Marijuana, in arrivo una bevanda da «sballo»
Possibile che uno dei colossi mondiali delle bevande gasate stia aprendo le porte alla mariuijana ? Secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa sì, in particolare all’impiego della marijuana (senza sostanze psicotrope) per una nuova bevanda. Per la precisione l’azienda in questione starebbe «studiando da vicino» il possibile impiego di una sostanza non psicotropa della cannabis, il cannabidiolo Cbd, come ingrediente di un nuovo prodotto mirato al benessere. Il Cbd tra le sue proprietà ha effetti rilassanti, antiossidanti e antinfiammatori. Il gruppo afferma quindi di lavorare al progetto con la società canadese Aurora Cannabis. A discapito delle apparenze, insomma, la possibile nuova bevanda sarebbe «da sballo» solo per l’idea, non certo nel senso negativo del termine.
In Italia
Nel nostro Paese il tema della legalizzazione è da sempre molto sentito e molto dibattuto, come sempre tra favorevoli e contrari. Il dato indiscutibile è che l’Italia ha fatto un passo avanti nella legalizzazione, del resto il 2018 è stato l’anno nel quale sono spuntati come funghi negozi di canapa legale. Esistono comunque dei limiti stringenti stabiliti dalla legge italiana. La canapa può essere coltivata solo per lo sviluppo di filiere integrate, impiego di semilavorati di canapa provenienti da filiere locali, realizzazione di opere di bioingegneria, attività didattica, ricerca e bonifica dei terreni, produzione di alimenti, materie prime, semilavorati e cosmetici innovativi per svariati settori industriali.
Cannabis terapeutica
Un altro impiego della marijuana, o meglio della cannabis terapeutica riguarda vere e proprie malattie. Ecco perché parlare di legalizzazione tout court della marijuana non ha senso da un punto di vista medico. Anche se gli studi a riguardo sono ancora pochi ad oggi sul mercato sono presenti 5 farmaci a base di cannabis – ognuno contenente una percentuale differente delle diverse molecole attive – utilizzati principalmente per il controllo di nausea, vomito, appetito nei pazienti sottoposti a chemioterapia.