Tempo di lettura: 4 minutiSei adolescenti su 10 hanno assistito ad atti di bullismo e/o cyberbullismo. Sono le minacce più temute da oltre un adolescente su 3, subito dopo violenze sessuali (31,73%) e droghe (24,76%). Quasi la metà degli adolescenti ha vissuto sulla propria pelle atti di bullismo da parte di compagni (44,9%, che sale al 46,5% nei maschi). A differenza del cyberbullismo che invece colpisce di più le ragazze: il 12,4% delle giovani ammette di esserne state vittima, contro il 10,4% dei ragazzi. A questo si somma la sofferenza provocata dai commenti a sfondo sessuale, subìti dal 32% delle ragazze, contro il 6,7% dei ragazzi. Tra le molestie online, le provocazioni in rete, conosciute come “trolling”, disturbano il 9,5% degli adolescenti, ma colpiscono di più i maschi (16% delle femmine (7,2%). È questa l’allarmante fotografia scattata da Terre des Hommes e ScuolaZoo attraverso i risultati dell’Indagine dell’Osservatorio indifesa, che ha raccolto le opinioni di 8mila ragazzi e ragazze delle scuole secondarie in tutta Italia su violenza, discriminazioni e stereotipi di genere, bullismo, cyberbullismo e sexting diffusi in occasione della Giornata Nazionale contro bullismo e cyberbullismo a scuola e del Safer Internet Day.
La violenza consumata in rete
È la violenza in rete a fare più paura agli adolescenti italiani . Il cyberbullismo viene infatti percepito da 4 adolescenti su 10 (39,7%) come molto rischioso; ad essere più preoccupati sono i maschi (43,2%), rispetto alle femmine (38,2%). Al secondo posto troviamo la paura di diventare bersaglio di trolling e di subire molestie online, con il 37,3%. Qui ad essere più preoccupate sono le ragazze (39,5%) contro il 31,7% dei maschi. La perdita della propria privacy è considerato un rischio dal 33,1% degli adolescenti, con lo scarto di un punto tra femmine e maschi, a favore di quest’ultimi. Il 32% delle ragazze teme di diventare bersaglio di appellativi volgari, cosa che preoccupa solo il 21,8% dei ragazzi. Essere adescate online è l’incubo da una ragazza su 3 (28,4%). Chi vive queste esperienze sviluppa sentimenti di vergogna, ansia e malessere – anche fisico – e le conseguenze, come la bassa autostima, si possono protrarre fino all’età adulta se l’adolescente non viene correttamente aiutato a superare il trauma.
Tra i rispondenti al questionario ci sono anche coloro che mettono in pratica atti di bullismo e/o cyberbullismo: 1 ragazzo su 10 ammette di aver compiuto atti di bullismo e/o cyberbullismo, mentre la percentuale si dimezza quando a rispondere sono le ragazze.
“La violenza tra pari, online e offline, è una realtà con cui i nostri ragazzi e ragazze devono fare i conti. Realmente subìta, o soltanto percepita, entra nelle loro vite, probabilmente li agita e li condiziona e lascia dei segni sulla loro personalità”, dichiara Paolo Ferrara, Direttore Generale di Terre des Hommes. “È una violenza fatta di contatto fisico, ma ancora più spesso è un attacco alle proprie insicurezze, a quella identità che va formandosi, in modo sempre più marcato, proprio negli anni dell’adolescenza. Questo ci dice l’Osservatorio indifesa, diventato ormai un punto di riferimento unico, per contenuti e numero di ragazzi coinvolti, nel panorama italiano. Un luogo di ascolto fondamentale che ha permesso a Terre des Hommes e ai suoi partner di costruire percorsi di partecipazione giovanile sempre più innovativi e coinvolgenti, quali il Network indifesa o il ProteggiMI Tour”.
L’Osservatorio indifesa è nato per raccogliere le opinioni degli adolescenti italiani attraverso un questionario somministrato online attraverso i canali della Community ScuolaZoo e le scuole italiane coinvolte con la Campagna indifesa.
Gli straordinari risultati ottenuti (in tre anni il numero di studenti rispondenti si è quadruplicato) sono stati possibile grazie all’amplificazione che ScuolaZoo ha dato al questionario attraverso il proprio sito e profilo instagram seguito da oltre 4 milioni di follower.
Il testo del questionario è stato rivisitato grazie all’apporto dei R.I.S – Rappresentanti d’istituto ScuolaZoo (unico network in Italia di rappresentanti d’istituto apartitici) per rendere il linguaggio più vicino al target di riferimento. ScuolaZoo ha poi portato Terre des Hommes in tour nelle proprie assemblee d’istituto facendo arrivare il questionario direttamente nelle scuole.
ScuolaZoo è il media brand di riferimento della Generazione Z perché sensibilizza e aiuta gli studenti italiani a creare una propria coscienza civica, ed è in grado di parlare il loro linguaggio accorciando le distanze tra il mondo delle istituzioni e quello dei giovani.
“Viviamo ogni giorno i ragazzi, per questo conosciamo il loro linguaggio” – commenta Francesco Marinelli, editor in chief di ScuolaZoo – “la Generazione Z non è quella che spesso viene dipinta: è invece attenta ed altruista, si tratta solo di coinvolgerli nella maniera corretta e utilizzare i loro canali. Noi lo facciamo quotidianamente e riusciamo a portare loro i messaggi che le istituzioni e le associazioni vogliono trasmettergli”.
“Il bullismo è sintomo di un forte disagio e malessere della nostra società“, dichiara Marialessandra Caputi, Presidente di Kreattiva. “È l’espressione di una sofferenza psicologica che si esprime a livello relazionale e che pertanto va trattata coinvolgendo in modo sinergico e sistemico tutti gli attori e le agenzie educative fondamentali per la crescita dell’essere umano“.
Giornata contro il bullismo, un video per aprire gli occhi
Per la Giornata Nazionale contro bullismo e cyberbullismo a scuola Terre des Hommes presenta anche il video @pri gli Occhi# del regista Stefano Girardi. Il corto realizzato dalla casa di produzione Moovie On parte dall’idea che nel fenomeno del bullismo coabitino due generi di carnefici. Quelli che attuano fisicamente il sopruso e quelli che, al posto di indignarsi ed intervenire, si girano dall’altra parte o, peggio ancora, avallano questi comportamenti. Tale connivenza diventa, nel caso del cyberbullismo, ancora più forte ed amplificata dall’utilizzo dei social network. Qui, i “bulli indiretti” svolgono la parte più feroce condividendo questi contenuti senza pensare alle conseguenze.
“Nella storia il video diventa virale e, come una palla di neve, si ingrossa sempre di più distruggendo quello tutto quello che trova”, afferma Girardi. “Chi guarda questi video e condivide questi atti vessatori trovandoli divertenti in realtà non li sta guardando veramente, ha gli occhi chiusi, perché se li vedesse per quello che sono, li aprirebbe. Questo è il nostro augurio, educare i ragazzi ad aprire gli occhi per intervenire in difesa dei più deboli”.
SOS afa, come affrontare il caldo a tavola
AlimentazioneQuando l’afa e il caldo si fanno sentire, diventa essenziale combatterli non soltanto con l’aiuto di condizionatori e ventilatori, ma anche a tavola. In estate è importante mantenere il corpo sempre idratato e, introducendo cibi freschi e ricchi d’acqua tipici della stagione estiva, regaleremo al nostro organismo le vitamine e i minerali di cui ha bisogno per mantenersi in salute.
Alcuni consigli per affrontare il caldo a tavola
Esistono molti modi per contrastare l’effetto deleterio che il caldo eccessivo durante l’estate può avere sul nostro organismo, ma uno dei più efficaci è rappresentato dalle nostre abitudini alimentari: alcune delle regole più importanti consistono nel bere più acqua e meno bevande alcoliche o zuccherose, mangiare meno ma più spesso, privilegiare frutta e verdura fresca di stagione, preferire il pesce alla carne.
1. Bere molta acqua
Il nostro organismo è costituito per il 70% di acqua: per mantenere un buon livello d’idratazione, soprattutto in estate, abbiamo bisogno di circa 2-3 litri di acqua al giorno (sommando quelli introdotti attraverso il cibo a quelli introdotti bevendo acqua e liquidi).
Per assumerli, calcoliamo più o meno di bere circa 8 bicchieri di acqua al giorno. È quindi importante tenere sempre l’acqua a portata di mano, soprattutto a tavola, ma anche mentre lavoriamo o quando usciamo. Un trucco che può aiutarci a mantenere un buon livello di idratazione è quello di bere un bicchiere d’acqua appena svegli, prima di andare a dormire e prima di ogni pasto.
2. Evitare alcolici e bibite zuccherate
Alcolici e superalcolici sono nemici giurati dell’idratazione perché provocano vasocostrizione e aumentano la diuresi, così come le bibite a base di tè, cola o caffè.
Le bibite zuccherate contengono un elevato numero di calorie, che si assumono quasi senza accorgersene. Meglio preferire frullati e centrifugati della frutta, che forniscono all’organismo il giusto apporto di sali minerali e vitamine.
3. Mangiare frutta di stagione
L’estate è una stagione ricca di frutta gustosa: perché non approfittarne per combattere il caldo?
Nei mesi estivi la frutta rappresenta una riserva d’acqua importantissima, che aiuta a combattere la disidratazione. Quella più ricca di acqua: meloni e angurie. Ottime anche le pesche, le fragole, le ciliegie.
4. Mangiare molto pesce
Il pesce, secondo le linee guide degli esperti, va consumato almeno tre volte a settimana.
D’estate si possono aumentare le dosi, specialmente se si predilige la cottura al forno o alla griglia.
È un alimento molto digeribile e ricco di acidi grassi essenziali, come gli omega-3, che hanno notevoli benefici sull’organismo, riducendo il colesterolo cattivo (LDL) a favore di quello buono (HDL). Il pesce azzurro è molto ricco di omega-3, quindi via libera a sgombri, aringhe e sardine.
5. Diminuire l’assunzione di carne rossa e di salumi
La carne rossa e i salumi sono ricchi di grassi saturi: meglio ridurne il consumo e propendere per carni meno grasse, come quelle di pollo o tacchino, più leggere ma con un buon contenuto proteico.
Metabolismo, ecco come riattivarlo naturalmente
Alimentazione, News PresaUn bicchiere d’acqua e un cucchiaio di aceto di mele possono aiutare a riattivare il metabolismo. Non si tratta di una formula magica, ma di un consiglio che arriva dai nutrizionisti per aiutare l’organismo a rimettersi in moto e migliorare il nostro stato di salute. Si tratta naturalmente di un consiglio che va preso per quel che è, non una terapia ma più la rilettura in chiave moderna di un “consiglio della nonna”. Al mattino, a stomaco vuoto, bere un bel bicchiere d’acqua tiepida con un pizzico di bicarbonato e un cucchiaio da minestra di aceto di mele biologico (meglio se crudo) aiuterebbe infatti a far funzionare meglio il metabolismo e non solo.
ACIDO E ALCALINO
Una delle caratteristiche di questo elisir con aceto di mele e bicarbonato è di bilanciare il pH dei due prodotti, che sono rispettivamente alcalino e acido. In questo modo la bibita non infastidisce chi la beve con bruciori di stomaco o altro. Secondo gli esperti questo consente infatti di sfruttare le proprietà benefiche senza acidificare ulteriormente l’organismo. Ma resta inteso che se si hanno problemi di acidità allo stomaco questa bibita non va bene. Anche l’abitudine di assumere bicarbonato, se lo si fa per troppo tempo, non fa bene perché può alterare il pH naturalmente acido dello stomaco. Bisogna che l’acido cloridrico dello stomaco rimanga equilibrato per poter digerire bene gli alimenti.
AZIONE BENEFICA
Se un bicchiere di acqua e aceto può far bene al metabolismo e a purificare l’organismo, pare che l’aceto di mele abbia anche un’azione benefica per molti piccoli fastidi. Ad esempio per la laringite. Le inalazioni con l’aceto di mele può essere un toccasana. Basta riempire un recipiente fino all’altezza di circa 5 cm e metterlo a scaldare fino a quando vaporizza. Inspirando, il vapore scioglie l’ostruzione delle narici, placa l’infiammazione della mucosa e elimina i batteri. Per laringiti acute un cucchiaino di aceto di mele in un mezzo bicchier d’acqua da prendere ogni mezz’ora per sette ore. Nel caso di raucedine insistente è consigliabile sciogliere un cucchiaino di aceto di mele in un bicchier d’acqua e fare gargarismi anche a intervalli frequenti. Piccoli rimedi casalinghi che non devono mai sostituire i consigli del medico, al quale è sempre bene rivolgersi in caso di problemi persistenti.
Ernia iatale e sport, cosa dice l’esperta
PrevenzioneL’ernia iatale è una condizione diffusa, solitamente diagnosticata con la gastroscopia. Si tratta dello spostamento di una porzione dello stomaco al di sopra della giunzione esofago-gastrica. La dottoressa Beatrice Salvioli, gastroenterologa di Humanitas, spiega che spesso, ma non sempre, si accompagna al reflusso gastroesofageo, per cui avere l’ernia non significa necessariamente soffrire di reflusso.
Le tipologie di ernia iatale
L’ernia iatale può essere di 3 tipi. La più frequente è quella “da scivolamento”, in cui lo stomaco risale nel torace, attraverso la giunzione esofago-gastrica (tipicamente si osserva nelle persone obese). Il secondo tipo, ernia paraesofagea o da rotolamento, è più rara ed è data dalla rotazione della parte superiore dello stomaco a livello del torace. Questo tipo di ernia, a differenza di quella da scivolamento, si può “strozzare” e causare ischemia ovvero mancanza di flusso sanguigno. Il terzo tipo si chiama “misto” e comprende un’ernia iatale che presenta le caratteristiche dei due tipi sopraelencati.
Ernia iatale, quali sport preferire
L’esperta consiglia l’attività motoria soprattutto per le persone che devono perdere peso. L’unico limite è dato dalle dimensioni dell’ernia e dal tipo di esercizi. “Non ci sono dei veri e propri divieti ma sicuramente gli sport in cui ci sia un aumento della pressione intra-addominale come sollevamento pesi e gli addominali tipo “crunch” possono peggiorare il reflusso e scatenare episodi di tachicardia o extrasistoli – conclude la gastroenterologa.
Dermatite seborroica o forfora? L’esperto spiega la differenza
PrevenzioneSi manifesta con squame bianche sul cuoio capelluto e capelli che creano prurito e fastidio alla testa. La forfora è un disturbo molto comune, ma può essere ricondotto a molte cause, tra le quali la dermatite seborroica. “La dermatite seborroica è una delle dermatiti più frequenti – spiega il professor Riccardo Borroni, dermatologo di Humanitas e docente di Humanitas University – non è contagiosa ed escluse le forme neonatali o infantili, tende a manifestarsi intorno alla pubertà con maggior coinvolgimento dei maschi rispetto alle femmine. Si tratta di una dermatite della pelle del cuoio capelluto, che può interessare anche il viso, in particolare i lati del naso, il mento, le sopracciglia e l’area periorale. È possibile avere manifestazioni anche sul corpo, in particolare al petto. Si manifesta tipicamente con la formazione di squame di colore bianco-giallastro (che quando compaiono al cuoio capelluto fanno parlare volgarmente di forfora), prurito e arrossamento della zona interessata”. “La desquamazione – continua il professor Bordoni – può essere dovuta alla proliferazione eccessiva dei lieviti del genere Malassezia: questi sono ospiti abituali della cute ma in alcuni soggetti predisposti possono scatenare l’infiammazione, con conseguente desquamazione”.
Curare la dermatite seborroica
“In presenza dei sintomi è consigliabile consultare un dermatologo al fine da ricevere le indicazioni più appropriate rispetto alla propria pelle. In generale, lavare i capelli con una certa frequenza può essere di aiuto; la detersione dei capelli e del cuoio capelluto infatti contrasta la dermatite seborroica. È fondamentale però utilizzare prodotti appropriati e consigliati da uno specialista, come per esempio quelli che contengono cheratolitici come acido lattico o acido salicilico, che favoriscono l’eliminazione delle squame o quelli che contengono agenti antifungini, in grado di esercitare un controllo sulla proliferazione dei lieviti Malassezia. Questi prodotti dovrebbero essere utilizzati con più frequenza nei momenti in cui la malattia si manifesta con particolare forza, alternandoli a shampoo delicati per lavaggi frequenti nei periodi di remissione”, prosegue lo specialista.
Una malattia ad andamento cronico
“La dermatite seborroica ha un andamento cronico e tende a ripresentarsi o a peggiorare nei momenti di stress o nei mesi dell’autunno e dell’inverno. In questi momenti occorre curarla con maggior attenzione e rivolgersi al dermatologo qualora i rimedi fin a quel momento utilizzati dovessero rivelarsi inefficaci. In generale non vi sono particolari accortezze da adottare per i pazienti con dermatite seborroica, possiamo però dare qualche consiglio utile per la salute della pelle di chi ne soffre. Per quanto riguarda l’alimentazione è consigliabile privilegiare il consumo di frutta e verdura fresche, che favoriscono l’idratazione della pelle, e di alimenti contenenti vitamina H o biotina, vitamina utile per ridurre gli stati infiammatori della pelle, come per esempio cereali integrali, frutta secca, latte e latticini. È bene poi esporsi al sole con le opportune precauzioni, evitando gli orari più caldi e proteggendo la pelle con prodotti adatti: i raggi solari infatti favoriscono l’essiccazione delle squame con riduzione del prurito. Meglio evitare, invece, l’utilizzo delle lampade solari”, ha concluso il professor Borroni.
Cistite: lo specialista spiega come prevenirla e combatterla
PrevenzioneLa cistite colpisce almeno una volta nella vita, circa il 30% delle donne e il 12% degli uomini in Italia. Se non viene curata in modo adeguato può creare una cronicizzazione. Ma quali sono le cause ? “La cistite è un’infiammazione della vescica solitamente associata a un’infezione batterica, spesso accompagnata da dolore e bruciore nella minzione – spiega il dottor Alberto Saita, endocrinologo responsabile della sezione di Endourologia di Humanitas. È più frequente nelle donne, per via della conformazione anatomica dell’apparato uro-genitale: nelle donne, infatti, la ridotta lunghezza dell’uretra permette ai batteri presenti nel retto o in vagina (specialmente l’Escherichia coli) di risalire nella vescica, causando appunto infezione. La cistite però non ha soltanto una natura batterica; può essere scatenata da particolari farmaci, può dipendere da infiammazioni fungine, o può essere cistite interstiziale, un’infiammazione cronica di cui ancora non si è certi delle cause. Ci sono poi alcuni comportamenti che aumentano il rischio di contrarla, come un’attività sessuale con soggetti a rischio per infezioni maschili, l’urina trattenuta, o anche l’atto di interrompere la minzione volontariamente. Anche pazienti immuno-depressi, sottolinea lo specialista, così come i diabetici sono maggiormente esposti allo sviluppo di questa patologia.
“Il primo sintomo evidente è la disuria – spiega il dottore – ovvero la difficoltà di minzione: la sensazione è quella di avere ancora dell’urina da espellere, ma senza riuscirci, anche se la vescica è effettivamente vuota. Molto frequenti sono il dolore e il bruciore della zona, sia quando si espelle l’urina, sia in condizioni normali. Le urine, a volte, sono maleodoranti e presentano tracce di sangue, anche se ciò non avviene in tutti i casi. Capita anche che la cistite procuri sintomi non specifici, come la febbre, o addirittura essere asintomatica, e derivare soltanto dalla presenza di batteri nelle urine (batteriuria). In casi più complicati può inoltre accompagnarsi alla presenza di sangue nelle urine (cistite emorragica), o può esserci un coinvolgimento dell’alta via urinaria (cistopielite)”.
Cistite: come fare prevenzione
“Ci sono alcuni accorgimenti che possono essere molto utili nella prevenzione della cistite. È molto importante svuotare completamente la vescica dopo la minzione, ma anche prima e dopo un rapporto sessuale, così come bere molta acqua: l’ideale sarebbe mantenere una buona idratazione bevendo spesso, con moderazione, evitando però bevande zuccherate, alcolici e prediligendo camomille e tisane senza zucchero, che hanno un effetto lenitivo. Una dieta ricca di fibre scongiura la stipsi e riduce la presenza dei batteri nell’intestino, principali cause dell’irritazione; ultimo, ma non meno importante, è bene curare adeguatamente l’igiene intima, stando attenti a pulire separatamente vescica e ano durante l’espletazione”.
“In caso di menopausa – conclude lo specialista – è possibile prevenire la cistite aumentando le difese dell’organismo contro la risalita dei batteri dall’uretra alla vescica, applicando pomate con estrogeni ad azione locale”.
Sonno disturbato: come influenza la nostra vita
PrevenzioneLa qualità della vita è strettamente correlata alla qualità del sonno. Dormire bene, tra le sette e le nove ore, prepara ad affrontare la giornata, sia dal punto di vista di produttività e concentrazione sul lavoro, sia per quanto riguarda l’umore e la gestione di ansia e stress. Durante la notte, il corpo si riposa e il cervello, che resta attivo, ha la possibilità di “ricaricarsi”. Sono due gli stati principali che si attraversano dormendo: il sonno REM caratterizzato dalla comparsa di rapidi movimenti degli occhi e dall’assenza di attività muscolare che si sussegue all’incirca per cinque cicli per notte, e il sonno non-rem, più profondo. I sogni nel sonno REM, più frequenti, contengono spesso emozioni forti, pericoli e personaggi minacciosi. I sogni nel sonno non-REM contengono più frequentemente personaggi amichevoli e conosciuti. Rispettare i cicli del sonno contribuisce a un corretto funzionamento cognitivo e al consolidamento dei ricordi. In sostanza è fondamentale avere un riposo di qualità e per poterlo valutare ci sono alcune spie d’allarme, come spiega il dottor Vincenzo Tullo, neurologo e Responsabile dell’ambulatorio sulle cefalee e sui disturbi del sonno di Humanitas LAB.
Dal cuore all’appetito: il sonno influenza la nostra vita
Un riposo scarso o insufficiente può essere correlato a varie patologie, come il diabete o l’ipertensione. “Questo perché – spiega lo specialista – la pressione sanguigna durante il ciclo del sonno varia e, di conseguenza, un sonno che continua a interrompersi avrà un’influenza negativa su tali variazioni. Le conseguenze possono essere ipertensione, appunto, o problemi cardiovascolari, ma non solo”. Un riposo insufficiente e frammentato si può ripercuotere sul metabolismo. Per esempio, influenzando i livelli di insulina e, quindi, facilitando il diabete; oppure aumentando il cortisolo, il cosiddetto “ormone dello stress”, che, una volta svegli, stimolerà un aumento dell’appetito.
Insonnia e apnea
Due delle patologie più comuni che disturbano in sonno sono l’apnea e l’insonnia. L’apnea produce una diminuzione del flusso d’aria nei polmoni durante la notte, provocando persino episodi di mancanza d’aria completa. Chi soffre di apnea notturna è portato a svegliarsi di frequente, ansimando a causa della mancanza di respiro. Queste “pause di respirazione”, correlate alla riduzione dell’ossigeno nel sangue, possono affaticare il cuore, aumentando nel corso del tempo il rischio di malattie cardiovascolari. Quali possono essere le spie di un’apnea notturna? Una predisposizione a russare molto forte, per esempio, o una continua stanchezza e sonnolenza diurna con talvolta colpi di sonno. Ma anche, come abbiamo detto, la tendenza a svegliarsi più volte durante la notte con la sensazione di soffocamento e mancanza d’aria. I colpi di sonno sono responsabili del 7% degli incidenti stradali e del 20% degli infortuni lavorativi.
L’insonnia, invece, è molto più articolata di quanto si pensi. Ci sono, infatti, tre i tipi di insonnia: iniziale caratterizzata dalla difficoltà di addormentamento, centrale con risvegli durante la notte e terminale con risveglio precoce. Le tre forme di insonnia possono a volte coesistere e si traducono in un insufficiente riposo notturno.
Quando questi sintomi sono costanti, cioè si presentano più di un paio di volte alla settimana, è bene consultare uno specialista. L’insonnia è un disturbo curabile e può essere sintomo di altre patologie mediche o psicologiche come ansia, depressione, malattie neurologiche o metaboliche, ipertensione o malattie cardiache e stati dolorosi.
Diagnosi precoce dei tumori: un test li individua con 4 anni di anticipo
PrevenzioneUn test per diagnosticare il tumore con un anticipo di 4 anni rispetto alle tecniche attuali, che non permettono di individuare il tumore nei primissimi stadi del suo sviluppo: ecco i risultati di una ricerca rivoluzionaria che potrebbe cambiare radicalmente l’approccio alla lotta contro il cancro.
Si tratta di un esame del sangue, che permette di individuare molto precocemente alcuni dei tipi di tumore tra i più diffusi, come il cancro allo stomaco, all’esofago, al colon-retto, al fegato e al polmone.
Ci troviamo di fronte ai promettenti risultati di uno studio – pubblicato su Nature Communications – su questo nuovo test sperimentale, chiamato PanSeer, che riuscirebbe a identificare nel DNA di soggetti ancora asintomatici delle modifiche chimiche (metilazioni) che trasformano le cellule in direzione cancerosa.
La ricerca è stata condotta dall’Università della California di San Diego con la collaborazione di diverse università cinesi e, se il test diventasse un esame di routine, consentirebbe in futuro di anticipare la diagnosi del cancro, evidenziando i primi ‘segnali’ della sua comparsa. I pazienti avrebbero maggiori chance di sopravvivenza e sarebbero in grado di ricevere le cure in modo più rapido e incisivo.
Come funziona il test di diagnosi precoce dei tumori e risultati
PanSeer sfrutta il sistema della biopsia liquida, un tipo di analisi fatto sul DNA tramite prelievo di sangue che è in grado di individuare come marcatori del tumore le metilazioni del DNA stesso.
Lo studio –Taizhou Longitudinal Study – ha coinvolto circa 120 mila persone, arruolate tra il 2008 e il 2018. All’inizio sono stati raccolti i campioni di sangue di tutti i partecipanti, che sono stati monitorati nell’arco dei dieci anni. Ogni partecipante ha donato il sangue per la ricerca durante tutto il decennio, sottoponendosi a regolari controlli medici. Sono stati ottenuti circa 1,6 milioni di campioni. In caso di diagnosi positiva al cancro si è confrontato il sangue fino a quattro anni prima della comparsa dei sintomi.
Analizzando i risultati si è concluso che il test PanSeer è in grado di identificare le 5 più comuni e letali forme di cancro nel 95% dei campioni dei pazienti quando sono ancora asintomatici.
Dallo studio, in ogni caso, emerge non tanto la possibilità di “prevedere” una predisposizione al tumore, dato non quantificabile, ma la capacità di identificare i tumori in maniera precoce.
L’obiettivo finale sarebbe quello di eseguire regolarmente esami del sangue come questo durante i controlli sanitari annuali. Ma l’obiettivo immediato è quello di testare le persone a rischio più elevato, in base all’anamnesi familiare, all’età o ad altri fattori di rischio noti.
Si tratta, comunque, di uno studio che dovrà essere condotto su larga scala, i cui risultati potranno essere confermati solo tra qualche anno.
Leggi anche: Tumori: il 40% si può prevenire. Le regole di Aiom
Editoria, Speciale Salute e Prevenzione di Luglio
News Presa, SpecialiAnche per l’estate il network editoriale PreSa ha scelto di dedicare ai temi della salute e della prevenzione un ampio spazio di approfondimento. Sullo speciale realizzato in partnership con “Il Mattino” un ampio focus sulle Malattie Rare, ma anche sulle nuove terapie, le eccellenze e le soluzioni innovative per affrontare patologie della vista e neoplasie alla prostata. Temi trattati sempre in modo diretto e chiaro, con il supporto dei maggiori esperti nazionali.
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Bullismo e cyberbullismo, subiti dal 61% degli adolescenti
Adolescenti, Pediatria, Prevenzione, PsicologiaSei adolescenti su 10 hanno assistito ad atti di bullismo e/o cyberbullismo. Sono le minacce più temute da oltre un adolescente su 3, subito dopo violenze sessuali (31,73%) e droghe (24,76%). Quasi la metà degli adolescenti ha vissuto sulla propria pelle atti di bullismo da parte di compagni (44,9%, che sale al 46,5% nei maschi). A differenza del cyberbullismo che invece colpisce di più le ragazze: il 12,4% delle giovani ammette di esserne state vittima, contro il 10,4% dei ragazzi. A questo si somma la sofferenza provocata dai commenti a sfondo sessuale, subìti dal 32% delle ragazze, contro il 6,7% dei ragazzi. Tra le molestie online, le provocazioni in rete, conosciute come “trolling”, disturbano il 9,5% degli adolescenti, ma colpiscono di più i maschi (16% delle femmine (7,2%). È questa l’allarmante fotografia scattata da Terre des Hommes e ScuolaZoo attraverso i risultati dell’Indagine dell’Osservatorio indifesa, che ha raccolto le opinioni di 8mila ragazzi e ragazze delle scuole secondarie in tutta Italia su violenza, discriminazioni e stereotipi di genere, bullismo, cyberbullismo e sexting diffusi in occasione della Giornata Nazionale contro bullismo e cyberbullismo a scuola e del Safer Internet Day.
La violenza consumata in rete
È la violenza in rete a fare più paura agli adolescenti italiani . Il cyberbullismo viene infatti percepito da 4 adolescenti su 10 (39,7%) come molto rischioso; ad essere più preoccupati sono i maschi (43,2%), rispetto alle femmine (38,2%). Al secondo posto troviamo la paura di diventare bersaglio di trolling e di subire molestie online, con il 37,3%. Qui ad essere più preoccupate sono le ragazze (39,5%) contro il 31,7% dei maschi. La perdita della propria privacy è considerato un rischio dal 33,1% degli adolescenti, con lo scarto di un punto tra femmine e maschi, a favore di quest’ultimi. Il 32% delle ragazze teme di diventare bersaglio di appellativi volgari, cosa che preoccupa solo il 21,8% dei ragazzi. Essere adescate online è l’incubo da una ragazza su 3 (28,4%). Chi vive queste esperienze sviluppa sentimenti di vergogna, ansia e malessere – anche fisico – e le conseguenze, come la bassa autostima, si possono protrarre fino all’età adulta se l’adolescente non viene correttamente aiutato a superare il trauma.
Tra i rispondenti al questionario ci sono anche coloro che mettono in pratica atti di bullismo e/o cyberbullismo: 1 ragazzo su 10 ammette di aver compiuto atti di bullismo e/o cyberbullismo, mentre la percentuale si dimezza quando a rispondere sono le ragazze.
“La violenza tra pari, online e offline, è una realtà con cui i nostri ragazzi e ragazze devono fare i conti. Realmente subìta, o soltanto percepita, entra nelle loro vite, probabilmente li agita e li condiziona e lascia dei segni sulla loro personalità”, dichiara Paolo Ferrara, Direttore Generale di Terre des Hommes. “È una violenza fatta di contatto fisico, ma ancora più spesso è un attacco alle proprie insicurezze, a quella identità che va formandosi, in modo sempre più marcato, proprio negli anni dell’adolescenza. Questo ci dice l’Osservatorio indifesa, diventato ormai un punto di riferimento unico, per contenuti e numero di ragazzi coinvolti, nel panorama italiano. Un luogo di ascolto fondamentale che ha permesso a Terre des Hommes e ai suoi partner di costruire percorsi di partecipazione giovanile sempre più innovativi e coinvolgenti, quali il Network indifesa o il ProteggiMI Tour”.
L’Osservatorio indifesa è nato per raccogliere le opinioni degli adolescenti italiani attraverso un questionario somministrato online attraverso i canali della Community ScuolaZoo e le scuole italiane coinvolte con la Campagna indifesa.
Gli straordinari risultati ottenuti (in tre anni il numero di studenti rispondenti si è quadruplicato) sono stati possibile grazie all’amplificazione che ScuolaZoo ha dato al questionario attraverso il proprio sito e profilo instagram seguito da oltre 4 milioni di follower.
Il testo del questionario è stato rivisitato grazie all’apporto dei R.I.S – Rappresentanti d’istituto ScuolaZoo (unico network in Italia di rappresentanti d’istituto apartitici) per rendere il linguaggio più vicino al target di riferimento. ScuolaZoo ha poi portato Terre des Hommes in tour nelle proprie assemblee d’istituto facendo arrivare il questionario direttamente nelle scuole.
ScuolaZoo è il media brand di riferimento della Generazione Z perché sensibilizza e aiuta gli studenti italiani a creare una propria coscienza civica, ed è in grado di parlare il loro linguaggio accorciando le distanze tra il mondo delle istituzioni e quello dei giovani.
“Viviamo ogni giorno i ragazzi, per questo conosciamo il loro linguaggio” – commenta Francesco Marinelli, editor in chief di ScuolaZoo – “la Generazione Z non è quella che spesso viene dipinta: è invece attenta ed altruista, si tratta solo di coinvolgerli nella maniera corretta e utilizzare i loro canali. Noi lo facciamo quotidianamente e riusciamo a portare loro i messaggi che le istituzioni e le associazioni vogliono trasmettergli”.
“Il bullismo è sintomo di un forte disagio e malessere della nostra società“, dichiara Marialessandra Caputi, Presidente di Kreattiva. “È l’espressione di una sofferenza psicologica che si esprime a livello relazionale e che pertanto va trattata coinvolgendo in modo sinergico e sistemico tutti gli attori e le agenzie educative fondamentali per la crescita dell’essere umano“.
Giornata contro il bullismo, un video per aprire gli occhi
Per la Giornata Nazionale contro bullismo e cyberbullismo a scuola Terre des Hommes presenta anche il video @pri gli Occhi# del regista Stefano Girardi. Il corto realizzato dalla casa di produzione Moovie On parte dall’idea che nel fenomeno del bullismo coabitino due generi di carnefici. Quelli che attuano fisicamente il sopruso e quelli che, al posto di indignarsi ed intervenire, si girano dall’altra parte o, peggio ancora, avallano questi comportamenti. Tale connivenza diventa, nel caso del cyberbullismo, ancora più forte ed amplificata dall’utilizzo dei social network. Qui, i “bulli indiretti” svolgono la parte più feroce condividendo questi contenuti senza pensare alle conseguenze.
“Nella storia il video diventa virale e, come una palla di neve, si ingrossa sempre di più distruggendo quello tutto quello che trova”, afferma Girardi. “Chi guarda questi video e condivide questi atti vessatori trovandoli divertenti in realtà non li sta guardando veramente, ha gli occhi chiusi, perché se li vedesse per quello che sono, li aprirebbe. Questo è il nostro augurio, educare i ragazzi ad aprire gli occhi per intervenire in difesa dei più deboli”.
Spossatezza in estate: servono gli integratori?
PrevenzioneIn estate, il gran caldo spesso rende stanchi e affaticati. Sudando si perdono quegli elettroliti necessari per il metabolismo e la funzionalità muscolo-articolare. Ma c’è una maniera per superare il senso di spossatezza? «Certamente con l’idratazione e la dieta ma, in alcuni casi, anche con l’integrazione», ha spiegato la professoressa Daniela Lucini, Responsabile della Sezione di Medicina dell’Esercizio di Humanitas.
La dieta contro la spossatezza
Il magnesio è uno dei minerali più importanti. Sono tantissimi i processi fisiologici in cui è coinvolto, dalla trasmissione degli impulsi nervosi alla contrazione muscolare fino ai processi cellulari di produzione di energia. Con l’abbondante sudorazione estiva questo minerale viene perso e prima di pensare all’integrazione è bene guardare a quello che si mette in tavola. Il magnesio è contenuto in molti cibi di tutte le categorie: dalle crucifere come cavoli e broccoli alle mandorle, dal cacao ai cereali integrali come riso e crusca di frumento dalle patate alle pesche.
Oltre al magnesio, il potassio è un altro minerale indispensabile che partecipa a diversi processi metabolici e funzioni dell’organismo. Il benessere muscolare, ad esempio, intrattiene uno stretto legame con il potassio. Si trova nelle banane, nel salmone e sardine, prodotti a base di soia, la carne, bianca e rossa, i kiwi.
La fonte principale di molta stanchezza è spesso però solo una: «La carenza di acqua. Chi accusa spossatezza deve reintegrare liquidi bevendo di più, fino a due litri d’acqua al giorno», ricorda la professoressa Lucini. Il consiglio è comunque sempre quello di rivolgersi al medico: «Una visita dal medico di famiglia e un semplice esame del sangue possono dirci se dietro questa debolezza di stagione si nasconde anche una carenza di sali minerali. Se la risposta è positiva si potrà ricorrere agli integratori contenenti, principalmente, magnesio, potassio e ferro».
Anche se si tratta di prodotti da banco è sempre bene chiedere consiglio al medico o al farmacista: «Attenzione a questi prodotti che potrebbero contenere anche zuccheri, e il consiglio è rivolto soprattutto a chi fa attività fisica in estate e vuole recuperare quanto perso con la sudorazione. Infine bisogna stare attenti a non scambiare gli integratori con i prodotti “energetici” contenenti sostanze eccitanti come la caffeina», conclude la specialista.