Tempo di lettura: 2 minutiSi può esse madri oltre il tumore, ed è per questo che l’università Vanvitelli di Napoli ha scelto di dare vita ad un nuovo servizio del polo ostetrico-ginecologico che aiuta le donne, appunto, a realizzare il proprio sogno di maternità nonostante la malattia. A fronte del costante aumento del numero di persone che si ammalano di cancro, i programmi di prevenzione e diagnosi precoce e le nuove terapie mediche e chirurgiche consentono tassi sempre maggiori di guarigione e sopravvivenze sempre più lunghe. Aumenta così il numero di donne in età riproduttiva che affrontano e superano il percorso di cure oncologiche: per queste, oltre all’obiettivo prioritario della guarigione dal tumore, è doveroso considerare e rispettare il loro desiderio riproduttivo.
Presa in carico
I temi da affrontare in una donna malata di cancro che pensa a un progetto genitoriale sono diversi e complessi. Finora la donna è andata in centri, anche d’eccellenza, che però hanno affrontato le singole problematiche: la terapia del tumore, la preservazione della fertilità, o la gestione della gravidanza. La migliore offerta assistenziale è invece la creazione di un unico centro che ha la capacità di fornire risposte organiche e complessive a tutte le problematiche, dalla scelta terapeutica, alla preservazione della fertilità, alla programmazione della gravidanza, al seguire la gravidanza ed infine ai controlli post-partum. Tutto questo è possibile in una struttura di riferimento nella quale operi, in maniera integrata, un’equipe multidisciplinare costituita da tutte le figure professionali necessarie per far sì che la donna possa condividere i suoi timori, contenere le angosce, ricevere comprendere ed elaborare informazioni corrette ed esaurienti per compiere scelte consapevoli nel complesso percorso che va dalla preservazione della fertilità fino all’espletamento del parto: il ginecologo esperto in medicina della riproduzione e in oncologia ginecologica, l’embriologo, l’oncologo medico, l’andrologo, l’urologo, lo psicologo, il chirurgo.
Eccellenza
Il centro, diretto da Nicola Colacurci, è rivolto quindi sia a donne con diagnosi di tumore prima di iniziare le terapie oncologiche, sia a donne in gravidanza con diagnosi di tumore in atto, sia a donne guarite dal tumore con desiderio riproduttivo, e ha lo scopo di fornire innanzitutto un punto di riferimento per tutte i quesiti della donna e della coppia rispetto ai temi dell’impatto delle terapie oncologiche sulla fertilità e sull’eventuale gravidanza in atto, della strategie per preservare la fertilità, del timing riproduttivo; ma anche di offrire le professionalità e le tecnologie più avanzate per la preservazione fertilità (crioconservazione liquido seminale, crioconservazione ovociti, crioconservazione tessuto ovarico), per la chirurgia “fertility sparing”, per la gestione del tumore nella gravidanza e della gravidanza dopo il tumore, per i controlli oncologici dopo la gravidanza. Insomma, una nuova realtà assistenziale di conforto e speranza per tutte le donne che si sono ammalate, ma che non vogliono abbandonare il progetto di essere «Madri oltre il tumore».
House Hospital, nasce un polo per la salute
News PresaÈ un polo dedicato alla salute, alla prevenzione e alla formazione, quello nato a Lusciano per volontà del direttore generale di House Hospital onlus Sergio Canzanella. Un centro d’eccellenza che si è arricchito con la nascita della sezione provinciale della Fondazione AdAstra (anche questa sarà affidata alle cure del dg Canzanella). «Sarà uno strumento in più – spiega – che avremo a disposizione per essere al fianco dei cittadini».
Un nuovo progetto
Il primo esempio concreto di questo impegno sarà proprio nel campo della salute. «Un’ex caserma di Napoli – annuncia Canzanella – verrà riconvertita per dare vita ad un Polo della salute al servizio delle fasce meno abbienti e dei militari. Una grande occasione per Napoli, e un supporto in più ai cittadini, che oggi hanno molte difficoltà ad accedere alle cure a causa di lunghe liste d’attesa e disservizi. La struttura sarà pronta in pochi mesi e avrà, oltre agli ambulatori, anche una vera e propria sala operatoria che sarà impiegata per piccoli interventi chirurgici». Ad Astra si occuperà della gestione della struttura, sulla scorta di un’esperienza ormai consolidata. Dal 2012 AdAstra promuove e realizza sul territorio iniziative a favore dei giovani e delle famiglie in condizioni di disagio sociale economico, occupazionale e a rischio di marginalità e favorisce l’istruzione e la formazione per l’inserimento nel mondo del lavoro.
Obiettivo salute
Improntate alla salute anche molte altre delle iniziative che sono state presentate alla presenza, tra gli altri, di Gaetano D’Onofrio direttore sanitario dell’azienda ospedaliera Federico II di Napoli, della senatrice Sandra Lonardo Mastella, di Massimiliano D’Aiuto dell’Underforty e dell’avvocato e presidente di AdAstra Luciano Lepre. Annunciata la nascita della sede campana dell’Istituto italiano di projec management, che sarà il luogo dove si certificherà la formazione dei manager pubblici (direttori generali) chiamati a dirigere le strutture sanitarie campane. Alla qualificazione dei manager è improntata l’attività della Scuola di Alta Formazione e perfezionamento che vedrà assieme House Hospital onlus, Percorsi per crescere onlus e l’Accademia della conoscenza sulla base dell’autorizzazi di Agenas. Tra le tante iniziative messe in campo da House Hospital anche l’Osservatorio Regionale per le cure domiciliari in Campania, il servizio Pronto Care e l’Osservatorio Regionale per il monitoraggio dei disturbi dello spettro autistico.
Talassemia, migliora la qualità e l’aspettativa di vita
News PresaMolti la conoscono come “anemia mediterranea”, i più come talassemia, ma al di là del nome che le si vuole dare, questa malattia sta fortunatamente conoscendo un periodo di grandi novità per i pazienti. Negli ultimi decenni, l’evoluzione nell’approccio diagnostico e terapeutico ha portato ad un significativo aumento dell’aspettativa di vita dei pazienti, allungandola rispetto ai soli 10 o 15 anni previsti negli anni ‘70-‘80. Aspetto importante che, di conseguenza, ha permesso ai pazienti di pianificare una vita normale e crearsi una una famiglia. L’ereditarietà della malattia è ancora una criticità da non sottovalutare se si considera che, nelle coppie a rischio, 1 bambino su 4 può nascere talassemico.
Malattia del sangue
Stando alle ultime stime, la talassemia interessa circa 7.000 persone in Italia, con particolare diffusione nelle aree mediterranee. Si tratta di una patologia del sangue che influisce sulla produzione di emoglobina – cioè la molecola che si occupa di trasportare ossigeno e anidride carbonica nell’organismo – determinando nei pazienti anemia cronica di gravità variabile.
Terapia
Per poter correggere l’anemia cronica che caratterizza questa patologia, i pazienti devono ricevere periodicamente, ogni 15-20 giorni circa, un adeguato supporto trasfusionale. E’ quella che si definisce una malattia multisistemica, poiché coinvolge tutto l’organismo. Anche se oggi, fortunatamente, si può dire che la talassemia ha una prognosi aperta, grazie alla continuità trasfusionale e all’approccio terapeutico, a base di farmaci ferrochelanti orali. Infatti la terapia salvavita comporta inevitabilmente un accumulo di ferro nell’organismo, che deve essere gestito, appunto, attraverso l’avvio di una terapia ferrochelante.
Alimentazione
Oggi i pazienti talassemici possono migliorare la loro qualità di vita prestando attenzione, come tutti, agli aspetti nutrizionali, un’adeguata attività fisica e un corretto stile di vita. Per un individuo talassemico un regime alimentare adeguato è molto importante. A causa delle frequenti trasfusioni di sangue, il ferro viene assorbito in quantità molto alte dall’organismo, mentre una parte minore viene assorbita dai cibi. Per questo è cruciale seguire un’alimentazione corretta, conoscendo i cibi che contengono più ferro rispetto ad altri.
Emilia Romagna: 1,7mln per progetti ambito sociale. Bando scade 14 luglio
Economia sanitariaUn bando da oltre 1,7 milioni di euro per la realizzazione di progetti in ambito sociale. Lo ha approvato la Giunta regionale dell’ Emilia Romagna: si va dall’assistenza socio-sanitaria all’inclusione sociale delle persone disabili e non autosufficienti, dall’integrazione dei migranti all’inserimento lavorativo delle fasce deboli della popolazione. E, ancora, dagli interventi a favore dei cittadini che vivono in povertà assoluta o senza fissa dimora, fino al coinvolgimento degli anziani isolati, in attività di socializzazione.
La Regione Emilia Romagna ha ripartito i fondi – che il governo ha messo a disposizione delle regioni per interventi innovativi nel Terzo settore – in base al numero dei residenti. A Bologna andranno 391.500 euro; Modena 272.400; Reggio-Emilia 206.700; Parma 156.200; Forlì-Cesena 153.000; Ravenna 152.100; Ferrara 135.500; Rimini 130.900; Piacenza 128.700 euro.
Non è stato stabilito un numero di progetti, che potrà variare in base alle risorse disponibili. Il finanziamento per ciascuno, realizzabile da organizzazioni di volontariato e da associazioni di promozione sociale, non potrà essere inferiore a 12 mila euro né superare l’importo di 22.500 euro.
I progetti e la richiesta di contributi possono essere presentati tramite procedura indicata alla pagina https://bit.ly/2KvsZHN del sito web ERsociale e utilizzando, obbligatoriamente, la modulistica allegata. Il bando scade alle ore 12 del 14 luglio 2018.
“Quello del Terzo settore è un mondo variegato fatto da tantissime piccole realtà capillarmente radicate sul territorio, il cui ruolo è fondamentale nel raccogliere e rispondere ai bisogni della cittadinanza, soprattutto di quella più fragile come i bambini e gli anziani”, ha affermato la vicepresidente della Regione e assessore al Welfare Elisabetta Gualmini.
Visite dermatologiche gratuite, aspettando «l’Atelier»
PrevenzioneNon solo visite gratuite e prevenzione, che resta comunque il nocciolo duro dell’iniziativa, ma anche informazione e sensibilizzazione. Continuano gli open day del progetto «Atelier della Salute: esperienze, percorsi, soluzioni per vivere…meglio», promossa dalla Scuola di Medicina e Chirurgia e dall’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II, la cui seconda edizione è in programma venerdì 21 e sabato 22 settembre 2018.
Visite dermatologiche
Il prossimo appuntamento è intanto sabato 19 maggio con le visite dermatologiche gratuite dedicate alla prevenzione delle malattie cutanee e dei rischi della sfera genitale che saranno effettuate presso la Dermatologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II (edificio 10, II piano – Via Sergio Pansini, 5), dalle 9.30 alle 12.30. Saranno erogate massimo 100 (cento) visite per le quali non è necessaria la prenotazione.
Promuovere salute
Si tratta del quarto incontro, promosso e organizzato dalla Scuola di Specializzazione in Dermatologia e Venereologia della Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università Federico II di Napoli, diretta da Gabriella Fabbrocini e dalla UOC di Dermatologia del Policlinico Federico II, diretta da Mario Delfino, nell’ambito di un ciclo di open-day dedicato alla prevenzione della malattie e alla promozione della salute nell’area della dermatologia.
Mal di testa, nuove cure in arrivo. Sabato porte aperte nei centri di cura
News PresaInserita dall’Oms fra le prime 10 cause al mondo di disabilità, il mal di testa, solo in Italia, colpisce oltre 26 milioni di persone. Alla cefalea e le sue tante forme è dedicata la Giornata nazionale del mal di testa, prevista per sabato 19 maggio e il cui tema di quest’anno sarà ‘Dai una spallata al tuo dolore’. La Società italiana di neurologia (Sin) e l’Associazione neurologica Italiana per la ricerca delle Cefalee (Anircef) partecipano alla giornata con numerose iniziative presso i centri specializzati nella cura delle cefalee. Da Nord a Sud i Centri apriranno le porte per fornire informazioni precise su cosa fare quando il mal di testa diventa un compagno ingombrante. Gli esperti faranno chiarezza sulla diagnostica, sull’epidemiologia e sulle reali possibilità di cura che spesso i pazienti non conoscono. “Fare corretta informazione, creando una cultura della patologia, è fondamentale – sottolinea Gianluigi Mancardi, presidente della Sin – Con questa iniziativa vogliamo ribadire l’importanza di un paziente informato, che sappia a chi rivolgersi e dove farsi curare. Avere una diagnosi precisa così come risolvere o curare al meglio il problema deve essere il primo obiettivo comune, sia del paziente che dello specialista che lo ha in cura”.
Talvolta il mal di testa può essere sintomo di altre patologie, come ad esempio ipertensione o sinusite, altre volte invece è a sé stante e non ha altre cause (le cosiddette cefalee primarie). Negli ultimi anni sono stati fatti passi avanti nella diagnostica e nella terapia delle forme morbose, ma è necessaria una diagnosi corretta e precisa, perché ogni tipo di cefalea richiede una specifica terapia.
“La Giornata nazionale del mal di testa – aggiunge Fabio Frediani, Presidente Anircef – arriva in un periodo in cui si inizia a vedere all’orizzonte una nuova e molto promettente possibilità di cura. È imminente l’immissione sul mercato di nuove molecole, gli anticorpi monoclonali, pensate per bloccare l’attività di una piccola proteina responsabile dello scatenamento degli attacchi di emicrania. I risultati dei primi studi sperimentali sembrano essere molto promettenti”.
Istat, l’Italia invecchia. Ogni 100 giovani 170 anziani
AnzianiIn Italia ad oggi, ogni 100 giovani si contano 170 anziani. Ma da qui a pochissimi anni nel Bel Paese, per ogni 100 giovani ci saranno ben 217 anziani. A rivelarlo è Giorgio Alleva, presidente dell’ Istat che in mattinata ha presentato alla Camera dei deputati il suo ventiseiesimo rapporto annuale. Un rapporto – spiega il presidente di Montecitorio Roberto Fico – che servirà a indirizzare le politiche del nuovo governo. C’è molto da fare, insomma, sia sul fronte del lavoro, che dello sviluppo e delle diseguaglianze sociali.
Le reti sociali. Vengono chiamate ‘reti’ nel rapporto Istat e sono quelle che fanno da ciambella nelle vite quotidiane di tutti gli italiani. Ognuno di noi ha in media una rete costituita da 5,4 parenti stretti e 1,9 parenti, in genere. A queste si aggiungono gli amici e i legami associativi. Purtroppo, ci sono anche 3 milioni di persone in Italia con più di 14 anni che dichiarano di non avere una rete di amici, nè di sostegno, nè di una rete di volontari organizzati.
Aumenta il lavoro, ma solo al nord. L’ Istat segnala che nel 2017, per il secondo anno consecutivo, in Italia aumentano gli occupati giovani, la fascia tra i 15 e i 34 anni (+0,9). In generale il tasso di occupazione cresce per tutte le classi di età (sebbene di poco). Il dato positivo però non non riguarda il mezzogiorno, dove permane un saldo occupazionale negativo rispetto al 2008 di 300 mila unità (-4,8%).
Internet, lo usano ancora in pochi. L’Italia è un fanalino di coda in Europa, con soltanto il 69 per cento di utenti regolari tra i 16 e i 74 anni.
Chi legge i libri? I più grandi fruitori di biblioteche sono i Millennials più giovani. La fascia di età dei ragazzi della scuola media rappresenta il 42% dei frequentatori delle biblioteche. I libri pubblici sono letti anche dai ragazzi fino a 24 anni (oltre il 30%).
Il teatro e la malattia, in scena «I fuori sede»
Associazioni pazientiOtto ragazzi, otto universitari strappati alla quotidianità dalla malattia. Nel gruppo degli otto, infatti, a uno di loro è stato diagnosticato un tumore. «I fuori sede» è uno spettacolo teatrale che porta sul palco studenti e pazienti, con l’obiettivo di dare voce a oltre 3 milioni di italiani che hanno ricevuto una diagnosi di cancro. Realizzato dall’associazione Pancrazio, andrà in scena al Quirino di Roma il 19 maggio e sarà riproposto anche a Milano, Napoli e Catania.
Teatro dei sentimenti
Presentata al Ministero della Salute, l’opera – scritta da Maria Teresa Carpino in collaborazione con Gigi Palla – è ispirata alla storia di Giacomo Perini, ragazzo colpito a soli 18 anni da un osteosarcoma e che, sul palco, interpreta se stesso. «Rivivere attraverso il teatro quei tragici momenti è un’esperienza emozionante. Spero – racconta – che grazie a questo spettacolo molti ragazzi della mia età acquistino maggiore consapevolezza sul cancro».
Studenti in scena
A interpretare la pièce sono gli studenti dell’associazione Pancrazio, molti dei quali iscritti proprio alla Facoltà di Medicina. Gli studi di medicina, spiega Francesco Bugamelli, attore e presidente dell’associazione, «sono troppo poco aperti verso quello che per noi, in realtà, fa parte del mestiere del medico, ovvero sapersi relazionare col paziente». Di qui l’idea dei «Fuori sede», che rientra nel più ampio progetto «I Racconti di vita», una campagna di sensibilizzazione su patologie oncologiche attraverso il teatro.
Medicina narrativa
Lo spettacolo, che vedrà sul palco anche pazienti raccontare la propria storia, è una delle tante declinazioni della medicina narrativa, disciplina che mira a usare la narrazione per migliorare la relazione tra chi cura e chi è curato. «Siamo riusciti ad affinare diagnosi e terapie. Ma questo va bilanciato con un’attività come la medicina narrativa che, come abbiamo dimostrato, può avere effetto positivo se unita alle cure specifiche contro i tumori e diventare vera e propria arma terapeutica». A dirlo è Francesco Cognetti, oncologo e presidente della Fondazione Insieme contro il cancro.
«Ascoltare il paziente non è qualcosa di altro dalla professione medica, bensì parte integrante. E’ entrare in una dimensione di dialogo che può potenziare la risposta delle cure», ricorda Antonio Virzì, fondatore della Società Italiana di Medicina Narrativa (Simen). Non solo. «Imparare a raccontarsi fa bene ai pazienti perché li aiuta a tirare fuori le emozioni, ma aiuta anche superare lo stigma che ancora permane intorno a loro. Per questo siamo stati entusiasti di supportare questo progetto», conclude Elisabetta Iannelli, segretario Federazione delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (Favo).
Obesità, ecco il reality made in Campania
News PresaL’obesità va in prima serata con le vite al limite di Rosarita (242 kg), Pasquale (312 kg), Maria Elena (252 kg), Giovanni (277 kg), Costanza (248 kg) e Raffaele (256 kg). Sono loro i sei protagonisti de «La clinica per rinascere -Obesity center Caserta», nuovo format originale prodotto da Endemol Shine Italy S.p.A con la collaborazione di Pesci Combattenti S.r.l per Discovery Italia. La serie ha preso il via lunedì 7 maggio, alle 21:10 su Real Time e non è un caso che sia girata a Caserta. Visto che proprio il dipartimento di chirurgia della clinica Pineta Grande di Castel Volturno è oggi un polo di riferimento per gli interventi di chirurgia bariatrica, e visto che la Campania è tra le regioni più «grasse» d’Italia.
Sei episodi
Ogni puntata è dedicata ad un protagonista, la storia di una persona obesa che ha deciso di prendere in mano la propria vita e cambiarla, tornando a un peso normale. Per questo si affidano al dottor Cristiano Giardiello, direttore del dipartimento di Chirurgia. Durante il percorso la vita dei protagonisti verrà costantemente documentata dalle telecamere e loro stessi racconteranno il loro percorso attraverso i videoselfie che invieranno al dottor Giardiello, il chirurgo che offrirà loro la possibilità di rinascere con un intervento di riduzione dello stomaco, e alla sua équipe, composta anche da una psicologa e da una dietista.
I dati
Dall’80 ad oggi l’obesità è triplicata e nei prossimi dieci anni si prevede un ulteriore aumento, verificando i dati di ‘Okkio alla Salute’ che già indicano in Campania il 46% di sovrappeso e obesi è facile prevedere che entro il 2020 più di un campano su due sarà a rischio andando ad aggravare la situazione già disastrosa per i cittadini campani che detengono il record negativo sia tra gli adulti che tra i minori e si può prevedere una mortalità maggiore per questi motivi. E ad aggravare la situazione diventa sempre più difficile curarsi perché l’ultimo decreto regionale (decreto n° 4 del 17/01/2018) ha contribuito a rendere ancora più difficile la fruibilità di pacchetti ambulatoriali complessi per l’obesità.
La maternità al di là del tumore
News PresaSi può esse madri oltre il tumore, ed è per questo che l’università Vanvitelli di Napoli ha scelto di dare vita ad un nuovo servizio del polo ostetrico-ginecologico che aiuta le donne, appunto, a realizzare il proprio sogno di maternità nonostante la malattia. A fronte del costante aumento del numero di persone che si ammalano di cancro, i programmi di prevenzione e diagnosi precoce e le nuove terapie mediche e chirurgiche consentono tassi sempre maggiori di guarigione e sopravvivenze sempre più lunghe. Aumenta così il numero di donne in età riproduttiva che affrontano e superano il percorso di cure oncologiche: per queste, oltre all’obiettivo prioritario della guarigione dal tumore, è doveroso considerare e rispettare il loro desiderio riproduttivo.
Presa in carico
I temi da affrontare in una donna malata di cancro che pensa a un progetto genitoriale sono diversi e complessi. Finora la donna è andata in centri, anche d’eccellenza, che però hanno affrontato le singole problematiche: la terapia del tumore, la preservazione della fertilità, o la gestione della gravidanza. La migliore offerta assistenziale è invece la creazione di un unico centro che ha la capacità di fornire risposte organiche e complessive a tutte le problematiche, dalla scelta terapeutica, alla preservazione della fertilità, alla programmazione della gravidanza, al seguire la gravidanza ed infine ai controlli post-partum. Tutto questo è possibile in una struttura di riferimento nella quale operi, in maniera integrata, un’equipe multidisciplinare costituita da tutte le figure professionali necessarie per far sì che la donna possa condividere i suoi timori, contenere le angosce, ricevere comprendere ed elaborare informazioni corrette ed esaurienti per compiere scelte consapevoli nel complesso percorso che va dalla preservazione della fertilità fino all’espletamento del parto: il ginecologo esperto in medicina della riproduzione e in oncologia ginecologica, l’embriologo, l’oncologo medico, l’andrologo, l’urologo, lo psicologo, il chirurgo.
Eccellenza
Il centro, diretto da Nicola Colacurci, è rivolto quindi sia a donne con diagnosi di tumore prima di iniziare le terapie oncologiche, sia a donne in gravidanza con diagnosi di tumore in atto, sia a donne guarite dal tumore con desiderio riproduttivo, e ha lo scopo di fornire innanzitutto un punto di riferimento per tutte i quesiti della donna e della coppia rispetto ai temi dell’impatto delle terapie oncologiche sulla fertilità e sull’eventuale gravidanza in atto, della strategie per preservare la fertilità, del timing riproduttivo; ma anche di offrire le professionalità e le tecnologie più avanzate per la preservazione fertilità (crioconservazione liquido seminale, crioconservazione ovociti, crioconservazione tessuto ovarico), per la chirurgia “fertility sparing”, per la gestione del tumore nella gravidanza e della gravidanza dopo il tumore, per i controlli oncologici dopo la gravidanza. Insomma, una nuova realtà assistenziale di conforto e speranza per tutte le donne che si sono ammalate, ma che non vogliono abbandonare il progetto di essere «Madri oltre il tumore».
Laurea conseguita in carcere. Il premio “Sulle Ali della Libertà”
News PresaSi chiama “Sulle ali della libertà“, la prima edizione del premio nazionale nato per promuovere la cultura negli istituti di pena. Oggi le ministre Fedeli e Lorenzin consegnano il premio al detenuto della Casa circondariale di Rebibbia per aver conseguito in carcere la laurea in Antropologia Culturale e il dottorato in Teoria e ricerca sociale.
L’evento è promosso e ideato dall’Associazione Isola Solidale, che a Roma da oltre 50 anni accoglie i detenuti (grazie alle leggi 266/91, 460/97 e 328/2000) che si trovano agli arresti domiciliari, in permesso premio o che, giunti a fine pena, si ritrovano privi di riferimenti familiari e in stato di difficoltà economica. Una laurea o una specializzazione sono un’ottima opportunità da cui ripartire.
L’iniziativa, che ha ottenuto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la Medaglia di rappresentanza, riconoscimento che viene attribuita a iniziative ritenute di particolare interesse culturale, scientifico, artistico, sportivo o sociale, è patrocinato dal Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, Ministero di Grazia e Giustizia, Ministero della Salute, dalla Regione Lazio, dalla Comunità ebraica di Roma, da Roma Capitale, dalle ACLI di Roma, dal Coordinamento nazionale degli Operatori per la Salute nelle Carceri Italiane (Co.N.O.S.C.I.), dalla Fondazione Ozanam, dall’associazione Antigone e da FIDU (Federazione Italiana Diritti Umani).