Italiani sempre più ansiosi: in un anno +8% uso ansiolitici
Gli Italiani sono sempre più ansiosi e ricorrono maggiormente a psicofarmaci: in un anno, il consumo è salito dell’8%. Numeri diffusi dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) che ha indagato l’uso di antidepressivi nel nostro Paese. È stabile al 6% il numero di italiani a cui è stato prescritto, almeno una volta durante l’anno, un psicofarmaco contro ansia, nevrosi, attacchi di panico e insonnia. Aifa stima che almeno 3,6 milioni di Italiani li abbiano assunti nel 2017, in base ai dati sulle prescrizioni farmaceutiche rimborsate dal Servizio sanitario nazionale.
Aumentano i consumi benzodiazepine, una classe che comprende ansiolitici, ipnotici e sedativi: nel 2017 se ne sono consumate circa 50 dosi giornaliere ogni mille abitanti, quindi con un incremento di circa l’8% rispetto all’anno precedente. A pesare, avvertono gli esperti, sono i crescenti livelli di stress, solitudine e un futuro incerto.
Nel mondo, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono 300 milioni i consumatori delle cosiddette ‘droghe legali’, ossia circa il 4,4% della popolazione totale. In Europa inoltre, come riporta il Journal of Psychiatry, tra il 2010 e il 2015 gli il consumo di antidepressivi è aumentato del 20%.
In generale, i disturbi mentali sono in aumento in tutto il mondo ed entro il 2020, i primi fra tutti saranno ansia e depressione. Il trend è in crescita soprattutto tra giovani tra i 10 e i 24 anni. Di recente a lanciare l’allarme è stato anche il presidente della società Italiana di Psicopatologia (Sopsi) Alberto Siracusano, in occasione del XXII Congresso nazionale: “tutte le mancanze di risorse, sia quelle economiche sia quelle valoriali, emotive o affettive incidono negativamente, permettendo che i disturbi mentali aumentino e crescano”.
Inoltre cresce il numero degli uomini che chiedono aiuto, anche se la patologia resta al femminile: 3 pazienti su 4 sono donne, in pratica il 75% dei malati. Una sofferenza che tocca ogni fase della vita e va oltre l’appartenenza socio-economica. Ci si ammala tutti ma per motivi diversi. Tra i giovani e giovanissimi cresce l’esposizione ai fattori di rischio legati alle dipendenze da sostanze, ma anche dalla tecnologia. Aumenta il rischio di suicidio in età sempre minore. E la prima adolescenza resta la fase più critica. Le donne più esposte sono quelle con maggiore carico familiare e lavorativo.
Italiani sempre più ansiosi, in un anno +8% consumo ansiolitici