Tempo di lettura: 3 minutiIn estate ci vuole qualche accortezza in più nel conservare e trasportare i medicinali. L’Agenzia Italiana del Farmaco – AIFA ha rilanciato la campagna Farmaci & Estate per sensibilizzare i pazienti ad un uso corretto e sicuro durante le vacanze. Il sole e le alte temperature mettono a dura prova l’efficacia, la qualità e la sicurezza dei medicinali. Le pillole video e l’opuscolo informativo raccolgono consigli pratici. Inoltre “è importante leggere sempre con attenzione il foglio illustrativo e consultare il medico o il farmacista in caso di dubbi”, ha detto Mario Melazzini, Direttore Generale di Aifa, .
Il vademecum di AIFA
SE VIAGGI IN AEREO E USI FARMACI SALVAVITA, PORTALI NEL BAGAGLIO A MANO CON LE PRESCRIZIONI.
• Se viaggi in aereo porta con te per precauzione i farmaci nel bagaglio a mano. Se sei in terapia con farmaci salvavita porta con te le prescrizioni mediche, anche perché potrebbero essere richieste nelle fasi di controllo di sicurezza in aeroporto.
• Ricorda che i liquidi di volume non superiore a 100 ml possono essere trasportati nel bagaglio a mano e devono essere riposti in una busta trasparente e richiudibile. Per i medicinali solidi, come compresse o capsule, non ci sono restrizioni.
TIENI SOTTO CONTROLLO LA PRESSIONE.
• Il caldo può provocare l’abbassamento della pressione arteriosa anche in soggetti ipertesi, pertanto la terapia dell’ipertensione arteriosa e di altre malattie cardiovascolari potrebbe richiedere in estate un adattamento da parte del tuo medico. Ricorda che le terapie in corso non vanno mai sospese autonomamente e che in estate è opportuno effettuare controlli più assidui della pressione arteriosa.
CONSERVA I FARMACI IN LUOGHI ASCIUTTI E FRESCHI.
• Se la temperatura non è specificata sul foglietto illustrativo, ricorda di tenere i medicinali in luogo fresco e asciutto, a una temperatura inferiore ai 25°. Esporli a temperature superiori per più di 2 giorni, ne anticiperebbe la scadenza. Anche alterazioni di farmaci come la nitroglicerina, gli antiepilettici, gli anticoagulanti, l’insulina, gli antibiotici o l’aspirina possono essere rischiose. Una crema a base di idrocortisone, per effetto del calore, potrebbe separarsi nei suoi componenti e perdere di efficacia.
ALCUNI FARMACI POSSONO INDURRE REAZIONI CON L’ESPOSIZIONE AL SOLE. VERIFICA E PROTEGGITI.
• Dopo l’esposizione al sole alcuni farmaci possono causare reazioni da fotosensibilizzazione con manifestazioni cutanee come dermatiti, eczemi etc. Evita in questo caso l’esposizione tra le 11 e le 16, utilizza la protezione solare e per i medicinali in forma di gel o crema verifica sempre la compatibilità con l’esposizione al sole. Evita di utilizzare intorno agli occhi prodotti che potrebbero entrare in contatto con la superficie oculare.
• Controlla attentamente le istruzioni in caso di assunzione di antibiotici (tetracicline, chinolonici), sulfamidici, contraccettivi orali (pillola), antinfiammatori non steroidei (FANS), prometazina (antistaminico).
• Evita l’esposizione al sole, compreso il solarium, dopo l’applicazione di creme, gel, soluzioni, spray e cerotti a base di ketoprofene (fino a due settimane dopo il trattamento) o creme a base di prometazina, spesso utilizzate per le punture di insetti o allergie cutanee. In caso, lava accuratamente la zona interessata.
USA I FARMACI IN FORMULAZIONI SOLIDE, SI MANTENGONO MEGLIO QUANDO FA CALDO.
• D’estate, se possibile, utilizza i farmaci in formulazioni solide, sono infatti meno sensibili alle alte temperature rispetto alle formulazioni liquide.
• Ogni volta che ti sembra che il farmaco abbia un aspetto diverso dal solito o presenti dei difetti nel colore o nell’odore, non assumerlo senza prima aver consultato il tuo medico o il tuo farmacista.
PORTA I FARMACI CON TE NELLE LORO CONFEZIONI ORIGINALI.
• Quando viaggi potrebbe sembrarti naturale mettere farmaci diversi nello stesso contenitore, per risparmiare spazio e averli tutti insieme. Attenzione! Questo potrebbe crearti difficoltà a riconoscere date di scadenza, tipologie, avvertenze e dosaggi dei diversi farmaci.
NON ESPORRE I FARMACI AL SOLE E AL CALORE, IN VIAGGIO USA CONTENITORI TERMICI.
• Evita sempre di esporre i farmaci al sole. In viaggio, utilizza un contenitore termico in particolare per i farmaci spray e per quelli a base di insulina.
• Se affronti un lungo viaggio in auto, tieni i farmaci nell’abitacolo. Infatti, grazie all’areazione o all’uso dell’aria condizionata, l’abitacolo risulta più fresco del bagagliaio.
VERIFICA SEMPRE LA GIUSTA TEMPERATURA SUL FOGLIO ILLUSTRATIVO.
• Se la temperatura di conservazione è specificamente indicata, non rispettarla potrebbe rendere i farmaci dannosi. Questo vale soprattutto per antibiotici, insulina, analgesici, adrenergici e sedativi.
• Ricorda che i farmaci a base di insulina vanno conservati in frigorifero. Una volta aperti possono essere conservati a temperatura ambiente, mentre congelarli potrebbe causare una perdita di efficacia.
• Conserva in ambienti freschi e a temperatura costante i farmaci per la tiroide, i contraccettivi e altri medicinali che contengono ormoni, perché sono particolarmente sensibili alle variazioni termiche.
Le video pillole possono essere anche scaricate dal sito di AIFA.
Estate in apnea? Metti il cuore in banca
News Presa«Preparati, senti il tuo respiro, prendi fiato, giù». Chi conosce l’emozione delle immersioni apnea ne viene rapito al punto da non riuscire a pensare ad altro, quando si avvicinano le vacanze è solo il momento di scegliere la meta più adatta. C’è però molto da sapere sul “mondo di sotto”, i rischi e le insidie (che i professionisti conoscono bene) possono essere diverse, soprattutto se a immergersi sono persone non più giovanissime. Senza avere la pretesa di voler essere esaustivi proviamo a capire quali sono i fattori che entrano in gioco e quali sono i rischi maggiori. Chi si immerge in apnea deve sapere che sott’acqua, in assenza si ossigeno, il corpo si affatica molto più velocemente. Questo può portare a sopravvalutare le proprie possibilità, abituati ai limiti fisici della terraferma. Poi c’è il freddo (soprattutto se non si usa attrezzatura professionale), la pressione che aumenta a mano a mano che si scende in profondità. E proprio la profondità è legata ad un fenomeno fisico dei più rischiosi, la cosidetta “narcosi da azoto” o “ebbrezza da alti fondali”.
“Ubriachi” di profondità
Questo fenomeno non riguarda chi si immerge solo per hobbie, visto che riguarda profondità importanti (generalmente tra i 30-35 metri), ma dipende molto anche dalle nostre condizioni fisiche. I sintomi sono euforia o ansia, mancanza di coordinazione, calo della concentrazione; insomma, un po’ come essere “ubriachi” a causa della profondità.
Al di là degli effetti di profondità così elevate, sarebbe bene sottoporsi a controlli al cuore prima di indossare maschera e boccaglio. In questo senso può essere un grande aiuto l’iniziativa promossa dall’associazione Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri e dalla Fondazione “per il Tuo cuore” HCF Onlus per offrire la possibilità di prendersi cura meglio del proprio cuore, anche lontano da casa, in viaggio o quando non è possibile raggiungere il proprio medico.
La Banca del Cuore
Si tratta di una “cassaforte” virtuale che custodisce l’elettrocardiogramma con i valori della pressione arteriosa e i dati clinici. Grazie ad un BancomHeart personale con i dati d’accesso la si può aprire all’occorrenza, anche a distanza, tramite computer, tablet e smartphone. Per saperne clicca qui.
Ortopedia, un’app guida i pazienti all’ospedale Galeazzi
NewsOrientarsi tra i corridoi e i piani dell’Istituto Galeazzi di Milano e raggiungere velocemente i servizi desiderati da oggi sarà ancora più semplice: nasce NaviCare®, l’app che guida i pazienti all’interno dell’ospedale specializzato in ortopedia.
Sviluppata dal Galeazzi in collaborazione con la startup Everyware, NaviCare è un sistema di navigazione indoor che indica al paziente, passo dopo passo, come raggiungere velocemente l’accettazione o l’ambulatorio visite, quale ascensore utilizzare e come arrivare in modo agevole all’officina ortopedica.
Inoltre, l’app è in grado di visualizzare le prenotazioni del paziente e le comunicazioni dell’ospedale divenendo, in futuro, anche un ottimo strumento per comunicare iniziative e veicolare informazioni sempre aggiornate.
Percorsi non sempre lineari, una segnaletica che non riesce ad essere abbastanza esaustiva, vista la complessità della struttura, insieme alle necessità manifestate dai pazienti hanno spinto il Galeazzi a trovare una soluzione facilmente fruibile da tutti.
“Abbiamo deciso, un anno fa, di creare questa app per orientare i nostri pazienti all’interno dell’ospedale – afferma la dottoressa Laura Di Dio, direttore operativo dell’IRCCS Galeazzi – Vogliamo che il paziente si senta accolto sin dal suo ingresso e messo nella condizione di non dover perdere tempo per chiedere informazioni, bensì essere noi a fornirle tempestivamente. In questo modo il paziente può raggiungere i punti di suo interesse autonomamente e vivere la sua user experience ospedaliera in modo confortevole sotto tuti i punti di vista”.
L’Istituto Galeazzi si è dotato quindi di una sofisticata mappatura digitale, sono stati calcolati percorsi e spazi, ed è stata creata poi un’app gratuita per iOS e Android, semplice da scaricare e da utilizzare.
Ma gli obiettivi del Galeazzi vanno oltre: è infatti in fase di perfezionamento un utilizzo alternativo di NaviCare® a uso degli operatori. Grazie a questa app in futuro sarà possibile tracciare la posizione delle apparecchiature all’interno dell’ospedale e agevolare così il lavoro del personale addetto alla manutenzione, che saprà sempre dove sono posizionate le apparecchiature e che, sempre tramite app, potrà scaricarne i manuali d’uso.
Per scaricare la app: Google Play Store (Android) e App Store (iOS) digitando GSD Navicare.
L’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi, una delle 18 strutture di eccellenza del Gruppo Ospedaliero San Donato, è il primo ospedale italiano per numero di protesi ortopediche impiantate e da anni il primo della Lombardia sia per numero di ricoveri che interventi effettuati in ortopedia. Dal 2000 è diventato polispecialistico, a seguito dell’inserimento di specialità integrative e complementari quali chirurgia maxillo-facciale, neurochirurgia, reumatologia e chirurgia plastica. Dal 2006 è IRCCS per la ricerca nell’ambito delle malattie dell’apparato locomotore.
EVERYWARE srl è una start-up innovativa nata nel 2015 con l’obiettivo di sviluppare soluzioni applicative nell’ambito della navigazione indoor e dei servizi di marketing di prossimità. Dalla sanità all’industria, dal retail al settore fieristico/museale, le soluzioni proposte da Everyware consentono di migliorare l’efficienza dei processi produttivi, organizzativi e commerciali, utilizzando dati di posizionamento e movimento di persone e oggetti all’interno di spazi fisici. (www.everywa.re)
Talco cancerogeno? Quali abitudini a rischio
PrevenzioneUna nuova sentenza ha riacceso i riflettori sulle potenzialità cancerogene del talco e quindi sul rischio di provocare tumori. Un tribunale statunitense ha condannato Johnson & Johnson a risarcire 4,7 miliardi di dollari a 22 donne malate di cancro alle ovaie a seguito dell’utilizzo del noto talco. Sotto accusa la presenza di amianto, additato quale causa del tumore. Già in passato l’azienda era stata costretta a pagare un risarcimento di milioni di dollari alla famiglia di una donna morta in seguito alla stessa patologia.
La nuova sentenza ha fatto riaffiorare gli stessi dubbi: il talco può provocare tumori? Nella sua forma naturale, la pomevere può contenere fibre di amianto, una sostanza cancerogena che può causare rare forme tumorali polmonari e pleuriche nei lavoratori esposti. Fin dagli anni ’70, però, la legge richiede che i prodotti a base di talco siano privi di amianto. E se già gli studi sui lavoratori delle cave di estrazione non sono concordi nel rilevare un aumento di rischio di tumori delle vie respiratorie, nessun rischio maggiore di tumori pleurici o polmonari è stato osservato negli utilizzatori di talco in polvere. Rimane quindi da capire se i cosmetici a base di talco, anche privi di fibre di amianto, possano causare tumori in altre sedi. Secondo la IARC, Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro che valuta ciclicamente le sostanze cancerogene o potenzialmente a rischio, il talco è un possibile cancerogeno, unicamente sulla base di un sospetto legame con il tumore alle ovaie. Alcuni studi osservazionali hanno rilevato probabilità più alte di avere questo tumore tra le donne che hanno utilizzato abitualmente il talco sui genitali. Per fortuna, l’aumento del rischio registrato da questi studi è contenuto. Inoltre, la classificazione dello IARC si basa su di un tipo di studi che, per metodologia, tenderebbe a sovrastimare le associazioni. Insomma, come ha sottolineato anche la stessa Agenzia: non è il caso di farsi prendere dal panico.
Rischio tumore alle ovaie
I dati dicono che l’aumento del rischio è contenuto e il cancro alle ovaie riguarda il 5% delle diagnosi di tumori femminili. Inoltre l’utilizzo del talco nella zona genitale non rientra nelle comuni abitudini di igiene quotidiana. Lo IARC ha parlato della polvere come possibile cancerogeno solo se utilizzato in questo modo e solo per il tumore alle ovaie.
I bambini
Anni fa il talco in polvere veniva abitualmente utilizzato, per assorbire l’umidità, durante il cambio dei pannolini per i bimbi. In questo modo, però, i più piccoli potevano inalare la polvere e per questo poter avere problemi di salute. Per evitarlo è stato inventato il talco liquido, un’emulsione con le stesse proprietà assorbenti. Al di là del rischio di inalazione, non sono stati registrati altri rischi per i bambini, soprattutto legati a eventuali tumori.
“Sulla strada nessun bambino deve morire”. La campagna del governo
BambiniVenticinque bambini sono morti per incidenti stradali nel 2017 in Italia. Secondo i dati Istat, 8.396 sono stati i piccoli feriti, molti dei quali con esiti permanenti. Su 17.309 feriti gravi, l’ 1,4% (242 bimbi) avevano meno di 9 anni anni. Nella maggior parte dei casi non erano assicurati efficacemente al seggiolino o erano seduti accanto al guidatore. La sicurezza dei bambini in strada è l’obiettivo della campagna di sensibilizzazione “Bimbi in auto” realizzata dal Ministero della Salute, insieme al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, la Polizia di Stato e le società e associazioni scientifiche pediatriche (Sip, Simeup, Sipps, Acp).
La normativa degli ultimi anni ha migliorato il livello di sicurezza, ma siamo ancora lontani dall’obiettivo comunitario “Vision zero, sulla strada nessun bambino deve morire”, stabilito nel Piano Nazionale della Sicurezza Stradale con Orizzonte 2020.
“La sicurezza stradale è un tema trascurato, che invece mi sta molto a cuore. Come ministro della Salute, come medico e come futura mamma – ha detto il ministro della Salute, Giulia Grillo durante la conferenza stampa – Gli incidenti stradali sono la principale causa di invalidità acquisita e la prima causa di morte dei bambini. Il ministero della Salute si farà promotore insieme a tutto il Governo di nuove iniziative legislative e di campagne di informazione. Per diffondere una migliore cultura della prevenzione degli incidenti stradali valorizzeremo il ruolo dei pediatri e dei medici di medicina generale che sono ogni giorno in prima linea nei rapporti con i cittadini”.
La campagna
La campagna prevede semplici messaggi sulla sicurezza in auto stampati su materiali informativi da diffondere negli ambulatori pediatrici, negli ospedali, nei consultori e tramite mass media e un video realizzato dalla Polizia stradale:
Regole per il trasporto sicuro dei bimbi in auto (tratte dall’opuscolo realizzato per la campagna):
Cosa dice la Legge
L’art.172 del codice della strada prevede l’obbligo dell’uso del seggiolino omologato e adeguato al peso per bambini fino ai 150 centimetri d’altezza.
Sono applicate sanzioni amministrative:
Le slide per approfondire:
AIFA: farmaci in estate, come trattarli
FarmaceuticaIn estate ci vuole qualche accortezza in più nel conservare e trasportare i medicinali. L’Agenzia Italiana del Farmaco – AIFA ha rilanciato la campagna Farmaci & Estate per sensibilizzare i pazienti ad un uso corretto e sicuro durante le vacanze. Il sole e le alte temperature mettono a dura prova l’efficacia, la qualità e la sicurezza dei medicinali. Le pillole video e l’opuscolo informativo raccolgono consigli pratici. Inoltre “è importante leggere sempre con attenzione il foglio illustrativo e consultare il medico o il farmacista in caso di dubbi”, ha detto Mario Melazzini, Direttore Generale di Aifa, .
Il vademecum di AIFA
SE VIAGGI IN AEREO E USI FARMACI SALVAVITA, PORTALI NEL BAGAGLIO A MANO CON LE PRESCRIZIONI.
• Se viaggi in aereo porta con te per precauzione i farmaci nel bagaglio a mano. Se sei in terapia con farmaci salvavita porta con te le prescrizioni mediche, anche perché potrebbero essere richieste nelle fasi di controllo di sicurezza in aeroporto.
• Ricorda che i liquidi di volume non superiore a 100 ml possono essere trasportati nel bagaglio a mano e devono essere riposti in una busta trasparente e richiudibile. Per i medicinali solidi, come compresse o capsule, non ci sono restrizioni.
TIENI SOTTO CONTROLLO LA PRESSIONE.
• Il caldo può provocare l’abbassamento della pressione arteriosa anche in soggetti ipertesi, pertanto la terapia dell’ipertensione arteriosa e di altre malattie cardiovascolari potrebbe richiedere in estate un adattamento da parte del tuo medico. Ricorda che le terapie in corso non vanno mai sospese autonomamente e che in estate è opportuno effettuare controlli più assidui della pressione arteriosa.
CONSERVA I FARMACI IN LUOGHI ASCIUTTI E FRESCHI.
• Se la temperatura non è specificata sul foglietto illustrativo, ricorda di tenere i medicinali in luogo fresco e asciutto, a una temperatura inferiore ai 25°. Esporli a temperature superiori per più di 2 giorni, ne anticiperebbe la scadenza. Anche alterazioni di farmaci come la nitroglicerina, gli antiepilettici, gli anticoagulanti, l’insulina, gli antibiotici o l’aspirina possono essere rischiose. Una crema a base di idrocortisone, per effetto del calore, potrebbe separarsi nei suoi componenti e perdere di efficacia.
ALCUNI FARMACI POSSONO INDURRE REAZIONI CON L’ESPOSIZIONE AL SOLE. VERIFICA E PROTEGGITI.
• Dopo l’esposizione al sole alcuni farmaci possono causare reazioni da fotosensibilizzazione con manifestazioni cutanee come dermatiti, eczemi etc. Evita in questo caso l’esposizione tra le 11 e le 16, utilizza la protezione solare e per i medicinali in forma di gel o crema verifica sempre la compatibilità con l’esposizione al sole. Evita di utilizzare intorno agli occhi prodotti che potrebbero entrare in contatto con la superficie oculare.
• Controlla attentamente le istruzioni in caso di assunzione di antibiotici (tetracicline, chinolonici), sulfamidici, contraccettivi orali (pillola), antinfiammatori non steroidei (FANS), prometazina (antistaminico).
• Evita l’esposizione al sole, compreso il solarium, dopo l’applicazione di creme, gel, soluzioni, spray e cerotti a base di ketoprofene (fino a due settimane dopo il trattamento) o creme a base di prometazina, spesso utilizzate per le punture di insetti o allergie cutanee. In caso, lava accuratamente la zona interessata.
USA I FARMACI IN FORMULAZIONI SOLIDE, SI MANTENGONO MEGLIO QUANDO FA CALDO.
• D’estate, se possibile, utilizza i farmaci in formulazioni solide, sono infatti meno sensibili alle alte temperature rispetto alle formulazioni liquide.
• Ogni volta che ti sembra che il farmaco abbia un aspetto diverso dal solito o presenti dei difetti nel colore o nell’odore, non assumerlo senza prima aver consultato il tuo medico o il tuo farmacista.
PORTA I FARMACI CON TE NELLE LORO CONFEZIONI ORIGINALI.
• Quando viaggi potrebbe sembrarti naturale mettere farmaci diversi nello stesso contenitore, per risparmiare spazio e averli tutti insieme. Attenzione! Questo potrebbe crearti difficoltà a riconoscere date di scadenza, tipologie, avvertenze e dosaggi dei diversi farmaci.
NON ESPORRE I FARMACI AL SOLE E AL CALORE, IN VIAGGIO USA CONTENITORI TERMICI.
• Evita sempre di esporre i farmaci al sole. In viaggio, utilizza un contenitore termico in particolare per i farmaci spray e per quelli a base di insulina.
• Se affronti un lungo viaggio in auto, tieni i farmaci nell’abitacolo. Infatti, grazie all’areazione o all’uso dell’aria condizionata, l’abitacolo risulta più fresco del bagagliaio.
VERIFICA SEMPRE LA GIUSTA TEMPERATURA SUL FOGLIO ILLUSTRATIVO.
• Se la temperatura di conservazione è specificamente indicata, non rispettarla potrebbe rendere i farmaci dannosi. Questo vale soprattutto per antibiotici, insulina, analgesici, adrenergici e sedativi.
• Ricorda che i farmaci a base di insulina vanno conservati in frigorifero. Una volta aperti possono essere conservati a temperatura ambiente, mentre congelarli potrebbe causare una perdita di efficacia.
• Conserva in ambienti freschi e a temperatura costante i farmaci per la tiroide, i contraccettivi e altri medicinali che contengono ormoni, perché sono particolarmente sensibili alle variazioni termiche.
Le video pillole possono essere anche scaricate dal sito di AIFA.
Tassazione olio d’oliva, parmigiano e prosciutto. Parla il CREA
News PresaC’è stata una vera e propria levata di scudi a livello nazionale dopo le notizie circolate nei giorni scorsi, secondo le quali anche prodotti tipici italiani, come l’olio d’oliva, il parmigiano e il prosciutto sarebbero finiti nel mirino della campagna contro grassi, sale e zuccheri, con tanto di etichette dissuasive e possibile tassazione. Il CREA, ente italiano di ricerca sull’agroalimentare, incaricato per l’Italia di elaborare le Linee Guida per una Sana Alimentazione italiana ha reso nota la sua posizione ufficiale in un documento (la versione integrale è sul sito istituzionale www.crea.gov.it).
L’alimentazione gioca un ruolo fondamentale nella prevenzione: una dieta sana previene il sovrappeso, l’obesità e le malattie cronico-degenerative. Le istituzioni nazionali ed internazionali portano avanti politiche per la riduzione delle principali fonti di calorie, grassi, sale, alcol e zuccheri. Tuttavia, spiega il Crea: “la ricerca in quest’ambito ha pressoché unanimemente stabilito che è il pattern dietetico nella sua globalità ad essere protettivo per la salute, più che un singolo alimento o addirittura un singolo ingrediente”.
«Di fatto – prosegue l’ente – anticipando alcune raccomandazioni delle prossime Linee Guida italiane per una sana alimentazione, che sono basate sul modello alimentare mediterraneo, emergono chiaramente posizioni analoghe a tali indicazioni internazionali:
In questo quadro, quindi, c’è spazio per tutto, senza la demonizzazione o la preclusione di alimenti specifici, anche perché non esiste – né può esistere – l’alimento nutrizionalmente perfetto in sé. L’equilibrio complessivo della dieta – e il corretto stato di salute che ne deriva – richiede il concorso di una vasta serie di alimenti, alcuni dei quali possono essere molto ricchi di grasso, altri di sale ed altri ancora di zucchero, che però si diluiscono all’interno di una dieta globale, integrandosi e fondendosi per dare tutto il ventaglio possibile di nutrienti. Ovunque nel mondo, le Linee Guida stanno abbandonando il vecchio concetto basato sull’attenzione ai nutrienti e si stanno spostando verso gli alimenti e i modelli alimentari.
Per quanto detto finora, ipotesi di schemi di deterrenza al consumo di alcuni alimenti basati sulla tassazione, oltre che diseducativi, sono incoerenti con l’educazione alimentare e con le conoscenze attuali nel campo della nutrizione. Occorre invece lavorare di più sul fronte dell’informazione e dell’educazione alimentare. Vi è una chiara dimostrazione del fatto che maggiore è la consapevolezza della gente sulle relazioni tra alimentazione e salute e migliore è lo stato di nutrizione delle popolazioni. Questo sia perché chi è più informato risulta meno influenzabile da proposte miracolistiche di diete alla moda, sia perché una maggiore attenzione dei consumatori nei confronti dell’alimentazione induce anche i produttori a prestare molta più cura nella qualità, salubrità e sostenibilità degli alimenti immessi sul mercato. Quindi scelte alimentari più consapevoli possono essere favorite anche da una corretta etichettatura – chiara ed adeguatamente informativa – basata sulle porzioni realmente consumate e che non induca in errore il consumatore con una troppo facile categorizzazione degli alimenti in buoni o cattivi.
Dobbiamo puntare al miglioramento complessivo della dieta, con azioni mirate alla promozione di quegli alimenti (frutta, verdura, cereali integrali e legumi) il cui consumo è in grado di togliere spazio ad altri prodotti, senza però dovervi rinunciare e senza quindi privarsi delle loro proprietà benefiche, come invece potrebbe accadere se si adottasse una politica di categorizzazione o tassazione. Ma c’è di più: se si considera che le classi di reddito più basse sono quelle più a rischio, una politica basata sulla tassazione di alcuni prodotti potrebbe risultare altamente regressiva, acuendo il problema anziché attenuarlo. Sarebbe invece interessante sperimentare – conclude il CREA – campagne di educazione alimentare associate a forme di accesso agevolato a schemi di dieta corretti, che consentano soprattutto ai nuclei familiari meno abbienti di spostarsi su regimi dietetici ottimali, partendo dalle azioni già adottate a livello europeo con le iniziative di Frutta, Verdura e Latte nelle Scuole e integrandole con agevolazioni per favorire l’attività fisica e il consumo di cibi sostenibili e di qualità».
Editoria, lo speciale salute di luglio di PreSa in edicola con ItaliaOggi
News Presa, SpecialiOggi è in edicola, all’interno del quotidiano economico ItaliaOggi lo speciale di luglio realizzato in partrnership con PreSa.
Questo mese, un’ampia intervista a due esperti sui consigli da seguire per ricaricare le batterie durante le vacanze, poi le ultime notizie dal mondo della sanità (rinnovo commissione Aifa) e della salute (Acoi).
Nella pagina “La sanità nel Palazzo”, l’atleta paralimpica e deputata Giusy Versace parla della sua proposta della legge sull’introduzione degli ausili e delle protesi sportive per persone disabili.
Inoltre, spazio alla solidarietà dei farmacisti con una doppia iniziativa a Napoli per i più bisognosi, infine un servizio sulla filiera del sorgo bianco e la pizza mediterranea di Franco Pepe.
Così i medici in servizio saranno pubblici ufficiali
News Presa«Una giornata significativa», così Silvestro Scotti (segretario nazionale Fimmg) commenta la proposta di legge presentata dalla deputata Michela Rostan, con le sottoscrizioni dei parlamentari Federico Conte, Giuseppina Occhionero, Rossella Muroni, Paolo Siani, Federico Fornaro e Roberto Speranza. Proposta di legge che mira a riconoscere lo status di pubblico ufficiale ai medici nell’esercizio delle proprie funzioni, così come auspicato da tempo proprio da Scotti che ora chiede «un sostegno unanime da parte di tutte le forze politiche affinché l’iter di formazione della legge sia celere e privo di sorprese, vista anche la attenzione sul tema e su questo tipo di soluzione del Ministro della Salute Giulia Grillo». Il leader nazionale della Fimmg sottolinea il valore civile di questa innovazione, oltre all’aspetto di un effetto deterrente che comunque è parte del provvedimento ma non l’unica. «Per i medici – dice – il valore più alto di questa proposta di legge è nel riconoscimento di un ruolo professionale deve vedere riconosciuto, mai come ora,un altissimo valore civile e sociale. Fare in modo che le denunce nei confronti di chi aggredisce un medico partano d’ufficio, significa proteggere il dovere deontologico di chi cura e sostenere il diritto costituzionale alla salute».
Pronti al dialogo
In una giornata che vede al centro del dibattito politico un tema di strettissima attualità, qual è quello delle aggressioni ai medici, Scotti accoglie con favore anche le parole del ministro Giulia Grillo sull’investimento verso la medicina generale, e si dice pronto a rimboccarsi le maniche sin da subito per sostenere la volontà del ministro di valorizzare ed implementare il ruolo dei medici di famiglia, anche perché l’amplificazione di un offerta fiduciaria può essere un ulteriore argine alle stesse aggressioni visto il documentato gradimento di questa figura medica e il basso numero di questi eventi, seppur in aumento per i blocchi burocratici e di limitazione delle cure incidenti, nell’ambito della medicina di famiglia. «Aspettiamo con ansia – prosegue – di poter avviare un confronto costruttivo e leale con la ministra volto a proteggere e migliorare il Servizio Sanitario Nazionale nell’interesse dei nostri assistiti come abbiamo sempre fatto».
La rete del 118
Fiducioso per il cambiamento che potrebbe prodursi grazie a questa proposta di legge, anche Francesco Marino (segretario nazionale del settore Emergenza Sanitaria della Fimmg) chiede a gran voce che «il percorso politico sia rapido e perentorio. Quanti lavorano nell’emergenza – spiega – attendono un provvedimento simile da anni, sprecare quest’occasione sarebbe da irresponsabili». Ragione per la quale anche Marino si aspetta che attorno a questa proposta di legge si determini un consenso bipartisan. «Come medici dell’emergenza – conclude – viviamo sulla nostra pelle aggressioni quotidiane, una situazione ormai insostenibile. Gli atti di violenza nei confronti dei medici sono ormai tanto frequenti da aver creato un’ordinaria follia per la quale non sappiamo mai se e come potremo tornare a casa dalle nostre famiglie. Crediamo fermamente che questa proposta di legge possa cambiare le cose, riportando ordine in un sistema che per le ragioni più varie è ormai in corto circuito, ma non sottovalutiamo le cause di tale escalation che potrebbero essere riportate anche alla demedicalizzazione delle ambulanze e conseguentemente alla percezione nel cittadinodi una diminuzione dell’offerta».
La continuità assistenziale
Tammasa Maio, segretario del settore Continuità Assistenziale la ex Guardia Medica della Fimmg sottolinea, inoltre, come questa proposta di legge possa «segnare un solco profondo tra ciò che purtroppo avviene oggi e ciò che, speriamo, avvenga sempre meno in futuro». Maio, in linea con il pensiero di tutta la Fimmg, sottolinea come l’intera categoria, che ricorda è quella tra le più esposte, contando anche dei morti oltre che a violenze molto gravi, per motivi strutturali di mancanza di sicurezza e di isolamento dei medici di guardia medica, si aspetti una risposta che la politica non può più ritardare. «Per quanto questa proposta di legge sia nell’interesse di ciascun medico, al di là dell’appartenenza territoriale o della specializzazione, per i medici della continuità assistenziale – aggiunge – c’è forse qualche attesa in più. Per usare un termine che ben si adatta al clima di questi mesi, siamo quelli che molto spesso si trovano in “prima linea”. Sia chiaro, abbiamo scelto di essere dove siamo e non vorremmo essere altrove, ma questo non significa che siamo disposti a subire continue aggressioni». E se tutelare l’incolumità dei medici è un tema centrale, ancor più lo è tutelare l’incolumità delle donne medico che, fortunatamente, sono sempre di più nelle diverse branche dell’assistenza ma come evidente dalle cronache recenti sono esposte a violenze che si amplificano solo per il fatto di essere donne.
Depressione, in italia ne soffrono 3 milioni di persone
PsicologiaLa depressione è certamente uno dei mali del millennio. Vuoi per ragioni sociali, vuoi per ragioni economiche, questa patologia colpisce ormai moltissime persone, anche giovanissimi, in tutto il mondo. In Italia si parla di oltre 2,8 milioni (il 5,4% della popolazione con oltre 15 anni) di persone e di un costante aumento tra gli anziani. E anche se l’Italia è uno dei paesi Ue con meno depressi (5,5% contro il 7,1% la media Ue), tra gli over-65 il valore raddoppia (11,6% contro l’8,8% della media Ue). La depressione colpisce di più le donne (9,1% contro 4,8%) e chi non lavora. Dichiara disturbi depressivi e ansia, tra 35-64 anni, l’8,9% dei disoccupati e il 10,8% degli inattivi rispetto al 3,5% degli occupati (Dati Istat).
Sempre più soli
Sorprende che in una società sempre più connessa e tecnologica, la causa di tanta disperazione sia in realtà l’isolamento sociale, soprattutto tra anziani e disoccupati. A dare una lettura degli ultimi dati dell’Istat sulla salute mentale è lo psichiatra e past president della Società italiana di psichiatria (Sip) Claudio Mencacci. «Il disturbo depressivo – spiega l’esperto – è in aumento in primo luogo tra gli anziani, soprattutto donne, e la causa primaria sta nella progressiva e crescente sensazione di isolamento sociale avvertita da questa fascia di popolazione». Infatti, rileva, «si è impoverita la rete familiare e sociale e, in primo luogo nelle metropoli, è ormai venuta a mancare quella tradizionale assistenza di buon vicinato del passato». Proprio l’isolamento sociale dunque, spiega Mencacci, «è la molla che, in questi soggetti, può far scattare la depressione. Al contrario, le relazioni sociali contribuiscono a mantenere viva l’attività cerebrale».
La disoccupazione
Sempre l’isolamento è la chiave per spiegare l’aumento del disturbo anche tra disoccupati, inoccupati o persone con livello basso di istruzione: «Proprio queste categorie, alle quali si aggiungono anche gruppi in aumento di giovani che non studiano e non cercano lavoro, sono tra quelle a maggior rischio di ghettizzazione. Una condizione che, in soggetti particolarmente vulnerabili, può facilmente aprire la strada al disturbo depressivo». Quanto all’aumento dei disturbi intellettivi anche tra bambini e ragazzi che frequentano le scuole, come rilevato dall’Istat, secondo Mencacci la progressiva crescita dei casi è da mettere in relazione anche con i metodi diagnostici oggi più precisi e mirati. Tuttavia, avverte l’esperto, «va detto che i sempre più diffusi disturbi comportamentali tra giovani e giovanissimi sono anche spesso legati alla mancanza di sonno e all’eccessivo uso delle tecnologie».
Incendio a Caivano, cosa sono le diossine
News PresaFuoco e fiamme in un’azienda di stoccaggio e smaltimento di rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata nella zona industriale di Pascarola, a Caivano (Napoli). La Terra dei Fuochi, insomma, è tornata ad ardere. Ieri una colonna di fumo nero si è levata per chilometri, oscurando il cielo e rendendo l’aria irrespirabile. I vigili del fuoco hanno combattuto contro il tempo nel tentativo di evitare che altra plastica venisse a contatto con le fiamme peggiorando una situazione già disastrosa. Sul posto anche carabinieri e personale dell’Arpac. Sin qui la cronaca di quanto avvenuto ieri nel napoletano, ma ora i cittadini si chiedono quali possono essere gli effetti delle diossine sulla salute.
Il dossier del ministero
Proprio su questo tema il ministero della Salute aveva prodotto un interessante dossier. Le diossine, si legge, sono sostanze che vengono immesse nell’ambiente da numerose sorgenti, hanno una struttura chimica stabile e una considerevole vita media. Possono determinare un inquinamento cronico, pressoché ubiquitario e possono dar luogo a eventi che, con una nuova accezione del termine, potremmo definire “emergenze ambientali”. E quella di ieri lo è di certo.
Rischi ad ampio raggio
Ciò che preoccupa è che «le diossine sono sostanze semivolatili, oltre che estremamente resistenti alla degradazione chimica e biologica». E’ il ministero della Salute a specificare che «pur essendo scarsamente idrosolubili, trovano nell’acqua un’ottima via di diffusione una volta adsorbite sulle particelle minerali e organiche presenti in sospensione. Le caratteristiche chimico-fisiche sopra richiamate, fanno diventare tali sostanze facilmente trasportabili dalle correnti atmosferiche, e, in misura minore, dai fiumi e dalle correnti marine, rendendo così possibile la contaminazione di luoghi lontani dalle sorgenti di emissione. A causa della loro presenza ubiquitaria nell’ambiente, persistenza e liposolubilità, le diossine tendono, nel tempo, ad accumularsi negli organismi viventi, nei tessuti e organi dell’uomo e degli animali. Inoltre, salendo nella catena trofica (alimentare), la concentrazione di tali sostanze può aumentare, arrivando a esporre a rischio maggiore il vertice di detta catena». In altre parole, sbaglia chi ritiene di essere al sicuro solo perché vive relativamente lontano dal luogo dell’incendio. Il rischio per la salute va ben oltre la cosiddetta Terra dei Fuochi.