Endometriosi: ricercatori italiani primi al mondo, ma mancano centri riconosciuti
Gli italiani sono i maggiori esperti al mondo di endometriosi per pubblicazioni scientifiche, con ben 4 ricercatori nostrani su 5 nella top ten mondiale di Expertscape. Tuttavia, nel nostro Paese c’è ancora molto da fare per assicurare alle donne cure efficaci ed efficienti in maniera omogenea da nord a sud e per aumentare l’informazione su questa malattia invalidante, tra le principali cause di infertilità. A lanciare l’allarme è la Società Italiana di Riproduzione Umana, in occasione della Giornata dedicata all’endometriosi.
Secondo Expertscape, lo strumento internazionale che classifica le migliori università e i ricercatori secondo le pubblicazioni effettuate negli ultimi 10 anni, ben 3 italiani sono ai primi posti al mondo superando altri colleghi europei, asiatici e statunitensi: Paolo Vercellini (Policlinico di Milano); Edgardo Somigliana (Fond. Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico); Simone Ferrero (Università di Genova) sopra Hugh Taylor (Università di Yale) e al quinto posto altra italiana, Paola Viganò (Fond. Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico). Tra le città, Milano e è al primo posto al mondo con l’Università la Statale, per numero di pubblicazioni realizzate dai propri docenti.
Se in questi giorni, il parlamento britannico ha dichiarato che porrà la massima attenzione all’endometriosi, lavorando per diffondere una maggiore informazione e tempestività di diagnosi, in Italia la situazione è in stallo. Le Linee Guida sono già pronte e sono state affidate alle società scientifiche, tra le quali la SIRU, previa consultazione con le principali associazioni di pazienti tra cui AENDO e APE dal CNEC, l’organismo dell’Istituto Superiore di Sanità. Le Linee guida sull’endometriosi sono state redatte da esperti riconosciuti a livello mondiale tra cui Somigliana, Vercellini, Viganò e altri come Facchin, Guerriero, Laganà, Zupi, ma ancora sono in attesa di effettiva applicazione.
Endometriosi
L’endometriosi è caratterizzata dalla presenza di endometrio, tessuto che normalmente riveste la cavità uterina, al di fuori dell’utero. È una malattia cronica e invalidante e ha molte complicanze, tra cui infertilità. A soffrirne sono tre milioni circa di donne in Italia. Uno dei problemi di molti paesi è il ritardo diagnostico, dovuto alla sottovalutazione del dolore mestruale, ritenuto erroneamente normale. A livello organizzativo, il problema con il quale si scontrano i pazienti è la mancanza nel nostro Paese di centri di riferimento riconosciuti a livello nazionale “La regione Lombardia si è dotata autonomamente di criteri che potessero identificare i centri idonei alla cura – afferma Viganò, co-presidente SIRU – ma le stesse possibilità devono essere assicurate a tutte le donne, non possiamo pensare ad un’Italia a due velocità. Abbiamo bisogno di centri multidisciplinari in cui diverse professionalità, dal ginecologo allo psicologo, lavorino a stretto contatto e che i centri di endometriosi possano avvalersi dello stretto supporto dei centri di PMA, per garantire la più vasta gamma di terapie e servizi di assistenza. L’obiettivo – conclude Viganò – è mettere veramente al centro la salute della donna”.