Prevenire è meglio che curare, e i piemontesi l’hanno capito bene. Secondo il report annuale sugli screening anticancro in Piemonte “Prevenzione Serena. Risultati, attualità ricerca”, realizzato dal Centro di Riferimento per l’Epidemiologia e la Prevenzione Oncologica in Piemonte (CPO), l’adesione degli abitanti di questa regione ai controlli gratuiti di Prevenzione Serena, anche se molto lentamente, cresce ogni anno.
La rilevazione ha preso in esame i risultati derivati dagli screening del tumore della mammella, del collo dell’utero e del colon-retto realizzati nel 2014. Secondo questi dati, in un anno le donne richiamate per ulteriori accertamenti per un sospetto tumore al seno sono state 5.806 mentre i tumori benigni individuati sono stati 216 e 1.194 quelli maligni. Nello stesso anno, lo screening al collo dell’utero ha permesso di accertare 475 lesioni precancerose di alto grado e 12 tumori invasivi. I controlli invece del colon-retto, hanno consentito di scoprire 548 adenomi avanzati, che sono il segnale della presenza di un tumore colon-rettale, e 28 cancri.
Numeri che possono far paura ma che dimostrano anche che lo screening può davvero salvare la vita. Infatti, per i cittadini che hanno risposto all’invito a presentarsi per la sigmoidoscopia flessibile (esame eseguito per valutare la parte inferiore dell’intestino crasso), dopo 10 anni il rischio di avere un tumore al colon-retto è stato ridotto di un terzo rispetto all’incidenza attesa. Incidenza che per il tumore alla mammella, invece, resta pressoché inalterata ma che, con lo screening e un intervento precoce a seguito di una diagnosi negativa, ha consentito un calo notevole del tasso di mortalità.