Tempo di lettura: 2 minutiUna dieta bilanciata riduce il rischio di molte patologie, ma non tutti sanno come abbinare i nutrienti. Alcuni falsi miti possono spingere a credere di avere un’alimentazione sana quando in realtà non è così. Per supportare i consumatori nelle scelte dei cibi giusti, gli specialisti della Fondazione Veronesi e Korian Italia hanno creato delle linee guida, con un vero e proprio ricettario pratico. Il progetto “Benvenuti a tavola” si rivolge in particolare alla terza età per ampliare la scelta dei piatti a base vegetale nelle residenze per anziani e nelle cliniche.
Dieta più vegetale e sostenibile
Il ricettario, disponibile per tutti, ha una base scientifica ed è in linea con le indicazioni ministeriali. Nasce per avvicinare le persone a un’alimentazione più sana e naturale. Le proposte seguono la stagionalità delle materie prime e il bilanciamento dei nutrienti. Sono anche attente al gusto, alla varietà e alla sostenibilità. Inoltre sono pensate per ridurre lo spreco alimentare e abbattere l’aumento di emissioni CO2 (dovute alle produzioni alimentari).
Il benessere della terza età inizia a tavola
La popolazione anziana nei paesi occidentali cresce in modo quasi esponenziale. Secondo le proiezioni demografiche indicate nel progetto del Consorzio Europeo NU-AGE, nato nel 2011 con l’obiettivo di individuare strategie dietetiche su misura per contrastare il declino fisico e cognitivo in età avanzata, nel 2030 gli ultra-sessantacinquenni passeranno dall’attuale 25% al 40% dell’intera popolazione del Vecchio Continente.
In Italia, oggi gli anziani sono il 20% della popolazione, circa 12 milioni. Si calcola però che nel 2050 saranno oltre il 30%. Nell’ottica di un invecchiamento attivo e in salute, l’alimentazione adeguata ha un ruolo determinante.
Cosa non deve mai mancare nella dieta over 65
“In una dieta sana ed equilibrata, tutti i nutrienti sono importanti. Tra questi, le proteine sono sicuramente da tenere un po’ più in considerazione rispetto agli under 65, per una questione di perdita fisiologica di muscolatura e minore efficienza di assimilazione dal cibo. Pur essendo un ricettario con molte materie prime vegetali, abbiamo bilanciato i vari ingredienti per assicurare un contenuto proteico adeguato dei piatti. L’abbinamento di legumi ai cereali bilancia il contenuto amminoacidico. Inoltre abbiamo incentivato un maggiore utilizzo di prodotti freschi – e non confezionati – compresa la preparazione di torte e biscotti per la prima colazione. Ci sono criteri precisi, come limitare lo zucchero, utilizzare farine semi-integrali, olio extravergine di oliva e frutta a guscio come fonti di grassi buoni”. Lo sottolinea la Dottoressa Elena Dogliotti, biologa nutrizionista e supervisore scientifico per Fondazione Umberto Veronesi, per cui ha pubblicato nel 2021 anche il libro “Una dieta per ogni età”(Sperling & Kupfer). Il ricettario riporta i consigli e menù per ogni giorno della settimana, con giornate orientare verso il mondo vegetale, per aumentare il consumo di vegetali, la varietà e il bilanciamento dei nutrienti all’ interno dei pasti principali.
Francesca, 19 anni dopo torna nella Tin dove era nata
News PresaQuesta è la storia di Francesca, che a 19 anni ha scelto di tornare nella Terapia intensiva neonatale dell’Ospedale Cardarelli di Napoli dove, per circa tre mesi, era stata ricoverata quando pesava poco più di un chilo. Una storia di grandi emozioni e di sentimenti autentici, una storia che rispecchia tutto l’impegno, la professionalità e l’amore di un intero reparto nei confronti di bimbi nati troppo fragili. Non è la prima volta che dal Cardarelli di Napoli arrivano racconti che commuovono o emozionano, ma è forse la prima volta che una bimba diventata donna sceglie di tornare a visitare quelle stanze che le hanno salvato la vita.
POCO PIU’ DI UN CHILO
Il 29 luglio del 2004 la madre, con una gravidanza in corso alla 29° settimana, corse al Pronto Soccorso del Cardarelli sapendo di poter trovare in quest’ospedale un reparto di Ginecologia ed Ostetricia attrezzato per le emergenze ed una Terapia Intensiva Neonatale (TIN) capace di gestire eventuali criticità. Poche ore dopo il suo arrivo, la donna partorì la piccola Francesca che pesava solo 1.150 grammi.
DIVENTARE MEDICO
Diciannove anni dopo, ad accoglierla nel reparto della TIN, Francesca ha ritrovato Claudio Iervolino, uno dei medici che si era preso cura di lei quando era appena nata e Maria Gabriella De Luca, alla guida del reparto di Terapia Intensiva Neonatale. L’esperienza dei suoi primi tre mesi di vita segnerà in positivo anche la vita futura di Francesca: vuole diventare medico e il prossimo 25 luglio parteciperà ai test per accedere alla facoltà di medicina.
PUNTO DI RIFERIMENTO
La Terapia Intensiva Neonatale del Cardarelli accoglie circa 300 neonati ogni anno, anche a seguito di trasferimenti da altre cliniche e ospedali campani, mediante il Sistema di Trasporto di Emergenza Neonatale, una rete regionale di ambulanze che garantisce in sicurezza spostamenti per i neonati che necessitano di assistenza in TIN. Il reparto vanta particolari specializzazioni nella gestione dei neonati prematuri e con patologie infettive, malformative, neurologiche. La presa in carico dei piccoli pazienti si prolunga anche dopo il ricovero, attraverso l’ambulatorio di sorveglianza del neonato a rischio. Luoghi dove anche un abbraccio può salvare una vita.
Infarto fa invecchiare il cervello dai 6 ai 13 anni. Lo studio
News PresaNel 2020 le malattie del sistema circolatorio sono state la prima causa di morte in tutti i paesi dell’UE, inclusa l’Italia. Nel nostro Paese, il 44% delle morti è dovuta a infarto e ictus.
Quando l’esito non è mortale, le conseguenze dell’infarto del miocardio si manifestano nel lungo periodo anche per la salute mentale. Negli anni successivi, infatti, avviene un affievolimento della memoria e delle facoltà esecutive.
A dimostrare l‘accelerazione del declino cognitivo è un ampio studio pubblicato su Jama Neurology e guidato dalla professoressa Michelle C. Johansen della Johns Hopkins University (Baltimora, Usa). «Questi risultati indicano che la prevenzione dell’infarto può essere una strategia anche per proteggere la salute mentale nelle persone anziane», hanno osservato i ricercatori.
Declino cognitivo dopo un infarto: invecchiamento da 6 a 13 anni
Il team di studiosi ha analizzato i dati di 6 studi condotti tra il 1971 e il 2019. In totale il campione esaminato è stato di 30.465 persone con età media di 64 anni, nessuno dei quali aveva precedenti di infarto del miocardio, demenza o ictus al momento della prima valutazione cognitiva.
«Il declino della cognizione globale dopo l’infarto del miocardio equivaleva da 6 a 13 anni di invecchiamento cognitivo – ha spiegato Johansen – rappresentando un importante problema di salute pubblica».
I cambiamenti cognitivi sono arrivati negli anni a seguire. Hanno mostrato un più rapido declino rispetto quanti non avevano avuto problemi di cuore. Questo declino si è presentato sotto tre aspetti: cognizione in senso globale, memoria, funzioni cognitive.
Procreazione assistita, incide l’età paterna. Lo studio
Genitorialità, Ricerca innovazioneL’età paterna incide sulla riuscita di un trattamento di procreazione assistita (PMA). A ribadirlo è uno studio presentato al 39esimo congresso Eshre 2023 di Copenhagen. L’età dell’uomo e i parametri del liquido seminale determinano la qualità dell’embrione, come confermano i dati raccolti in Italia dal gruppo Genera.
“In questo studio – afferma Rossella Mazzilli, androloga del centro Genera di Roma – ci siamo domandati quale fosse l’impatto dei parametri seminali e dell’età paterna sui risultati embriologici e clinici nei cicli di fecondazione assistita eseguiti tramite ICSI.
I risultati
“Abbiamo osservato come una ridotta motilità degli spermatozoi e la presenza di una concentrazione, morfologia e motilità <5° percentile (indicatore presente nei criteri WHO-2021) sono associati a esiti embriologici peggiori e ad un tasso cumulativo di nati vivi per ciclo PGT-A concluso ridotto. Per quanto riguarda l’età paterna, essa sembra influire negativamente sulla blastulazione e sulla qualità embrionaria”.
L’orizzonte è però ancora da chiarire: “Sicuramente il nostro studio presenta dei limiti. Tuttavia, crediamo che i risultati di questo studio possano fornire ai professionisti operanti nel mondo della medicina della riproduzione. Ciò potrebbe essere utile per l’iter decisionale relativo alle strategie cliniche più efficaci da applicare, ma anche per attribuire al fattore maschile la giusta considerazione e il giusto peso”.
Morto il giovane ricercatore Fulvio Filace
News PresaFulvio Filace è morto. Il giovane ricercatore del CNR che la scorsa settimana è rimasto coinvolto nell’esplosione del veicolo sperimentale sul quale stava viaggiando purtroppo è deceduto a causa della gravità delle ferite riportate. Il 25enne è la seconda vittima di questa tragedia che ha ancora molti contorni da chiarire. Lunedì scorso, infatti, era morta Maria Vittoria Prati, 66enne prima ricercatrice del Cnr che al momento dell’esplosione si trovava alla guida del veicolo. «Abbiamo sperato fino all’ultimo che Fulvio si potesse salvare» ha Fabio Murena, professore e marito di Maria Vittoria Prati,«Esprimiamo tutto il nostro cordoglio ai familiari e agli amici», ha aggiunto il professore. Fino all’ultimo i medici dell’ospedale Cardarelli di Napoli hanno cercato di salvare la vita del giovane, e per donargli il sangue si erano mobilitati a centinaia, ma non c’è stato nulla da fare.
LE INDAGINI
Al momento la Procura della Repubblica di Napoli ha aperto un fascicolo per Omicidio e incendio, per il momento a carico di ignoti. I militari del Nucleo Investigativo del Comando provinciale di Napoli insieme con il Ris di Roma dovranno individuare qualsiasi elemento utile sulle cause dell’esplosione della vettura. Aveva provocato una vera e propria ondata di solidarietà a Napoli l’appello a donare sangue dei familiari di Filace. In poche ore oltre cento persone si erano presentate al centro trasfusionale dell’ospedale Cardarelli, dove il giovane era ricoverato ed era stato sottoposto ad alcuni interventi chirurgici.
Diabete, glicemia sotto controllo con dieta e sport
News PresaIn caso di diabete la glicemia può essere tenuta sotto controllo con dieta e sport? Sì, ma è sempre importante il controllo medico e si devono rispettare alcune regole precise. Un po’ schematicamente si può dire che la glicemia può essere tenuta sotto controllo con dieta e sport seguendo alcune semplici, ma fondamentali regole. In fatto di dieta, per tenere bassa la glicemia meglio scegliere carboidrati complessi o a lento assorbimento, come: pasta, riso, pane, prodotti da forno, fagioli, ceci, lenticchie, piselli. Anche lo sport gioca un ruolo cruciale per tenere sotto controllo la glicemia. Chi ha il diabete dovrebbe praticare una camminata veloce per almeno 150 minuti a settimana.
COS’È
Prima di parlare di stili di vita è però importante capire cos’è il diabete. Semplificando il più possibile, si può dire che si tratta di una malattia cronica (che può essere correlata anche all’obesità) e che le persone che ne soffrono hanno elevati livelli di glucosio nel sangue (la cosiddetta iperglicemia). Questo capita a causa di un’alterata quantità o funzione dell’insulina, vale a dire di quell’ormone che viene prodotto dal pancreas e che consente al glucosio l’ingresso nelle cellule e il suo conseguente utilizzo come fonte energetica. Nelle persone con diabete questo meccanismo non funziona correttamente e il glucosio si accumula nel circolo sanguigno. Il diabete può avere anche insospettabili legami con altre malattie, ed è sempre necessario uno stretto controllo medico, ancor più se riguarda i bambini.
A TAVOLA
Chi soffre di diabete deve comunque puntare a un’alimentazione controllata e variegata. I carboidrati non vanno eliminati, nelle giuste quantità meglio però scegliere complessi o a lento assorbimento. Come primi piatti ci si può orientare su: pasta e riso (meglio ancora se integrali) che possono essere conditi con pomodoro o pesce o verdure o legumi. Le quantità devono essere sempre moderate ed è importante evitare di accoppiare nello stesso pasto due amidacei. Mai pane e pasta, o pane e riso, o pizza e pasta. La verdura e la frutta vanno sempre bene, ma meglio evitare quella molto ricca in zuccheri. Sì ad acqua minerale e bevande non zuccherate o light.
Tre regole per chi soffre di diabete:
LO SPORT
Visto che i muscoli hanno bisogno di bruciare glucosio, l’esercizio fisico abbassa i valori glicemici. Uno studio dell’Università di Perugia, che è centro di riferimento del Comitato Olimpico Nazionale Italiano e della Federazione Medico Sportiva Italiana) per gli atleti con diabete, stabilisce che camminare a passo svelto almeno 150 minuti a settimana aiuta molto. Come regola generale si può dire che una passeggiata a passo spedito ogni giorno di 30 o 45 minuti è un toccasana per chi soffre di diabete e può aiutare a tenere sotto controllo la glicemia.
La sfida Healthcare, Cattani “Tornare a essere competitivi”
ArticoliUn evento promosso dalla Fondazione Mesit – Medicina Sociale e Innovazione Tecnologica e dal network PreSa – Prevenzione e Salute, svoltosi a Roma il 21 Giugno, dal titolo: “La sfida Healthcare. Innovazione e attrattività del settore per la competitività in Europa”
Come garantire il diritto a cure innovative a tutti i cittadini? Come attrarre investimenti nel settore della salute, in uno scenario internazionale sempre più complesso e competitivo?
Nel dibattito, che ha coinvolto di esponenti politici, dell’industria e del mondo accademico, l’industria farmaceutica è stata individuata come settore centrale per mantenere e accrescere il valore dell’industria italiana.
“L’Italia ha preso una posizione molto strategica nei confronti della proposta di legislazione europea sui farmaci che attacca il brevetto, dicendo sostanzialmente che siamo fuori strada – ha dichiarato il presidente di Farmindustria Marcello Cattani. “Noi siamo con il Governo nell’interesse del Paese e dei cittadini – ha proseguito – ma abbiamo bisogno di un Governo che prenda queste posizioni forti in Europa e cambi alcune regole: l’accesso più veloce in Italia e la disomogeneità nelle regole di accesso a livello regionale”. Oggi – ha sottolineato – ci sono differenze che i cittadini non possono più tollerare”. “Auspichiamo – ha proseguito – che questa legislazione possa essere rivista da un prossimo Parlamento europeo meno ideologico, che abbia a cuore la salute dei cittadini e la capacità dell’industria, tutta, di tornare a essere competitiva”.
Poi Cattani ha ribadito la necessità di interventi sulla governance della spesa sanitaria, sul tema del payback: “l’anno prossimo toccherà gli 1,8 miliardi, impattando sulla capacità di attrarre investimenti e dare innovazione al Paese”.
La sfida Healthcare, Cappellacci: La sanità è un investimento
ArticoliUn evento promosso dalla Fondazione Mesit – Medicina Sociale e Innovazione Tecnologica e dal network PreSa – Prevenzione e Salute, svoltosi a Roma il 21 Giugno, dal titolo: “La sfida Healthcare. Innovazione e attrattività del settore per la competitività in Europa”
Come garantire il diritto a cure innovative a tutti i cittadini? Come attrarre investimenti nel settore della salute, in uno scenario internazionale sempre più complesso e competitivo?
Nel dibattito, che ha coinvolto di esponenti politici, dell’industria e del mondo accademico, l’industria farmaceutica è stata individuata come settore centrale per mantenere e accrescere il valore dell’industria italiana.
“La sanità non va vista come un costo ma come un investimento – ha ribadito Ugo Cappellacci, presidente della Commissione Affari Sociali della Camera. Oggi c’è una nuova consapevolezza sulla centralità della salute, ha affermato: «nelle ultime indagini demoscopiche il bisogno di salute è al primo posto, superando quello del lavoro che storicamente era al primo posto”.
Poi ha ribadito: “al di là dei casi di malasanità e delle lunghe liste d’attesa, di cui si sente spesso parlare, il Servizio sanitario nazionale italiano è un’eccellenza nel mondo, che garantisce un’assistenza universale. C’è ancora molto da lavorare, dobbiamo essere attenti a investire al meglio tutte le risorse disponibili”, ha concluso.
La sfida Healthcare, Palù (AIFA): Servono competenze specializzate
ArticoliUn evento promosso dalla Fondazione Mesit – Medicina Sociale e Innovazione Tecnologica e dal network PreSa – Prevenzione e Salute, svoltosi a Roma il 21 Giugno, dal titolo: “La sfida Healthcare. Innovazione e attrattività del settore per la competitività in Europa”
Come garantire il diritto a cure innovative a tutti i cittadini? Come attrarre investimenti nel settore della salute, in uno scenario internazionale sempre più complesso e competitivo?
Nel dibattito, che ha coinvolto di esponenti politici, dell’industria e del mondo accademico, l’industria farmaceutica è stata individuata come settore centrale per mantenere e accrescere il valore dell’industria italiana.
“La riforma dell’AIFA non può che spingere questo ente verso l’innovazione”, ha dichiarato Giorgio Palù – presidente dell’Agenzia italiana del farmaco (AIFA). «La riforma – ha aggiunto – dovrà instaurare un dialogo diretto con l’industria che non sia precluso da pregiudizi di tipo ideologico”. Poi ha aggiunto: “L’AIFA potrà giocare un ruolo nelle sperimentazioni. Significa finanziare sperimentazione clinica ma anche ciò che è connesso con la ricerca di base”. Inoltre ha sottolineato l’esigenza di competenze altamente specializzate, quindi personale di altissimo profilo.
Dieta della terza età, qual è l’alimentazione bilanciata e sostenibile
Alimentazione, AnzianiUna dieta bilanciata riduce il rischio di molte patologie, ma non tutti sanno come abbinare i nutrienti. Alcuni falsi miti possono spingere a credere di avere un’alimentazione sana quando in realtà non è così. Per supportare i consumatori nelle scelte dei cibi giusti, gli specialisti della Fondazione Veronesi e Korian Italia hanno creato delle linee guida, con un vero e proprio ricettario pratico. Il progetto “Benvenuti a tavola” si rivolge in particolare alla terza età per ampliare la scelta dei piatti a base vegetale nelle residenze per anziani e nelle cliniche.
Dieta più vegetale e sostenibile
Il ricettario, disponibile per tutti, ha una base scientifica ed è in linea con le indicazioni ministeriali. Nasce per avvicinare le persone a un’alimentazione più sana e naturale. Le proposte seguono la stagionalità delle materie prime e il bilanciamento dei nutrienti. Sono anche attente al gusto, alla varietà e alla sostenibilità. Inoltre sono pensate per ridurre lo spreco alimentare e abbattere l’aumento di emissioni CO2 (dovute alle produzioni alimentari).
Il benessere della terza età inizia a tavola
La popolazione anziana nei paesi occidentali cresce in modo quasi esponenziale. Secondo le proiezioni demografiche indicate nel progetto del Consorzio Europeo NU-AGE, nato nel 2011 con l’obiettivo di individuare strategie dietetiche su misura per contrastare il declino fisico e cognitivo in età avanzata, nel 2030 gli ultra-sessantacinquenni passeranno dall’attuale 25% al 40% dell’intera popolazione del Vecchio Continente.
In Italia, oggi gli anziani sono il 20% della popolazione, circa 12 milioni. Si calcola però che nel 2050 saranno oltre il 30%. Nell’ottica di un invecchiamento attivo e in salute, l’alimentazione adeguata ha un ruolo determinante.
Cosa non deve mai mancare nella dieta over 65
“In una dieta sana ed equilibrata, tutti i nutrienti sono importanti. Tra questi, le proteine sono sicuramente da tenere un po’ più in considerazione rispetto agli under 65, per una questione di perdita fisiologica di muscolatura e minore efficienza di assimilazione dal cibo. Pur essendo un ricettario con molte materie prime vegetali, abbiamo bilanciato i vari ingredienti per assicurare un contenuto proteico adeguato dei piatti. L’abbinamento di legumi ai cereali bilancia il contenuto amminoacidico. Inoltre abbiamo incentivato un maggiore utilizzo di prodotti freschi – e non confezionati – compresa la preparazione di torte e biscotti per la prima colazione. Ci sono criteri precisi, come limitare lo zucchero, utilizzare farine semi-integrali, olio extravergine di oliva e frutta a guscio come fonti di grassi buoni”. Lo sottolinea la Dottoressa Elena Dogliotti, biologa nutrizionista e supervisore scientifico per Fondazione Umberto Veronesi, per cui ha pubblicato nel 2021 anche il libro “Una dieta per ogni età”(Sperling & Kupfer). Il ricettario riporta i consigli e menù per ogni giorno della settimana, con giornate orientare verso il mondo vegetale, per aumentare il consumo di vegetali, la varietà e il bilanciamento dei nutrienti all’ interno dei pasti principali.
Come proteggere la pelle quando si è in vacanza
News Presa, PrevenzioneCon le vacanze in vista è importante sfatare qualche falso mito che rischia di mettere a repentaglio la salute della pelle. Nonostante negli ultimi anni la consapevolezza dei vacanzieri sia molto cresciuta, ancora oggi alcune “leggende da spiaggia” spingono a comportamenti poco prudenti, con il rischio di incappare in brutte scottature solari o eritemi. Vediamo allora cosa c’è di vero e cosa di falso in alcune delle principali affermazioni che si possono trovare in rete e quali sono i consigli per un’abbronzatura perfetta.
ABBRONZATURA
Molto spesso si tende a pensare che una volta abbronzati non serve più usare crema protettiva. Alla domanda “posso evitare di usare il filtro solare se sono già abbronzato?” la risposta è no. A differenza di quanto si potrebbe pensare, infatti, l’abbronzatura non gioca alcun ruolo nel proteggerci dai raggi UV. A limite può fornire una blanda protezione dalle scottature. Dunque, anche se la pelle è già abbronzata, bisogna sempre continuare ad usare un fattore di protezione adeguato al proprio fototipo ed evitare di esporsi nelle ore più calde della giornata. Regole che a maggior ragione valgono per i bambini che, se non protetti adeguatamente, hanno un maggior rischio di sviluppare un melanoma in età adulta.
TRA LE NUVOLE
Altra domanda che spesso ci si pone è “se il cielo è coperto, devo comunque proteggermi?”. Anche in questo caso non bisogna lasciarsi fuorviare. Le nuvole non possono fermare (se non in parte) i raggi UV, che quindi sono sempre un rischio per la pelle. Addirittura, alcune nuvole possono riflettere i raggi del sole, comportandosi un po’ come uno specchio. In questo modo gli effetti e i rischi sono addirittura maggiori.
CREMA
Tra i “disertori” dei filtri solari ci sono infine coloro i quali ritengono che con la protezione non sarà possibile abbronzarsi, o addirittura che il filtro possa ridurre quelli che sono i benefici del sole per le ossa. In realtà, con la giusta protezione solare ci si abbronza in modo più uniforme e l’abbronzatura dura anche di più, perché molte creme contengono ingredienti che nutrono la pelle e favoriscono l’azione della melanina. Quanto alla vitamina D, bastano circa dieci o quindici minuti al giorno per godere dei benefici del sole. Anche se ci si espone nelle ore meno calde della giornata.