Tempo di lettura: 3 minutiL’Italia è invasa da farmaci contraffatti, venduti spesso usando internet. A rivelarlo sono i quasi 18 mila controlli, per oltre 2,4 milioni di confezioni e 4 milioni di fiale o compresse sequestrati, oltre 200 persone arrestate e 3.200 denunciate, quasi 2 mila segnalate e 4.600 sanzioni amministrative comminate. Sono i numeri di quattro anni di lavoro (2013-2017) dal comando dei Carabinieri per la tutela della salute cui si sommano altri 7 mila interventi di controllo nel 2018. Numeri enormi, che vedono spiccare per tipologia i farmaci per la disfunzione erettile o altre problematiche della sfera sessuale maschile.
Impotenza
Secondo l’AIFA, la tipologia di farmaci che sono stati più oggetto di sequestri in Italia, è quella per il trattamento delle disfunzioni erettili (60/70 per cento del totale) e quelli con tossine botuliniche, oltre all’uso di integratori alimentari per celare la presenza illecita di principi attivi farmaceutici. Un problema economico rilevantissimo – secondo l’OCSE dopo quello dell’abbigliamento il settore più colpito è proprio quello dei farmaci – e un fenomeno che appartiene all’economia sommersa di tipo criminale, dunque difficile da quantificare in modo esatto. I sequestri, infatti, si inseriscono solo in una piccola parte del mercato. Secondo il Consiglio d’Europa il commercio di farmaci contraffatti supera di 25 volte quello delle sostanze stupefacenti. Ma anche un problema di salute per coloro che ne fanno uso, affidandosi necessariamente a canali distributivi non verificati, al web, al mercato nero. Nel suo recente rapporto “Illicit Trade: Converging Criminal Networks” (2016), si scopre che il 32% dei farmaci contraffatti non contiene principi attivi, il 20% ne contiene in quantità non corrette, il 21.4% è composto da ingredienti sbagliati, il 15.6% ha corrette quantità di principi attivi ma un packaging falso, l’8.5% contiene alti livelli di impurità e contaminanti.
L’iniziativa
Sono questi solo alcuni dei dati presentati oggi a Roma, proprio durante la settimana nazionale contro la contraffazione, in occasione della nuova campagna “LA TUA SALUTE VALE DI +” voluta dalla Società Italiana di Urologia per sensibilizzare i cittadini e contrastare questo fenomeno partendo dalla fonte, l’acquirente, con una serie di iniziative tradizionali e social. Sarà distribuito nelle farmacie e nei centri di urologia che collaborano con la SIU un opuscolo che contiene un decalogo di comportamento molto chiaro e altre importanti informazioni. Le stesse informazioni saranno disponibili anche in digitale, sul sito www.siu.it e sui profili Twitter (SIU_Italia) e Facebook (societaitalianadiurologia), dove proseguirà la campagna social già iniziata. «La Società Italiana di Urologia ha deciso di prendere una posizione forte sul tema della contraffazione per sensibilizzare la popolazione sui pericoli legati all’acquisto dei farmaci attraverso canali non ufficiali e senza il consiglio dello specialista», spiega Walter Artibani, segretario generale della SIU.
Salute pubblica
«I farmaci contraffatti o falsificati – precisa Vincenzo Mirone, responsabile comunicazione della SIU – costituiscono un grave rischio per la salute pubblica. Esistono prodotti senza principi attivi, con costituenti diversi da quanto dichiarato, con preparazioni inadeguate per dosaggi, formulazioni e principi. Nel migliore dei casi questi farmaci contengono un principio attivo senza alcuna efficacia, ma nella maggior parte dei casi il farmaco falsificato ha un’azione che consente di imitare almeno in parte gli effetti del prodotto originale, così che il consumatore non si accorga immediatamente del falso e il mercato possa sostenersi e proseguire nel tempo. Ma in molti casi questi farmaci contengono elementi pericolosissimi per la salute: le analisi svolte sui prodotti sequestrati hanno consentito per esempio di trovare vernici stradali e gesso, in alcuni casi sono state trovate tracce di arsenico e veleno per topi. Inoltre, quasi sempre, i dosaggi sono variabili da una compressa all’altra e si passa da pillole senza principio attivo ad altre che ne possono contenere il doppio del dovuto. Non vanno infine sottovalutati i rischi che possono derivare da una non idonea conservazione del farmaco nel periodo che intercorre dalla sua produzione all’immissione sul mercato. La qualità e il controllo di finti farmaci venduti online è di fatto inesistente, ma questo è un rischio legato anche a farmaci originali, ma rubati e reimmessi nel mercato attraverso vie illegali alternative»
Regno Unito: snack vietati alle casse contro obesità infantile
AlimentazioneContinua la stretta da parte del governo britannico contro il junk food, per ridurre l’obesità infantile. Da oggi nel Regno Unito non si potranno più trovare snack e dolciumi lungo la fila che porta alle casse. L’obiettivo è mettere al riparo dalle tentazioni i bambini, facili prede delle strategie di marketing utilizzate per posizionare i prodotti nei supermercati. Lo ha annunciato il governo britannico, delineando un divieto in piena regola al riguardo, nel quadro della campagna avviata un anno fa contro il dilagare dell’obesità infantile e giovanile nel Paese. Il ministro della Sanità, Jeremy Hunt, ha spiegato alla BBC che la legge intende dimezzare il numero di bambini obesi entro il 2030, in particolare in Inghilterra. Di qui un nuovo pacchetto di misure per scoraggiare il cosiddetto ‘junk food’, che rappresenta un carico di calorie, facilmente scelto dai più piccoli, non a caso lungo le casse questo tipo di prodotti si trovano ad altezza bambino. ”Vogliamo dare più potere ai genitori di fare scelte salutari” per i loro figli, ha rimarcato Hunt, promettendo, oltre alla stretta nei supermercati, pure restrizioni più severe sulla pubblicità di prodotti ad alto contenuto di zuccheri in tv e sul web. Quest’iniziativa fa seguito al recente obbligo d’indicare il numero di calorie dei cibi anche nei menu dei ristoranti.
L’obesità nel mondo
Secondo uno studio dell’Organizzazione mondiale della sanità il numero dei bambini obesi è superiore di oltre dieci volte rispetto a quello del 1975: 120 milioni in tutto il mondo. Sebbene l’obesità sia tradizionalmente concentrata nei Paesi ad alto reddito, dove la dieta è più ricca, negli ultimi anni il divario si sta assottigliando con un numero maggiore di bambini obesi anche in nazioni come Egitto, Messico e Sud Africa. A distanza di quarant’anni questi Paesi si trovano vicini ai livelli massimi, in particolare per le ragazze fra i 20 e 25 anni. Il tasso di obesità infantile più alto del mondo si trova in Polinesia e Micronesia (25,4% per le femmine 22,4% per i maschi), davanti ai quello della “regione anglofona ad alto reddito” nella quale rientrano Stati Uniti, Regno Unito, Australia, Nuova Zelanda, Irlanda e Canada. Se il passo dovesse rimanere immutato, entro il 2022 ci saranno più bambini e teenager obesi di quanti non siano sottopeso (attualmente 192 milioni, metà dei quali in India).
Eurostat, in Italia 1 bimbo su 3 nasce fuori dal matrimonio
Nuove tendenzeNel 2016 i bambini italiani nati fuori dal matrimonio rappresentano il 28% del totale. Lo rivelano gli ultimi dati pubblicati da Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea, nel suo bollettino “Are more babies born inside or outside marriage?”, “Sono più i bambini nati dentro o fuori il matrimonio?”. Si tratta di un trend in forte crescita: basti pensare che solo nel 2000 in Italia la percentuale raggiungeva il 9,7%, un dato quasi triplicato in 16 anni.
LE MEDIE PIU’ ALTE IN EUROPA – In Europa il Paese con il più alto tasso di bambini nati fuori dal vincolo nuziale è la Francia, dove rappresentano più della metà, sono il 59,7% di tutti i bimbi nati del 2016. In generale sono 8 i Paesi con un tasso di bambini nati fuori dal matrimonio superiore al 50%. Si tratta, oltre alla Francia, di Bulgaria e Slovenia (entrembe a con il 58,6%), Estonia (56,1%), Svezia (54,9%), Danimarca (54%), Portogallo (52,8%) e Paesi Bassi (50,4%).
LE MEDIE PIU’ BASSE – In cima alla classifica la Grecia, il Paese europeo con la più bassa percentuale. Nel paese ellenico meno di un bambino su dieci nasce fuori dal matrimonio (9,4%). Basse percentuali si registrano anche in Croazia (18,9%), a Cipro (19,1%) e in Polonia (25%).
Secondo le stime di Eurostat i numeri continueranno a registrare una crescita costante nei prossimi anni.
Nell’ultimo anno 7mln italiani indebitati per pagarsi le cure
Economia sanitariaSale a 40 miliardi la spesa sanitaria privata, che dal 2013 al 2017 è aumentata del 9,6% in termini reali, molto più dei consumi complessivi (+5,3%). Nell’ultimo anno sono stati 44 milioni gli italiani che hanno speso soldi di tasca propria per pagare prestazioni sanitarie per intero o in parte con il ticket. Se si pensa che, soltanto due anni fa, erano 36 milioni, è chiara la rapida crescita del fenomeno (+8 milioni, aumento del 22%).
Condizioni che aumentano la percezione di iniquità e che sono destinate a peggiorare: secondo le stime della Ragioneria Generale di qui a 7 anni saranno necessari dai 20 ai 30 miliardi di euro aggiuntivi per finanziare un Sistema Sanitario gravato dalle sfide demografiche e stretto da mutamenti economici e sociali. “Il che, in altri termini, vuol dire – spiega Marco Vecchietti, Amministratore delegato di RBM Assicurazione Salute – che se non si avvierà anche nel nostro Paese un Secondo Pilastro Sanitario attraverso un sistema di Polizze e Fondi Sanitari aperti a tutti, il costo delle cure che i cittadini dovranno pagare di tasca propria finirà per raggiungere (nel 2025) quasi 1.000 Euro a testa”. È quanto è emerso in occasione del Welfare Day di quest’ anno, promosso da RBM Assicurazione Salute. I dati dell’VIII Rapporto CENSIS – RBM Assicurazione Salute sulla Sanità Pubblica, Privata e Intermediata, mostrano come la sanità privata colpisca maggiormente i redditi medio bassi, i malati (in particolare i cronici), gli anziani (in particolari i non autosufficienti) e sia una costante di tutte le famiglie italiane da Nord a Sud.
“La spesa sanitaria privata – ha detto Vecchietti – rappresenta la piú grande forma di disuguaglianza in sanitá. Con l’introduzione di un Secondo Pilastro Sanitario si potrebbe tagliare di 20 miliardi di euro, riducendone l’impatto sui redditi delle famiglie italiane, in particolare per quelli medio bassi”.
Vaccini, è bagarre sull’obbligo di legge
News PresaTutti ad aspettare qualche esternazione della ministra Grillo, alla fine a pronunciarsi sui vaccini è stato Matteo Salvini. Parole, quelle del vicepresidente del Consiglio, che hanno creato subito un grande scompiglio tra favorevoli e contrari. Ma cosa ha detto Matteo Salvini? Sulla questione dei vaccini «garantisco l’impegno preso in campagna elettorale nel permettere che tutti i bimbi entrino in classe, vadano a scuola», perché «la priorità è che i bimbi non vengano espulsi dalle classi” anche se non vaccinati». Il ministro dell’Interno lo ha detto intervenendo telefonicamente a RadioStudio54.
Gli obblighi
A proposito di una eventuale rimozione degli obblighi vaccinali, Salvini ha puntualizzato che al governo «siamo in due, c’è un’alleanza Lega-M5s, bisogna ragionare anche con gli alleati, al ministro Grillo ho iniziato a parlare di questi temi», e dunque «continueremo, perché ritengo che 10 vaccini obbligatori siano inutili e in parecchi casi pericolosi se non dannosi», ha concluso il ministro, inviando un ringraziamento «per il loro coraggio» ai ricercatori Antonietta Gatti e Stefano Montanari.
La reazione
Al commento di Salvini ha risposto su Facebook il medico Roberto Burioni accademico e divulgatore scientifico italiano, ricercatore nel dello sviluppo di anticorpi monoclonali umani contro agenti infettivi. «No, Ministro Salvini. Dieci vaccini non sono inutili e tantomeno dannosi. Sono gli stessi vaccini che vengono usati con identici tempi e identici modi in tutto il mondo. Sono i dieci vaccini che hanno salvato e salvano, in tutta sicurezza, milioni di vite. Vaccini che proteggono anche lei, i suoi figli e i suoi elettori, e pure tutti i cittadini italiani che lei ha il dovere di tutelare. Ministro Salvini, lei ha detto una cosa non rispondente al vero, perché quelli che riporto io sono fatti, suffragati da dati scientifici solidissimi. Quella che ha detto è una bugia, una bugia pericolosissima. E che a dirla sia chi ha la responsabilità della sicurezza del mio paese è una cosa che mi preoccupa molto. Fatti, e non bugie».
CSS: no alla vendita Cannabis light. Non esclusa pericolosità
PrevenzioneIl Consiglio superiore di Sanità (Css) dice no alla Cannabis Light. In un parere richiesto dal Ministero della Salute sul tema, in riferimento ai “prodotti contenenti o costituiti da infiorescenze di canapa” ha affermato che non può essere esclusa la pericolosità. La ‘cannabis light’ è venduta nei cosiddetti ‘canapa shop‘ diffusi in tutta Italia.
Sono circa 90mila gli studenti italiani che riferiscono di consumare pressoché quotidianamente cannabis e quasi 150mila sembrano farne un uso problematico. La marijuana light è stata resa legale nel nostro Paese dalla legge 242/2016 sulla coltivazione e la filiera della canapa. La normativa ha creato un “cuscinetto” di esenzioni di responsabilità per l’agricoltore, nel caso in cui i risultati a un controllo rivelino una quantità di Thc superiore a 0,2%, ma inferiore a 0,6%. “Non è un prodotto medicinale, da combustione o alimentare e non si vende ai minori”.
Oggi il Consiglio raccomanda però di non consentire la libera vendita. Al momento si possono trovare i prodotti contenenti o costituiti da infiorescenze di canapa nei negozi, ma come un prodotto da collezione, non destinato al consumo. Il Css ora mette in guardia e “raccomanda che siano attivate nell’interesse della salute individuale e pubblica misure atte a non consentire la libera vendita”.
Ipocondriaco il termine più cliccato nel 2017. Ansia per 10mln di italiani
PsicologiaDieci milioni di persone sono ossessionate dalla paura di stare male. Al minimo sintomo interrogano Google e scaricano App per l’autodiagnosi. E così una semplice contrattura diventa la spia di un male incurabile in pochi secondi. Chi è ipocondriaco convive quotidianamente con l’ansia, tra continue consultazioni su internet e sulle applicazioni del telefono. Ci sono App che a fine diagnosi ti mettono in contatto con un medico reale e App che non fanno altro che alimentare il disturbo immaginario. Poi c’è anche chi ha pensato di inventarsene una per sdrammatizzare, come quella ideata dalla newyorkese Emily Xie: Hypochondriapp. Qui basta inserire un disturbo e il sistema fornisce una lista di diagnosi che nemmeno il dottor House riuscirebbe a immaginare.
In altre parole, i nuovi strumenti digitali, così a portata di mano, spesso non fanno altro che alimentare il disagio. E nell’era del digitale anche l’ipocondria diventa cyber. Il cybercondriaco tende ad autodiagnosticarsi una malattia con l’aiuto della Rete e solo dopo si reca dal medico, per avere conferme sulla propria diagnosi. Ma su Google, i dati mostrano che solo tre dei primi 10 risultati sono utili per una corretta autodiagnosi (studio supervisionato da Guido Zuccon della Queensland University di Brisbane). Allo stesso tempo, le pagine sul tumore al cervello sono più popolari di quelle sull’emicrania. Insomma, bisogna andarci piano con la rete. Le app che propongono diagnosi virtuali, così come il “dottor Google”, assecondano l’ansia e spesso forniscono ulteriori preoccupazioni. Un conto è usare una app per monitorare la pressione se si è ipertesi, altra cosa è fare autodiagnosi a ogni minimo sentore. L’ipocondria non lascia scampo neppure ai vip, dalla cantante Adele a Carlo Verdone, fino a Woody Allen, sarebbero in molti a soffrirne. E non è neanche un disturbo recente, pare ne soffrissero anche Charles Darwin e Sigmund Freud. Emerge anche una certa consapevolezza tra gli italiani, visto che nel 2017 il termine più cliccato in Italia è stato “ipocondriaco”. Se la malattia è spesso immaginaria, l’ansia di ammalarsi è reale e colpisce uomini e donne in ugual misura. I numeri sono in crescita: fino al 15 per cento della popolazione ne soffrirebbe. Il rischio è che la paura continua di avere qualche malattia, faccia ammalare davvero, con risvolti sulla qualità della vita, sia dal punto di vista personale e fisico, sia lavorativo. Nei casi più gravi, l’ ipocondriaco diventa patofobico e arriva ad avere un vero e proprio terrore focalizzato, ad esempio di morire per un aneurisma o di un infarto. C’è invece chi somatizza disturbi di ogni tipo: insomma, se il disturbo non c’è, alla fine arriva. La buona notizia è che di ipocondria si può guarire con psicoterapie mirate, purché il paziente lo voglia.
Farmaci contraffatti, in Italia 2,4 milioni di confezioni
News PresaL’Italia è invasa da farmaci contraffatti, venduti spesso usando internet. A rivelarlo sono i quasi 18 mila controlli, per oltre 2,4 milioni di confezioni e 4 milioni di fiale o compresse sequestrati, oltre 200 persone arrestate e 3.200 denunciate, quasi 2 mila segnalate e 4.600 sanzioni amministrative comminate. Sono i numeri di quattro anni di lavoro (2013-2017) dal comando dei Carabinieri per la tutela della salute cui si sommano altri 7 mila interventi di controllo nel 2018. Numeri enormi, che vedono spiccare per tipologia i farmaci per la disfunzione erettile o altre problematiche della sfera sessuale maschile.
Impotenza
Secondo l’AIFA, la tipologia di farmaci che sono stati più oggetto di sequestri in Italia, è quella per il trattamento delle disfunzioni erettili (60/70 per cento del totale) e quelli con tossine botuliniche, oltre all’uso di integratori alimentari per celare la presenza illecita di principi attivi farmaceutici. Un problema economico rilevantissimo – secondo l’OCSE dopo quello dell’abbigliamento il settore più colpito è proprio quello dei farmaci – e un fenomeno che appartiene all’economia sommersa di tipo criminale, dunque difficile da quantificare in modo esatto. I sequestri, infatti, si inseriscono solo in una piccola parte del mercato. Secondo il Consiglio d’Europa il commercio di farmaci contraffatti supera di 25 volte quello delle sostanze stupefacenti. Ma anche un problema di salute per coloro che ne fanno uso, affidandosi necessariamente a canali distributivi non verificati, al web, al mercato nero. Nel suo recente rapporto “Illicit Trade: Converging Criminal Networks” (2016), si scopre che il 32% dei farmaci contraffatti non contiene principi attivi, il 20% ne contiene in quantità non corrette, il 21.4% è composto da ingredienti sbagliati, il 15.6% ha corrette quantità di principi attivi ma un packaging falso, l’8.5% contiene alti livelli di impurità e contaminanti.
L’iniziativa
Sono questi solo alcuni dei dati presentati oggi a Roma, proprio durante la settimana nazionale contro la contraffazione, in occasione della nuova campagna “LA TUA SALUTE VALE DI +” voluta dalla Società Italiana di Urologia per sensibilizzare i cittadini e contrastare questo fenomeno partendo dalla fonte, l’acquirente, con una serie di iniziative tradizionali e social. Sarà distribuito nelle farmacie e nei centri di urologia che collaborano con la SIU un opuscolo che contiene un decalogo di comportamento molto chiaro e altre importanti informazioni. Le stesse informazioni saranno disponibili anche in digitale, sul sito www.siu.it e sui profili Twitter (SIU_Italia) e Facebook (societaitalianadiurologia), dove proseguirà la campagna social già iniziata. «La Società Italiana di Urologia ha deciso di prendere una posizione forte sul tema della contraffazione per sensibilizzare la popolazione sui pericoli legati all’acquisto dei farmaci attraverso canali non ufficiali e senza il consiglio dello specialista», spiega Walter Artibani, segretario generale della SIU.
Salute pubblica
«I farmaci contraffatti o falsificati – precisa Vincenzo Mirone, responsabile comunicazione della SIU – costituiscono un grave rischio per la salute pubblica. Esistono prodotti senza principi attivi, con costituenti diversi da quanto dichiarato, con preparazioni inadeguate per dosaggi, formulazioni e principi. Nel migliore dei casi questi farmaci contengono un principio attivo senza alcuna efficacia, ma nella maggior parte dei casi il farmaco falsificato ha un’azione che consente di imitare almeno in parte gli effetti del prodotto originale, così che il consumatore non si accorga immediatamente del falso e il mercato possa sostenersi e proseguire nel tempo. Ma in molti casi questi farmaci contengono elementi pericolosissimi per la salute: le analisi svolte sui prodotti sequestrati hanno consentito per esempio di trovare vernici stradali e gesso, in alcuni casi sono state trovate tracce di arsenico e veleno per topi. Inoltre, quasi sempre, i dosaggi sono variabili da una compressa all’altra e si passa da pillole senza principio attivo ad altre che ne possono contenere il doppio del dovuto. Non vanno infine sottovalutati i rischi che possono derivare da una non idonea conservazione del farmaco nel periodo che intercorre dalla sua produzione all’immissione sul mercato. La qualità e il controllo di finti farmaci venduti online è di fatto inesistente, ma questo è un rischio legato anche a farmaci originali, ma rubati e reimmessi nel mercato attraverso vie illegali alternative»
Transessualità, non più una malattia mentale
PsicologiaTransessuali di tutto il mondo, è l’ora di tirare un sospiro di sollievo: la transessualità non è più una malattia mentale. E’ notizia attuale, infatti, che l’Oms ha rivisto le proprie valutazioni. «L’incongruenza di genere è stata rimossa dalla categoria dei disordini mentali dell’International Classification of Diseases per essere inserita in un nuovo capitolo delle condizioni di salute sessuale», spiegano dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, sottolineando che «è ormai chiaro che non si tratti di una malattia mentale e classificarla come tale può causare una enorme stigmatizzazione per le persone transgender».
Un nuovo “capitolo”
La decisione di lasciarla in un capitolo dell’International Classification of Diseases (ICD), spiega ancora l’Oms, nasce dall’esistenza di un notevole bisogno di importanti cure sanitarie che può essere soddisfatto se la transessualità rimane all’interno dell’Icd stesso. La transessualità, spiega Lale Lay, coordinatrice del team che gestisce le problematiche di adolescenti e popolazioni a rischio, è stata collocata «in un capitolo di nuova creazione, per dare spazio a condizioni collegate alla salute sessuale e che non necessariamente hanno a che fare con altre situazioni codificate nell’Icd». Alla base della decisione c’è «l’aver capito che non si tratta di una condizione mentale e lasciare l’incongruenza di genere in quel capitolo avrebbe creato biasimo e condanna» per i transgender, ma «è stato inserito comunque in un altro capitolo» per «garantire l’accesso agli adeguati trattamenti sanitari». Questo potrebbe «portare ad una migliore accettazione sociale degli individui” e, a cascata, “migliorare l’accesso alle cure perché riduce la disapprovazione sociale».
Verso il futuro
Sorprende, a dire il vero, che al decisione dell’Oms sia arrivata solo nel 2018. Ma, meglio tardi che mai. Lo stigma e il pregiudizio, purtroppo, sono ancora oggi ostacoli enormi per chi è costretto a combattere per affermare la propria identità sessuale. Forse ora, grazie anche a questa rivisitazione dell’Oms, sarà un po’ più semplice affrontare il percorso. Anche questo, in fondo, significa muoversi verso il futuro.
Abbassare i livelli di stress scegliendo i cibi giusti
AlimentazioneLa nostra alimentazione può influenzare i livelli di stress, ma la buona notizia è che ci sono anche tanti cibi che aiutano a tenerlo sotto controllo. Le noci, ad esempio, di tutta la frutta oleosa, sono lo snack ideale quando si è stressati, a detta dei nutrizionisti, perché sono ricche di acidi grassi omega 3 e riducono i rischi di avere la depressione. Le noci contengono anche triptofano, un amminoacido coinvolto nella produzione della serotonina, l’ormone del buonumore. L’altro alimento anti stress è l’avena, ideale per chi affronta giornata molto piene. L’avena è ricca di fibre che aumentano il livello di zuccheri nel sangue lentamente così da dare un senso di sazietà a lungo senza avere picchi di zuccheri. Alcune verdure come gli spinaci, contengono acido folico: il nostro corpo ha bisogno di questo tipo di vitamina B per costruire la dopamina, un neurotrasmettitore che libera dallo stress e allevia i sintomi della depressione. Il mirtillo è un frutto ricco, invece, di antocianine, degli antiossidanti che fanno bene alla salute. Inoltre contiene anche Vitamina C che rinforza il sistema immunitario, d’altronde è risaputo che le persone stressate si ammalano più facilmente. La buona notizia per i golosi è che il cioccolato fondente è un altro alimento che aiuta a combattere lo stress. Uno studio pubblicato dall’International Journal of Health Sciences ha scoperto che i polifenoli contenuti nei chicchi di cacao riducono i livelli degli ormoni dello stress, soprattutto del cortisolo. Ma il presupposto è che sia fondente (almeno per il 70% cacao).
Giornata nazionale AIL: iniziative anche per mare con l’Itaca Day
Associazioni pazientiCome ogni anno, al solstizio d’estate, AIL organizza la Giornata Nazionale per la lotta contro le Leucemie, i Linfomi e il Mieloma. È un’occasione per promuovere l’informazione sulla cura delle malattie del sangue e per fare il punto sui continui progressi della Ricerca Scientifica e delle terapie. Dal 21 giugno sarà anche attivo un Numero Verde – AIL problemi ematologici 800226524. Un call center, dalle ore 8.00 alle ore 20.00, sarà dedicato alle domande di pazienti e familiari, alle quali risponderanno alcuni tra i più illustri medici ematologici italiani. Altra iniziativa centrale della giornata è, anche quest’anno, il progetto “Sognando Itaca”. Dal 4 al 21 giugno la barca a vela dell’AIL navigherà nel mar Adriatico e, in ogni porto in cui attraccherà, si svolgerà l’Itaca Day, una giornata durante la quale pazienti e medici delle ematologie locali, potranno imbarcarsi e veleggiare insieme. Obiettivo: diffondere la vela-terapia quale metodo rivolto alla riabilitazione psicologica e al miglioramento della qualità della vita dei pazienti ematologici. L’equipaggio sarà composto da pazienti, medici, infermieri, psicologi e skipper professionisti, che avranno la possibilità di vivere insieme un’esperienza unica, lontani dai luoghi di cura, in un contesto in cui anche i ruoli vengono invertiti.
Esattamente come Ulisse, i pazienti si troveranno ad affrontare un mare aperto, sconosciuto e pieno di insidie. Durante il viaggio scopriranno nuovi territori e risorse che non pensavano di avere.
La Giornata nazionale, sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, vuole condividere i progressi della Ricerca e promuovere la cooperazione, per essere sempre più vicini ai pazienti e alle loro famiglie. In questa occasione, AIL organizza in tutta Italia iniziative di sensibilizzazione e raccolta fondi.