Il cancro del colon-retto (CRC) è la seconda causa di morte per cancro nel mondo. Dagli studi epidemiologici emerge che gli uomini hanno un rischio maggiore. Invece, le donne colpite da CRC tra 18 e 44 anni di età hanno in genere una prognosi migliore sia rispetto agli uomini che alle donne in post-menopausa. Questo dato suggerisce quindi un effetto protettivo degli estrogeni.
In generale, gli estrogeni svolgono un ruolo importante nella patogenesi di molti tipi di tumori a volte protettivo, a volte patogenetico a seconda del recettore specifico per gli estrogeni espresso dalle cellule tumorali.
Tumore del colon, il ruolo degli interferenti endocrini
Nell’ambiente in cui viviamo siamo esposti a sostanze chimicamente simili agli estrogeni associate all’insorgenza di vari tumori. Ad esempio, il bisfenolo A (BPA), sostanza chimica utilizzata nella produzione di prodotti plastici, come materiali a contatto con alimenti, vernici, carta termica, ecc., è stato riconosciuto come un interferente endocrino in grado di legare i recettori degli estrogeni.
Diversi studi condotti anche in Italia hanno dimostrato che la popolazione è esposta a BPA e alcuni dati collegano l’esposizione al BPA con l’insorgenza di tumori. Tuttavia, gli studi che esplorano la possibile associazione tra esposizione umana al BPA e CRC sono ancora scarsi.
Per questo, il gruppo di ricercatori del Centro di Riferimento per la Medicina di Genere dell’Istituto Superiore di Sanità ha proposto un grande progetto pilota. Coinvolge per gli aspetti clinici il Presidio Ospedaliero Santissima Annunziata dell’Università di Chieti e rientra nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Il progetto dal titolo “Gender differences in the onset and progression of colon cancer: role of endogenous and exogenous estrogens” è stato approvato, finanziato e partirà in questi giorni.
Il nuovo studio italiano
“L’obiettivo principale del progetto – dichiara la responsabile Paola Matarrese – è comprendere quale sia il ruolo degli estrogeni o di sostanze estrogeno-simili, come il BPA, nell’insorgenza e nella progressione del CRC. La nostra attenzione sarà focalizzata sulle possibili differenze di sesso e/o genere e sui meccanismi molecolari attraverso i quali inquinanti ambientali come il BPA possono indurre il tumore o creare condizioni favorevoli al suo sviluppo”.
Queste analisi saranno condotte con l’obiettivo di evidenziare eventuali differenze tra uomini e donne e con l’intento di monitorare lo stato di malattia e la risposta alla terapia in modo sesso-specifico.
“Questo studio, condotto su una popolazione di persone colpite da CRC, – conclude Elena Ortona co-responsabile del Progetto e Direttrice del Centro di riferimento per la Medicina di Genere dell’ISS – fornirà importanti dati sul ruolo degli estrogeni e sugli eventuali effetti differenziali legati al genere, consentendo di valutare l’impatto dell’esposizione ambientale al BPA sulla salute umana”.