BPCO terza causa di morte ma sintomi trascurati. Fumo primo fattore
La broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) è una malattia respiratoria cronica che “toglie il respiro” a oltre 3,5 milioni di italiani. Se non viene trattata causa la perdita progressiva della capacità polmonare. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la BPCO è la terza causa di morte dopo le patologie cardiovascolari e i tumori, e quinta per disabilità e qualità di vita. Impattano soprattutto i peggioramenti repentini dei sintomi respiratori – le cosiddette riacutizzazioni – che si ripercuotono sullo stato di salute, ospedalizzazioni e aumento della mortalità. L’abitudine al fumo e l’inquinamento sono fattori di rischio.
L’Associazione Respiriamo Insieme e l’Associazione Pazienti BPCO hanno lanciato un’alleanza per la BPCO rivolta a tutti gli attori del sistema salute nel corso della conferenza stampa “A perdifiato: verso una nuova gestione senza affanni della BPCO tra ospedale e territorio”. Durante l’evento al Senato su iniziativa del Senatore Francesco Zaffini, Presidente della 10a Commissione Sanità si è discusso della possibilità di istituire un Registro nazionale di patologia per la sorveglianza epidemiologica e far emergere il sommerso, e rafforzare l’integrazione ospedale-territorio per migliorare la presa in carico. La patologia è ancora sottovalutata, ma impatta a livello clinico e socioeconomico.
BPCO, sintomi trascurati. Il racconto
Ad aprire l’evento, la testimonianza di Marco, paziente BPCO con una lunga storia da fumatore, comune a quella di tanti altri pazienti che restano sottotraccia per anni prima di ricevere una diagnosi. Uno degli ostacoli è l’incapacità di riconoscere i “sintomi spia” quali fame d’aria (dispnea), fiato corto, respiro sibilante e tosse, quest’ultima confusa con una “banale” tosse del fumatore.
“I primi segnali li ho avvertiti praticando sport, mi mancava il fiato anche dopo un breve sforzo, finché persino una passeggiata in leggera salita è diventata insostenibile”, ha raccontato Marco. “Poi mi sono accorto di avere l’affanno mentre salivo le scale, facevo la doccia o mi allacciavo le scarpe, per non parlare delle difficoltà nel lavoro. Tutto ciò che prima facevo naturalmente a un tratto sembrava complicato. Sono andato avanti così per anni, finché una mattina la mia compagna mi ha fatto notare che nel sonno emettevo degli strani sibili, ho avuto paura e ho deciso di rivolgermi a uno specialista”.
“Il 6% degli adulti italiani affetti da BPCO è solo la punta dell’iceberg” – ha dichiarato Simona Barbaglia, presidente dell’Associazione Respiriamo Insieme. “La BPCO è una malattia sociale ancora misconosciuta e in parte sommersa, correlata a un forte carico di morbilità e mortalità, che può essere contrastata solo con un intervento strutturato e condiviso tra tutti gli attori sanitari. È necessaria una grande opera di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sui rischi connessi alla malattia e sull’utilità dello screening spirometrico per la diagnosi precoce. Bisogna inoltre ripensare il modello assistenziale mettendo al centro il paziente, supportandolo nell’educazione terapeutica per il corretto utilizzo dei degli inalatori, e prevedendo percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali efficaci e omogenei sul territorio nazionale”.
Il rischio delle riacutizzazioni
“Per una corretta gestione della BPCO è essenziale che il paziente sia sempre più consapevole della sua malattia e in grado di tenere sotto controllo i cosiddetti ‘sintomi spia’ per gestirla in maniera adeguata. Infatti, riconoscere il peggioramento dei sintomi consente al paziente di rivolgersi tempestivamente al proprio medico e ridurre il rischio delle riacutizzazioni, dall’impatto sociale ed economico importante”, ha aggiunto Salvatore D’Antonio, presidente dell’Associazione Pazienti BPCO.
“La gestione della BPCO, e più in generale delle cronicità, richiede l’implementazione di modelli assistenziali incentrati sulla persona e sulla continuità della presa in carico, che non possono prescindere da una forte integrazione tra ospedale e territorio e dalla sinergia interprofessionale. La sanità italiana sta vivendo una fase di ricostruzione e iniziative come questa sono essenziali per identificare proposte d’azione concrete e condivise. Rinnovo la disponibilità a intraprendere iniziative che possano dare risposte ai bisogni dei pazienti con BPCO, ha dichiarato il Sen. Francesco Zaffini, presidente 10a Commissione del Senato.
“Per contrastare le patologie ad alta prevalenza come la BPCO è necessario intervenire sui fattori di rischio e sulla tempestività della diagnosi che, oltre a sollevare i pazienti dagli esiti di una malattia potenzialmente invalidante, concorrono a rendere il nostro Servizio Sanitario Nazionale più sostenibile. Investire in iniziative capillari di prevenzione e screening equivale a investire in salute, consentendo di ridurre l’impatto della BPCO sui costi sanitari e sociali”, ha dichiarato l’On. Ugo Cappellacci, presidente della XII Commissione della Camera dei Deputati.