Tempo di lettura: 2 minutiCresce l’utilizzo di e-cig, soprattutto tra i giovani. I numeri sono quasi raddoppiati dal 2014 al 2021. A metterlo in luce sono i numeri ISTAT che sottolineano come l’uso delle sigarette elettroniche “è aumentato lentamente e costantemente”.
Se nel 2014 gli utilizzatori di 14 anni e più erano circa 800mila, a partire dal 2017, si è registrato un progressivo aumento. Nel 2021 quasi un milione e mezzo di persone usavano le e-cig, si trattava perlopiù di giovani. L’Indagine Istat sugli “aspetti della vita quotidiana” rivela come l’aumento “ha riguardato sia gli uomini che le donne, con livelli che si sono raddoppiati in quasi 10 anni”.
Le sigarette elettroniche fanno male?
Secondo la comunità scientifica è difficile stabilire gli effetti a lungo termine delle sigarette elettroniche sulla salute umana. Non si possono ancora misurare a causa della varietà dei prodotti e del poco tempo in cui sono stati studiati.
Tuttavia, per quanto riguarda il glicole propilenico – l’ingrediente che produce il «fumo sintetico» che viene rilasciato dalla sigaretta elettronica – un’esposizione nel lungo periodo può dare origine a irritazione delle vie aeree, tosse e in casi molto rari asma e riniti.
Il riscaldamento del glicole propilenico e di un’altra sostanza presente nel liquido delle e-cig, la glicerina, può inoltre portare alla formazione di formaldeide e acetaldeide. Queste sostanze, a dosi più elevate di quelle assunte con una singola e-cig, sono considerate cancerogene. Inoltre alcuni studi hanno rilevato sostanze tossiche e cancerogene nei liquidi delle cartucce.
Infine, nel vapore delle sigarette elettroniche sono presenti elevate quantità di particelle: è stato dimostrato che il particolato può provocare il cancro, infatti l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) lo ha classificato come sicuramente cancerogeno per l’essere umano.
In conclusione, servirà ancora qualche anno per stabilire con certezza un’eventuale un’associazione tra sigarette elettroniche e cancro.
I dati Istat
Nel 2021, il 2,8% delle persone dai 14 anni in su fa ricorre alla sigaretta elettronica (il 3,4% dei maschi e il 2,3% delle femmine). Tra i 18 e i 34 anni la quota di utilizzatori sale al 5,2% (circa il 6% dei maschi e il 4,5% delle femmine).
Per quanto riguarda i consumatori di prodotti a tabacco riscaldato non bruciato (HnB), nel 2021 sono il 2,1%, quindi meno rispetto alla sigaretta elettronica. In generale, sono entrambi usati soprattutto dai più giovani. Afferma di utilizzarli il 5,2% delle persone tra i 18 e 24 anni e tra di loro il 7% sono ragazze e il 3,6% ragazzi.
Secondo i dati del 2021, il 4,1% dai 14 anni e più usa la sigaretta elettronica o i prodotti a tabacco riscaldato e il livello più elevato è nella fascia 18-34 anni (8%), mentre diminuisce via via nelle classi di età successive. Un consumatore su quattro usa sia sigaretta elettronica che i prodotti a tabacco riscaldato non bruciato e 3 su 4 sono anche fumatori tradizionali. La percentuale più alta di consumatori si trova al Centro Italia (5% contro il 3,5% circa del Nord e del Mezzogiorno).
Alberi da nettare per le api adottati dai piccoli del Bambin Gesù
Bambini, News Presa, PediatriaSono 650 gli alberi da nettare per le api da adottare e seguire nella crescita per tutto il 2023. Sono stati donati da 3Bee in occasione dell’epifania ai piccoli pazienti del Bambino Gesù. Per tutto l’anno saranno l’oasi verde protetta dai piccoli ricoverati
Il progetto per proteggere la biodiversità
La startup 3Bee si occupa di proteggere la biodiversità attraverso soluzioni tecnologiche e servizi di tutela degli ecosistemi tra cui la possibilità di piantumazione di alberi da nettare in Italia. Per ogni bambino ricoverato, 3Bee ha riconosciuto l’adozione di un albero che, una volta piantato, produrrà fiori e nettare per gli insetti impollinatori. L’obiettivo di questa iniziativa è quello di contribuire a garantire il benessere delle api. I 650 alberi nettariferi protetti dall’Ospedale sono piante geolocalizzate, distribuite sui terreni di 7 coltivatori abilitati. Gli alberi produrranno 41 mila kg di nettare e contribuiranno all’immagazzinamento di 229 mila kg di CO2.
Alberi da adottare
Oggi, in occasione dell’Epifania, ogni bimbo ha ricevuto un attestato di adozione tramite il quale riscattare il proprio albero. Per mezzo del portale online dell’azienda, potrà dargli un nome, monitorare il numero di api nutrite, i kg di nettare prodotto dall’oasi e la quantità di CO2 assorbita. L’iniziativa nasce per promuovere un futuro sostenibile per i bambini e la salvaguardia della biodiversità.
Svegliarsi già stanchi al mattino: i motivi da indagare
Benessere, One health, Stili di vitaLa stanchezza ha avuto un peso maggiore negli ultimi anni con le sindromi post-covid e lo stress generale dovuto alla pandemia. Sentirsi sempre stanchi è la spia che qualcosa non va. I motivi possono essere fisici e mentali, ma se la sensazione di affaticamento dura da tanto tempo è opportuno indagare.
Stanchi cronici
Sebbene l’astenia sia un sintomo frequente, spesso legato alla mancanza di sonno o a uno sforzo fisico eccessivo, può indicare disagi più gravi. Depressione o disturbi del sonno sono molto comuni, ad esempio.
Tra i disturbi frequenti che producono stanchezza, ha un peso la sindrome delle apnee ostruttive notturne. Se l’ostruzione delle vie aeree è leggera si tende a russare, se peggiora possono verificarsi apnee di qualche secondo. Di conseguenza, il sonno è disturbato. “L’apnea ostruttiva ha, tra le sue possibili conseguenze, l’affaticamento del muscolo cardiaco a causa della diminuzione di ossigeno nel circolo sanguigno – sottolinea il dottor Vincenzo Tullo, neurologo e Responsabile dell’ambulatorio sulle cefalee e sui disturbi del sonno di Humanitas – una condizione che può condurre allo sviluppo di patologie cardiovascolari”.
La stanchezza può essere causata anche da alterazioni nella concentrazione di cortisolo, l’ormone dello stress. Se i livelli calano o aumentano troppo ci si sente stanchi. Lo stress attiva anche dei veri e propri meccanismi fisiologici che contribuiscono a mantenere attivo il cervello. “Si tratta – continua lo specialista – di meccanismi ormonali che interferiscono con l’azione della melatonina, l’ormone che regola il ciclo sonno-veglia”. Anche il lavoro mentale stanca e produce un minor controllo delle proprie azioni a fine giornata. La stanchezza mentale ed emotiva può portare ansia e depressione.
Per quanto riguarda i giovanissimi, la stanchezza di frequente è legata allo stile di vita. Abitudini di vita poco sane alterano i ritmi circadiani rendendo il sonno disturbato. Una tendenza è, ad esempio, il binge watching (abbuffata di serie tv) notturno. In questi casi, basta adottare ritmi di vita più regolari.
La dieta
La stanchezza può essere legata anche al cibo. Ad esempio, la celiachia produce un malassorbimento di nutrienti e quindi stanchezza, così come l’anemia da mancanza di ferro.
Anche il sovrappeso affatica, non solo per il carico maggiore sul corpo, ma anche – ad esempio – per la produzione di molecole infiammatorie che provocano sensazione di fatica.
In generale, sentirsi stanchi è un segnale che può dipendere da molti fattori, sia fisici che mentali. Anche altre condizioni, “tra cui per esempio diabete, ipertensione, disturbi della tiroide, deficit vitaminici (come la vitamina B12), possono essere legate alla stanchezza diurna – conclude lo specialista. Il medico generale può indicare la strada giusta da seguire per superare il problema.
Sigarette elettroniche, uso raddoppiato soprattutto tra i giovani
Benessere, Stili di vitaCresce l’utilizzo di e-cig, soprattutto tra i giovani. I numeri sono quasi raddoppiati dal 2014 al 2021. A metterlo in luce sono i numeri ISTAT che sottolineano come l’uso delle sigarette elettroniche “è aumentato lentamente e costantemente”.
Se nel 2014 gli utilizzatori di 14 anni e più erano circa 800mila, a partire dal 2017, si è registrato un progressivo aumento. Nel 2021 quasi un milione e mezzo di persone usavano le e-cig, si trattava perlopiù di giovani. L’Indagine Istat sugli “aspetti della vita quotidiana” rivela come l’aumento “ha riguardato sia gli uomini che le donne, con livelli che si sono raddoppiati in quasi 10 anni”.
Le sigarette elettroniche fanno male?
Secondo la comunità scientifica è difficile stabilire gli effetti a lungo termine delle sigarette elettroniche sulla salute umana. Non si possono ancora misurare a causa della varietà dei prodotti e del poco tempo in cui sono stati studiati.
Tuttavia, per quanto riguarda il glicole propilenico – l’ingrediente che produce il «fumo sintetico» che viene rilasciato dalla sigaretta elettronica – un’esposizione nel lungo periodo può dare origine a irritazione delle vie aeree, tosse e in casi molto rari asma e riniti.
Il riscaldamento del glicole propilenico e di un’altra sostanza presente nel liquido delle e-cig, la glicerina, può inoltre portare alla formazione di formaldeide e acetaldeide. Queste sostanze, a dosi più elevate di quelle assunte con una singola e-cig, sono considerate cancerogene. Inoltre alcuni studi hanno rilevato sostanze tossiche e cancerogene nei liquidi delle cartucce.
Infine, nel vapore delle sigarette elettroniche sono presenti elevate quantità di particelle: è stato dimostrato che il particolato può provocare il cancro, infatti l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) lo ha classificato come sicuramente cancerogeno per l’essere umano.
In conclusione, servirà ancora qualche anno per stabilire con certezza un’eventuale un’associazione tra sigarette elettroniche e cancro.
I dati Istat
Nel 2021, il 2,8% delle persone dai 14 anni in su fa ricorre alla sigaretta elettronica (il 3,4% dei maschi e il 2,3% delle femmine). Tra i 18 e i 34 anni la quota di utilizzatori sale al 5,2% (circa il 6% dei maschi e il 4,5% delle femmine).
Per quanto riguarda i consumatori di prodotti a tabacco riscaldato non bruciato (HnB), nel 2021 sono il 2,1%, quindi meno rispetto alla sigaretta elettronica. In generale, sono entrambi usati soprattutto dai più giovani. Afferma di utilizzarli il 5,2% delle persone tra i 18 e 24 anni e tra di loro il 7% sono ragazze e il 3,6% ragazzi.
Secondo i dati del 2021, il 4,1% dai 14 anni e più usa la sigaretta elettronica o i prodotti a tabacco riscaldato e il livello più elevato è nella fascia 18-34 anni (8%), mentre diminuisce via via nelle classi di età successive. Un consumatore su quattro usa sia sigaretta elettronica che i prodotti a tabacco riscaldato non bruciato e 3 su 4 sono anche fumatori tradizionali. La percentuale più alta di consumatori si trova al Centro Italia (5% contro il 3,5% circa del Nord e del Mezzogiorno).
Idratazione corretta rallenta invecchiamento. Lo studio
Benessere, Medicina estetica, Stili di vitaUna corretta idratazione può rallentare l’invecchiamento e prolungare la vita senza malattie. Lo hanno messo nero su bianco gli scienziati, autori di uno studio che dimostra come i liquidi siano essenziali per la longevità. Nel mondo, circa metà della popolazione non assume abbastanza acqua. Secondo le raccomandazioni della comunità scientifica, l’assunzione giornaliera di acqua totale, parte da 6 bicchieri (1,5 litri).
Un buon livello di idratazione riduce il rischio di morte precoce. Lo studio è stato realizzato dal National Institutes of Health USA ed è stato pubblicato su eBioMedicine di Lancet. Secondo i dati, chi da adulto si idrata in modo inadeguato è più a rischio di malattie di vario tipo – tra cui cardiache – negli anni a venire.
Idratazione e longevità. Lo studio
Gli scienziati hanno preso in esame i dati sanitari raccolti da 11.255 adulti in un periodo di 30 anni. Sono stati considerati i legami tra i livelli di sodio nel sangue (questi ultimi salgono quando l’assunzione di liquidi diminuisce) e altri indicatori di salute.
I ricercatori hanno esaminato i dati dei partecipanti raccolti durante cinque visite mediche. Le prime due quando avevano 50 anni e l’ultima quando avevano tra i 70 e i 90 anni.
La correlazione tra i livelli di sodio e l’invecchiamento biologico è stata valutata attraverso 15 marcatori di salute, tra cui la pressione del sangue, il colesterolo e la glicemia. I dati indicavano il funzionamento del sistema cardiovascolare, respiratorio, metabolico, renale e immunitario di ogni persona.
I risultati
I risultati evidenziano che gli adulti con alti livelli di sodio hanno più probabilità di sviluppare condizioni croniche e avere un invecchiamento avanzato rispetto a chi ha livelli di sodio nella fascia media.
In particolare, gli adulti con livelli più elevati di sodio nel sangue avevano maggiore probabilità di segni di invecchiamento biologico più rapido e avevano un rischio dal 15 al 50% più alto di presentare una età biologica superiore a quella anagrafica.
Non solo. I partecipanti con livelli maggiori avevano anche più probabilità di morire in età più giovane. Infatti, presentavano un aumento del 21% del rischio di morte prematura rispetto a chi aveva quantità di sodio nella norma.
Infine avevano un rischio fino al 64% maggiore di sviluppare malattie croniche come l’insufficienza cardiaca, l’ictus, la fibrillazione atriale e le malattie delle arterie periferiche, oltre a malattie polmonari croniche, diabete e demenza. Al contrario, gli adulti con livelli più bassi di sodio nel sangue avevano il rischio più basso di malattie croniche.
L’influenza è uguale per uomini e donne. Lo dice la scienza
News PresaL’influenza ha la stessa portata sia negli uomini che nelle donne. Lo rivela uno studio che sfata un mito molto diffuso secondo cui gli uomini soffrirebbero di più.
La ricerca scientifica è stata pubblicata sul “Journal of Psychosomatic Research“. I ricercatori di Innsbruck sottolineano che gli uomini non hanno sintomi peggiori delle donne, tuttavia le donne recuperano molto più in fretta.
È opinione diffusa che gli uomini tendano a lamentarsi di più in presenza di sintomi influenzali. Lo studio dimostra, una volta per tutte, che non ne avrebbero alcun motivo.
“I dati empirici sulle differenze specifiche di genere sono scarsi”, spiegano gli scienziati guidati da David Riedl del dipartimento universitario di Psichiatria II e Daniel Dejaco del dipartimento universitario di Otorinolaringoiatria dell’Università di Medicina di Innsbruck, come riporta l’Apa. In sostanza, il raffreddore non fa distinzioni tra i generi.
Influenza e differenze di genere. Lo studio
Gli studiosi hanno analizzato il decorso dell’influenza di 113 persone nei primi otto giorni dopo il contagio. Il 56% dei partecipanti era di sesso femminile e l’età media del gruppo era di 41 anni.
I sintomi sono stati registrati attraverso un’autovalutazione da parte dei pazienti e una valutazione da parte di un medico.
I risultati rivelano che non c’è “alcuna differenza significativa” tra uomini e donne. L’unica differenza si registra sul recupero che è stato “significativamente più rapido nelle donne”, sia in termini di gravità dei sintomi valutati dal medico che di quelli riferiti dal paziente. Secondo i ricercatori il motivo risiederebbe nell’interazione degli ormoni sessuali con il sistema immunitario.
Donne trattate con meno attenzioni
Altri lavori precedenti hanno già dimostrato che le donne sono in grado di produrre meglio gli anticorpi. Quindi hanno una maggiore attività immunitaria e una difesa più rapida ed efficace contro le infezioni. Un altro dato che viene sottolineato dagli autori dello studio è che gli uomini hanno maggiori probabilità di essere esaminati e trattati in modo più approfondito rispetto alle donne a parità di gravità dei sintomi.
Quasi tre malattie su quattro vengono diagnosticate più tardi nelle donne rispetto agli uomini. Lo ha stabilito uno studio basato sulla popolazione del 2019 in Danimarca.
Cyberbullismo, nel 2022 in Campania più di 1.000 casi. Tra i giovanissimi crescono anche i disturbi alimentari.
Adolescenti, Bambini, Benessere, One health, PediatriaIl 44.2% dei bambini napoletani tra i 7 e i 9 anni è obeso o sovrappeso. Il 20% tra gli 11 e i 17 anni consuma bevande alcoliche, soprattutto nel fine settimana o in compagnia e l’1% di questa fascia d’età ha avuto almeno un’intossicazione acuta da alcol. Poi i dati sul bullismo e cyberbullismo, con oltre 1.000 casi dichiarati in Campania da gennaio 2022, che appaiono come la punta di un enorme iceberg sommerso. E non è meno preoccupante il fenomeno dei disturbi alimentari. Ogni anno in regione si registrano nella popolazione femminile circa 240 nuovi casi di anoressia nervosa e 360 nuovi casi di bulimia nervosa. Tra i maschi i nuovi casi di anoressia nervosa e di bulimia nervosa sono, rispettivamente, 23 e 10 – 15 ogni anno. Inoltre, i medici di Napoli denunciano che tra i giovanissimi il 20% ha un disturbo dell’ambientazione o un disturbo borderline di personalità e dopo la pandemia si è arrivati al 30 % circa. Sono dati raccolti dall’Ordine dei Medici di Napoli che, per porre un argine al problema, ha deciso di avviare un progetto pilota di educazione e informazione nelle scuole.
UNA NUOVA COMUNICAZIONE
Il progetto pilota, partito ai primi di dicembre , coinvolge tre scuole cittadine: l’Istituto Cavalcanti, il Liceo Giambattista Vico e il Liceo Labriola e prevederà una serie di lezioni in classe, tenute dai medici, odontoiatri e da referenti di Cittadinanza Attiva, proprio su temi di grande impatto quali dipendenza da alcol, da fumo e da sostanze stupefacenti. Ma anche obesità, anoressia e bulimia, bullismo, cyberbullismo e salute orale. Alla fine del percorso didattico, gli alunni diventeranno protagonisti e saranno chiamati a realizzare vere e proprie campagne informative e di sensibilizzazione sugli argomenti appresi. «Utilizzando questa modalità – spiega il presidente Bruno Zuccarelli – i messaggi educativi ricevuti dai ragazzi verranno amplificati a cascata attraverso il loro stesso linguaggio e si realizzerà così un’educazione tra pari del tutto innovativa. Tutti gli elaborati prodotti verranno presentati nel mese di maggio presso il nostro Ordine e i tre che saranno considerati i più originali ed efficaci riceveranno un riconoscimento». Il progetto pilota è proposto in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Provinciale, coordinato dalla dottoressa Luisa Franzese, e con Cittadinanza Attiva Campania, presieduta da Lorenzo Latella. Ospite d’eccezione in occasione della presentazione del progetto è stato Ettore Acerra, direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale della Campania.
In pronto soccorso il vero pericolo è per i medici
News PresaÈ ormai un’emergenza conclamata quella delle aggressioni ai danni degli operatori sanitari. Ogni anno in Italia vengono registrati circa 2.500 episodi ma, si stima che i casi dichiarati siano la metà di quelli che realmente accadono. A denunciare questa preoccupante situazione è il sindacato degli infermieri Nursing Up citando dati dell’Istituto Superiore di Sanità.
I LUOGI A RISCHIO
Il luogo più pericoloso per quanti lavorano in sanità è il pronto soccorso, dove avviene la maggior parte delle aggressioni. Poi i reparti di degenza, gli ambulatori, i servizi psichiatrici di diagnosi e cura, le terapie intensive, le ambulanze del 118, le case di riposo e i penitenziari. Le violenze avvengono più frequentemente durante i turni serali o notturni. La categoria professionale più colpita è quella degli ausiliari sanitari, che sono vittime di quasi la metà di tutti gli episodi di violenza. Gli operatori sanitari sono inoltre, tra i lavoratori del settore pubblico, quelli col più alto tasso di assenze dal lavoro a causa di violenze.
CARENZE
Questi numeri, dice il presidente nazionale del Nursing Up Antonio De Palma, «evidenziano in modo preoccupante che, oltre alla drammatica mancanza di sicurezza fuori e dentro le corsie degli ospedali, e alle conseguenze psico-fisiche delle violenze subite da parte dei nostri infermieri, la sanità italiana sta pagando lo scotto delle ripercussioni legate alle assenze sul luogo di lavoro degli operatori sanitari aggrediti». Dati che suggeriscono come gli italiani abbiano già dimenticato la lezione della pandemia
Perchè gaslighting è il temine più cliccato dell’ultimo anno
News PresaUn termine diventato famoso nel 2022, ma che ha origini molto lontane, vista l’ispirazione al film del ’44 con Ingrid Bergman (tradotto in “Angoscia”). Gaslighting “indica la manipolazione psicologica maligna a cui si può essere sottoposti da parte di un narcisista malintenzionato che, facendoci dubitare delle nostre percezioni ed emozioni, ci impone la sua volontà.
È più frequente di quanto si creda – interviene Enrico ZANALDA, psichiatra e Presidente della Società Italiana di Psichiatria Forense. “Determina nella vittima uno stato di confusione emotiva che è un preludio dell’adesione passiva alla volontà dell’induttore. Il perché sia diventata la parola più cliccata nel 2022 deriva forse dal fatto che vengono messe in rete molte “fake news” che fanno dubitare della realtà con il proposito appunto di manipolare i destinatari dei messaggi”.
Può essere collegato ad altri reati
“Di per sé non può essere considerato un reato ma può essere collegato a reati quali maltrattamenti, stalking o truffe. Nel caso in cui tra “abusatore” e vittima vi sia a un’evidente asimmetria culturale o di salute mentale – precisa ZANALDA – si può ravvisare il reato di circonvenzione di persona incapace ai sensi dell’art. 643 del codice penale, per infermità o deficienza psichica”.
Gaslighting: la manipolazione subdola
“Questo tipo di manipolazione psicologica è subdolo, lento e nell’accezione tradizionale del termine, avviene in una relazione in cui si distingue il manipolatore e il manipolato. Quest’ultimo – prosegue ZANALDA – dubitando delle proprie emozioni e convinzioni, arriverà ad aderire totalmente alla visione della realtà del manipolatore e sarà così in suo potere nella ricerca delle gratificazioni”.
I campanelli d’allarme: discreduto, isolamento, truffe romantiche
“Sono numerosi i campanelli di allarme che avvertono che ci troviamo di fronte ad una persona che intende manipolarci psicologicamente. Un esempio di gaslighting è il costante discredito dei nostri pensieri e delle nostre convinzioni, con critiche più o meno subdole. Poi c’è l’isolamento che esclude dalle altre relazioni, attraverso una gelosia sempre più manifesta. Indicativo anche il dubbio che ci racconti delle bugie – spiega ZANALDA – poi negate dallo stesso. Sono frequenti i casi di truffe romantiche in cui individui soli vengono coinvolti in una relazione amorosa a distanza che presto o tardi diventa una continua richiesta di denaro. Purtroppo chi rimane vittima di queste situazioni non le denuncia perché quando se ne rende conto si vergogna di “essere stato così stupido, pollo o credulone”. Il modo migliore però per superare il senso di colpa è denunciare il manipolatore e diffondere l’esperienza negativa in modo che aumenti la consapevolezza generale di queste possibilità di incontri pericolosi”.
Gaslighting, meglio diffidare delle relazioni totalizzanti
“In ogni caso è sempre bene diffidare dalle relazioni che divengono totalizzanti velocemente: meglio mantenere quella gradualità di frequentazione che ci permette di confrontarci con le altre persone, in modo da mantenere la nostra individualità. Attenzione perché il narcisista maligno è abile nel scegliersi le vittime e – conclude ZANALDA – a individuare le strategie per approfittarsene”.
Alcol a Capodanno e rischio binge drinking
News PresaLa sera del 31 dicembre è uno dei momenti più bui sulle strade. Nella notte dei festeggiamenti, si registra il maggior numero di incidenti legati all’abuso di sostanze alcoliche. L’Europa detiene un triste primato, con il più alto consumo di alcol al mondo. Tra i giovani soprattutto, il rischio di fare binge drinking – letteralmente un’abbuffata alcolica – aumenta durante le feste. Si tratta di assumere più di 4-5 bicchieri di vino (da 125 ml) o un numero anche minore di cocktail, nel giro di poche ore.
In Ue il consumo di alcol più alto al mondo
Il cancro è tra le principali cause di morte correlata all’alcol, secondo i dati dell’OMS. L’abuso causa danni economici e mette sotto pressione i sistemi sociali e sanitari. Tuttavia, non c’è una quantità sicura. Gli esperti sottolineano che circa la metà dei casi di cancro al seno alcol-correlati nell’UE sono dovuti ad un consumo leggero o moderato.
L’Unione Europea ha il più alto livello di consumo alcolico al mondo. Otto Paesi dei dieci in cui il consumo è più forte si trovano in Europa, tra questi l’Islanda, la Norvegia e l’Ucraina.
“L’alcol è un cancerogeno del gruppo 1, nella stessa categoria dell’arsenico, dell’amianto e del tabacco. Eppure la maggior parte delle persone non è consapevole dei molti rischi che l’alcol pone alla loro salute”, ha dichiarato Hans Henri P.Kluge, direttore regionale dell’Oms per l’Europa.
Esercizi di Kegel sostengono utero, vescica e intestino
News Presa, PrevenzioneGli esercizi di Kegel per rafforzare i muscoli del pavimento pelvico sono spesso associati alle neo-mamme o alle over-50. L’esperta spiega che invece andrebbero considerati ad ogni età.
Esercizi di Kegel, spesso si sottovalutano
Le informazioni sull’argomento non sempre sono complete e chiare. Gli esercizi di Kegel sono importanti per rafforzare il pavimento pelvico che sostiene l’utero, la vescica e l’intestino. Sono importanti in ogni fase della vita, chiarisce l’esperta Manuela FARRIS, ginecologa per Intimina.
Utili ad ogni età
«Non è vero che se sei troppo giovane non puoi iniziare i Kegel. Prima inizi, prima ne sentirai i benefici. Gli esercizi regolari per il pavimento pelvico sono più vantaggiosi per il 50% delle donne con vescica debole. Ma – interviene FARRIS – anche se non soffri di incontinenza, oppure non hai avuto un bambino o non hai intenzione di averne uno, è importante prendere confidenza con gli esercizi».
La funzione della muscolatura
«La contrazione dei muscoli del pavimento pelvico aiuta a controllare e ad aumentare la forza, ma nello stesso tempo è altrettanto importante rilassarli. Se non rilasci completamente le contrazioni, puoi sovraccaricare questi muscoli, causando potenzialmente dolore e disagio pelvico. Assicurati di rilasciare completamente dopo ogni compressione per un allenamento più efficace possibile. Ecco perché – spiega FARRIS– è fondamentale consultare uno specialista e sottoporsi a un esame del pavimento pelvico prima di eseguire gli esercizi di Kegel. Può aiutare a determinare un trattamento appropriato e un programma di esercizi. Non dimenticare di rilassare i muscoli.
Tutti gli esercizi richiedono perseveranza e il rafforzamento del pavimento pelvico non fa eccezione. Pianificare regolarmente il tuo tempo di pratica – precisa FARRIS – renderà più probabile che tu stia al passo con la routine e completi correttamente ogni contrazione. Prenditi 5 minuti al giorno per allenarti. Sarai sorpreso di quanto sia facile attenersi alla tua routine quando metti da parte un po’ di “tempo per me” per i tuoi esercizi di Kegel».
Salute pelvica
«Molte donne iniziano a fare esercizi di Kegel, aspettandosi risultati immediati. Tuttavia, come con qualsiasi attività, possono essere necessarie alcune settimane per notare i risultati, ma ogni sessione di allenamento ti avvicina alla perfetta salute pelvica. Ci vogliono circa 12 settimane – aggiunge FARRIS – per notare un vero cambiamento. Una volta che inizi a vedere la differenza, però, cambia la vita, quindi non arrenderti.
Iniziare a fare i Kegel nella tua routine è facile perché, a differenza di un tipico allenamento in palestra, non hai bisogno di un abbigliamento speciale o di un abbonamento. Puoi farlo seduta, in piedi o sdraiata. Uno dei metodi più popolari per esercitare i Kegel è il metodo “ascensore”. Immagina la tua vagina come un pozzo dell’ascensore, con l’apertura come il piano terra. Contrai lentamente i muscoli pelvici – continua FARRIS – sollevando l’ascensore verso l’ombelico. Pausa in alto. Quindi abbassa lentamente l’ascensore. Ripeti cinque volte. Continua a respirare normalmente e cerca di non contrarre i glutei o i muscoli dello stomaco. Esistono anche dispositivi intelligenti che aiutano a guidare meglio gli esercizi di Kegel.»
Esercizi di Kegel per migliorare sessualità
«Gli esercizi di Kegel aiutano a essere più consapevoli dell’eventuale contrazione della muscolatura che circonda la vagina, una delle cause del dolore prima e durante il rapporto sessuale.
Sono inoltre suggeriti per migliorare la sessualità nel dopo parto, in caso di incontinenza urinaria e per prevenire il prolasso uterino. Alcune donne – conclude FARRIS– riferiscono che fare i Kegel aiuta la loro vita sessuale. C’è inoltre l’effetto psicologico positivo: poiché fare i Kegel è qualcosa che la donna può gestire, questo la aiuterà a sentirsi maggiormente attiva nella sessualità e quindi può migliorare la soddisfazione sessuale».