Tempo di lettura: 3 minutiIl sovrappeso e l’obesità rappresentano, nelle società avanzate, un vero e proprio problema di salute pubblica affrontato più volte anche dall’O.M.S., che li considera tra le maggiori sfide da affrontare in questo secolo. L’attenzione rivolta all’aspetto fisico, proposto dal quotidiano bombardamento mediatico come unico strumento concreto per la piena realizzazione personale e sociale, indirizza i pazienti a chiedere risultati non solo “pieni”, ma anche e soprattutto immediati, preferibilmente con il minimo dispendio di energie fisiche e mentali.
Il cocktail di farmaci “scioglipancia” e “bruciagrassi” è pertanto diventato, da alcuni anni, la fantasiosa panacea per risolvere il problema della “prova costume”, con il risultato che è aumentato vertiginosamente il contenzioso medico-legale per malpractice medica in questo ambito, con medici (e, spesso, anche personale non medico) condannati per aver colposamente provocato danni, spesso anche mortali, alla salute di pazienti a volte ingenui, spesso votati all’esposizione a qualunque rischio, comunque sempre poco o per nulla correttamente informati.
E’ allora necessario ricordare come questi cocktail di farmaci “galenici” (ossia preparati in farmacia) non sono, nella maggior parte dei casi, prodotti “omeopatici” o “naturali” né rappresentano una rivoluzione nel panorama della farmacopea, quasi fossero delle formule segrete: sono un mix di sostanze note, spesso con attività contrastanti fra loro, con un rapporto rischio-beneficio inaccettabile, il cui ricorso non solo è pericoloso e diseducativo, ma a volte francamente vietato dalla legge.
Il Ministero della Salute, di fatti, ha chiaramente vietato l’uso della miscela di alcuni principi attivi, come triac, clorazepato, fluoxetina, furosemide, metformina, bupropione e topirimato, sostanze peraltro già utilizzate per la cura di altre patologie per le quali, prese singolarmente, restano autorizzate in funzione della loro indicazione ufficiale, riscontrabile da chiunque nella lettura del “bugiardino” del farmaco. Queste miscele, inoltre, non solo sono vietate per i potenziali gravi effetti collaterali ed il rapporto “rischio-beneficio” sfavorevole, ma anche perché sprovviste di un foglietto illustrativo chiaro a cui il paziente possa fare riferimento per sapere cosa assume e dare il suo consenso.
In Italia non esistono, infatti, farmaci (codificati e sperimentati) con una indicazione specifica per la terapia dell’obesità poichè il farmaco, in sè, può essere utilizzato, nei casi di maggiore rilevanza, solo a supporto di una terapia nutrizionale “calzata” sul paziente, sulla sua storia clinica, sul suo metabolismo, sul suo profilo psicologico, etc. Fino a qualche anno fa, erano effettivamente sul mercato farmaci “dimagranti” per i quali era necessaria la prescrizione del medico, la sibutramina e l’orlistat. La prima è stata più volte immessa e ritirata dal mercato fino al. 24 gennaio 2010, quando è stata nuovamente bandita su indicazione dell’AIFA. E’ tuttavia possibile reperirla clandestinamente anche attraverso la Rete e, pertanto, è opportuno ribadire come il suo uso sia vietato e comunque potenzialmente pericoloso. Il secondo, attualmente, è entrato a far parte della categoria dei cosiddetti “dimagranti da banco”, ma non possiede una azione dimagrante in senso stretto, poiché agisce bloccando l’azione degli enzimi responsabili della digestione e dell’assorbimento dei grassi: il suo uso, pertanto, non solo non è indicato in tutti i tipi di obesità, ma non neppure è esente dalla potenziale comparsa di effetti collaterali anche importanti, per cui una assunzione non “meditata” ed in assenza di supervisione resta fortemente sconsigliabile.
In sintesi, ognuno di noi dovrebbe sempre essere consapevole che il sovrappeso e l’obesità, prima di rappresentare un problema “estetico”, sono un problema di “salute”, a volte causa altre effetto delle più diverse problematiche: affidarsi a riconosciuti professionisti del settore che approcciano il paziente nell’interezza della sua condizione psico-fisica e che evitano di proporre soluzioni tanto “miracolose” quanto potenzialmente dannose, se non francamente illegali, rappresenta l’unico comportamento ispirato al rispetto di se stessi. Acquisire consapevolezza del proprio stato di salute è il primo indispensabile passo verso il raggiungimento del benessere.
I coktail, quelli veri, beviamoli in spiaggia, non in ambulatorio.
di Giuseppe Cenname
Zika, il “virus olimpico” sta piegando Rio
PrevenzioneZica, la zanzara killer sta terrorizzando un’intera nazione. Tra poco più di due settimane a Rio prenderanno il via i giochi olimpici, ma il timore del virus rischia di trasformarsi in una vera e propria fobia di massa. Anche perché al momento non esiste alcun vaccino, è quindi l’unico modo per prevenire l’infezione è evitare di essere punti dalla zanzare. Ma come si diffonde il virus Zika? Esiste un modo per mettersi al riparo dal contagio? Proviamo a fare luce grazie alle informazioni diffuse dal nostro Ministero della Salute.
ECDC, la mappa dei paesi a rischio trasmissione
Quanto al contagio, il virus si diffonde prevalentemente attraverso la puntura di una zanzara infetta. Le zanzare che trasmettono il virus sono del genere “Aedes”, quindi la stessa che trasmette il virus della febbre gialla, della dengue e della chikungunya. Quello che molti non sanno è però che il virus può trasmettersi anche per via sessuale, da una persona infetta al suo partner. In Italia al momento non sembrano esserci particolari allarmi, ma la zanzara tigre “Aedes albopictus” potrebbe essere un veicolo di contagio.
Le caratteristiche del virus
Il Ministero della Salute (che sul suo sito ha pubblicato una lunga serie di domande e risposte sul tema) spiega che «è molto simile a quelli della dengue, della febbre gialla, dell’encefalite giapponese e del Nilo occidentale. Dal 2015 un’epidemia di virus Zika si sta diffondendo nelle Americhe, Africa (Capo Verde) e Estremo oriente. In Italia il maggior numero di casi importati proviene dalla Repubblica Domenicana (Santo Domingo) e dal Brasile (30 giugno 2016). Le manifestazioni cliniche della malattia sono in genere simili a quelle di dengue e chikungunya». Questo significa una lieve febbricola, malessere, eruzioni. Ma nella maggior parte dei casi l’infezione è asintomatica.
In gravidanza
L’infezione da virus Zika, contratta durante la gravidanza, è stata associata all’insorgenza di gravi complicanze e malformazioni neurologiche congenite (Microcefalia). Non a caso l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che i casi di microcefalia e altri disordini neurologici potenzialmente associati al virus Zika riportati dal Brasile e dalla Polinesia francese sono un’emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale. Tutto questo sta creando seri dubbi a moltissimi turisti che vorrebbero spostarsi in Brasile per unire vacanze e passione per lo sport, timori che assieme alle tante ombre già esistenti per altre ragioni potrebbero avere ricadute pesantissime sulla riuscita dei giochi.
A Genova arriva l’energia degli atleti paraolimpici
News BreviAtleti paraolimpici
La precedente edizione è stata disputata nel 2015 a Varazdine , in Croazia; nel 2017 sarà invece la volta di Genova: il capoluogo ligure è ufficialmente la sede ufficiale dei Giochi Europei Giovanili Paralimpici.
Da tutta l’Europa, sono attesi oltre 600 atleti paralimpici tra i 14 e i 21 anni, accompagnati dai loro team sportivi e dalle proprie famiglie (circa un migliaio di persone in totale) per sei giorni occuperanno pacificamente Genova all’insegna dello sport.
Un grande successo per la città, non solo perché questa è la prima volta che i Giochi Europei Giovanili Paralimpici si disputano in Italia, ma anche perché con questa occasione Genova ha dimostrato di avere le potenzialità adeguate, sia a livello turistico che strutturale, per accogliere un evento di tali dimensioni.
I Giochi rappresenteranno per molti giovani atleti una tappa decisiva verso le prossime paralimpiadi che verranno disputate nel 2020, mentre per il capoluogo ligure diventeranno un’occasione per mostrare il proprio volto di città solidale e attenta alle problematiche sociali. Nel corso della manifestazione il Comitato paralimpico, che ha fortemente voluto la candidatura di Genova, ha in programma di organizzare infatti, campagne di sensibilizzazione eventi e progetti rivolti al mondo del sociale.
“Questo evento – ha sottolineato l’assessore allo Sport di Regione Liguria Ilaria Cavo – è importantissimo dal punto di vista agonistico ma soprattutto perché attraverso questi giochi trasmetteremo ai giovani campioni e a quanti devono confrontarsi ogni giorno con la disabilità, un messaggio di speranza e di possibilità di riappropriarsi del proprio futuro”.
Dieta mediterranea e sesso: Intervista alla Dott.ssa Caterina Esposito
PodcastDieta mediterranea e sesso: Intervista alla Dott.ssa Caterina Esposito
Medicina estetica, mai una scelta low cost
Medicina esteticaLa prima cosa che mostriamo di noi è il viso, è il nostro biglietto da visita. Dal volto capiamo subito se qualcuno ci piace e spesso ne intuiamo anche l’età. Combattere l’invecchiamento è il sogno di ogni donna, ma anche di moltissimi uomini. Una lotta continua, quella con i segni del tempo, che ha dato vita negli anni ad un industria molto florida e in continua evoluzione. Quello che molti non sanno è che l’invecchiamento è legato solo in parte a cause di natura genetica, per la precisione per l’un terzo, gli altri due terzi sono invece da attribuirsi a stili di vita e fattori di carattere ambientale. Lo stess, il fumo di sigaretta e una scorretta alimentazione sono nemici della nostra salute e spingono il nostro corpo ad un invecchiamento precoce. Al di là di questo, esistono oggi armi particolarmente efficaci nella cura della nostra bellezza. Armi che fanno parte della medicina estetica. Le nuove tecnologie e la ricerca hanno dato vita a tecnologie e tecniche d’avanguardia quali il botox, i filler, i fili di sospensione, i minilifting o i lipofilling. Il ché non significa non non invecchiare, ma farlo in maniera più lenta e soprattutto nel migliore dei modi. Il consiglio è quello di seguire uno stile di vita corretto e sano e di stare lontani da trattamenti “low cost”, forse più alla portata di tutti, ma spesso deludenti e molto pericolosi. Meglio scegliere trattamenti efficaci e sicuri. Quali? Ce ne sono almeno tre universalmente riconosciuti: biostimolazione, filler a base di acido ialuronico e botulino.
La biostimolazione
Si considera un trattamento curativo, migliora il tono, l’idratazione e l’elasticità della pelle.
I filler
Si usano dagli zigomi in giù e servono per dare volume, visto che hanno azione riempitiva.
Il botulino
Si usa nella zona degli occhi, ad esempio per far sparire le zampe di gallina.
Pokemon Go: rischio Ludopatia e incidenti gravi
News Presa, Psicologia, Ricerca innovazioneVagano distratti per le strade delle città alla ricerca di Pokémon: un occhio alla mappa interattiva e l’altro alla strada, cercando di non essere investiti o di inciampare da qualche parte. È la nuova mania globale: il videogame più popolare e discusso del momento. Si tratta di un’Applicazione per Smartphone, ma può comportare una serie di rischi concreti per la salute (dei grandi). C’è chi infatti guida guardando la mappa dello schermo del telefono e non la strada, chi si impervia per rupi e strapiombi in cerca di Pikachu o Charmander, chi non riesce a passeggiare senza controllare che non ci siano Pokémon in giro; c’è anche chi trascura il lavoro e la propria salute per completare la collezione dei personaggi fantastici. Se una ricerca basata sui tweet postati dagli utilizzatori (sul sito specializzato psychcentral.com.) evidenzia gli effetti antidepressivi per chi ha i sintomi, perché invita a uscire fuori casa, molti esperti avvertono sul rischio Ludopatia e incidenti gravi.
La cattura dei pokemon sarà pure virtuale, ma i rischi associati all’utilizzo compulsivo dell’applicazione sono difatti reali, tanto da spingere gli sviluppatori a invitare i giocatori alla prudenza, con una schermata di avvertimento, prima di ogni sessione di gioco.
Il gioco, però, è di grande aiuto per i piccoli pazienti, grazie all’idea partita dall’ospedale pediatrico Mott nel Michigan , dove il videogame viene utilizzato a fini terapeutici per incoraggiare le i piccoli degenti del reparto di oncologia ad alzarsi dal letto e muovere alcuni passi. Nel reparto sono presenti addirittura dei Pokespots fisici dove i bambini possono giocare insieme e scattare delle foto con i propri beniamini.
La novità più grande introdotta da Pokemon Go riguarda senza dubbio il capovolgimento dell’assioma che vuole il videogiocatore pigro e sedentario. Il gioco, infatti, sfrutta le opportunità offerte da fotocamera, connessione dati e satelliti GPS e invoglia a camminare per catturare i pokemon, a volte anche per svariati chilometri.
I casi di cronaca sono all’ordine del giorno, tra risse e incidenti stradali tra persone che vagano distratte per le città in cerca di pokemon. A questo si unisce anche il rischio di incorrere nella cosiddetta alienazione tecnologica e di sviluppare vere e proprie patologie psicologiche, già associate ad un uso poco sano dello smartphone. Nonostante, infatti, gli utenti siano spinti ad uscire fuori casa, il gioco non prevede interazioni fisiche con altri giocatori e può comportare problemi come la perdita della cognizione del tempo, stati di ansia e aggressività, cali di rendimento nello studio o nel lavoro, difficoltà a socializzare e persino insonnia. Ad oggi si trascorrono fino a 18 ore su 24 dinanzi agli schermi di smartphone, pc e altri device tecnologici (contro le 2 normalmente raccomandate) e da tempo sono nate cliniche specializzate nella disintossicazione da sovraesposizione alla tecnologia. Pokemon Go dunque, come alcool e fumo, può creare dipendenza, è importante dunque farne un uso responsabile.
Il gioco è stato lanciato poco più di una settimana fa e solo in un numero limitato di paesi, ma conta già milioni di utenti singoli e ha fatto balzare verso l’alto le azioni della casa produttrice Nintendo, che supera per capitalizzazione il titolo del colosso Sony e centra un primato assoluto: venerdì 15 luglio le azioni Nintendo sono state le più scambiate in un solo giorno nella storia della Borsa di Tokyo.
Vaccini, se le cose non cambiano si rischia un’epidemia
PrevenzionePresidente dell’Ordine dei Medici di Napoli e vicesegretario vicario della Fimmg , Silvestro Scotti è uno di quelli che la battaglia in favore dei vaccini la combatte da sempre. «Vaccinarsi – spiega – non è solo un gesto di responsabilità per sé e per i propri cari, ma anche un preciso dovere nei confronti della società».
Come valuta la presa di posizione della Federazione degli Ordini?
Silvestro Scotti
«Giusta. La Federazione ha ribadito un concetto che esiste da sempre, vale a dire che gli Ordini hanno il compito di vigilare sull’operato dei medici e nel caso vi fossero i presupposti di avviare una procedura disciplinare».
E’ giusto cacciare chi sconsiglia il vaccino?
«La radiazione è la più severa delle possibili sanzioni e ogni caso va valutato nella sua specificità. Bisogna anche considerare che un cittadino che si approccia a un medico non può avere le sue stesse conoscenze. Per questo le parole del medico hanno un grande valore e devono essere ben ponderate».
In rete sono molti a osteggiare i vaccini.
«Io sono uno che i social li frequente. Una volta ho visto una foto di una bambina con il volto sfigurato, la didascalia diceva “colpita da una grave malattia rara” e sotto centinaia di commenti commossi. Poi si scoprì che era uno scherzo e che sul volto della bambina era stato poggiato un petto di pollo, di quelli da fare alla piastra…».
Vuol dire che bisogna guardarsi dalle informazioni in rete?
«Se basta il dottor Google a che serve una persona che ha studiato anni per prendersi cura delle persone? La verità è che Google o Facebook e qualsiasi altro canale di questo tipo sono solo dei contenitori».
Un manifesto della campagna informativa dell’Ordine dei Medici di Napoli
Perché la gente ha paura di vaccinarsi o di vaccinare i figli?
«Perché i vaccini hanno funzionato. E’ il paradosso del successo. Oggi tante malattie che esistevano venti o trent’anni fa sono sparite proprio grazie ai vaccini che oggi guardiamo con sospetto. Io, e come me quelli della mia generazione, portiamo sul braccio il segno tangibile di un vaccino che ci ha salvato la pelle. La cicatrice del vaccino contro il vaiolo è come il simbolo di un patto tra generazioni».
Crede che il patto si stia rompendo?
«Ora che il nemico sembra sconfitto, chi non ha dovuto combattere ritiene che non servano le armi. Non è così, se solo ci fosse una memoria collettiva non correremmo il rischio che stiamo correndo».
Crede che ci sia un rischio concreto?
«Non lo credo io, ce lo dice L’OMS. Finire in una nuova epidemia è un attimo, ma sarebbe da stupidi dover contare i morti sul campo per capire quanto siano importanti le armi conquistate con anni di ricerca. Lo ripeto i vaccini, soprattutto oggi che in poche ore ci spostiamo da un capo all’altro del mondo, sono alleati preziosissimi. Per questo l’Ordine di Napoli ha dato vita già da tempo a campagne informative destinate ad una corretta informazione».
Screening anticancro: sono i piemontesi i pazienti che fanno più prevenzione
News BreviPrevenire è meglio che curare, e i piemontesi l’hanno capito bene. Secondo il report annuale sugli screening anticancro in Piemonte “Prevenzione Serena. Risultati, attualità ricerca”, realizzato dal Centro di Riferimento per l’Epidemiologia e la Prevenzione Oncologica in Piemonte (CPO), l’adesione degli abitanti di questa regione ai controlli gratuiti di Prevenzione Serena, anche se molto lentamente, cresce ogni anno.
La rilevazione ha preso in esame i risultati derivati dagli screening del tumore della mammella, del collo dell’utero e del colon-retto realizzati nel 2014. Secondo questi dati, in un anno le donne richiamate per ulteriori accertamenti per un sospetto tumore al seno sono state 5.806 mentre i tumori benigni individuati sono stati 216 e 1.194 quelli maligni. Nello stesso anno, lo screening al collo dell’utero ha permesso di accertare 475 lesioni precancerose di alto grado e 12 tumori invasivi. I controlli invece del colon-retto, hanno consentito di scoprire 548 adenomi avanzati, che sono il segnale della presenza di un tumore colon-rettale, e 28 cancri.
Numeri che possono far paura ma che dimostrano anche che lo screening può davvero salvare la vita. Infatti, per i cittadini che hanno risposto all’invito a presentarsi per la sigmoidoscopia flessibile (esame eseguito per valutare la parte inferiore dell’intestino crasso), dopo 10 anni il rischio di avere un tumore al colon-retto è stato ridotto di un terzo rispetto all’incidenza attesa. Incidenza che per il tumore alla mammella, invece, resta pressoché inalterata ma che, con lo screening e un intervento precoce a seguito di una diagnosi negativa, ha consentito un calo notevole del tasso di mortalità.
Valle d’Aosta: con l’FSE cartella clinica online
News BreviPassato, presente e futuro sanitario dei cittadini della Valle d’Aosta sono ora a portata di click. E’ questo il risultato del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), progetto a cui l’Azienda Usl della Valle d’Aosta in collaborazione con la Regione Valle d’Aosta e la propria società IN.VA S.p.A, hanno dato vita per dare l’opportunità a tutti i cittadini di accedere alla propria cartella clinica online.
Un’idea apprezzata (già 50% di tessere sanitarie attivate e 36% di consensi alla visualizzazione dei dati del Fascicolo Sanitario Elettronico espressi) e premiata (il progetto è stato riconosciuto quale “eccellenza” nell’ambito del Premio Innovazione SMAU 2016).
Attraverso il Fascicolo Sanitario Elettronico ogni cittadino avrà accesso al portale dedicato www.fse.vda.it all’interno del quale potrà: visualizzare referti di laboratorio, lettere di dimissione, referti di radiologia, verbali di pronto soccorso, profilo sanitario, vaccinazioni eseguite ed esenzioni, ritirare online i referti di laboratorio, ma anche visualizzare i promemoria delle ricette farmaceutiche e specialistiche, o scegliere un nuovo medico di famiglia o un nuovo pediatra.
Il tutto è possibile tramite un lettore di smart card da istallare a casa e collegare al proprio computer, consegnato a tutte le famiglie e che richiede per l’accesso la tessera sanitaria di ciascuno, documento che in Valle d’Aosta viene utilizzato anche come carta nazionale dei servizi ed è valido come credenziale d’accesso per tutti i servizi online sia regionali che nazionali.
In Campania si vive meno che nelle altre regioni
PrevenzioneLa Campania non è una regione in salute. Sono infatti circa 900mila gli over70 in regione che vivono mediamente un anno e mezzo in meno rispetto alla media degli italiani e spesso sono affetti da malattie croniche molto più di quanto non lo siano gli over70 di altre regioni. Nel resto d’Italia, per esempio, gli over 70 con malattie cardiovascolari sono il 35% mentre a Napoli e dintorni si supera il 40%. La quota di diabetici arriva al 20% contro il 14% delle altre regioni. Napoli è la città italiana dove è più alta la percentuale di anziani che soffrono di tre o più malattie (57%) o che sono stati ricoverati nel corso dell’ultimo anno (32%). Per cercare di invertire questa preoccupante tendenza parte domani (21 luglio) la campagna “VigilaSalute” che intende sensibilizzare i pazienti affetti da patologie molto frequenti nella terza età come ipertensione, ictus e diabete.
Sono infatti circa 900mila gli over70 nella regione che vivono mediamente un anno e mezzo in meno della media degli italiani e sono gravati da un carico molto maggiore di malattie croniche. Nel resto d’Italia, per esempio, gli over 70 con malattie cardiovascolari sono il 35% mentre a Napoli e dintorni si supera il 40%. La quota di diabetici arriva al 20% contro il 14% delle altre Regioni. Inoltre, Napoli è la città italiana dove è più elevata la percentuale di anziani che soffrono di tre o più malattie (57%) o che sono stati ricoverati nel corso dell’ultimo anno (32%).
Opuscoli in farmacia
VigilaSalute
I contenuti della campagna sono illustrati negli oltre 250mial opuscoli informativi curati dal professor Giuseppe Paolisso (rettore della Sun e direttore della VI divisione di Medicina Interna e Malattie Nutrizionali e dell’Invecchiamento – AOU Seconda Università degli Studi di Napoli) che saranno distribuiti in tutte le farmacie della Campania.
«La gravità delle reazioni avverse dipende da una serie di fattori di rischio che cambiano a seconda del paziente e del farmaco – spiega Paolisso -. Il primo è sicuramente il fattore genetico, dal momento che la velocità con cui il nostro organismo è in grado di produrre o smaltire determinate sostanze chimiche, varia da individuo ad individuo. A questo si aggiunge il fattore età, poiché le reazioni variano nei soggetti adulti e negli anziani, ma anche nei neonati e nei prematuri. Importantissimo, nei pazienti anziani soprattutto, è il fattore interazione tra farmaci: gli effetti di un farmaco possono variare in presenza di un altro farmaco. Uno dei farmaci può perdere efficacia oppure possono insorgere effetti collaterali. Più farmaci si assumono, più aumenta il rischio di insorgenza di reazioni avverse. Ecco perché -continua – diventa fondamentale la comunicazione tra paziente e medico. Il paziente deve segnalare tutte le reazioni anomale del suo organismo alla terapia, così da poter dare al medico importanti elementi che lo aiutino a rimodularla. Questo comporta un nuovo approccio da parte del paziente, che non sarà piu’ passivo ma attivo, partecipe e sempre piu’ consapevole». La campagna è stata realizzata dal dipartimento di Scienze Mediche Chirurgiche, Neurologiche Metaboliche e dell’Invecchiamento – dipartimento di Geriatria della Seconda Università di Napoli (SUN) – ed è finanziata dalla Regione Campania – Assessorato alla Sanità – Settore Farmaceutico. Per ulteriori approfondimenti e informazioni clicca qui
Il cocktail da evitare in estate
AlimentazioneIl sovrappeso e l’obesità rappresentano, nelle società avanzate, un vero e proprio problema di salute pubblica affrontato più volte anche dall’O.M.S., che li considera tra le maggiori sfide da affrontare in questo secolo. L’attenzione rivolta all’aspetto fisico, proposto dal quotidiano bombardamento mediatico come unico strumento concreto per la piena realizzazione personale e sociale, indirizza i pazienti a chiedere risultati non solo “pieni”, ma anche e soprattutto immediati, preferibilmente con il minimo dispendio di energie fisiche e mentali.
Il cocktail di farmaci “scioglipancia” e “bruciagrassi” è pertanto diventato, da alcuni anni, la fantasiosa panacea per risolvere il problema della “prova costume”, con il risultato che è aumentato vertiginosamente il contenzioso medico-legale per malpractice medica in questo ambito, con medici (e, spesso, anche personale non medico) condannati per aver colposamente provocato danni, spesso anche mortali, alla salute di pazienti a volte ingenui, spesso votati all’esposizione a qualunque rischio, comunque sempre poco o per nulla correttamente informati.
E’ allora necessario ricordare come questi cocktail di farmaci “galenici” (ossia preparati in farmacia) non sono, nella maggior parte dei casi, prodotti “omeopatici” o “naturali” né rappresentano una rivoluzione nel panorama della farmacopea, quasi fossero delle formule segrete: sono un mix di sostanze note, spesso con attività contrastanti fra loro, con un rapporto rischio-beneficio inaccettabile, il cui ricorso non solo è pericoloso e diseducativo, ma a volte francamente vietato dalla legge.
Il Ministero della Salute, di fatti, ha chiaramente vietato l’uso della miscela di alcuni principi attivi, come triac, clorazepato, fluoxetina, furosemide, metformina, bupropione e topirimato, sostanze peraltro già utilizzate per la cura di altre patologie per le quali, prese singolarmente, restano autorizzate in funzione della loro indicazione ufficiale, riscontrabile da chiunque nella lettura del “bugiardino” del farmaco. Queste miscele, inoltre, non solo sono vietate per i potenziali gravi effetti collaterali ed il rapporto “rischio-beneficio” sfavorevole, ma anche perché sprovviste di un foglietto illustrativo chiaro a cui il paziente possa fare riferimento per sapere cosa assume e dare il suo consenso.
In Italia non esistono, infatti, farmaci (codificati e sperimentati) con una indicazione specifica per la terapia dell’obesità poichè il farmaco, in sè, può essere utilizzato, nei casi di maggiore rilevanza, solo a supporto di una terapia nutrizionale “calzata” sul paziente, sulla sua storia clinica, sul suo metabolismo, sul suo profilo psicologico, etc. Fino a qualche anno fa, erano effettivamente sul mercato farmaci “dimagranti” per i quali era necessaria la prescrizione del medico, la sibutramina e l’orlistat. La prima è stata più volte immessa e ritirata dal mercato fino al. 24 gennaio 2010, quando è stata nuovamente bandita su indicazione dell’AIFA. E’ tuttavia possibile reperirla clandestinamente anche attraverso la Rete e, pertanto, è opportuno ribadire come il suo uso sia vietato e comunque potenzialmente pericoloso. Il secondo, attualmente, è entrato a far parte della categoria dei cosiddetti “dimagranti da banco”, ma non possiede una azione dimagrante in senso stretto, poiché agisce bloccando l’azione degli enzimi responsabili della digestione e dell’assorbimento dei grassi: il suo uso, pertanto, non solo non è indicato in tutti i tipi di obesità, ma non neppure è esente dalla potenziale comparsa di effetti collaterali anche importanti, per cui una assunzione non “meditata” ed in assenza di supervisione resta fortemente sconsigliabile.
In sintesi, ognuno di noi dovrebbe sempre essere consapevole che il sovrappeso e l’obesità, prima di rappresentare un problema “estetico”, sono un problema di “salute”, a volte causa altre effetto delle più diverse problematiche: affidarsi a riconosciuti professionisti del settore che approcciano il paziente nell’interezza della sua condizione psico-fisica e che evitano di proporre soluzioni tanto “miracolose” quanto potenzialmente dannose, se non francamente illegali, rappresenta l’unico comportamento ispirato al rispetto di se stessi. Acquisire consapevolezza del proprio stato di salute è il primo indispensabile passo verso il raggiungimento del benessere.
I coktail, quelli veri, beviamoli in spiaggia, non in ambulatorio.
di Giuseppe Cenname