Se Facebook ci dice cosa mangiare
Facebook? Moltissimi adolescenti, ma anche utenti adulti e vaccinati, si lasciano influenzare da Facebook sulle proprie scelte alimentari. Questo è un male, quando i suggerimenti sono sbilanciati o addirittura insensati, ma può essere anche un bene ove a dare questi consigli siano nutrizionisti esperti. L’Associazione nazionale dietisti (Andid) e l’università di Messina stanno realizzando uno studio proprio focalizzato su questo tema, e primi risultati arriveranno a giorni. «In uno scenario comunicativo sempre più complesso – dice Ersilia Troiano, presidente Andid – è indispensabile analizzare il contesto di riferimento e comprendere la metamorfosi che si è generata attorno alle realtà dei blog, dei social network, della produzione cooperativa stile wiki e dei mondi online sul tema alimentazione. Abbiamo bisogno, in quanto professionisti della nutrizione, di cogliere le opportunità offerte dal web 2.0 per veicolare messaggi efficaci che favoriscano l’adozione di sani stili di vita riuscendo a conquistare l’attenzione e l’interesse dei pubblici ormai costantemente connessi».
Influenza
In particolare, la ricerca intende indagare l’efficacia dei social media in termini di cambiamento dei comportamenti. Vale a dire, nella valutazione dell’efficacia di un social media non conta solo il numero di followers ma quanti utenti, alla luce delle comunicazioni fornite, hanno realmente cambiato il loro comportamento alimentare rispetto a uno specifico tema. La professoressa Antonia Cava, che insegna Sociologia dei Processi Culturali spiega che in questa prima fase, è stata realizzata una mappatura dei siti web dei professionisti della salute nutrizionale che mostrano nella gestione dello spazio della rete la capacità di differenziare gli stili narrativi. Uno dei trend emergenti è lo slittamento, nell’area dei blog e dei social media, da una relazione professionista-utente ad un interscambio caratterizzato da un legame fiduciario e dalla stabilizzazione di un rapporto progressivamente simmetrico. Il professionista della salute nutrizionale laddove nel web riesce a individuare stili narrativi idonei che coniughino leggerezza e evidenza scientifica, suggerimenti pratici e esperienze da mostrare, quali video, tutorial e gallerie fotografiche, può diventare un influencer e avere capacità di orientare interessi e comportamenti dei suoi pubblici.
Prevenzione
Il costo sociale e sanitario delle patologie croniche non trasmissibili e di tutte le patologie di interesse nutrizionale è un trend in continuo aumento: basti solo pensare a fattori quali spesa farmaceutica, assistenza ospedaliera, assistenza in lungodegenza, nonché costi per la società legati alla mancata produttività ed agli effetti negativi sulla qualità di vita dei pazienti. La gestione nutrizionale di queste patologie potrebbe rappresentare dunque non solo un potentissimo strumento per contribuire alla salute globale della popolazione ma anche per ridurre i costi sanitari e sociali per la collettività.