Tempo di lettura: 3 minutiIn Italia 44mila donne circa hanno un tumore al seno metastatico, di cui il 15-20% di tipo Her2 positivo. Si tratta di un carcinoma molto aggressivo, non suscettibile di guarigione nella maggior parte dei casi. Oggi, però, può essere tenuto sotto controllo per lunghi periodi, grazie ai grandi passi avanti della ricerca.
“Per la malattia metastatica disponiamo di nuovi farmaci innovativi che, utilizzati in sequenza, sono estremamente efficaci e che hanno dato risposte quasi impensabili fino a poco tempo fa, determinando un aumento della sopravvivenza significativo”. Lo ha spiegato Teresa Gamucci, Coordinatore Regionale CIPOMO Lazio, nel corso dell’evento “Analisi dello scenario attuale e prospettive future nel tumore della mammella – focus on HER 2+ Lazio”, organizzato da Motore Sanità”.
Tumore metastatico: le Breast Unit
“Fino a poco tempo fa il tumore metastatico non dava scampo. Ora, invece, questi farmaci straordinari hanno reso la malattia spesso sub cronica” – conferma Lucio Fortunato, Direttore UOC Senologia AO San Giovanni Addolorata Roma, sottolineando un nuovo spunto su cui riflettere: occorre perciò garantire a queste donne che sono anche mogli, sorelle, madri, lavoratrici, compagne, figlie, una buona qualità di vita. Per rispondere a tale necessità abbiamo bisogno delle Breast Unit, strutture specializzate nella diagnosi, nella cura e nella riabilitazione psicofisica delle donne con la neoplasia mammaria al seno. In Lazio questi Centri sono in tutto 16 e, a fronte degli oltre 5mila nuovi casi di tumore al seno all’anno, sempre in regione Lazio, il 70-80% di questi vengono trattati qui”.
Inserire la riabilitazione oncologica nei lea
Il bisogno di garantire alle pazienti una buona qualità di vita, anche attraverso la riabilitazione oncologica, è ribadito da Silvana Zambrini, Presidente Antea Associazione, Vicepresidente FAVO. “Dobbiamo però constatare – sottolinea – che la riabilitazione non è ancora stata inserita nell’elenco delle prestazioni garantite a tutti dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
Consideriamo ad esempio la sofferenza fisica, psicologica e sociale per la presenza di un linfedema al braccio, con problemi attinenti non solo alla mobilizzazione ma anche estetici, con ripercussioni psicologiche e sociali. Questa paziente sicuramente ha diritto a poter accedere velocemente e gratuitamente alle cure fisioterapiche. Ma perché allora questa necessaria riabilitazione non rientra ancora nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA)? È vero che con il codice 048 i pazienti oncologici hanno diritto alla esenzione dal ticket, ma non sempre e ovunque l’esenzione viene rispettata.
Occorre in verità offrire un percorso riabilitativo integrato, che tenga conto delle particolari esigenze per il singolo paziente, per ridurre al minimo la disabilità fisica e i numerosi deficit funzionali, cognitivi, nutrizionali, psicologici, sociali e professionali. Per un buon risultato occorre un lavoro di squadra ben programmato in anticipo, evitando che i danni si manifestino. Non trascuriamo infine di considerare il forte valore sociale ed economico quando una paziente non grava sullo Stato per i costi derivanti da una disabilità ormai conclamata”.
Il ruolo cruciale della prevenzione e del fattore tempo
Un richiamo infine alla prevenzione come “migliore arma per governare i tumori” arriva da Elio Rosati, Segretario Regionale Cittadinanzattiva Lazio. “I dati delle prestazioni sanitarie, anche legate alle difficoltà del Covid – dice Rosati – ci dimostrano che l’organizzazione sanitaria non è centrata sulla prevenzione, ma sulla prestazione. Si deve dare una svolta ponendo la prevenzione, in tutte le sue fasi, come elemento centrale, fondante e guida nelle scelte di politica sanitaria”.
E poi c’è il fattore tempo, fondamentale per le pazienti con tumore metastatico, come spiega Rosanna D’Antona, Presidente di Europa Donna Italia: “l’accesso alle nuove cure e ai farmaci innovativi rientra nei punti del nostro manifesto sul tumore al seno metastatico. È stato redatto grazie all’ascolto di un gruppo di pazienti, nell’ambito di una campagna di cui Europa Donna Italia si fa promotrice a sostegno delle pazienti con questo tipo di tumore. Riteniamo fondamentale, per la salute delle pazienti, accelerare i processi di approvazione da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) per rendere i farmaci tumorali, in particolar modo quelli per i tumori metastatici, prescrivibili tramite un early access, così come accade in molti Paesi europei dopo l’approvazione dell’Agenzia Europea dei Farmaci (EMA)”.
Giornata Mondiale dell’Attività fisica: i benefici negli over 65
AnzianiIl movimento è un fattore indispensabile nella prevenzione di malattie, oltre a dare sollievo a chi soffre d’insonnia, ansia e depressione. Oggi ricorre la Giornata Mondiale dell’Attività fisica. Un’occasione per ricordare l’importanza di adottare stili di vita sani per mantenersi in salute a ogni età. Muoversi, infatti, è fondamentale anche per gli over 65, al fine di migliorare lo stato di salute e mantenere una buona qualità di vita.
Anche muoversi in casa per pochi minuti al giorno apporta benefici, per questo HappyAgeing – Alleanza Italiana per l’Invecchiamento Attivoe SIMFER hanno promosso “Muoviamoci insieme”, un programma di 8 lezioni in video in cui viene spiegato come svolgere una serie di esercizi fisici pensati appositamente per gli anziani.
“Un’attività fisica adeguata ha innumerevoli benefici per tutte le fasce di età, non ultimi gli anziani. Lo sport, anche praticato in modo blando con semplici passeggiate o esercizi leggeri, previene molte patologie, migliora le condizioni delle articolazioni, combatte l’osteoporosi e il sovrappeso, mantiene attivo il metabolismo. Se praticata fuori di casa, inoltre, l’attività sportiva consente di coltivare i rapporti sociali, contrastando un fenomeno rischioso, per gli over 65, quanto le malattie del corpo: la solitudine”, sottolinea Michele Conversano, Presidente C.T.S. HappyAgeing.
“Non a caso, recentemente il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha annunciato che il Governo sta lavorando alla definizione di un Programma Nazionale di Promozione dell’attività fisica che comprende anche la definizione delle modalità di prescrizione dell’esercizio fisico e di erogazione sul territorio nazionale. Un’iniziativa che accogliamo con grande soddisfazione, che dimostra quanto lo sport debba sempre più rientrare in una strategia di ampio respiro per la promozione di corretti stili di vita, la prevenzione delle patologie croniche non trasmissibili e il contrasto della sedentarietà”.
A evidenziare l’impegno delle istituzioni nazionali per favorire la qualità di vita delle fasce di popolazione più anziane del nostro Paese anche il Senatore Ignazio Zullo, promotore dell’Intergruppo Parlamentare per l’Invecchiamento Attivo, recentemente presentato in Senato. “Siamo impegnati per garantire un invecchiamento sano ai nostri cittadini attraverso politiche attive che toccano molti aspetti della vita: l’immunizzazione, l’alimentazione, gli screening, il corretto utilizzo dei farmaci e non ultima, l’attività fisica.
Il DDL delega in Materia di Politiche in favore delle persone anziane – ricorda il Sen. Zullo – all’art. 3 impegna il Governo ad adottare uno o più decreti legislativi per promuovere la dignità e l’autonomia delle persone anziane, l’invecchiamento attivo e la prevenzione della fragilità in questa fascia di popolazione. Non mancherà da parte dell’Intergruppo Parlamentare l’impegno a mettere al centro dei decreti attuativi del DDL delega anche l’attività fisica, come elemento fondante della qualità di vita degli over 65”.
“Il movimento è vita – ribadisce Maurizio Massucci, membro del board del “Giornale Italiano di Medicina riabilitativa”, rivista della SIMFER – Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa – L’inattività, le molte ore trascorse seduti davanti alla televisione favoriscono, prima di tutto, l’insorgenza di malattie metaboliche e dell’apparato muscolo-scheletrico. Non solo, è ormai noto come chi si muove regolarmente allontani anche il rischio della depressione e della perdita di fiducia nel futuro. Basta poco per rimettersi in forma – assicura l’esperto – soprattutto per gli anziani”.
Welfair 23: non solo high tech. A ottobre la fiera sulla sanità del futuro
News Presa, Ricerca innovazioneUna fiera dove medici, governance pubblica e grandi aziende high-tech si confronteranno sui singoli processi sanitari. Dal 18 al 20 ottobre 2023 si svolgerà Welfair, la fiera del fare sanità, organizzato da Fiera Roma ed Experience srl, in collaborazione con LTM&Partners srl e iDea Congress srl.
“La sanità è divenuta troppo complessa – dice Fabio Casasoli, amministratore unico di Fiera Roma -. Le parti della filiera hanno bisogno di lavorare assieme. Welfair farà la differenza per i cittadini, per il Sistema salute in Italia e per Roma. Qui si costruirà la sanità del futuro”.
Medici, società medico scientifiche, istituzioni sanitarie e manager di settore lavoreranno a stretto contatto con start-up, multinazionali dell’high tech e dell’IT per proporre e trovare soluzioni sui singoli processi sanitari e sui grandi assi di sviluppo del Servizio sanitario nazionale. L’innovazione delle cure e la sfida di armonizzare la crescente complessità saranno il filo conduttore della manifestazione.
Welfair avrà “un impatto anche sul Sistema Paese, adottando per primo in Europa un modello di confronto tra gli attori sanitari per il quale i tempi sono maturi” prosegue Fabio Casasoli, amministratore unico di Fiera Roma.
Si discuterà di PNRR, telemedicina, industria 4.0, invecchiamento in salute, autonomia differenziata, investimento in sicurezza e risk management, digitalizzazione e cyber risk, uso dell’intelligenza artificiale e futuro dell’assistenza domiciliare e territoriale.
“La Sanità – concludono Claudio Lo Tufo, amministratore di LTM&Partners, e Casasoli – è al centro di quasi tutte le dinamiche che hanno rilievo nel futuro del Paese: sostenibilità del Servizio sanitario nazionale e dello stato sociale, sviluppo di un settore industriale ad alta tecnologia, gestione virtuosa dell’invecchiamento, nessuno di queste sfide si può vincere individualmente, ma tutte possono divenire opportunità e motore di sviluppo per il Paese se affrontate in sinergia. Con questo traguardo si rinnova Welfair: la fiera del fare sanità in Italia”.
La memoria della pelle, un viaggio tra medicina e sentimenti
Eventi d'interesseSta scalando velocemente la classifica dei più venduti su Amazon, nella sezione Salute, il romanzo “La memoria della pelle”. Il volume, che vede come autori i “top player” Paolo Ascierto, Gian Paolo Montali e Marco Trabucco Aurilio, a cura del giornalista Raffaele Nespoli, è stato presentato ieri a Roma. Un romanzo che cerca di raccontare, di informare e di formare, giovani e meno giovani, rispetto valore della prevenzione.
FARE PREVENZIONE
«La medicina narrativa è un forte strumento di supporto alle campagne di prevenzione e di promozione della salute», ha spiegato Marco Trabucco Aurilio. «La memoria della pelle si pone come obiettivo quello di arrivare principalmente ai giovani, per sensibilizzarli sul tema della prevenzione e degli screening. Proprio gli screening sono ancora oggi l’arma più efficace contro le patologie oncologie – ha ricordato Trabucco Aurilio – e in particolare contro il melanoma e i tumori cutanei nel loro complesso. La prevenzione non può e non deve essere considerata un costo. Si tratta di un investimento per il futuro del Paese e delle nuove generazioni».
PARTERRE D’ECCEZIONE
Alla presentazione tenutasi al Montecitorio Meeting Centre ha preso parte un parterre d’eccezione. Oltre alle onorevoli Marta Schifone (Commissioni Lavoro Pubblico e Privato e Affari Sociali, Camera dei Deputati) e Vanessa Cattoi (Commissione Bilancio, Camera dei Deputati), hanno preso la parola Marcello Cattani (Presidente Farmindustria), Americo Cicchetti (Direttore ALTEMS, Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari), Francesco Saverio Mennini (Research Director EEHTA del CEIS Università di Roma Tor Vergata e Presidente Sihta) e Raffaele Migliorini (Coordinatore Generale Medico Legale INPS).
IL VALORE DELLO SPORT
Nel corso di un dibattito appassionato sul valore della prevenzione è emerso con forza anche il ruolo dello sport. In particolare, e non poteva che essere così, Gian Paolo Montali ha ricordato che la cosa più importante è quella di creare attorno alle persone un’empatia tale da non lasciarle mai sole nei momenti di difficoltà. Lo sport ci insegna anche questo. «Ogni euro investito nel mondo dello sport fa risparmiare quattro euro alla Sanità – ha detto Montali – e per alcune patologie si arriva addirittura a sette. Bisogna sempre prendersi cura delle persone non solo da punto di vista fisico, ma anche dal punto di vista mentale. Ed è anche un po’ questo il messaggio del romanzo che abbiamo scritto».
SENTIMENTI
Tra gli autori del romanzo, come detto, anche il Direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto “Pascale” di Napoli, Paolo Ascierto. «La sanità – ha spiegato – fa notizia, ma spesso sono notizie tecniche. Attraverso il racconto della vita della nostra protagonista speriamo possa arrivare un messaggio differente. Un messaggio che parla di prevenzione, ma anche di sentimenti. Sempre guardando alla prevenzione come all’arma più importante che abbiamo per combattere il cancro».
CRESCITA INTERIORE
Al Montecitorio Meeting Centre è stato come se fosse presente anche la protagonista del romanzo, Erica. Una giovane donna apparentemente forte e determinata, che si riscopre fragile e disorientata al cospetto della malattia. Il suo percorso di cura inizia ben prima delle terapie. Accolta in un viaggio narrativo, che è anche un viaggio interiore, Erica riuscirà a ritrovare sé stessa e la forza di accettare e affrontare le difficoltà. «La pandemia ci ha drammaticamente ricordato – ha concluso il curatore del romanzo Raffael Nespoli – che, quando si parla di salute, l’informazione ha un ruolo centrale. La medicina narrativa amplia questo concetto e lo declina attraverso l’immenso caleidoscopio delle emozioni umane, affronta le molteplici dimensioni dell’essere in relazione al tema della malattia. Lo fa ampliando lo spazio dell’empatia, dell’ascolto dell’altro, nella consapevolezza che le emozioni e i sentimenti sono parte integrante del nostro essere».
Tavole di Pasqua, ecco come indurre un senso di sazietà
Alimentazione, News PresaTra barbecue, pranzi e cene in famiglia la Pasqua è uno di quei momenti che rischia di farci andare fuori giri in fatto di alimentazione. Se da un lato c’è la voglia di lasciarsi un po’ andare, dall’altro si fa sentire la consapevolezza di non dover esagerare. Certo resistere alle bontà che la tradizione impone non è facile e, dunque, è essenziale seguire almeno dei principi di massima. Un argomento, quello dell’alimentazione per queste festività, trattato dai professori Marcellino Monda (Azienda Ospedaliera Universitaria Vanvitelli) e Silvia Savastano (Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli).
MODERAZIONE
Intervistati dalla Rai, i professori hanno spiegato che si può festeggiare la Pasqua senza doversi sottoporre a particolari rinunce. «Mangiare tutto ma in porzioni moderate – dice Monda – poi da martedì tornare sui sentieri del benessere, quindi una sana alimentazione e un’adeguata attività motoria». Un piccolo “trucco”, ha detto il professore, può essere quello di arrivare alla Pasqua leggeri. A cena, si può scegliere di limitare il pasto a verdura e frutta.
I SEGRETI DEL CARCIOFO
Ortaggi, verdura e frutta possono essere d’aiuto, ma il vero segreto è nel carciofo. «La tradizione ci aiuta – dice Savastano -. Il principe degli ortaggi è il carciofo: contiene fibre, poche calorie e soprattutto contiene principi amari, che trasmettono ai nostri ormoni un senso di sazietà e aiutano la funzione intestinale». Inoltre, non ci si deve mai dimenticare che i piatti delle festività, nella tradizione popolare, erano l’eccezione ad un’alimentazione solitamente molto povera. Quindi, bisogna consumare questi alimenti solo in maniera occasionale. Poi, finita la Pasqua, a rimettere le cose a posto ci penserà anche un periodo di Quaresima. Senza mai dimenticare che una sana alimentazione è alla base di una vita in salute e deve sempre essere accompagnata da almeno una trentina di muniti di sport, o almeno di movimento, al giorno.
Botox naturale: la pianta usata dalle star contro le rughe
Benessere, Medicina esteticaL’Acmella oleracea è una pianta della foresta dell’Amazzonia ricca di principi attivi. In tutto il mondo è diventata famosa per via delle sue proprietà che la rendono un’alternativa naturale al botox. Sebbene venga usata dagli indigeni del Perù come analgesico contro il mal di denti, per molti personaggi famosi è diventato un «botulino naturale» contro le rughe. Ad usarla sarebbe anche la principessa del Galles Kate Middleton, la popstar Madonna, l’ex first lady statunitense Michelle Obama e la regina Letizia di Spagna.
Acmella oleracea, il botox naturale
L’azione di botox naturale dell’Acmella sembra dipendere dallo spilantolo. Si tratta della componente più importante pianta, in grado di inibire l’attività contrattile dei muscoli sottocutanei del viso, rilassando così il volto. L’Acmella cresce in maniera spontanea nelle regioni tropicali e subtropicali di tutto il mondo. In particolare, è presente nel nord del Brasile, dove è nota con il nome di ‘jambu’. A scoprirla fu una ricercatrice dell’Università di Cambridge, l’antropologa Françoise Barbira Freedman. Nel 1975 fu invitata a vivere con la tribù dei Keshwa Lamas in Amazzonia, con cui ebbe la possibilità di sperimentare le proprietà antidolorifiche della pianta.
Oggi è ancora molto studiata per le sue proprietà antinfiammatorie. Per quanto riguarda l’utilizzo estetico, al contrario della tossina botulinica classica che si inietta, l’acmella rimane una pianta disponibile con i limiti del cosmetico. Trattandosi di un prodotto che non richiede di essere iniettato sotto la pelle, rappresenta un ottimo sostituto a base di erbe, economico e facile da usare anche nella cosmesi casalinga. Ci sono poi altre sostanze naturali che contribuiscono al trofismo del sottocute, come per esempio i nutrienti presenti nella bava di lumaca, l’elastina, il collagene e l’acido ialuronico.
Al Cardarelli introdotta la criobiopsia
News Presa, Ricerca innovazioneAlcuni tipi di tumore sono difficili da diagnosticare per il semplice fatto che è difficile procedere ad una biopsia senza un vero e proprio intervento chirurgico. Per questo fa scalpore la tecnica adoperata al Cardarelli di Napoli, tra le poche strutture in Italia nella quale è possibile effettuare una criobiopsia mediastinica transbronchiale. In altre parole, una biopsia del mediasteno, vale a dire lo spazio mediano della cavità toracica che è compreso tra i due polmoni.
LA TECNICA
Questa particolare biopsia viene effettuata al Cardarelli di Napoli nel reparto di Pneumologia Interventistica diretto dal dottor Failla e permette di prendere un campione senza dover aprire il torace. Per effettuare questo tipo di biopsia si accede con una speciale sonda per via endoscopica, attraverso il cavo orale e la trachea. La punta della sonda, congelata a -20° celsius, provocare l’effetto adesivo sui tessuti con cui entra in contatto. I campioni così prelevati sono perfetti asoddisfare ogni esigenza diagnostica e il paziente può tornare a casa dopo poche ore.
I DATI
In base alla rete dati della Associazione Italiana Registri Tumore, nel nostro Paese nel corso della vita un uomo su 10 e una donna su 35 possono sviluppare un tumore del polmone, mentre un uomo su 11 e una donna su 45 rischiano di morire a causa della malattia. La criobiopsia mediastinica transbronchiale è stata introdotta al Cardarelli grazie alla collaborazione del reparto di Pneumologia Interventistica diretto da Giuseppe Failla con i colleghi spagnoli Miguel Angel Ariza Prota e Javier Pérez Pallarés della università di Asturia.
PERCORSI
Il tumore del polmone è una delle patologie oncologiche più diffuse nel nostro Paese e l’introduzione di una tecnica come questa ci permette di aumentare qualitativamente e quantitativamente l’assistenza, evitando interventi chirurgici, dettati dalla sola esigenza diagnostica, spiega il direttore generale Antonio D’Amore. Questa nuova tecnica è la prova che la competenza e l’innovazione sono la chiave per garantire migliore assistenza ai pazienti e più efficienza nella gestione.
Pasquetta ad alto rischio, ecco perché
News PresaAncora qualche giorno, poi fuoco alle braci per celebrare la Pasquetta. Ma attenzione, il barbecue può essere molto pericoloso. Ogni anno, proprio a causa di comportamenti incauti, centinaia di cuochi improvvisati finiscono in pronto soccorso il Lunedì dell’Angelo per ustioni più o meno gravi. L’incidente più frequente è causato dal cosiddetto ritorno di fiamma, che si può verificare quando si getta dell’alcol etilico direttamente sui carboni ardenti.
INCIDENTI
Stando ai dati degli anni scorsi, l’alcol etilico causa in media il 70% dei ricoveri in Terapia intensiva grandi ustionati, con ustioni che interessano in media il 45% della pelle, e arrivano a picchi del 70%. Incidenti che si ripetono con puntualità ogni anno e che cambiano per sempre la vita delle persone. Purtroppo, complice il clima di festa e qualche bicchiere di troppo, spesso i rischi del barbecue vengono sottovalutati. Così, l’incidente è dietro l’angolo.
COSA FARE
Le ustioni non sono tutte uguali, la gravità dipende dal grado. Le bruciature di I grado sono quelle che coinvolgono solo lo strato superficiale dell’epidermide . Il II grado riguarda anche il derma e il III grado arriva a comprendere i tessuti più profondi e in certi casi raggiunge l’osso. Per trovare sollievo da una bruciatura di I grado basta mettere la parte subito sotto l’acqua corrente per 2-3 minuti. In alternativa, si può tamponare con un panno di cotone bagnato. Contro il bruciore si può usare una crema antistaminica o cortisonica (1-2 volte al giorno nelle prime 48 ore), da sostituire poi con una soluzione idratante per il corpo. Nel caso di ustioni di II e III grado, la cosa migliore è sempre quella di consultare un medico o, se necessario, di ricorrere al pronto soccorso.
LA BRACE
Al di là dei rischi connessi ad uso improprio della brace, particolare attenzione va dedicata alla cottura della carne. La cottura in condizioni di altissima temperatura può produrre carbonizzazioni superficiali dell’alimento, con formazione di sostanze come gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e le amine eterocicliche, potenzialmente cancerogeni. Sembra che la causa maggiore della loro formazione sia il contatto diretto tra la fiamma e le carni. Il tempo e la temperatura di cottura influiscono sulla produzione di IPA, ma anche la presenza di grasso nel taglio di carne o addirittura aggiunto in cottura. Il grasso che, sciogliendosi e colando sul fuoco, viene bruciato sprigionando una dose alta di queste sostanze. Ecco perché è sempre meglio grigliare solo quando dal carbone non si alza fuoco, mantenendo una distanza di almeno 20 centimetri.
Diabete aumenta rischio cancro, colpiti fegato e pancreas. Le cause
Benessere, Medicina funzionale, News PresaIl diabete è uno dei fattori di rischio per lo sviluppo di neoplasie. Il 10-15% dei pazienti oncologici presenta anche una diagnosi di diabete mellito e il 38% dei ricoverati, l’iperglicemia. I due terzi dei pazienti ricoverati per iperglicemia hanno già una diagnosi di diabete mellito, mentre un terzo riceve la diagnosi durante il ricovero.
Secondo i dati, oggi la causa di morte più frequente nel paziente con diabete è la neoplasia. Sebbene non siano ancora del tutto chiarite le correlazioni tra le due patologie, il sovrappeso, la resistenza all’azione dell’insulina e probabilmente lo stress insieme a scorretti stili di vita possono spiegare questa associazione. Le cause di questa connessione verranno anche discusse nell’ambito della sessione “Diabete e cancro: qual è l’anello di congiunzione?” che si terrà il 23 maggio a Riccione all’interno del forum multidisciplinare “Panorama Diabete – Prevedere per prevenire” promosso dalla Società Italiana di Diabetologia.
“È del tutto evidente – dichiara il Presidente SID, Angelo Avogaro – che in questi ultimi anni risulta sempre più evidente un’associazione tra diabete e rischio di neoplasie. Le cause non sono del tutto chiare ma speriamo che la ricerca, nel prossimo futuro, riesca ad identificare gli anelli di congiunzione di questa drammatica associazione”.
“Le ricerche condotte negli ultimi anni – dichiara il Presidente Eletto SID, Raffaella Buzzetti – hanno evidenziato, sempre più chiaramente, il ruolo della resistenza all’azione dell’insulina indotta dal sovrappeso e dall’obesità quale fattore, assai rilevante, di aumentato rischio oncologico. E ciò relativamente a molti tipi di tumore, quali ad esempio quelli del tratto gastrointestinale. Uno stile di vita, caratterizzato da attività fisica costante e corretta alimentazione si pongono quindi come elementi fondamentali per prevenzione di sovrappeso, obesità, diabete e rischio di malattie oncologiche”
In Italia 44mila donne vivono con tumore al seno metastatico. Il futuro
Benessere, Medicina funzionale, News Presa, One healthIn Italia 44mila donne circa hanno un tumore al seno metastatico, di cui il 15-20% di tipo Her2 positivo. Si tratta di un carcinoma molto aggressivo, non suscettibile di guarigione nella maggior parte dei casi. Oggi, però, può essere tenuto sotto controllo per lunghi periodi, grazie ai grandi passi avanti della ricerca.
“Per la malattia metastatica disponiamo di nuovi farmaci innovativi che, utilizzati in sequenza, sono estremamente efficaci e che hanno dato risposte quasi impensabili fino a poco tempo fa, determinando un aumento della sopravvivenza significativo”. Lo ha spiegato Teresa Gamucci, Coordinatore Regionale CIPOMO Lazio, nel corso dell’evento “Analisi dello scenario attuale e prospettive future nel tumore della mammella – focus on HER 2+ Lazio”, organizzato da Motore Sanità”.
Tumore metastatico: le Breast Unit
“Fino a poco tempo fa il tumore metastatico non dava scampo. Ora, invece, questi farmaci straordinari hanno reso la malattia spesso sub cronica” – conferma Lucio Fortunato, Direttore UOC Senologia AO San Giovanni Addolorata Roma, sottolineando un nuovo spunto su cui riflettere: occorre perciò garantire a queste donne che sono anche mogli, sorelle, madri, lavoratrici, compagne, figlie, una buona qualità di vita. Per rispondere a tale necessità abbiamo bisogno delle Breast Unit, strutture specializzate nella diagnosi, nella cura e nella riabilitazione psicofisica delle donne con la neoplasia mammaria al seno. In Lazio questi Centri sono in tutto 16 e, a fronte degli oltre 5mila nuovi casi di tumore al seno all’anno, sempre in regione Lazio, il 70-80% di questi vengono trattati qui”.
Inserire la riabilitazione oncologica nei lea
Il bisogno di garantire alle pazienti una buona qualità di vita, anche attraverso la riabilitazione oncologica, è ribadito da Silvana Zambrini, Presidente Antea Associazione, Vicepresidente FAVO. “Dobbiamo però constatare – sottolinea – che la riabilitazione non è ancora stata inserita nell’elenco delle prestazioni garantite a tutti dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
Consideriamo ad esempio la sofferenza fisica, psicologica e sociale per la presenza di un linfedema al braccio, con problemi attinenti non solo alla mobilizzazione ma anche estetici, con ripercussioni psicologiche e sociali. Questa paziente sicuramente ha diritto a poter accedere velocemente e gratuitamente alle cure fisioterapiche. Ma perché allora questa necessaria riabilitazione non rientra ancora nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA)? È vero che con il codice 048 i pazienti oncologici hanno diritto alla esenzione dal ticket, ma non sempre e ovunque l’esenzione viene rispettata.
Occorre in verità offrire un percorso riabilitativo integrato, che tenga conto delle particolari esigenze per il singolo paziente, per ridurre al minimo la disabilità fisica e i numerosi deficit funzionali, cognitivi, nutrizionali, psicologici, sociali e professionali. Per un buon risultato occorre un lavoro di squadra ben programmato in anticipo, evitando che i danni si manifestino. Non trascuriamo infine di considerare il forte valore sociale ed economico quando una paziente non grava sullo Stato per i costi derivanti da una disabilità ormai conclamata”.
Il ruolo cruciale della prevenzione e del fattore tempo
Un richiamo infine alla prevenzione come “migliore arma per governare i tumori” arriva da Elio Rosati, Segretario Regionale Cittadinanzattiva Lazio. “I dati delle prestazioni sanitarie, anche legate alle difficoltà del Covid – dice Rosati – ci dimostrano che l’organizzazione sanitaria non è centrata sulla prevenzione, ma sulla prestazione. Si deve dare una svolta ponendo la prevenzione, in tutte le sue fasi, come elemento centrale, fondante e guida nelle scelte di politica sanitaria”.
E poi c’è il fattore tempo, fondamentale per le pazienti con tumore metastatico, come spiega Rosanna D’Antona, Presidente di Europa Donna Italia: “l’accesso alle nuove cure e ai farmaci innovativi rientra nei punti del nostro manifesto sul tumore al seno metastatico. È stato redatto grazie all’ascolto di un gruppo di pazienti, nell’ambito di una campagna di cui Europa Donna Italia si fa promotrice a sostegno delle pazienti con questo tipo di tumore. Riteniamo fondamentale, per la salute delle pazienti, accelerare i processi di approvazione da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) per rendere i farmaci tumorali, in particolar modo quelli per i tumori metastatici, prescrivibili tramite un early access, così come accade in molti Paesi europei dopo l’approvazione dell’Agenzia Europea dei Farmaci (EMA)”.
Tumore al seno, aumenta sopravvivenza: “un follow up personalizzato”
Benessere, Medicina funzionale, News Presa, One healthOgni anno in Italia vengono diagnosticati circa 55 mila nuovi casi di carcinoma della mammella (oltre il 90% in fase precoce). Il tumore al seno è la neoplasia più diagnosticata nel sesso femminile. Grazie allo screening, alla diagnosi precoce e ai trattamenti adiuvanti è stata raggiunta una sopravvivenza dell’87% a 5 anni dalla diagnosi. In Italia oggi vivono circa 850 mila donne che hanno avuto durante la loro vita una diagnosi di tumore della mammella. Per loro è necessario un follow up personalizzato, in base allo stadio iniziale di malattia, alle caratteristiche bio-patologiche, ai trattamenti eseguiti, all’età anagrafica, alle patologie concomitanti preesistenti o emerse nel corso degli anni. Se ne è parlato a Roma nel corso del convegno “Follow up of Early Breast Cancer: Working for a 2023 consensus”, che ha l’obiettivo di costruire le condizioni per arrivare ad una conferenza di consenso per aggiornare e rendere più efficace l’attività di follow-up.
L’aumento delle conoscenze in ambito bio-patologico, diagnostico e terapeutico ha determinato l’identificazione di strategie terapeutiche adiuvanti differenti nei differenti sottotipi di tumore. Come sottolinea Stefania Gori, Presidente Aigom (Associazione Italiana Gruppi Oncologici Multidisciplinari). Oltre all’evidenziazione di rischi di ripresa differenti nei vari sottotipi di tumore e possibilità terapeutiche e risultati diversi qualora la malattia diventi metastatica.
Tutto ciò rende necessario “rivedere” le modalità con cui viene effettuato nel 2023 il follow up delle donne con carcinoma mammario, spiega la Presidente. Durante il convegno è stato avviato un percorso di formazione del consenso con metodologia Estimate-Talk-Estimate (mini-Delphi), con finalizzazione (con metodologia UCLA) nell’ambito di un successivo convegno al quale saranno invitati esperti di patologia oncologica mammaria. Si inizierà inoltre ad affrontare anche alcuni aspetti organizzativi, che dovranno prevedere il coinvolgimento del Medico di Medicina Generale e l’applicazione di tecniche di telemedicina.