Il cancro alla mammella (BC) è il più comune tipo di tumore e una delle principali cause di morte nelle donne. La sopravvivenza del paziente dipende dallo stadio della malattia alla diagnosi; ecco perché la ricerca si batte da sempre per cercare strategie sempre più precise. Ad oggi i mezzi disponibili, come la mammografia, sono limitati dalle dimensioni minime del tumore necessarie per la visualizzazione. La ricerca di marcatori circolanti è una sfida fondamentale per poter identificare il tumore in fase ancora iniziale quando è più curabile.
Tumore della mammella: lo studio
Uno studio italiano sullo sviluppo di nuove molecole per la diagnosi e la terapia del cancro alla mammella è stato appena pubblicato sulla rivista Molecular Therapy – Nucleic Acids.
È stato realizzato dall’Istituto di endocrinologia ed oncologia molecolare (Ieos) del Cnr di Napoli con il team guidato da Carla Lucia Esposito e Cristina Quintavalle e la partecipazione di Silvia Catuogno, Vittorio de Franciscis e Deborah Rotoli, in collaborazione con il Dipartimento di Medicina Molecolare e Biotecnologie Mediche (DMMBM) dell’Università degli studi di Napoli Federico II, sotto la guida della Prof. Gerolama Condorelli, insieme alla clinica Mediterranea di Napoli con il team del dott. Renato Thomas.
Le cellule tumorali rilasciano grandi quantità di piccole vescicole definite esosomi che, come messaggi in bottiglia, sono utilizzate dalle cellule per comunicare tra di loro: le cellule tumorali rilasciano questi messaggi che sono poi recepiti dalle cellule vicine dello stroma (cellule dei vasi sanguigni, fibroblasti, cellule del sistema immune), influenzando la crescita, la progressione, la risposta terapeutica del tumore e la sorveglianza immunitaria.
Gli esosomi sono anche rilasciati nel sangue e possono essere quantificati ed analizzati. Rientrano quindi tra i marcatori promettenti nel nuovo approccio diagnostico definito “biospia liquida”. La biopsia liquida consiste in un semplice prelievo di sangue venoso sul quale possono essere eseguite analisi molecolari utili per la classificazione del tumore. Fino ad ora però non sono state descritte metodologie in grado di discriminare gli esosomi specifici per il carcinoma mammario.
Da diversi anni il team di ricercatori si occupa dello sviluppo di aptameri ossia corti oligonucleotidi capaci di riconoscere il bersaglio con alta affinità e specificità presentando grandi vantaggi nella diagnosi e nella terapia oncologica. Le loro ricerche hanno permesso l’ identificazione di aptameri capaci di riconoscere specificamente gli esosomi derivati da cellule di tumore alla mammella. Questi aptameri sono anche in grado di inibire l’ingresso degli esosomi nelle cellule circostanti ed i loro conseguenti effetti pro-tumorali. Tra gli aptameri identificati, uno con maggiore potenzialità è stato stata caratterizzato in maniera approfondita e mostra promettenti applicazioni sia nella diagnosi in biopsia liquida che nella terapia del tumore al seno.
Applicazione diagnostica: la molecola identificata è in grado di riconoscere gli esosomi isolati dal siero delle pazienti con tumore al seno ma non quelli delle persone sane. Applicazione terapeutica: l’aptamero è capace di inibire l’uptake degli esosomi, mostrando potenziale interesse per bloccare la diffusione del tumore e la trasformazione cellulare.
L’approccio di selezione sviluppato è innovativo e può essere applicato a diversi sistemi tumorali per generare nuove molecole per diagnosi e terapia.