Dopo il disastro di un virus che ha causato centinaia di migliaia di vittime, resta il danno psicologico che probabilmente perdurerà ben oltre la fine della pandemia. Depressione, ansia e stress sono il nuovo male emergente. Ecco perché ben 21 società scientifiche hanno indirizzato al Governo un documento nel quale chiedono che ci sia un bonus per lo psicologo da utilizzare nell’immediato, ma anche misure strutturali per affrontare il disagio mentale cresciuto insieme alla pandemia. La pandemia da Covid, dicono gli psicologi, ha «amplificato problematiche psicologiche e psichiatriche», come la depressione «facendo diventare il problema del malessere psicologico e dei disturbi psichici e comportamentali un problema sociale». Utilizzando al meglio le misure del PNRR, si legge, «nel contesto dei servizi sanitari è necessario adottare un quadro integrato di misure imperniato sull’attivazione di strutture pubbliche e innovative di prossimità per rispondere al bisogno di ascolto e sostegno psicologico, come il Consultorio psicologico, con la funzione di intercettare precocemente i bisogni di salute e benessere psicologico dei cittadini».
IL TERRITORIO
Secondo gli addetti ai lavori è anche necessario «il potenziamento dei servizi di salute mentale, di neuropsichiatria infantile e delle dipendenze, dei Consultori familiari, del Piano Nazionale delle Cronicità, di psicologia ospedaliera, assistenza domiciliare, riabilitazione, neuropsicologia». Nell’immediato, però, proseguono le società scientifiche, occorre garantire «l’accesso alle consulenze e trattamenti a tutti quei cittadini e quelle famiglie che non riescono ad avere risposte nel pubblico e non possono accedere nel privato per mancanza di risorse economiche, mediante l’erogazione diretta del bonus o voucher. Si tratta di una misura straordinaria, richiesta a gran voce da un numero crescete di cittadini, che può agire nell’immediato e accompagnare la concretizzazione degli obiettivi di revisione del sistema sopra indicati».
I BAMBINI
Intanto, tra i più colpiti di questa nuova ondata ci sono i bambini. A quanto pare, infatti, sono proprio i più piccoli ad essere oggi più esposti. Ma il danno maggiore, i bambini, lo stanno avendo a causa delle restrizioni e della privazione di una normale vita sociale. Anche per i più piccoli il rischio depressione o ansia eccessiva è molto presente. «Il benessere dei più piccoli – dicono gli esperti del Gaslini – appare assediato allo stesso modo degli adulti per ciò che concerne la qualità di vita e l’equilibrio emotivo, a prescindere dallo stato psico-sociale di partenza, per effetto diretto del confinamento stesso e per il riflesso delle condizioni familiari contingenti (assenza o perdita dei nonni, genitori disoccupati o senza lavoro, scarsa socializzazione). Infatti, i bambini respirano e hanno respirato come non mai l’aria di casa in questo periodo, con tutti i possibili aspetti positivi e negativi legati alla situazione familiare». Proprio sul benessere psicologico dei bambini bisognerà lavorare per fare in modo che la pandemia non lasci cicatrici troppo profonde.