Difficile trovare alcuni farmaci essenziali in questo periodo di recrudescenza del Covid e di diffusione dell’influenza. In moltissime farmacie risuona come un mantra la parola “introvabile”. Ad essere spariti dai banchi sono cortisonici per aerosol, antinfiammatori e farmaci e anche alcuni antibiotici ad ampio spettro. Colpevole di questa situazione sono, oltre all’enorme richiesta, le questioni internazionali. E poi, le leggi di mercato che, in alcune circostanze, inducono le industrie a distribuire in mercati esteri dove il prezzo pieno di vendita supera ampiamente quello rimborsato dal Servizio sanitario nazionale.
NESSUN ALLARME
A gettare acqua sul fuoco è Giorgio Palù, presidente dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). «Non c’è un allarme reale», dice. «I farmaci di cui c’è una vera carenza, tra i 3.197 che l’Aifa mette sul sito, sono 30. Di 300 che importiamo dall’estero, 30 sono realmente essenziali. La maggior parte sono farmaci di cui non c’è più la produzione, che non sono in commercio, ma quasi tutti hanno un equivalente o un’alternativa terapeutica. Ci tengo a dire che si tratta forse di una comunicazione non perfetta, un po’ distorta, nel senso che ci vuole un dialogo importante tra medici, farmacisti, associazioni di categoria», aggiunge.
SCORTE
A preoccupare i medici è invece l’effetto psicologico di questa carenza, che sta spingendo alcuni cittadini a fare scorte inutili e dannose. La psicosi sulla carenza di farmaci rischia infatti di tradursi in una corsa all’acquisto, che provocherebbe una mancanza ancor più accentuata dei farmaci. Una spirale psicologica potenzialmente molto pericolosa. I medici lanciano dunque un appello a non farsi prendere la mano e ad affidarsi ai consigli che vengono dati dai canali istituzionali.