Sclerosi multipla, «ogni paziente è un mondo a sé»
Anche se la Sclerosi multipla è caratterizzata in maniera macroscopica dalle lesioni della sostanza bianca, la malattia è complessa e non si esaurisce qui». Ad andare oltre la solita definizione di Sclerosi multipla è il professor Gioacchino Tedeschi, che invita a riflettere su qualcosa in più. «In primo luogo – spiega – le lesioni (o placche) possono essere localizzate in aree più o meno rilevanti dal punto di vista clinico. Del resto ci sono altri fattori che vanno molto al di là del peso delle lesioni. Ad esempio l’atrofia, il danno della sostanza bianca apparentemente normale e infine la plasticità del sistema nervoso. Questi sono poi i motivi per i quali ogni paziente è diverso dall’altro».
Tedeschi ricorda anche che sino a qualche anno fasi riteneva che la Sclerosi multipla avesse solo una base infiammatoria che, appunto, causava le lesioni della sostanza bianca del sistema nervoso centrale. «Da qualche anno sappiamo che la malattia è caratterizzata anche da fenomeni neurodegenerativi sia della sostanza bianca che grigia». Queste le ragioni per le quali la Sclerosi multipla si definisce “malattia infiammatoria e degenerativa del sistema nervoso centrale”, volendo sottolineare che coinvolge sia l’encefalo che il midollo spinale. Il meccanismo di questa malattia si definisce “autoimmune”, vale a dire che il sistema immunitario inizia ad attaccare le cellule della mielina che riveste i neuroni.
«Sappiamo – spiega il professore – quello che succede, ma non il perché. Di certo la componente genetica è veramente minima. Molto si è discusso e si discute di fattori ambientali, infettivi e nutrizionali. Tuttavia niente di tutto questo è stato confermato in modo inconfutabile». E’ invece una certezza che la malattia colpisce principalmente le donne. Tedeschi chiarisce che di solito l’esordio si ha in età adulta, ma esistono sia casi di diagnosi in età infantile, sia in età adulta avanzata.
«Oggi più che mai – conclude – c’è grande attenzione al tema della genitorialità e un messaggio lo si deve lanciare forte e chiaro: genitori si può, anche con la Sclerosi multipla. Anzi, la gravidanza è addirittura un momento favorevole per la paziente che durante la gestazione, per una serie di variazioni ormonali, è protetta da ricadute». Alla Seconda Università degli Studi di Napoli, va detto, è attivo un centro di risonanza magnetica ad alto campo, congiunto con l’Associazione Italiana Sclerosi multipla. Sono nati così moltissimi studi, anche collaborativi, che hanno permesso di rivalutare l’importanza dell’atrofia cerebrale e il ruolo della plasticità neuronale in pazienti con Sclerosi multipla.