Diabete tipo 1 non ferma gli atleti, il torneo di calcio a 5 contro i pregiudizi
Una giornata per dire sì alla pratica sportiva da parte delle persone con diabete e dimostrare, in campo, che praticare sport è consigliabile. È l’iniziativa calcistica a cui parteciperà sabato 7 settembre, a Perugia, Fand – Associazione Italiana Diabetici con la propria squadra “Fand Italia”: si chiama “Un calcio al diabete” ed è organizzata da Agd Umbria. In campo scenderanno squadre di atleti con diabete di tipo 1 e non, compresa la squadra di Fand, che si sfideranno in un torneo di calcio a cinque. Si tratta dell’ottava edizione dell’iniziativa, in cui le squadre si affronteranno per ricordare che anche chi convive con la patologia può praticare sport a livello agonistico.
Atleti con diabete di tipo 1
La squadra “Fand Italia” è composta da 11 giocatori, ragazzi dai 13 anni in su che, allenati da Marcello Mancini, Presidente Aiac Onlus. Daranno come sempre il massimo nella competizione, per sfatare i pregiudizi e combattere lo stigma nei loro confronti. La pratica sportiva, infatti, come parte integrante di stili di vita sani, gioca un ruolo fondamentale nella prevenzione e nella cura della patologia.
Con “Un calcio al diabete” prosegue la sinergia che Fand e Aiac Onlus hanno avviato con il progetto “Diabete in campo: un punto che fa la differenza!”, che ha già visto la manifestazione “The coach experience”, la nascita del progetto calcio di Fand, e l’attenzione di Aiac verso le persone con la malattia, per superare le barriere che ostacolano la vita quotidiana e sensibilizzare sull’importanza dello sport come stile di vita.
Superare lo stigma
«È importante superare pregiudizi, discriminazioni e stigma che colpiscono le persone con diabete nella vita sociale, scolastica, lavorativa e sportiva – dichiara il Presidente Fand, Emilio Augusto Benini – Ci sono atleti di livello internazionale che praticano sport e convivono con la patologia ed è importante ogni iniziativa in questa direzione per contrastare il messaggio scorretto, e troppo diffuso ancora, cioè che la persona con diabete non possa fare sport, perché è invece il contrario: sarebbe bene che lo facesse. Va lanciato un messaggio di speranza, affinché le persone con la patologia, quelle che desiderano praticare l’attività sportiva per il proprio benessere psicofisico, e anche quelle che aspirano a diventare atleti professionisti, non vi rinuncino».