Ricordare attraverso il sonno. Robert Stickgold, un ricercatore dell’Università di Harvard specializzato in disturbi del sonno, è l’autore di uno studio pubblicato su Science e molto citato nel dibattito scientifico che ha dimostrato l’importanza del sonno per il consolidamento della memoria.
Nell’esperimento di Stickgold a un gruppo di persone fu chiesto di giocare a Tetris, il popolare videogame degli anni Ottanta, per un totale di sette ore nell’arco di tre giorni. In quel gruppo alcuni conoscevano Tetris, altri non ci avevano mai giocato prima, e altri ancora non potevano neppure saperlo: erano pazienti amnesici con estesi danni al lobo temporale e all’ippocampo, e il loro particolare tipo di amnesia impediva la formazione di memoria episodica (un sottosistema della memoria dichiarativa che riguarda singoli eventi, autobiografici e non).
Ai soggetti dell’esperimento fu chiesto ogni notte, nelle prime fasi del sonno, di raccontare i loro sogni: in pratica venivano svegliati ripetutamente appena si addormentavano, e ogni volta dovevano cercare di ricordare al meglio e riferire ai ricercatori cosa stessero sognando. In un numero rilevante di casi emerse che i sogni erano legati a Tetris e che – fatto scientificamente notevole – questo valeva anche per i pazienti amnesici: non avevano comprensione di quello che visualizzavano nel sogno, né ricordavano di aver giocato al videogame nelle ore precedenti, ma nella descrizione del sogno facevano riferimento a scene di forme geometriche “in caduta” che richiamavano chiaramente la dinamica del gioco. L’esperimento mostrò che anche i pazienti malati erano in grado, durante il sonno, di rievocare immagini conservate senza contributo della memoria dichiarativa (o esplicita).
In un articolo pubblicato su Nature, Stickgold ha trattato altri suoi lavori scientifici e commentato altre scoperte recenti nel campo della ricerca sul sonno. Sostiene che il sonno svolga una funzione determinante non soltanto nel consolidamento della memoria ma anche nella selezione dei ricordi rilevanti. La nostra mente non conserva il ricordo di ogni singolo dettaglio delle nostre giornate (a meno che non si tratti della mente di Ireneo Funes, il protagonista dell’omonimo racconto di fantasia di Jorge Luis Borges): a volte formiamo un ricordo per ragioni emozionali, altre volte conserviamo un dettaglio banale. In ogni caso, sostiene Stickgold, il sonno e i sogni ci aiutano a isolare e memorizzare l’“essenza”, ciò che del nostro vissuto rimane nella nostra memoria.