Sono quindici i nuovi lavori di artisti contemporanei, provenienti da tutto il mondo. «Sono tutte opere che parlano di fragilità, un modo per dire che si tratta di una condizione che riguarda tutti noi», ha detto Stefano Boeri, presidente di Triennale Milano.
Riflettere sui diritti umani attraverso il linguaggio universale dell’arte è la missione di “Progetto Genesi. Arte e Diritti Umani”, la mostra itinerante ideata e curata da Ilaria Bernardi. La prima tappa dell’iniziativa, dal 22 febbraio al 2 aprile, è presso Triennale Milano. Le opere vanno ad ampliare la Collezione di questa seconda edizione
Boeri, durante la presentazione nel Palazzo dell’Arte del capoluogo lombardo, ha aggiunto: «L’altro valore condiviso del “Progetto Genesi” è che solo l’arte è in grado di collegare condizioni diverse di fragilità, raccontandole con un linguaggio universale».
Una mostra, quindi, che si rafforza portando a oltre 50 le opere che la compongono. E che ancora una volta rappresenta un modo per «verificare e analizzare quali messaggi può dare l’arte per una riflessione profonda sulle crisi sociali, economiche, ambientali che attraversano le nostre civiltà, culture, persone». Ne è convinta Letizia Moratti, presidente Associazione Genesi, raccontando lo spirito che nel 2020 ha portato alla nascita del Progetto, tra le cui finalità c’è innanzitutto quello di raggiungere un pubblico vasto di spettatori. E questo anche grazie all’ampiezza dei temi che attraversano le opere – la memoria di un popolo, l’identità multiculturale, le vittime del potere, il colore della pelle, i diritti delle donne, la tutela dell’ambiente – e che, per questo motivo, possono essere «occasione di riflessione per costruire un futuro migliore». Come l’opera di Filippo Berta “Gente comune”, della precedente edizione, che traccia 70 confini invalicabili, molti dei quali proprio in Europa. O anche “Bombs”, di Ai Weiwei, tra le 15 nuove acquisizioni, che raffigura bombe di vario tipo, da una granata del 1911 fino a un ordigno nucleare del 2019, e portatrici di conflitti e dolore.
Non a caso parte fondamentale dell’iniziativa è anche l’attività educativa. A ribadirlo il rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Franco Anelli, secondo il quale due sono gli aspetti interessanti del “Progetto Genesi”. Il primo è la sua «poliedricità disciplinare» capace di mettere in dialogo l’arte con i diversi campi della conoscenza, del sapere, della ricerca. Il secondo riguarda il tema dell’educare. «Già nel 1925, il fondatore dell’Università Cattolica, Padre Agostino Gemelli, sosteneva che “Educazione è per eccellenza conquista della unità dello spirito, è formazione della personalità”. Di qui, l’educazione contribuisce non solo alla formazione del singolo, ma alla creazione di nuove forme di cittadinanza attiva e responsabile. Di fronte alla difficoltà dei linguaggi tradizionali, il ruolo pedagogico dell’arte apre dunque nuove prospettive come edificatore della coscienza, personale certo, ma anche collettiva», ha osservato il rettore Anelli.