Trapianti, record al Cardarelli
Tante le donazioni
Ma non solo. L’ospedale napoletano detiene anche un record di donazioni, infatti molti organi che vengono trapiantati provengono proprio delle donazioni del Cardarelli (nel 2023 su 48 donatori campani, 24 arrivano dall’ospedale napoletano), con un tasso di opposizioni pari al 25 per cento, a fronte di una media nazionale che si attesta al 28,8 per cento. “Sensibilizzare sempre di più i giovani sull’importanza della donazione è essenziale – dice il direttore generale del Cardarelli Antonio d’Amore -far capire loro che ogni donatore può salvare fino a sette vite”.
E presto al Cardarelli saranno attivate nuove linee di trapianto oltre alla volontà di approfondire molto seriamente anche la procedura del trapianto da vivente. “Il nostro ospedale – conclude il direttore generale – è attrezzato per poter affrontare numeri importanti, ha tutte le strutture deputate all’emergenza e alla programmazione di interventi così delicati, con reparti pronti ad ogni evenienza”.
Un obiettivo ambizioso
È il direttore dell’Unità operativa complessa di Chirurgia Epatobiliare e Trapianto di Fegato, Giovanni Vennarecci, a parlare di un obiettivo ambizioso: il Cardarelli ha all’attivo dal 2019 ad oggi 252 trapianti di fegato, con 80 pazienti in attesa, siamo il terzo centro in Italia. Negli ultimi anni, dopo il Covid, c’è stato un incremento di trapianti, l’obiettivo è superare la soglia dei 50 interventi all’anno, ma dipende molto dalla numerosità dei donatori. Quasi il 50 per cento dei pazienti presenta un epatocarcinoma e su loro facciamo un grande lavoro quotidiano per contenere l’accrescimento di questo tumore e arrivare all’intervento in condizioni tali da ottenere buoni risultati in termini di salute non soltanto nell’immediato ma anche a distanza.
L’esigenza di informare
Un lavoro che ha consentito al Cardarelli di riacquistare la fiducia degli utenti campani e di frenare la migrazione sanitaria passiva per il trapianto di fegato, che oggi si è ridotta del 25 per cento rispetto al passato. Per Elio Bonagura responsabile dell’Uosd di Coordinamento Attività Prelievi di Organi e Tessuti non è un problema di cultura ma culturale, nel senso che non dipende dall’istruzione ma dalla conoscenza dell’argomento e, spesso, dalla comunicazione tra il medico e i familiari.
La donazione è il massimo gesto di fiducia che il cittadino compie nei confronti dello Stato a cui si affida in tutto e per tutto. In Terapia intensiva, spiega, abbiamo adottato un approccio comunicativo specifico che ci ha permesso di aumentare le disponibilità alle donazioni, con un tasso di opposizioni tra i più bassi d’Italia. È un’opera di sensibilizzazione che richiede impegno e mette al centro la persona.
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