Anche i più giovani, quando fanno sport, devono sottoporsi a screening per evitare ogni possibile rischio e, in quest’ottica, l’elettrocardiogramma (ECG) è lo strumento fondamentale anche per il rilascio della certificazione sportiva agonistica. Proprio l’ECG permette di identificare precocemente eventuali cardiomiopatie o altre patologie che possono aumentare il rischio di malori o addirittura di morte improvvisa, anche in giovani atleti apparentemente sani. Uno studio recente condotto dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, pubblicato sulla rivista della Società Europea di Cardiologia Pediatrica (Cardiology in the Young), ha evidenziato l’importanza di questo esame, rilevando anomalie nel tracciato ECG nel 9% dei circa 600 bambini e ragazzi esaminati. In seguito a ulteriori approfondimenti, il 3% di questi giovani atleti è stato sospeso dall’attività agonistica per problemi cardiaci riscontrati.
L’inversione dell’onda T nell’esame ECG
L’ECG è un esame semplice ed efficace che registra l’attività elettrica del cuore attraverso una sequenza di onde e segmenti. Tra queste onde, l’Onda T è di particolare interesse poiché rappresenta la ripolarizzazione ventricolare, ovvero il “tempo di ricarica” del cuore dopo ogni battito. In condizioni normali, l’Onda T ha una forma positiva, con la curva rivolta verso l’alto. Tuttavia, quando l’Onda T appare negativa, ciò può indicare anomalie nel muscolo cardiaco, come alterazioni nella struttura o nella perfusione sanguigna.
Possibili cardiopatie
La presenza dell’Onda T negativa, chiamata anche inversione dell’Onda T (WTI), è un’anomalia della ripolarizzazione ventricolare. Questa può sollevare sospetti anche in soggetti giovani e apparentemente sani, portando a una possibile controindicazione alla pratica sportiva agonistica. I protocolli di valutazione per l’idoneità sportiva sono molto severi e prevedono ulteriori indagini, come ecocardiogrammi, risonanze magnetiche e TAC cardiache, per determinare se vi siano cardiopatie sottostanti.
Lo studio pubblicato su Cardiology in the Young
Partendo da queste considerazioni, l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù ha condotto uno studio per valutare la prevalenza delle anomalie della ripolarizzazione, in particolare l’inversione dell’Onda T, in una popolazione di giovani atleti agonisti. La ricerca ha avuto l’obiettivo di comprendere se tali anomalie potessero essere associate allo sviluppo di cardiomiopatie in assenza di altri sintomi patologici.
Lo studio ha coinvolto 581 giovani atleti, con un’età media di 15 anni, l’80% dei quali di sesso maschile. Nell’arco di 18 mesi, questi atleti sono stati selezionati per la valutazione dell’idoneità all’attività sportiva agonistica. Durante questo periodo, il 9% degli atleti (53 in totale) ha mostrato anomalie nel tracciato ECG attribuibili all’inversione dell’Onda T. Questi soggetti sono stati sottoposti a ulteriori indagini, come ecocardiogrammi, Holter ECG e risonanze magnetiche, per identificare eventuali patologie cardiache.
Dopo questi approfondimenti, 17 atleti (il 3% del totale analizzato) sono stati esclusi dall’attività agonistica a causa delle patologie riscontrate, tra cui:
- 8 cardiomiopatie
- 2 miocarditi
- 5 ponti miocardici
- 2 anomalie coronariche
Gli altri 36 atleti con inversione dell’Onda T, ma senza ulteriori patologie rilevate, hanno ottenuto l’idoneità agonistica, con la raccomandazione di effettuare controlli periodici ogni 6-12 mesi.
L’importanza dello screening
Ugo Giordano, responsabile dell’Unità Operativa di Medicina dello Sport dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, ha sottolineato: “La probabilità che gli atleti agonisti abbiano una cardiomiopatia nascosta è bassa, ma non trascurabile. Lo screening elettrocardiografico per l’idoneità sportiva agonistica rappresenta quindi un’opportunità importante per identificare precocemente cardiomiopatie e altre patologie che possono aumentare il rischio di morte improvvisa in giovani atleti apparentemente sani. Le eventuali anomalie della ripolarizzazione, segnalate dall’inversione dell’Onda T, devono essere sempre approfondite rivolgendosi a centri specializzati”.
Protocolli rigorosi
In Italia, i protocolli di valutazione per l’accesso all’attività sportiva agonistica sono molto rigorosi. La visita per il rilascio dell’idoneità prevede:
- Visita cardiologica
- Elettrocardiogramma a riposo e sotto sforzo
- Esame spirometrico
- Esame delle urine
Per quanto riguarda l’attività sportiva non agonistica, anche se non è obbligatorio, i medici dello sport consigliano di effettuare sempre l’ECG a ogni visita per il rilascio del certificato. Questo esame rappresenta, infatti, uno strumento di screening prezioso per la salute degli atleti, consentendo di rilevare anomalie cardiache che potrebbero passare inosservate e potenzialmente mettere a rischio la vita.
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