Tac con radiazioni dimezzate, ecco come
Fare una Tac e assorbire la metà delle radiazioni. Qualcosa a cui un paziente solitamente non pensa, ma che può fare la differenza. Ecco perché il progetto messo a punto da due giovani ingegneri clinici, due brillanti ragazze di Napoli, sta riscuotendo un successo enorme. Le due ingegnere in questione sono Michela D’Antò, (della Fondazione Pascale) e Federica Caracò (dell’Università degli studi Federico II).
IL PROGETTO
Il lavoro sviluppato permetterà il collaudo di macchine di varie aziende e in diversi modelli in modo da poter effettuare le Tac a dosi ridotte. Le due giovani ingegnere campane hanno vinto così il Primo premio assoluto dell’Health technology challenge (Htc). Il premio è stato consegnato durante il XIX Congresso dell’Associazione nazionale degli ingegneri clinici (AIIC) che si è svolto a Catanzaro. Le ragazze hanno ottenuto il massimo punteggio della giuria tecnica e popolare con il progetto “Valutazione di un protocollo per la verifica delle funzionalità di un sistema di riduzione della dose installato su tomografi assiali computerizzati”.
CONTROLLI
Si stima che in Italia su oltre 40 milioni di esami radiologici effettuati ogni anno, circa il 44% sia prescritto in modo inappropriato e non sia strettamente necessario. I malati oncologici sono i più esposti a queste radiazioni durante la fase della diagnosi e nei continui controlli successivi, nel corso delle cure e dopo. Nel loro progetto hanno verificato l’efficacia di un protocollo per poter garantire una buona qualità di immagini da una Tac, con maggior sicurezza e minor invasività per i pazienti, riducendo del 40-60% la dose di radiazioni. «Questi risultati – hanno detto le vincitrici dimostrano l’importanza dell’aggiornamento delle tecnologie esistenti per migliorare le prestazioni degli strumenti radiologici nell’ottica di assicurare al paziente prestazioni più accurate e minimizzando i rischi possibili derivanti dall’esposizione a radiazioni ionizzanti».