Sciopero dei medici, oltre 1 milione di prestazioni a rischio
Lo sciopero dei medici potrebbe trasformare la giornata di domani (20 novembre) nel mercoledì nero delle prestazioni sanitarie, sono infatti circa 1 milione e 200 mila quelle che potrebbero saltare. Ad incrociare le braccia per 24 ore saranno medici, dirigenti sanitari, infermieri e altre professioni sanitarie. L’emergenza sarà naturalmente garantita, ma dalla categoria arriva un messaggio di sofferenza fortissimo.
Lo sciopero e i dati
I dati previsti dell’astensione arrivano da Anaao Assomed e Cimo-Fesmed, infermieri ed altre professioni sanitarie del Nursing Up che hanno proclamato l’astensione e che manifestano domani a Roma alle 12 in Piazza Santissimi Apostoli. “A rischio – dicono le sigle sindacali – tutti i servizi di assistenza, esami radiografici (50mila), 15mila interventi chirurgici programmati e 100mila visite specialistiche. Garantite le prestazioni d’urgenza”.
Legge di bilancio
È scontro aperto su vari fronti contro la legge di Bilancio 2025: dall’insufficienza dei fondi alla prevista assunzione di migliaia di infermieri dall’estero, dal finanziamento dell’indennità di specificità alle nuove assunzioni posticipate al 2026. Insomma, un contesto di un’ampia e generale insoddisfazione. Sotto accusa il testo della Manovra, considerata “deludente” dai sindacati, “conferma la riduzione del finanziamento per la sanità rispetto – affermano le organizzazioni mediche – a quanto annunciato nelle scorse settimane e cambia le carte in tavola rispetto a quanto proclamato per mesi”.
Gli infermieri
Per quanto riguarda poi l’arrivo di infermieri stranieri, per Nursing Up si tratta di “una misura tampone su una ferita profonda, soprattutto considerando il numero di colleghi italiani all’estero che rientrerebbero in presenza di condizioni contrattuali dignitose”. La misura non risolve “la carenza di valorizzazione economica e contrattuale alla base dell’abbandono e della disaffezione dei giovani verso i nostri percorsi formativi”, sottolineano gli infermieri, chiedendo il perché il governo “abbia posticipato al 2026 il piano di assunzioni”.
Indennità
La manovra prevede inoltre un aumento dell’indennità di specificità medica di 17 euro per i medici e 14 per i dirigenti nel 2025, 115 nel 2026 per i medici e zero per i dirigenti, mentre per gli infermieri circa 7 euro per il 2025 e circa 80 per il 2026. L’Intersindacale dei dirigenti medici, veterinari e sanitari chiede al governo che questa sia finanziata direttamente in busta paga, opponendosi alla defiscalizzazione che “non aumenta la massa salariale”. Inoltre, aggiungono, “abbiamo già segnalato che le risorse devono essere anticipate già dal 2025 ed essere distribuite equamente tra i dirigenti”.
Liberi professionisti
Grande malcontento anche tra i medici liberi professionisti, che contestano la preclusione alle prescrizioni di farmaci con piani terapeutici e alle certificazioni per patologia ai fini di esenzione. “Abolire ingiustificabili limitazioni ai medici privati, considerando la grossa utenza che storicamente ad essa afferisce, si tradurrebbe in un importante alleggerimento delle liste di attesa ad esclusivo vantaggio dei cittadini soprattutto di coloro che oggi rinunciano alle cure”, affermano l’Associazione medici e odontoiatri liberi professionisti (Amolp) e l’Associazione flebologica italiana (Afi) dopo che il presidente Amolp Di Martino e il vicepresidente Afi Rosi sono stati ricevuti al Senato da Francesco Silvestro, presidente della Commissione bicamerale sulle questioni regionali.
Insomma, un quadro molto complesso con molti nodi da sciogliere per cercare di salvaguardare il Sistema sanitario nazionale e la sua gratuità ed efficienza.
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