Ogni anno sono cinquanta milioni i casi di sepsi nel mondo. Sono responsabili di 11 milioni di morti tra gli adulti e di quasi 3 milioni tra i bambini al di sotto dei 5 anni. I numeri sono stati ricordati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità in occasione della Giornata mondiale per la lotta alla sepsi che si celebra il 13 settembre.
La sepsi
La sepsi è una complicanza di un’infezione. Causa una risposta infiammatoria eccessiva dell’organismo all’aggressione di batteri o virus. Questa risposta sregolata danneggia i tessuti e gli organi e senza una terapia tempestiva può portare alla morte.
“La sepsi è responsabile di un quinto dei decessi mondiali e l’85% si verifica nei Paesi a basso e medio reddito”, ha rimarcato il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus in un messaggio video. “Tuttavia, sappiamo che questa malattia può essere evitata con le vaccinazioni, una diagnosi tempestiva e l’accesso a trattamenti appropriate ed efficaci”.
Il 40% dei casi di sepsi riguarda bambini di età inferiore ai 5 anni. Nei paesi industrializzati può determinare la morte nel 3-4% dei neonati e fino al 24% dei neonati nati in paesi in via di sviluppo.
Le cause
Secondo gli ultimi dati dell’Oms, le principali cause di sepsi nel mondo sono le malattie diarroiche (da 9,2 a 15 milioni di casi all’anno) e le infezioni delle basse vie respiratorie (1,8-2,8 milioni). Tuttavia con l’invecchiamento della popolazione crescono i casi legati alle malattie non trasmissibili. Dai numeri emerge che un terzo delle diagnosi e quasi la metà di tutti i decessi sono correlati a danni causati dalle malattie croniche. Inoltre l’aumento dei batteri resistenti agli antibiotici potrebbe peggiorare il fenomeno in futuro.