Anche se in Europa i casi di Covid-19 sono in calo “la pandemia non è finita e servono sforzi continui per garantire che il distanziamento fisico e le altre misure di prevenzione dell’infezione siano osservate”. Lo scrive l’Ecdc nel suo ultimo documento di valutazione del rischio. Le misure adottate dai paesi europei, si legge nel documento, hanno ridotto la trasmissione e, a partire dal 9 giugno 2020, l’incidenza a 14 giorni nell’UE e nel Regno Unito è diminuita dell’80% dal picco del 9 aprile. L’ondata iniziale di trasmissione ha superato il suo picco in tutti i paesi, tranne Polonia e Svezia. Le misure di allontanamento fisico hanno ridotto la trasmissione, però hanno avuto un grave impatto sulla società, sia sul piano economico che sociale.
Oggi i paesi che hanno attuato gli ordini di “permanenza a casa” forzati per la popolazione hanno avviato un allentamento totale o parziale di queste misure. Tuttavia la pandemia non è ancora finita. Il rischio quindi è che, a ridosso del periodo delle vacanze estive, le persone non aderiscano alle misure raccomandate ancora in vigore a causa dello stress subito, la cosiddetta “fatica da isolamento”. Il documento sottolinea la necessità di sforzi continui per garantire che le rimanenti misure di controllo della distanza e di prevenzione dell’infezione continuino a limitare la diffusione della malattia.
Il report, inoltre, contiene una serie di indicazioni per i sistemi sanitari, che devono continuare a monitorare strettamente i nuovi casi e a tracciare i contatti e quattro “messaggi chiave” per comunicare alla popolazione la necessità di continuare a seguire le misure per mettere fine alla pandemia:
- Questa è una maratona, non uno sprint.
- Non dobbiamo abbassare la guardia.
- Dobbiamo tutti adeguarci a una “nuova normalità”.
- Insieme, le nostre azioni ci danno il potere di controllare la diffusione del virus.