Tempo di lettura: 3 minutiNon è il peso il vero problema, è qualcosa di molto più profondo. E il cibo diventa lo specchio di un disagio, di un malessere e di un’esistenza che non è sostenibile. Quando si soffre di anoressia, il corpo diventa il capro espiatorio, il mezzo sul quale riversare il senso di inadeguatezza. Ci sono anche casi dove si va avanti per anni senza che nessuno se ne accorga, come avviene per chi soffre di bulimia o di altri disturbi alimentari.
La Giornata del Fiocchetto Lilla
Il 15 marzo, come ormai da 7 anni, in Italia si celebra la Giornata del Fiocchetto Lilla, un intero giorno dedicato alla sensibilizzazione, l’informazione, l’ascolto, la riflessione sui disturbi dell’alimentazione e della nutrizione (DA: anoressia, bulimia, binge eating, obesità).
Il Ministero della salute partecipa all’evento “La nutrizione e l’alimentazione nelle fasi della vita e i loro disturbi” in corso presso la Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma, dalle 9.00 alle 19.00. Il team multidisciplinare degli specialisti del Policlinico Gemelli, con il coordinamento del Professor Rinaldi (Responsabile del Day-Hospital di Psichiatria) composto da psicologi, psichiatri, endocrinologi, ginecologici, neonatologi, pediatri e nutrizionisti mettono a disposizione di tutti la loro expertise con sportelli di ascolto, momenti di consulenze, formazione ed informazione, dibattiti, confronto e riflessione con esperti del territorio ed istituzioni. Il Ministero della salute sta realizzando documenti programmatici, sulla tematica dei DA, per gli operatori del Pronto soccorso e per i familiari dei soggetti affetti, con il Tavolo di lavoro. Il programma è disponibile sul sito.
Il fenomeno
I disturbi alimentari sono mali complessi che portano ad avere un rapporto distorto con cibo, il peso e l’immagine di sé. La guerra con l’alimentazione si manifesta in un eccesso di preoccupazione per la forma fisica, in un’alterata percezione dell’immagine corporea. Tutti questi fattori sono correlati ai livelli di autostima, ma con caratteristiche cliniche e psicopatologiche differenti. Il peso, tuttavia, non è un marcatore clinico imprescindibile di disturbi del comportamento alimentare, perché anche persone di peso corporeo normale possono esserne affette. Come spesso avviene nei casi di bulimia. Se non trattati, i DA possono diventare una condizione permanente, compromettere la salute di tutti gli organi e apparati del corpo (cardiovascolare, gastrointestinale, endocrino, ematologico, scheletrico, sistema nervoso centrale, dermatologico ecc.) e, nei casi gravi, portare alla morte. All’anoressia nervosa è collegata a una mortalità 5-10 volte maggiore di quella di persone sane della stessa età e sesso. Questi disturbi sono un importante problema di salute pubblica, visto che per l’anoressia e per la bulimia, negli ultimi decenni, c’è stato un progressivo abbassamento dell’età di insorgenza, tanto che sono sempre più frequenti diagnosi prima del menarca, fino a casi di bambine di 8-9 anni.
I disturbi alimentari non riguardano più solo gli adolescenti, ma va a colpire anche bambini in età prepubere, con conseguenze molto più gravi sul corpo e sulla mente. Un esordio precoce può infatti comportare un rischio maggiore di danni permanenti secondari alla malnutrizione, soprattutto a carico dei tessuti che non hanno ancora raggiunto una piena maturazione, come le ossa e il sistema nervoso centrale.
I numeri
Secondo le stime ufficiali, il 95,9% delle persone colpite dai disturbi alimentari sono donne. L’incidenza dell’anoressia nervosa è di almeno 8 nuovi casi per 100mila persone in un anno tra le donne, mentre per gli uomini è compresa fra 0,02 e 1,4 nuovi casi.
Invece, per quanto riguarda la bulimia ogni anno si registrano 12 nuovi casi per 100mila persone tra le donne e circa 0,8 nuovi casi tra gli uomini.
Per approfondire sono disponibili i quaderni del Ministero: “Linee di indirizzo nazionali per la riabilitazione nutrizionale nei pazienti con Disturbi dell’alimentazione (DA)” e il Rapporto Istisan n.13/6 “Disturbi del corportamento alimentare (DCA) negli adolescenti e nei giovani adulti”.
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