti con un tumore solido presenta carenze nutrizionali e rischio di malnutrizione già alla prima visita oncologica. Tuttavia, altri studi la quantificano fino al 75%. Lo studio retrospettivo Nutrionco (realizzato con il contributo non condizionante di Fresenius Kabi), fa un ulteriore passo in avanti e prende in esame una sottopopolazione del campione coinvolto in PreMiO. In totale sono stati seguiti 571 i pazienti oncologici per due anni dopo la prima visita oncologica. Gli scienziati hanno valutato il legame tra lo stato nutrizionale di base, emerso nella prima visita oncologica, e il tasso di mortalità, di ricovero, di tossicità del trattamento e della progressione della malattia.
“Abbiamo riscontrato una probabilità di sopravvivenza globale più elevata nella popolazione generale dello studio ben nutrita rispetto ai pazienti malnutriti”, mette in luce Muscaritoli. “Di contro la malnutrizione riduce la probabilità di sopravvivenza nei pazienti con tumore non metastatico”, aggiunge.
I risultati
I risultati dello studio dimostrano che oltre il 70% dei pazienti con progressione della malattia durante il follow-up di 2 anni presentava uno stato nutrizionale inadeguato già alla prima visita, rispetto al solo 29% dei pazienti senza progressione della malattia. Questo spiega il tasso di mortalità più elevato riscontrato nel sottogruppo di pazienti malnutriti alla prima visita.
“Infatti, abbiamo riscontrato tra i pazienti classificati malnutriti o a rischio di malnutrizione un tasso di mortalità di oltre il 65%. Al contrario, nei pazienti classificati come ben nutriti il tasso di mortalità è stato del 38%, quasi la metà rispetto al primo gruppo”, spiega Muscaritoli. Inoltre, uno scarso stato nutrizionale è stato osservato nel 70% dei pazienti, in cui la malattia era progredita alla fine dello studio. Un punteggio FAACT inferiore a 30, (l’indicatore di anoressia, cioè di perdita di appetito), è stato rilevato nel 70,3% dei pazienti. Infine è emersa un’associazione statisticamente significativa tra uno scarso stato nutrizionale e cancro con metastasi tra i pazienti deceduti entro la data del follow-up.
Malnutrizione accelera la progressione del tumore
“Lo studio Nutrionco dimostra chiaramente che uno stato nutrizionale scadente, non solo accelera la progressione del cancro, ma ha anche un impatto profondo sulla prognosi”, sottolinea Muscaritoli. “Nonostante ciò, malnutrizione e cachessia sono ancora sottovalutate nella pratica clinica oncologica e, anche quando vengono individuate, il supporto nutrizionale non viene implementato sistematicamente”, aggiunge.
Le strategie di supporto per i pazienti a rischio nutrizionale prevedono l’utilizzo di supplementi nutrizionali orali, nutrienti specifici e nutrizione enterale o parenterale. Si tratta di interventi a basso costo che hanno dimostrato benefici clinici. Inoltre presentano un livello di costo-efficacia tale da creare un risparmio nel costo complessivo di trattamento dei pazienti per il sistema sanitario. “Il monitoraggio dello stato nutrizionale dovrebbe essere quindi considerato un pilastro di buona pratica clinica nel trattamento del cancro sia alla diagnosi della malattia che durante la sua progressione”, conclude il presidente SINuC.