Tempo di lettura: 2 minutiUna buona salute dipende in gran parte dal un’alimentazione varia ed equilibrata, al contrario un’alimentazione scorretta aumenta in maniera esponenziale il rischio che possano insorgere molte malattie croniche. Il dato impressionante arriva dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che spiega come un terzo delle malattie cardiovascolari e dei tumori potrebbero essere evitati grazie a una equilibrata e sana alimentazione. Di cosa abbiamo bisogno per “funzionare” al meglio? Certamente di tutti i tipi di nutrienti, alcuni sono essenziali a sopperire il bisogno di energia, altri ad alimentare il continuo ricambio di cellule e altri elementi del corpo, altri a rendere possibili i processi fisiologici, altri ancora hanno funzioni protettive. Per questa ragione l’alimentazione deve essere quanto più possibile varia ed equilibrata.
Cereali
Grano, mais, avena, orzo, farro e gli alimenti da loro derivati (pane, pasta, riso) apportano all’organismo carboidrati, che rappresentano la fonte energetica principale dell’organismo, meglio se consumati integrali. Contengono inoltre vitamine del complesso B e minerali, oltre a piccole quantità di proteine.
Frutta e ortaggi
Sono una fonte importantissima di fibre, un elemento essenziale nel processo digestivo. Frutta e ortaggi sono inoltre ricchi di vitamine e minerali, essenziali nel corretto funzionamento dei meccanismi fisiologici. Contengono, infine, antiossidanti che svolgono un’azione protettiva.
Carne, pesce, uova e legumi
Questi alimenti hanno la funzione principale di fornire proteine, una classe di molecole biologiche che svolge una pluralità di funzioni. Partecipano alla “costruzione” delle diverse componenti del corpo, favoriscono le reazioni chimiche che avvengono nell’organismo, trasportano le sostanze nel sangue, sono componenti della risposta immunitaria: forniscono energia “di riserva”, aiutano l’assorbimento di alcune vitamine e di alcuni antiossidanti, sono elementi importanti nella costruzione di alcune molecole biologiche. Un insufficiente apporto di proteine può compromettere queste funzioni (per esempio si può perdere massa muscolare), ma un eccesso è altrettanto inappropriato: le proteine di troppo vengono infatti trasformate in depositi di grasso e le scorie di questa trasformazione diventano sostanze, che possono danneggiare fegato e reni. Le carni, in particolare quelle rosse, contengono grassi saturi e colesterolo. Pertanto vanno consumate con moderazione. Vanno consumati con maggior frequenza il pesce, che ha un effetto protettivo verso le malattie cardiovascolari (contiene i grassi omega-3) e i legumi, che rappresentano la fonte più ricca di proteine vegetali e sono inoltre ricchi di fibre.
Latte e derivati
Sono alimenti ricchi di calcio, un minerale essenziale nella costruzione delle ossa. E’ preferibile il consumo di latte scremato e di latticini a basso contenuto di grassi.
Acqua
Circa il 70% dell’organismo umano è composto di acqua e la sua presenza, in quantità adeguate, è essenziale per il mantenimento della vita. L’acqua è, infatti, indispensabile per lo svolgimento di tutti i processi fisiologici e delle reazioni biochimiche che avvengono nel corpo, svolge un ruolo essenziale nella digestione, nell’assorbimento, nel trasporto e nell’impiego dei nutrienti. È il mezzo principale attraverso cui vengono eliminate le sostanze di scarto dei processi biologici. Per questo, un giusto equilibrio del “bilancio idrico” è fondamentale per conservare un buono stato di salute nel breve, nel medio e nel lungo termine.
Tumori in aumento negli adolescenti
Adolescenti, News Presa, Pediatria, PrevenzioneI giovani talenti della Young Talents Orchestra EY si preparano ad impugnare gli strumenti per un concerto a sostegno dei ragazzi che combattono contro il tumore. È il progetto «Tutti per uno… uno per tutti» che Fondazione EY Italia Onlus ha scelto di sostenere in occasione della tappa autunnale dell’orchestra guidata dal Maestro Carlo Rizzari, che suonerà a Bologna (al Teatro Duse) il 21 novembre.
Il progetto
Voluto dalla Fondazione ANT, il progetto si rivolge alle scuole di Bologna, per offrire agli studenti strumenti utili alla gestione di situazioni critiche legate alla malattia a partire dalla scuola, che è poi l’ambiente intorno al quale ruota la quotidianità dei ragazzi. Un progetto di giovani per i giovani e, proprio per questo, apprezzato da Fondazione EY che, da sempre, sostiene iniziative a favore di giovani in situazioni di disagio.
Il tumore negli adolescenti
Il tumore in età adolescenziale è fortunatamente una patologia rara, ma il dato allarmante è che è in aumento di circa il 2% ogni anno. Oggi il cancro rimane la seconda causa di decesso tra i giovani, dopo incidenti e morti violente. Unico dato positivo è che i dati di sopravvivenza negli adolescenti sono in costante miglioramento, grazie a strumenti diagnostici sempre più raffinati e strategie terapeutiche sempre più efficaci, come mostrano i numeri di uno studio condotto recentemente in 23 stati europei, che riportano una sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi pari all’87%. «Tutti per uno…uno per tutti» è un percorso di psico-educazione che Fondazione ANT realizza nelle scuole per sostenere insegnanti, ragazzi e famiglie nella gestione delle dinamiche comunicative e relazionali che avvengono all’interno della classe, in modo da fornire chiavi di lettura e strumenti utili a favorire l’adattamento e il benessere relazionale sia del ragazzo ammalato sia di insegnanti e compagni. Da qui il nome del progetto che sottolinea l’importanza della comunità per il benessere dell’individuo, ma anche l’apporto del singolo all’evoluzione positiva del gruppo, e come insieme possano più facilmente trasformare una difficoltà in risorsa costruttiva.
Tumore al seno: info e consigli ora in una app
News, Ricerca innovazioneSi chiama “Lilt Fi seno”, ed è una app gratuita per accompagnare le donne in un percorso di informazioni sul tumore al seno e sulle strutture sanitarie dedicate. Il programma è il primo di questo genere in Italia, e punta a fornire alle donne gli strumenti per fare le proprie scelte consapevoli in tema di prevenzione primaria e secondaria.
Tumore al seno. Informazioni e consigli
La app si compone di quattro capitoli principali: il primo si intitola “Saperne di più” e vi si trovano le informazioni generali sul tumore al seno come la descrizione della patologia, le statistiche, i principali fattori di rischio e le terapie. Una seconda sezione è tutta dedicata alla prevenzione, con i fattori di rischio non modificabili – ad esempio l’età – o fattori che possono avere origine da scelte individuali, come lo stile di vita. Il terzo capitolo, “Diagnosi precoce” illustra l’importanza dell’autocontrollo da parte della donna e dello screening organizzato. Nella sezione “WikiLILT”, infine, è presente un glossario dei termini più usati sull’argomento. La sezione è tratta dai siti dell’Istituto di prevenzione oncologica e dell’Istituto toscano tumori: informazioni scientificamente solide quindi, valide per tutte.
Accanto a questo, la app punta anche a offrire consigli personalizzati, forniti sulla base delle caratteristiche individuali come l’età, il peso, l’altezza e una serie di informazioni che si forniscono rispondendo a un questionario. In questa sezione ci sono anche elementi utili per le donne che si trovano ad affrontare eventi preoccupanti, come l’essere richiamate dopo una mammografia o un intervento chirurgico. Un elenco delle strutture nell’area fiorentina completano infine il quadro.
Utilizzabile su smartphone e tablet, disponibile per sistemi iOS e Android, Lilt Fi seno è stata realizzata dalla sezione fiorentina della Lilt – Lega italiana per la lotta contro i tumori – insieme all’Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica, del Centro di Senologia di Careggi, del Centro di Senologia di Santa Maria Annunziata e dell’Azienda USL Toscana Centro.
Foto diffuse in rete: ragazzi a rischio crisi depressive
News Presa, Prevenzione, PsicologiaPer il 42 per cento degli adolescenti italiani è normale condividere informazioni private o pubblicare foto e immagini personali attraverso i social network e nelle chat. Il 12 per cento di loro, ovvero oltre 1 adolescente su 10 (circa 2 per ogni classe), è stato vittima della diffusione di materiale intimo e privato in rete. I teenager sono spesso esperti di tecnologia digitale, si muovono con facilità tra app, social network e video, ma appaiono ignari dei pericoli del web e non conoscono il valore della privacy. I dati messi in luce dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza sono stati raccolti su un campione di circa 5000 adolescenti italiani di età compresa tra i 13 e i 19 anni. Con internet e la comunicazione digitale la vita delle persone è cambiata. In particolare internet veicola le relazioni e condiziona l’umore di molti adolescenti. Per Maura Manca, Presidente dell’ Osservatorio Nazionale Adolescenza. «La comunicazione digitale – spiega la psicoterapeuta – è quasi totalitaria, il 99% degli adolescenti, ormai, utilizza le chat di messaggistica istantanea (WhatsApp) per ‘parlare’ con gli amici, con i genitori e i conoscenti». Se da un lato, però, ci sono numerosi ragazzi che ne sfruttano le potenzialità in modo positivo, dall’altro, spiega Manca: «è diventato anche il covo dell’espressione di ciò che i ragazzi hanno dentro, di una inefficace educazione digitale, di uno scarso contatto umano e riconoscimento delle emozioni dell’altro, di un’empatia che sembra volata via con il vento. Adolescenti che vivono troppo le relazioni nel digitale e scarseggiano negli aspetti più umani».
Uno degli aspetti più pericolosi della rete, oltre al cyberbullismo e il bullismo, è la diffusione del materiale intimo e privato in rete. I dati dell’osservatorio fanno riflettere. «I ragazzi non sono educati al senso dell’altro e nel momento in cui stanno davanti ad uno schermo di sentono leoni, perché non guardano negli occhi l’altro – spiega la presidente – è un male indiretto, è un male di cui non si conosce la reale portata, che nella loro testa nasce come un gioco, come un divertimento, come una ricerca di un ruolo e di un’affermazione sulle spalle di un’altra persona».
Dai dati dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza emerge un’altro aspetto preoccupante: il 12% degli adolescenti, ovvero oltre un adolescente su 10 (circa 2 per ogni classe), è stato vittima della diffusione di materiale intimo e privato in rete e sui social network.
«Sono numeri apparentemente bassi, ma che in realtà sono allarmanti per le conseguenze che possono avere, talvolta anche tragiche, perché se tra quel materiale ci sono video intimi che li coinvolgono in atti sessuali, diventa una vergogna troppo grande, ingestibile da un punto di vista emotivo, che può portare a forti crisi depressive o a gesti estremi come il suicidio». «La piattaforma dei social network – continua la presidente – rimane il luogo preferito dai cyber-diffamatori, per prevaricare in maniera digitale i compagni più deboli (circa il 7%)».
Un altro numero allarmante è legato al sexting, cioè il fare sesso attraverso l’invio nelle chat di video o foto sessualmente espliciti che in un solo anno è passato dal 6,4% al 10%.
«Sta diventando – spiega Manca – una pratica sempre più diffusa di conquista dell’altro, di divertimento, di provocazione, di sesso, con ragazze che si espongono a rischi elevatissimi e adolescenti che creano addirittura database nei telefonini, che invece di scaricare foto ed immagini pornografiche, si inviano quelle delle compagne e delle amiche. A volte vengono inviate come una sorta di biglietto da visita, dove il corpo in qualche modo la fa sempre da sovrano, puntando sul sesso e sull’estetica. Questo significa che questi adolescenti sono potenzialmente tutti a rischio diffusione materiale intimo in rete, inconsapevoli delle reali conseguenze delle proprie azioni. La revenge porn è il problema del futuro, oggi siamo ancora ad un 5% delle adolescenti che si sono accorte di esserne state vittime, che sono comunque minacciate, a cui vengono chiesti anche favori sessuali in cambio di non diffondere quelle immagini». «I cellulari di troppi adolescenti sono a luci rosse, sono carichi di materiale intimo, sono bombe ad orologeria pronte a scoppiare in ogni momento, perché in rete basta una scintilla che l’effetto è spaventosamente dilagante e non arrestabile – conclude la presidente.
Malattie croniche e tumori, molte si potrebbero evitare mangiando sano
AlimentazioneUna buona salute dipende in gran parte dal un’alimentazione varia ed equilibrata, al contrario un’alimentazione scorretta aumenta in maniera esponenziale il rischio che possano insorgere molte malattie croniche. Il dato impressionante arriva dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che spiega come un terzo delle malattie cardiovascolari e dei tumori potrebbero essere evitati grazie a una equilibrata e sana alimentazione. Di cosa abbiamo bisogno per “funzionare” al meglio? Certamente di tutti i tipi di nutrienti, alcuni sono essenziali a sopperire il bisogno di energia, altri ad alimentare il continuo ricambio di cellule e altri elementi del corpo, altri a rendere possibili i processi fisiologici, altri ancora hanno funzioni protettive. Per questa ragione l’alimentazione deve essere quanto più possibile varia ed equilibrata.
Cereali
Grano, mais, avena, orzo, farro e gli alimenti da loro derivati (pane, pasta, riso) apportano all’organismo carboidrati, che rappresentano la fonte energetica principale dell’organismo, meglio se consumati integrali. Contengono inoltre vitamine del complesso B e minerali, oltre a piccole quantità di proteine.
Frutta e ortaggi
Sono una fonte importantissima di fibre, un elemento essenziale nel processo digestivo. Frutta e ortaggi sono inoltre ricchi di vitamine e minerali, essenziali nel corretto funzionamento dei meccanismi fisiologici. Contengono, infine, antiossidanti che svolgono un’azione protettiva.
Carne, pesce, uova e legumi
Questi alimenti hanno la funzione principale di fornire proteine, una classe di molecole biologiche che svolge una pluralità di funzioni. Partecipano alla “costruzione” delle diverse componenti del corpo, favoriscono le reazioni chimiche che avvengono nell’organismo, trasportano le sostanze nel sangue, sono componenti della risposta immunitaria: forniscono energia “di riserva”, aiutano l’assorbimento di alcune vitamine e di alcuni antiossidanti, sono elementi importanti nella costruzione di alcune molecole biologiche. Un insufficiente apporto di proteine può compromettere queste funzioni (per esempio si può perdere massa muscolare), ma un eccesso è altrettanto inappropriato: le proteine di troppo vengono infatti trasformate in depositi di grasso e le scorie di questa trasformazione diventano sostanze, che possono danneggiare fegato e reni. Le carni, in particolare quelle rosse, contengono grassi saturi e colesterolo. Pertanto vanno consumate con moderazione. Vanno consumati con maggior frequenza il pesce, che ha un effetto protettivo verso le malattie cardiovascolari (contiene i grassi omega-3) e i legumi, che rappresentano la fonte più ricca di proteine vegetali e sono inoltre ricchi di fibre.
Latte e derivati
Sono alimenti ricchi di calcio, un minerale essenziale nella costruzione delle ossa. E’ preferibile il consumo di latte scremato e di latticini a basso contenuto di grassi.
Acqua
Circa il 70% dell’organismo umano è composto di acqua e la sua presenza, in quantità adeguate, è essenziale per il mantenimento della vita. L’acqua è, infatti, indispensabile per lo svolgimento di tutti i processi fisiologici e delle reazioni biochimiche che avvengono nel corpo, svolge un ruolo essenziale nella digestione, nell’assorbimento, nel trasporto e nell’impiego dei nutrienti. È il mezzo principale attraverso cui vengono eliminate le sostanze di scarto dei processi biologici. Per questo, un giusto equilibrio del “bilancio idrico” è fondamentale per conservare un buono stato di salute nel breve, nel medio e nel lungo termine.
Sonno perso per il lavoro danneggia la salute in vecchiaia
News Presa, Prevenzione, Ricerca innovazioneLe ore di sonno perse per il lavoro possono causare danni alla salute. In sostanza gli uomini d’affari di mezza età che hanno lavorato più di cinquanta ore settimanali e riposato meno di quarantasette, nella vecchiaia hanno più probabilità di avere problemi di salute. Lo afferma uno studio canadese pubblicato su Age and Ageing e diffuso da Reuters Health. ”I risultati sono in linea con quello che avevamo ipotizzato, ma non eravamo sicuri che saremmo stati in grado di rilevare queste associazioni a lungo termine”, ha commentato l’autrice principale dello studio, Mikaela Birgitta von Bonsdorff dell’Università di Jyvaskyla. La ricerca è stata svolta utilizzando i dati dell’Helsinki Businessmen Study per studiare lo stato di salute di oltre 3.000 uomini bianchi nati tra il 1919 e il 1934. La metà avevano dato informazioni sul loro stato di salute, sulle loro abitudini lavorative e sulla durata del loro sonno nel 1974, quindi quando avevano circa 50 anni, e poi ancora nel 2000. Negli anni lavorativi, quindi, quasi la metà del gruppo originario ha avuto quello che i ricercatori considerano un normale orario di lavoro di meno di 50 ore alla settimana, mentre 352 uomini hanno lavorato più di 50 ore alla settimana. È emerso che gli uomini con un lungo lavoro e sonno breve o lungo lavoro e un sonno normale, durante la mezza età, avevano punteggi più scarsi di funzionamento fisico, vitalità e salute in generale rispetto a quelli con orario normale di lavoro e con un sonno normale. “Dormire poco aumenta lo stress e la tensione, che sono aspetti importanti della qualità della vita e i problemi di sonno potrebbero essere correlati a uno stile di vita non sano – ha commentato von Bonsdorff. “Dormendo poco, si verificano cambiamenti fisici, emotivi e cognitivi, oltre a una diminuzione della funzione immunitaria”, aggiunge Marco Tulio de Mello, Universidade Federal de Minas Gerais a Belo Horizonte (Brasile), non coinvolto nello studio. “Questo è uno studio interessante perché il follow-up è insolitamente lungo: 26 anni”, conclude Mika Kivimaki dell’University College di Londra, anch’egli non coinvolto nello studio.
Ci sono poi altri fattori frequenti che influiscono sulla qualità della salute, come le cattive abitudini di vita. Il fumo, ad esempio, spiega alcune associazioni con gli stati di salute in età avanzata.
Prostata, operarsi non significa rinunciare alla virilità
News PresaOperarsi alla prostata senza perdere la virilità. E’ questa la preoccupazione dei circa quattordicimila uomini (tra i 45 e i 75 anni) che in Italia che ogni anno subiscono una prostatectomia radicale, cioè l’asportazione completa della prostata. «Per la maggior parte di loro – spiega il professor Vincenzo Mirone, Segretario Generale della Società Italiana di Urologia – i chirurghi possono utilizzare una tecnica che permette di risparmiare, almeno in parte, i nervi coinvolti nell’erezione e dunque consente di riprendere in seguito una regolare attività sessuale». Fortunatamente il numero di questi interventi conservativi è in costante crescita, mentre si abbassa l’età media dei pazienti che, con analisi di screening precoce, individuano il tumore della prostata quando ancora localizzato.
Il professor Vincenzo Mirone
«Dopo l’intervento – riprende Mirone – è necessario assumere i farmaci per agevolare la dilatazione dei vasi sanguigni e l’ossigenazione dei corpi cavernosi del pene. Questi farmaci sono fondamentali, soprattutto se dati nel più breve tempo possibile, per consentire al paziente la ripresa di una vita sessuale attiva e soddisfacente. E, nella maggioranza dei casi, il loro aiuto resta indispensabile anche negli anni successivi».
In questo senso è una buona notizia l’inserimento di una nota pillola per la disfunzione erettile prodotta da un’azienda italiana in fascia A (con la nota 75). Il farmaco è perciò rimborsato dal Servizio Sanitario Nazionale a tutti gli uomini con difficoltà erettili a seguito di un intervento di prostatectomia radicale con risparmio dei nervi.
Cenare con la TV accesa aumenta rischio obesità
Alimentazione, News Presa, PrevenzioneAbitudine ricorrente in molte case italiane è quella di accendere la TV durante la cena. Ma secondo un recente studio statunitense, le famiglie che consumano il pasto guardando la televisione tendono a mangiare cibo meno salutare e a godersi meno i pasti rispetto a quelle che la lasciano spenta.”I pasti in famiglia proteggono la salute dei bambini sotto molti aspetti”, ha affermato l’autrice principale dello studio, Amanda Trofholz, “i genitori possono prendersi questo momento per controllare i figli e educarli a porsi dei limiti nell’alimentazione. Avere la televisione accesa durante il pasto potrebbe ridurre l’opportunità di questo contatto tra i membri e mitigarne gli effetti protettivi”.
Lo studio, pubblicato su Appetite, è stato ripreso da Reuters Health.
Per indagare il legame tra l’uso della TV durante i pasti e i fattori di rischio per obesità infantile, il team di ricercatori ha analizzato registrazioni video di 120 famiglie con un bambino dai 6 ai 12 anni. Le famiglie sono state reclutate presso strutture di assistenza primaria di Minneapolis tra il 2012 e il 2013 e provenivano da gruppi minoritari e a basso reddito.Le famiglie partecipanti hanno registrato due dei loro pasti utilizzando un iPad e hanno riferito al team di ricerca cosa avevano mangiato e quanto avevano goduto del pasto. I ricercatori hanno valutato quanto fossero salutari i pasti, l’uso o meno della televisione e l’atmosfera emotiva del momento. Solo un terzo delle famiglie ha lasciato la televisione spenta durante entrambi i pasti registrati. Circa un quarto l’ha avuta accesa per un solo pasto e il 43% per entrambi. Dai risultati emerge che le famiglie che non hanno visto la tv durante i pasti hanno mangiato cibi molto più salutari rispetto alle altre. Anche quelle con la televisione accesa, ma di sottofondo, hanno consumato alimenti più sani rispetto alle famiglie che hanno guardato attivamente la tv mentre mangiavano. In particolare, quelle con la tv accesa hanno anche consumato cibi veloci per cena molto più spesso dei nuclei familiari che l’hanno tenuta spenta. La stessa regola non vale per i bambini: infatti nelle famiglie dove si guarda la tv non hanno più probabilità di essere sovrappeso o obesi rispetto a quelle che durante i pasti la tengono spenta.
La salute degli italiani, tra inquinamento e stili di vita
News Presa, PrevenzioneCosa incide più sulla salute, l’inquinamento ambientale o gli stili di vita sbagliati? Una domanda sempre più pressante nella mente di moltissimi cittadini, bombardarti ogni giorno da allarmi di ogni genere da tv e giornali. Trovare una risposta che valga per tutti non è facile, anzi è praticamente impossibile, ma vale la pena soffermarsi su alcuni dati che fanno riflettere e che ci dicono che spesso ci si preoccupa molto delle cose sbagliate.
Fattori di rischio
In Italia, questo lo dicono in pochi perché forse non fa notizia, l’80 per cento delle malattie è legato a quattro fattori: fumo di sigaretta, scarsa attività fisica, abuso di alcol e cattiva alimentazione. Questi quattro fattori sono responsabili, singolarmente o associati tra loro, dell’80 per cento dei decessi. Cosa significa tutto questo? Che gli stili di vita contano, e addirittura sono determinanti. Il rischio di ammalarsi, inoltre, aumenta esponenzialmente quando più abitudini insane si uniscono tra loro. Verrebbe da dire che in questo senso due più due non fa mai quattro, il rischio cresce in modo esponenziale.
La cultura della salute
Quello che certamente in Italia è ancora molto carente è la cultura del benessere. Molto si fa, ma si potrebbe fare di più per la cura della salute. A partire dalla scuola, che dovrebbe essere protagonista nell’instillare nei ragazzi pratiche sane. A proposito di giovani, uno dei problemi in crescita è quello legato alla dieta. Moltissimi sono gli italiani che hanno cambiato le proprie abitudini alimentari abbandonando i dettami della Dieta Mediterranea, ed è triste dirlo in parte questo anche a causa della crisi economica, perché i cibi insalubri sono spesso anche i meno costosi.
Esercizio fisico, anche moderato, allontana infarto e ictus
News Presa, Prevenzione, SportMontereal – Non è necessario fare programmi di allenamento intensivi per preservare la salute del proprio cuore, basta anche un po’ di modesto esercizio. A rivelarlo è una ricerca realizzata da un gruppo di ricercatori canadesi, i cui risultati sono stati pubblicati sul Journal of Cardiopulmonary Rehabilitation and Prevention. Lo studio ha evidenziato come per ridurre efficacemente i numerosi fattori di rischio che incidono sulla salute del muscolo cardiaco sia sufficiente una costante attività motoria, anche moderata. Per misurare l’impatto della forma fisica sui fattori di rischio di malattie cardiache, i ricercatori hanno selezionato 205 uomini e 44 donne con malattie cardiache, tra cui malattia coronarica, ictus, insufficienza cardiaca congestizia, e le malattie delle valvole cardiache, e li hanno sottoposti ad uno stress test per determinare il loro livello di forma fisica. I risultati hanno mostrato che una attività fisica anche al di sotto della media degli esercizi normalmente effettuati, offre benefici alla salute per cinque degli otto fattori di rischio considerati. Anche un piccolo impegno, insomma, come fare una passeggiata quotidianamente, aiuta a tutelare la salute del proprio cuore ad ogni età.
Inoltre, anche la dieta alimentare, insieme all’esercizio fisico, può fare moltissimo per prevenire infarto e ictus. Un pasto troppo abbondante, ad esempio, aumenta enormemente il lavoro del cuore, sia per fattori meccanici, dati dall’espansione dello stomaco, sia per il minor apporto di sangue al miocardio (il flusso ematico si concentra a livello degli organi digestivi). Gli esperti consigliano sempre di consumare pasti piccoli e frequenti, cominciando con una sana colazione al mattino ed evitando le abbuffate (anche quelle occasionali).
Con bibite gassate, anche ‘diet’, raddoppia rischio diabete
Alimentazione, News Presa, PrevenzioneDa quelle a basso contenuto di zucchero a quelle Zero, light o diet: le bibite gassate in commercio sono tante e di ogni tipo. Se il problema, però, è il rischio di sviluppare il diabete, tutte le bevande gassate, incluse quelle zuccherate artificialmente, possono raddoppiarlo. Inoltre innalzano anche il rischio di una malattia autoimmune tipica degli adulti. Lo rileva una ricerca pubblicata sull’European Journal of Endocrinology, secondo cui basta una lattina e mezza al giorno per avere il doppio del rischio.
Lo studio del Karolinska Institute ha esaminato i dati di 2800 persone, verificando i loro consumi di bibite gassate e lo stato di salute. Le persone che bevono più di due porzioni da 200 millilitri al giorno, scrivono gli autori, hanno un rischio 2,4 volte maggiore di avere il diabete di tipo 2 rispetto a chi non ne beve, e aumenta anche quello di sviluppare una malattia autoimmune chiamata Lada che ha caratteristiche simili al diabete. Per le persone, invece, che ne consumano un litro al giorno il rischio è maggiore di dieci volte. «I dolcificanti artificiali nelle bevande ‘diet’ potrebbero stimolare un appetito ‘distorto’, con un aumento dell’assunzione di cibo. Potrebbero anche influire sulla flora batterica intestinale, portando ad una intolleranza al glucosio – rivelano i ricercatori che proseguiranno lo studio con i dati di otto diversi paesi, per verificare se l’effetto rimane. «Stiamo anche studiando come contrastare questo effetto» spiega l’autrice principale, Josefin Edwall Lofvenborg «per esempio con l’assunzione di omega 3».