Tempo di lettura: 2 minutiSi tratta di una malattia cardiaca rara che dà un’alterazione del sistema elettrico del cuore: la sindrome di Brugada può anche rivelarsi fatale. Il suo nome si deve ai fratelli Brugada che la descrissero per la prima volta nel 1992.
Si stima che nel mondo ve ne siano cinque casi ogni diecimila individui. La sindrome di Brugada è in genere asintomatica e la diagnosi avviene soprattutto in età adulta. Colpisce in particolare gli uomini e anche la familiarità è un fattore di rischio.
Il professor Giulio Stefanini, specialista in Cardiologia clinica e interventistica in Humanitas spiega: “I pazienti con la sindrome di Brugada presentano un rischio aumentato di aritmia ventricolare e di morte improvvisa per aritmia”. Nella maggior parte dei casi quindi, è necessario l’impianto di un piccolo defibrillatore
Cause della sindrome
Il cuore è soggetto ad aritmia ventricolare in presenza di un’alterazione strutturale o funzionale di alcuni canali ionici, strutture presenti sulla superficie delle cellule del cuore. Questa alterazione può essere ricondotta a una mutazione genetica. Sebbene i geni coinvolti possano essere diversi, il più comunemente mutato (in circa 3 pazienti su 10) è il gene SCN5A.
Questo gene fornisce le informazioni necessarie per la creazione del canale che trasporta atomi di sodio caricati positivamente nelle cellule cardiache. Si tratta di un canale fondamentale nel mantenere un normale ritmo cardiaco e se viene alterato nella struttura o nel funzionamento per via della mutazione genetica, si ha una riduzione dell’afflusso degli atomi di sodio con conseguente alterazione del ritmo cardiaco.
Anche l’assunzione di sostanze stupefacenti, l’ipercalcemia o l’ipopotassiemia sono state associate alla sindrome e all’insorgenza dei sintomi nei pazienti con una mutazione genetica.
Come si arriva alla diagnosi
“La diagnosi si effettua con l’elettrocardiogramma (ECG) e la conferma arriva in presenza di alterazioni molecolari. Alla luce delle indicazioni fornite dall’elettrocardiogramma, occorre infatti escludere altre cause che possono determinare un aspetto elettrocardiografico simile; questo può essere rilevato in semplici controlli di routine e nel caso di screening. I soggetti con familiarità per morte improvvisa o i pazienti che abbiano manifestato un episodio di sincope devono sottoporsi a un ECG dal quale potrà risultare il quadro suggestivo della sindrome”, precisa il prof. Stefanini.
Sebbene la sindrome sia prevalentemente asintomatica, talvolta possono aversi sintomi come palpitazioni, battito cardiaco irregolare, svenimento e arresto cardiaco improvviso: “Sono sintomi aspecifici che possono segnalare anche altri problemi cardiaci e che richiedono comunque un approfondimento. Non dimentichiamo che un semplice esame come l’elettrocardiogramma può salvare la vita”, sottolinea lo specialista.
Festivalfuturo 2018: appuntamento a fine mese con Ri-Generazioni
News PresaTre giorni di eventi, dibattiti e percorsi interattivi sulle potenzialità dell’economia circolare e della sostenibilità. L’edizione 2018 di FESTIVALFUTURO di Altroconsumo dal 28 al 30 settembre all’UniCredit Pavilion di Milano ha come tema Ri-Generazioni, l’era dell’economia circolare. Sarà un momento di riflessione sul futuro della sostenibilità e sui risvolti per la salute umana e il benessere. Il focus sarà su innovazione, sostenibilità ed economia circolare, lo sguardo è rivolto al futuro e ai consumatori per cercare di delineare i possibili scenari.
Dal food all’economia circolare
L’evento sarà a ingresso gratuito con il patrocinio di Regione Lombardia e del ministero dell’Ambiente. I temi dell’innovazione e dell’economia circolare saranno affrontati seguendo vari percorsi tra cui smart agrifood, energia e ambiente, casa, mobilità e trasporti. Gli argomenti che verranno affrontati durante la tre giorni milanese spazieranno dall’efficienza energetica con il panel Nuove Energie in circolo a come ottimizzare gli sprechi in cucina, con lo show cooking di Lisa Casali che preparà un menu utilizzando avanzi e scarti di cibo. Si parlerà anche del potenziale delle tecnologie che aiutano a dare nuova vita ai rifiuti, con il dibattito I rifiuti meritano sempre una seconda chance, come organizzare un orto sul balcone e raccogliere i prodotti della terra anche in città, con i vantaggi per la salute e l’ecosistema.
Un percorso per toccare con mano l’innovazione
Nella parte espositiva del Festivalfuturo sarà organizzato un percorso esperienziale e interattivo per introdurre le persone nel mondo dell’innovazione. Dalla sostenibilità ambientale all’economia circolare, dall’alimentazione al riciclo, il percorso analizzerà l’impatto di questi cambiamenti sulla vita quotidiana evidenziando i benefici per i consumatori, l’ambiente e le generazioni future.
Morbillo, coperture vaccinali insufficienti
News Presa«Rispetto alle coperture vaccinali del 2017, che hanno riguardato i nati nel 2015, il 2018 mostra un vero e proprio crollo di vaccini per morbillo, rosolia e parotite. I dati sono recentissimi, di agosto è sono veramente allarmanti». L’allarme vaccini arriva riguarda la Campania e arriva dal segretario provincial della Fimp Antonio D’Avino.
Informare i genitori
«Ora che le scuole si sono riaperte, e con la consapevolezza di essere proiettati verso l’autunno, non possiamo ignorare il dato. Il nostro dovere è quello di far capire alle mamme e ai papà quanto sia importante procedere in tempi brevi a far vaccinare i bambini contro il morbillo». Il dato che allarma i pediatri di famiglia della Fimp riguarda in particolare i bambini nati nel 2016, per i quali si registra un calo percentuale di vaccinazioni contro morbillo, parotite e rosolia di 8-10 punti percentuali, a seconda delle Asl Campane considerate, rispetto all’anno scorso. Si è passati infatti dal 92% circa di bambini vaccinati del 2017 al 82-84% circa, fino ad agosto 2018.
Autocertificazioni
Diverse possono essere le ragioni di questo calo. Antonio D’Avino non nasconde che sono in molti a ritenere che il crollo sia dovuto alle voci sulle autocertificazioni. «Diversi genitori, già ad inizio anno, erano convinti di poter risolvere il problema della frequenza con una semplice autocertificazione. Forse hanno creduto di poter rimandare convinti che alla fine l’obbligo sarebbe venuto meno. Quello che bisognerebbe far capire è che la questione non è normativa, ma di salute. Vaccinare i propri figli significa prendersi cura di loro, a volte anche salvare loro la vita». L’appello del segretario provinciale Fimp è quello di recuperare il tempo perso. «Non è troppo tardi – dice – spero che quanti più genitori possibile si facciano avanti e capiscano l’importanza di questo gesto. Gli studi dei Pediatri di Famiglia sono sempre aperti a quanti volessero maggiori informazioni e consigli».
Dipendenze, pazienti e terapisti insieme nella realtà virtuale
News Presa«I videogiochi? Ok ma solo un’ora al giorno». Da genitori quante volte avete pronunciato queste parole? Probabilmente molte. Ora invece i videogiochi, anzi la realtà virtuale, diventa una vera e propria cura per le dipendenze. Non solo da droga, ma anche da alcool o ludopatia. Il Monash Institute di Melbourne ha infatti creato una struttura per lo studio del cervello sotto stress che combina la neuroscienza con la realtà virtuale e con l’esercizio ad alta intensità per diagnosticare e trattare le persone che soffrono di disturbi compulsivi senza ricorrere a farmaci.
Brain Park
Il progetto, che si chiama BrainPark, sta già dando ottimi risultati. «La realtà virtuale terapeutica – spiega la direttrice del BrainPark, Rebecca Seagrave – rappresenta un punto di svolta per le malattie mentali. Può mettere insieme il medico, il paziente e le sue cattive abitudini ricreando una realistica “zona calda” della dipendenza che viene affrontata congiuntamente per rieducare il soggetto e sviluppare nuove risposte a cannabis, alcool, anfetamine o gioco d’azzardo. Nelle dipendenze vi è tutta una serie di situazioni di innesco problematico a cui è veramente difficile accedere nel mondo reale, e che si possono facilmente ricreare virtualmente in uno studio medico».
Messi alla prova
Attraverso la realtà virtuale, ad esempio, un paziente con un disturbo ossessivo-compulsivo legato alla pulizia può essere messo alla prova affrontando degli “inneschi”, creando cioè sporcizia e disordine in cucina o nel bagno. I dipendenti dal gioco d’azzardo possono invece essere testati con una replica virtuale di una sala slot da poker. «Possiamo misurare la risposta cerebrale fisiologica delle persone – ha continuato Seagrave – verso differenti aspetti del gioco d’azzardo in un ambiente virtuale ed esaminare quali aspetti sono più legati al comportamento da dipendenza». E conclude: «Tradizionalmente le dipendenze sono trattate secondo il tipo, come assistenza psicologica per la ludopatia e farmaci per le crisi di astinenza o l’ansia. Ma questo non funziona per tutti. Noi vogliamo offrire un nuovo approccio per diagnosticare e trattare la compulsione, sfruttando i benefici offerti dalla tecnologia».
Polmoniti: emergenza a Brescia. Happyageing, appello alla prevenzione
PrevenzioneSono 138 le persone ricoverate a seguito di polmoniti nei comuni del basso bresciano e nei paesi limitrofi. A riportare i dati è l’ATS di Brescia, i casi sono stati riscontrati nel periodo che va dal 2 al 7 settembre. La preoccupazione è soprattutto per la fascia d’età degli anziani, più vulnerabili alle conseguenze di queste patologie.
“La polmonite è il nemico numero uno degli anziani ricoverati – evidenzia Michele Conversano, presidente di HappyAgeing, Alleanza italiana per l’invecchiamento attivo – le cause possono essere numerose e bisogna tenere alta la guardia per prevenire tutte le sue forme batteriche, come quelle da legionella, bonificando gli impianti idrici e circoscrivendo immediatamente le aree di contagio, a quelle da pneumococco, contro le quali abbiamo un potente alleato nel vaccino. La polmonite pneumococcica è una malattia che – da sola – provoca oltre 9 mila morti l’anno, soprattutto negli over 65″.
“In attesa di conoscere la causa specifica dell’epidemia – prosegue Conversano – ricordiamo che mentre le polmoniti da legionella si possono prevenire attraverso una rigorosa attenzione alle riserve idriche, esistono forme di polmonite, ahimè molto frequenti, contro le quali è sufficiente una vaccinazione – inserita perlatro nei LEA – che è gratuita, si fa una sola volta e protegge per tutta la vita”.
“Il Piano nazionale di prevenzione vaccinale, inserito nei Livelli essenziali di assistenza, parla chiaro – ricorda Conversano -: le persone che compiono 65 anni hanno il diritto, in qualunque parte d’Italia, alla vaccinazione gratuita contro le polmoniti”. Si tratta di un’ opportunità di prevenzione che si effettua una sola volta e che mette al riparo per sempre dal rischio mortale di una polmonite.
Hiv, un vaccino è ancora lontano
FarmaceuticaUn vaccino per l’Hiv? Decisamente lontano, a meno che non vengano triplicati i fondi investiti nella ricerca. A gelare le speranze di centinaia di migliaia di pazienti non è il luminare di turno, ma addirittura uno studio studio finanziato dalla Bill and Melissa Gates Foundation e l’Agenzia svizzera per lo sviluppo, pubblicato su Gates Open research (piattaforma open-access della Fondazione Gates per la pubblicazione rapida degli studi).
I tre grandi nemici
Sotto la lente dello studio non solo l’Hiv, ma anche la malaria e la tubercolosi, vale a dire i tre principali killer dei paesi poveri. Ciò che viene rilevato è che è altamente improbabile che si possa arrivare ad un vaccino nel breve o medico periodo , a meno che non si triplichino i fondi investiti a livello mondiale per la ricerca in questo campo.
Epatite C
La ricerca, coordinata dal Duke Global Health Institute di Durham, ha valutato 538 prodotti in fase di sviluppo per 35 malattie che colpiscono i paesi poveri. Ha così concluso che sono fuori portata anche altri obiettivi, come il vaccino contro l’epatite C, quello combinato contro le principali cause di diarrea letale, una cura per la tubercolosi e nuove terapie per una dozzina di malattie neglette, tra cui lebbra, dengue e malattia del sonno.
I fondi da investire
Per avere dei veri progressi contro queste malattie entro il 2030, dicono i ricercatori, la spesa per la ricerca a livello mondiale dovrebbe arrivare a circa 9 miliardi l’anno, contro gli attuali 3 miliardi spesi attualmente. Secondo lo studio, nei prossimi 12 anni è probabile che vengano approvati 125 nuovi prodotti, di cui oltre la metà sono nuovi test diagnostici, vaccini contro il tifo e lo stafilococco, una migliore combinazione dei farmaci esistenti per malaria, tbc ed epatite C, e migliori farmaci per l’influenza. Il grande problema è chiaramente nel reperire le risorse necessarie, o meglio nel motivare coloro i quali sono chiamati a prendere decisioni in merito a stanziare più fondi. Ed è difficile credere, al momento, che le cose possano cambiare.
Cuore: sindrome di Brugada e rischio di aritmia
PrevenzioneSi tratta di una malattia cardiaca rara che dà un’alterazione del sistema elettrico del cuore: la sindrome di Brugada può anche rivelarsi fatale. Il suo nome si deve ai fratelli Brugada che la descrissero per la prima volta nel 1992.
Si stima che nel mondo ve ne siano cinque casi ogni diecimila individui. La sindrome di Brugada è in genere asintomatica e la diagnosi avviene soprattutto in età adulta. Colpisce in particolare gli uomini e anche la familiarità è un fattore di rischio.
Il professor Giulio Stefanini, specialista in Cardiologia clinica e interventistica in Humanitas spiega: “I pazienti con la sindrome di Brugada presentano un rischio aumentato di aritmia ventricolare e di morte improvvisa per aritmia”. Nella maggior parte dei casi quindi, è necessario l’impianto di un piccolo defibrillatore
Cause della sindrome
Il cuore è soggetto ad aritmia ventricolare in presenza di un’alterazione strutturale o funzionale di alcuni canali ionici, strutture presenti sulla superficie delle cellule del cuore. Questa alterazione può essere ricondotta a una mutazione genetica. Sebbene i geni coinvolti possano essere diversi, il più comunemente mutato (in circa 3 pazienti su 10) è il gene SCN5A.
Questo gene fornisce le informazioni necessarie per la creazione del canale che trasporta atomi di sodio caricati positivamente nelle cellule cardiache. Si tratta di un canale fondamentale nel mantenere un normale ritmo cardiaco e se viene alterato nella struttura o nel funzionamento per via della mutazione genetica, si ha una riduzione dell’afflusso degli atomi di sodio con conseguente alterazione del ritmo cardiaco.
Anche l’assunzione di sostanze stupefacenti, l’ipercalcemia o l’ipopotassiemia sono state associate alla sindrome e all’insorgenza dei sintomi nei pazienti con una mutazione genetica.
Come si arriva alla diagnosi
“La diagnosi si effettua con l’elettrocardiogramma (ECG) e la conferma arriva in presenza di alterazioni molecolari. Alla luce delle indicazioni fornite dall’elettrocardiogramma, occorre infatti escludere altre cause che possono determinare un aspetto elettrocardiografico simile; questo può essere rilevato in semplici controlli di routine e nel caso di screening. I soggetti con familiarità per morte improvvisa o i pazienti che abbiano manifestato un episodio di sincope devono sottoporsi a un ECG dal quale potrà risultare il quadro suggestivo della sindrome”, precisa il prof. Stefanini.
Sebbene la sindrome sia prevalentemente asintomatica, talvolta possono aversi sintomi come palpitazioni, battito cardiaco irregolare, svenimento e arresto cardiaco improvviso: “Sono sintomi aspecifici che possono segnalare anche altri problemi cardiaci e che richiedono comunque un approfondimento. Non dimentichiamo che un semplice esame come l’elettrocardiogramma può salvare la vita”, sottolinea lo specialista.
Nella musica il segreto per allenarsi al meglio
SportMusica e sport non è solo un binomio perfetto per trovare la carica, è anche il giusto “segreto” per non sentire la fatica. Già, la musica, grazie ad un preciso meccanismo cerebrale, fa sentire meno la fatica quando si fa sport. Quindi, ben venga la playlist giusta nelle orecchie prima di partire di slancio a fare ginnastica. Ma come funziona il meccanismo che permette al nostro corpo di affaticarsi meno quando si sport con la musica nelle orecchie?
Lo studio
Il merito è tutto della capacità della musica di attivare una regione del cervello collegata proprio a una minor risposta allo sforzo. Lo rileva una ricerca della Brunel University London, pubblicata sulla rivista International Journal of Psychophysiology. Lo studio ha preso in esame 19 adulti sani, che hanno svolto degli esercizi utilizzando un anello di presa per rinforzare le mani. Questa attività è stata scelta appositamente per consentire agli studiosi di svolgere con maggiore semplicità una scansione cerebrale su di loro. I partecipanti hanno eseguito 30 serie di esercizi, della durata di 10 minuti ciascuno.
Un titolo al top
Durante alcune di queste serie, hanno ascoltato in particolare la canzone “I Heard It Through The Grapevine”.
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L’autore principale Marcelo Bigliassi e i suoi colleghi hanno scoperto che la presenza della musica era associata a una maggiore energia durante l’esercizio oltre che a un aumento di pensieri che non erano direttamente collegati a ciò che i partecipanti stavano facendo. Hanno anche osservato dei cambiamenti in una particolare regione del cervello quando gli esercizi venivano svolti con la musica: il giro frontale inferiore sinistro, che è come un hub che raccoglie le varie sensazioni, elaborando le informazioni da fonti interne ed esterne. «L’aumento dell’attivazione di questa regione – spiega Bigliassi – è stato negativamente correlato con le risposte allo sforzo, il che significa che più questa regione è risultata attiva meno i partecipanti hanno sperimentato affaticamento».
Tumori: -10% di mortalità con la dieta mediterranea
AlimentazioneLa dieta mediterranea è stata riconosciuta dall’UNESCO come bene protetto: la più salutare al mondo. Consumarla tutti i giorni riduce del 10% la mortalità da cancro. Le cattive abitudini alimentari sono però sempre più diffuse nel nostro Paese. Il 42% degli italiani è in eccesso di peso, più del 10% addirittura obeso. Solo un adulto su dieci invece mangia tutti i giorni le cinque porzioni di frutta e verdura raccomandate dagli esperti.
Ne consegue che oltre il 30% di tutte le neoplasie è direttamente riconducibile ad una scorretta alimentazione, intesa sia in termini di quantità che qualità. Da qui nasce la campagna Cooking Comfort Care Mangio Sano, contro il Cancro, promossa dalla Fondazione AIOM (Associazione Italiana Oncologia Medica) e partita questo sabato grazie a un mini-sito web (da oggi su www.fondazioneaiom.it) con notizie e informazioni sulla dieta mediterranea e la nutrizione del malato di cancro, una forte attività sui social media e la distribuzione di materiale informativo su tutto il territorio nazionale. Riprendono inoltre le pubblicazioni de Il Ritratto della Salute News, il primo free press elettronico della prevenzione incentrato sulla corretta alimentazione. La newsletter settimanale conterrà interviste agli oncologi e dietisti, approfondimenti, ricette e notizie di benessere.
La dieta mediterranea è dimostrato che svolge prevenzione oncologica (ma anche prevenzione cardiovascolare, neurologica, osteoarticolare ecc.). Negli ultimi anni però viene sempre meno seguita soprattutto da parte dei più giovani.
Una nutrizione corretta inoltre può giocare un ruolo fondamentale anche per i pazienti oncologici. In Italia, sono oltre tre milioni le persone che vivono con una precedente diagnosi di tumore. Le terapie e i trattamenti sono meno invasivi ma presentano ancora effetti collaterali (tra cui diarrea, nausea, vomito, stitichezza, perdita dell’appetito). La malnutrizione è poi un fenomeno che colpisce otto pazienti su dieci. Mangiare in modo adeguato evita la perdita di peso, riduce le tossicità provocate dalla chemio o dalla radioterapia, rinforza le difese dell’organismo e previene le complicanze post operatorie. Infine contrasta anche l’insorgenza della depressione, un disturbo che interessa fino al 70% dei malati.
All’interno dell’iniziativa, un team composto da chef e medici oncologi ha elaborato una serie di speciali ricette utili sia al malato con tumore del pancreas che alla sua famiglia. “E’ una neoplasia molto aggressiva – ha detto il dott. Fabrizio Nicolis, Presidente Fondazione AIOM durante la presentazione -. Questo è dovuto sia alla difficoltà nella diagnosi che alle particolari caratteristiche dell’organo che compromettono l’efficacia delle cure. Sono oltre 14mila gli italiani che stanno combattendo contro questa forma di cancro.
Vaccini, è bufera in attesa della prima campanella
News PresaAncora una volta centinaia di miglia di genitori si trovano a fare i conti con polemiche e discussioni, divisi su un tema che sta assumendo le sembianze di una grottesca cospirazione. Si parla di vaccini, sia perché in questi giorni sono arrivate importanti notizie da Roma, vale a dire la decisione di fare un passo indietro sulle autocertificazioni, sia perché tra pochissimo suonerà la prima campanella.
I dubbi dei genitori
In vista dell’inizio della scuola il dietrofront del Governo ha creato non pochi dubbi tra le mamme e i papà, alcuni dei quali convinti di poter risolvere la questione con un’autocertificazione. Se alcuni hanno tirato un sospiro di sollievo rispetto all’entrata in vigore dell’obbligo vaccinale, altri invece (evidentemente poco informati) sono andati su tette le furie. Tra i no vax c’è anche chi ha iniziato a preoccuparsi delle multe, vere o presunte, arrivate ai genitori che avevano dichiarato il falso. Insomma, un vero e proprio caos.
Quei bambini dimenticati
Chi ha dubbi rispetto all’efficacia dei vaccini forse se li potrà chiarire leggendo la notizia riferita dall’Unicef: vale a dire che 2016 circa 1,4 milioni di bambini sotto i 5 anni nel mondo sono morti per malattie prevenibili con un vaccino. Dall’Unicef spiegano che circa un quarto delle morti tra i bambini sotto i 5 anni sono state causate da polmonite, diarrea e morbillo e la maggior parte si sarebbero potute evitare con un vaccino. «Attraverso un video a sostegno della petizione on line Proteggi un bambino, proteggili tutti. I vaccini salvano la vita, l’Unicef – riporta una nota – vuole sostenere le vaccinazioni in Italia e nel mondo, promuovere campagne per una corretta informazione sui vaccini e raggiungere l’immunizzazione universale contro le malattie prevenibili in tutti i paesi». I bambini dei quali parla l?Unicef sono i bambini dimenticati, quelli che non hanno avuto la possibilità di crescere, di vivere. E’ anche per questi bambini che in paesi dove i vaccini sono alla portata di tutti si dovrebbero evitare inutili polemiche.
[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=-8VNG9wbcBo[/youtube]
Acne, un passo avanti verso il vaccino
FarmaceuticaE’ il sogno di ogni adolescente: sconfiggere l’acne in una sola mossa. Un sogno che, a quanto pare, tra non molto potrebbe anche diventare realtà. La notizia sta facendo rapidamente il giro il del mondo, rilanciata da importanti riviste scientifiche e social network: un team di ricercatori internazionali ha dimostrato per la prima volta che gli anticorpi contro una tossina secreta dai batteri nell’acne possono ridurre l’infiammazione nelle lesioni fatte dalla stessa malattia. Al momento lo studio, pubblicato sul Journal of Investigative Dermatology, è stato condotto sui topi ed ex vivo in cellule della pelle umana.
Anticorpi
E’ emerso come l’applicazione di alcuni anticorpi monoclonali su un fattore chiamato Camp (una tossina secreta dai batteri Propionibacterium acnes, responsabili della patologia) riesce a ridurre le risposte dell’infiammazione. Anche se l’acne non è una malattia pericolosa per la vita, sono alti gli effetti psicologici che porta. È difficile da nascondere e spesso, spiegano gli studiosi, compromette l’autostima degli individui che ne sono colpiti, soprattutto durante l’adolescenza, un periodo di importante sviluppo fisico, emotivo e sociale. I farmaci che oggi sono disponibili spesso garantiscono solo risultato insufficienti e possono causare effetti collaterali difficili da tollerare che vanno dalla secchezza della pelle e all’irritazione. Una vaccinazione contro l’acne, dicono gli studiosi, potrebbe aggirare i potenziali effetti avversi delle attuali opzioni di trattamento. Ad essere coinvolti nel lavoro sono stati i ricercatori dell’Università della California a San Diego (Stati Uniti d’America) del National Central University di Jhongli (Taiwan) e della Brandenburg Medical School Theodore Fontane di Dessau (Germania).
Alimentazione
Uno dei temi più controversi in fatto di acne giovanile è quello dell’alimentazione, in fatto di acne non sempre le cose sono come ci si aspetterebbe. Molti non sanno, ad esempio, che i cibi a basso contenuto di grassi sono pieni di zuccheri e quindi non sono per niente raccomandabili. Il latte è un altro alimento al quale prestare attenzione: uno studio condotto su oltre 47 mila donne ha infatti evidenziato una maggior incidenza dell’acne giovanile grave legata al consumo di latte, con percentuali peggiori per il latte scremato o parzialmente scremato rispetto al latte intero. Questo perché, oltre al lattosio, nel latte si trovano anche proteine come la alfa-lattoalbumina (con caratteristiche simili agli androgeni, gli ormoni che facilitano l’acne) e la somatomedina (che induce la produzione di sebo): quando al prodotto vengono tolti i grassi, aumenta la quota relativa di proteine presenti, rendendo così il latte sgrassato più “pericoloso” per la pelle.